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Autore: dragon_queen    30/07/2012    1 recensioni
[Transformers Armada e un pizzico di G1]
Eccomi di ritorno con il secondo capitolo della mia fan fiction sui transformers. Sono trascorsi quattro anni dalla precedente avventura. I protagonisti rimangono sempre gli stessi, ma tra le due fazioni di robot ci saranno nuovi elementi. Stavolta Megatron cerca un'arma in grado di mettere il mondo in ginocchio.
Dal Cap. I:
"Kate si guardò intorno ed era circondata dal buio. Era come se fosse in un luogo dove alla luce era proibito accedere e un gelo sempre più pungente si diffondeva in tutto il suo corpo. Ad un tratto sentì delle presenze accanto a lei, da entrambe le parti: si voltò e vide Matt e Will. Era come se i tre stessero facendo lo stesso sogno.
All'improvviso dal buio spuntarono delle luce, probabilmente stelle, le quali brillavano formando un cerchio intorno a loro. Poi un fascio di luce di sprigionò ed illuminò una grande statua di ghiaccio che raffigurava un uomo barbuto con un elmo, uno scudo e una spada. La ragazza aveva già visto quella statua in un libro: era Odino, il dio nordico, padre di tutti gli dei.
Vide una luce provenire da uno dei suoi occhi e improvvisamente l'immagine della statua fu sostituita da qualcosa di molto peggio: sembrava una sorta di cannone laser dalle dimensioni gigantesche che sparava un raggio verso il sole, sino a spegnerlo come la fiamma di una candela..."
Spero di vedere qualche recensione. Saluti
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Generation I
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Transformers Adventure'
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-Dobbiamo dirlo agli altri- disse Matt quando la ragazza terminò di raccontare.

-Certo. E cosa gli diciamo? Che ho avuto una visione sulle tappe che i Decepticons seguono per rubare i pezzi dell'arma? Matt, ci prenderanno per matti-

-E allora? Cosa dovremo fare? Aspettare che ci attacchino? Dovremo avvertire almeno gli Autobots-

-Non ricordi? Deve sembrare tutto nella norma, altrimenti quelli non si presenteranno. Se tengono d'occhio le basi, vedranno che gli Autobots si spostano e opteranno per attaccare l'altra base. Speriamo solo che se i Decepticons ci attaccheranno, non ci riconoscano, altrimenti la cosa salta-

-E' vero. Magari con il fatto che siamo cresciuti non riusciranno ad associarci a quelli che eravamo quattro anni fa, anche se sei tu quella che rischi maggiormente, visto che sei stata a contatto con loro più tempo-

Kate non piteva che dargli ragione.

Senza che se ne rendessero conto arrivò la mattina e la squadra si concesse qualche ora di sonno. Kate e Lee condividevano la stessa camera. I ragazzi invece stavano in quella adiacente. Ad un tratto qualcuno bussò alla porta. A tentoni Kate la raggiunse e la aprì: era una delle guardie di sicurezza della base.

-Capitano, mi spiace disturbarla, ma c'è qualcuno all'entrata che chiede di lei-

La ragazza rimase per un attimo impalata dov'era, in quanto non aveva la minima idea di chi potesse essere. Poi disse:

-Arrivo immediatamente-

Si infilò un paio di pantaloni e una canotta e seguì la guardia. Giunti all'entrata, il soldato le indicò chi la cercava. Quando il misterioso visitatore si voltò, lei lo riconobbe:

-Will?!?-

-Ciao sorellina, pensavo che mi saresti venuta a prendere-

Era tanto che i due non si vedevano e in quel lasso di tempo il ragazzo era assai cambiato: sembrava più alto e anche fisicamente più maturo. Will era vestito in uniforme militare.

-Si può sapere come sei arrivato qui? E come mai sei vestito in quel modo?-

-Pensavo che mi avresti accolto dicendo: “ciao Will, come stai? Sei cresciuto. Sono contenta di vederti, mi sei mancato”-

 

I fratelli fecero un giro per la base, mentre il ragazzo le raccontava la vicenda: quando non l'aveva vista alla stazione dei pullman, aveva preso un taxi fino alla base dove lei aveva detto di trovarsi. Là aveva incontrato un suo vecchio amico che lo aveva informato del trasferimento, avvertendolo però che non sarebbe potuto entrare se non era un militare. Così gli aveva prestato un uniforme e una sacca dove mettere la sua roba. Dopodichè eccolo là.

Kate nel frattempo sorrideva.

-Non ci posso credere che tu l'abbia fatto-

-Eppure è vero e non me ne sono neanche pentito-

-Ma adesso che intenzioni avresti? Non posso certo tenerti qua. Sono impegnata in qualcosa di delicato-

-Me ne rendo conto sorellina, ma il pullman di ritorno non ci sarà fino a domattina e credo che per stanotte dovrò rimanere qui-

-Te la sei studiata proprio bene, eh?- rispose lei.

-Già- sorrise lui.

Poi ci fu un attimo di silenzio.

-Will, ti ricordi perchè ti avevo chiesto di vederci?-

-Certo- e si tolse il guanto che anche lui aveva indossato.

Sul palmo spiccò lo stesso marchio.

-Ce lo ha anche Matt?- chiese il fratello.

-Si- rispose lei.

-Non ti sei mica fatto vivo con gli Autobots?- aggiunse poi.

-No-

-Sicuro?-

-Si Kate, per chi mi hai preso? Ma spiegami piuttosto: tu sai cosa sta succedendo?-

-Non ne sono sicura...- e prese a raccontargli tutto quello che era accaduto, compreso il prossimo ipotetico attacco da parte dei Decepticons.

-Ne sei sicura?-

-Mi sono mai sbagliata?-

-Preferirei non rispondere a questa domanda-

I fratelli fecero ancora due passi, poi Kate disse:

-Devo dire a Matt che sei qui e soprattutto noi tre dobbiamo parlare-

 

Nel buio qualcosa attendeva. La sua nascita aveva impiegato quattro anni al suo padrone e a lui doveva tutto. Sentiva che l'energia stava lentamente irrorando ogni sua parte, mentre, nella testa, sentiva i comandi del suo creatore. Il suo scopo era già stato reso noto e non aspettava altro che il rifornimento fosse completato.

 

In pochi minuti Matt fu avvertito e i tre furono di nuovo insieme. Lui e Will si salutarono animatamente e si fecero un sacco di complimenti, proprio come due ragazzini. Poi però Kate interruppe quell'euforia:

-Cosa facciamo?-

I due ragazzi la guardarono.

-Aspettiamo che le cosa si risolvano da sole?- rispose Will.

-Non sto scherzando- riprese lei, seria.

-Kate, la soluzione la sai tu, la so io e la sa Will. Dobbiamo avvertire gli Autobots-

-Sei tu quella che ancora non si è decisa-

-Hai ragione, forse perchè ho paura di distrarli, di farli preoccupare. Non possiamo sempre fare affidamento su di loro per risolvere i nostri problemi-

-Allora, cosa proponi di fare?-

-Aspettiamo fino a domattina, poi vedremo- concluse Kate.

 

Will non poteva rimanere alla base senza che il colonnello ne fosse a conoscenza. Così decisero di recarsi nel suo ufficio. Tagliarono per l'hangar, dove notarono un grande affollamento di veicoli.

-Che succede?- chiese Kate a Garcia.

-Dicono di averci fatto recapitare l'armamento contro i Decepticons-

-Ma potrebbero averci visto-

-Tranquilla, sono arrivati smontati dentro i camion e poi rimontati qui-

-Ok, d'accordo-

Poi il soldato notò Will.

-Lui chi é?-

-Oh, è solo mio fratello. È arrivato senza preavviso e non partirà fino a domattina. Sto andando ad avvertire il colonnello. Spero che la sua presenza non infastidisca te o gli altri-

-No, certo che no, capitano- si affrettò a rispondere Garcia e tornò subito ai suoi doveri.

Will guardò la sorella.

-Ti rispettano, sorellina-

-Sono il loro superiore. A volte però detesto tutta questa formalità. Non credo però che il colonnello stavolta sarà altrettanto formale-

 

Kate, Will e Matt arrivarono davanti all'ufficio del superiore.

-Forse è meglio se per ora entro solo io- disse la ragazza e bussò, ricevendo quasi subito il permesso di entrare.

I due ragazzi aspettarono fuori.

-Allora, com'è essere un sottoposto di Kate?- chiese Will.

-Oh, non è molto diverso da com'è essere il suo ragazzo- scherzò Matt.

-Beh, allora dev'essere tremendo-

In quel momento Kate uscì dall'ufficio.

-Grazie ancora signore. È stato molto gentile- disse e si richiuse la porta alle spalle.

-Come è andata?- chiese Matt.

-Il colonnello ha acconsentito alla permanenza di Will, a patto che lui si renda utile-

-Certamente. Non vedo l'ora-

 

-Pensavo a qualcosa di un po' più nobile- disse il fratello, mentre gli veniva assegnato un secchio e una spugna da Kate.

-Lavare la macchina del colonnello è il più nobile dei compiti- sorrise lei.

-Che divertent che sei- rispose lui e si diresse verso una lussuosa jeep, talmente sporca che sembrava dipinta.

-Non sarai stata troppo dura con lui?- le chiese Matt.

-Ho semplicemente preso alla lettera la proposta del colonnello.

Ai due si aggiunsero anche Lee e Carter.

-Chi è quel ragazzino?- chiese quest'ultimo.

-E' mio fratello e starà con noi fino a domattina. Nel frattempo lo schiavizzo un pò-

-Poverino- commentò dolcemente Lee.

La giornata trascorse e Will la impiegò per tirare a lucido la carrozzeria della macchina. Quando rientrò nell'hangar aveva le guancie arrossate dal sole e le mani piene di vesciche. Guardò la sorella.

-Kate, giuro che questa me la paghi-

-Avanti Will, un po' di lavoro non ha mai ucciso nessuno-

Quella sera tutta la squadra era di turno nell'hangar principale e il ragazzino cenò con loro, conoscendone i componenti. Si mostrarono tutti molto disponibili nei suoi confronti e lui ne rimase molto contento. Si stava però facendo tardi.

-Will, forse è meglio se te ne vai a letto- disse Kate.

-E perchè mai? Non sono più un bambino- protestò.

-Mi piace il ragazzino- scherzò Parker.

La sorella acconsentì a farlo rimanere.

 

Era passata da poco la mezzanotte. Kate seguì Matt che era uscito per fumare una sigaretta.

-Sarà stata una buona idea lasciare che Will rimanesse qui?-

-Kate, tuo fratello non è più un bambino e sa cavarsela benissimo anche da solo-

-Lo so, ma è pur sempre il mio fratellino- rispose lei.

-Comunque è necessario risolvere la faccenda dei marchi- riprese il ragazzo.

-Hai ragione. Credo che l'aiuto degli Autobots sia necessario-

Ad un tratto la ragazza ebbe un sussulto, provocato da una fitta al petto, sensazione che non percepiva più da ormai quattro anni e che non preannunciava nulla di buono.

-Matt, la chiave-

Non fu necessario dire altro. I due alzarono lo sguardo e nel buio della notte videro giungere dal cielo un gruppo di velivoli che, purtroppo, conoscevano fin troppo bene.

-Aiutami. Dobbiamo avvertire la squadra-

I due rientrarono nell'hangar ed esclamarono:

-Svelti, i Decepticons ci stanno attaccando!! Velo...- ma non terminarono.

Due dei jet che erano stati consegnati quella mattina emisero il comando di trasformazione e uno divenne Starscream, l'altro invece un altro Decepticons che però i ragazzi non conoscevano.

-Oh, cavolo!!- commentò Kate.

Garcia, Carter e Parker si misero a sparare raffiche di proiettili, ma sembrava che alle corazze dei robot non facessero neanche il solletico.

-Sciocchi umani, come possono pensare di cavarsela contro di noi?- ridacchiò Starscream, mentre i proiettili rimbalzavano sulla sua spada.

I due ragazzi si ritrovarono improvvisamente separati dal resto della squadra. Per fortuna Kate si stava riprendendo e adesso poteva reggersi in piedi da sola.

-Dobbiamo trovare il modo di riunirci agli altri!!- esclamò.

Avvertiva distintamente il resto dei nemici giungere alle loro spalle, fino a quando la parete dell'hangar dietro di loro si sfondò con un'esplosione, facendoli cadere a terra.

Velocemente si rialzarono e, in un attimo di distrazione di Starscream e l'altro Decepticon, Kate e Matt riuscirono a raggiungere i compagni.

All'improvviso, dal polverone provocato dall'esplosione, spuntò un animal meccanico simile ad un giaguaro che iniziò a passeggiare minaccioso davanti ai soldati. Garcia stava per prendere il mitra e sparare, quando la ragazza gli poggiò una mano sulla canna e gliela abbassò.

-Risparmiate proiettili, tanto non funzionano con loro- disse.

Tutti abbassarono le armi. In quel momento spuntò Megatron, seguito da due robot sconosciuti e da Cyclonus, il quale si allontanò poco dopo.

-Vedo che rispetto agli altri militari, questi sembrano più ragionevoli-

-Non finiranno per sospettare qualcosa?- bisbigliò Parker.

-Tanto lo scopriranno a breve- rispose Kate a voce bassa.

Megatron dette finalmente l'ordine:

-Decepticons, cercate quello per cui siamo venuti-

Nella confusione, la ragazza notò uno dei due Decepticons con un marchingegno in mano che passeggiava per l'hangar. In quel momento tornò Cyclonus che portava lo sfortunato colonnello, il quale poi fu adagiato malamente a terra.

-Grande Megatron, ecco il responsabile di questa base terrestre-

Per fortuna l'ufficiale aveva capito la sua parte e la stava recitando in maniera eccellente.

-Che cosa volete?-

-Sai bene cosa siamo venuti a cercare-

-No, non lo so-

-Non fare il difficile e dicci dov'è il pezzo dell'arma cybertroniana-

-Non so davvero di cosa state parlando-

In quel momento il robot con il marchingegno tra le mani esordì con una voce meccanica:

-Potente Megatron, ciò che stiamo cercando si trova qui sotto-

-Bene Soundwave, pensaci tu-

Il Decepticon, il quale sembrava un enorme mangia nastri, premette un tasto sul suo petto e questo, aprendosi, liberò una sorta di cassetta che poi si trasformò in un robot in miniatura. Subito le sue braccia mutarono due cilindri che, sbattuti a terra, provocarono delle scosse che fecero in poco tempo frenare una parte del pavimento, proprio sopra il laboratorio.

Con grande dissenso dei Decepticons però il pezzo di arma non c'era.

-Come è possibile?!? Soundwave, sei sicuro che quell'arnese funzioni?-

-Si. Le telecamere mostrano che il pezzo del cannone è là. Ci hanno presi in giro-

Megatron si voltò irato verso il comandante della base e sbraitò:

-Dov'è il pezzo dell'Occhio di Odino?!?-

-Pensavate davvero di trovarci impreparati? Pensavate che dopo tre pezzi vi avremo fatto portare via anche il quarto?-

-Se non mi dite subito dov'è il manufatto, vi schiaccio come dei moscerini!!- ringhiò il Decepticon e si avvicinò minaccioso al colonnello.

Ad un tratto una delle finestre dell'hangar si sfondò e a terra rotolò un cilindro metallico.

Kate capì subito di cosa si trattava e fece cenno alla squadra di portarsi qualcosa davanti alla bocca, in quanto l'oggetto che era stato lanciato era un fumogeno, il quale iniziò subito a sprigionare del denso fumo bianco.

Dopodichè si udirono dei rumori di veicoli che si fermavano davanti alla costruzione.

-Maledetti umani!! Se loro sono qui significa che gli Autobots non sono lontani. Non possiamo adesso intraprendere una battaglia con loro- disse Balckout.

-Hai ragione e poi il pezzo di arma non è qui, è inutile restare. Stavolta siamo stati giocati- sbraitò Megatron e, trasformatosi in jet, seguito dai suoi, se ne andò.

Kate, Matt, Will, il colonnello e la squadra si trovavano ancora nel mezzo della nuvole fumogena e non riuscivano quasi a respirare. All'improvviso furono agguantati ognuno da un militare comparso dal nulla e furono trascinati fuori.

Non ebbero neanche la possibilità di prendere una boccata d'aria, in quanto caricati tutti su un furgone con i vetri oscurati, per impedir loro di vedere dove li stessero portando.

Will continuava a tossire senza sosta, mentre Kate cercava di calmarlo. Dove li avrebbero portati? Chi erano quegli uomini? Non avevano normali divise militari.

Non riuscivano a vedere il paesaggio esterno, ma avvertiva la strada sterrata che stavano percorrendo e, in lontananza, sommesso al rumore dei veicoli, lo scorrere dell'acqua di un fiume. Si stavano inoltrano in una terra desolata, probabilmente però non lontano da dove si trovavano prima, in quanto dopo poco meno di mezz'ora di fermarono.

La ragazza avvertì delle voci e qualcosa di elettronico che si apriva. Dopo pochi minuti il furgone si fermò di nuovo. Udirono dei passi e gli sportelli posteriori si aprirono. Ad attenderli stavano tre militari che gli chiesero di seguirli.

Furono condotti lungo un corridoio scavato nella montagna, fino a giungere dinnanzi ad una porta blindata marcata con la lettera greca gamma.

Con un fischio questa si aprì, rivelando un ambiente enorme, con persone che si muovevano svelte svolgendo i loro compiti e che non si accorsero minimamente del loro ingresso. In quel momento Kate osò chiedere:

-Che posto è questo? E dove ci state portando?-

Uno degli ufficiali si voltò per rispondere:

-Qui siamo nella sede del settore gamma, nucleo operativo contro l'invasione Decepticons. Vi stiamo portando dal responsabile del settore, il maggiore Wilson-

La ragazza si guardò intorno, poi incontro gli sguardi di Matt e Will: tutti e tre avevano avuto lo stesso pensiero, ossia che forse là avrebbero incontrato gli Autobots.

 

-Alzati mia creatura, è ora di distruggere gli Autobots e i Decepticons e conquistare la supremazia su questo pianeta-

A quelle parole due fari rossi si accesero nell'oscurità e, con un cigolio di catene, a creatura era in piedi, pronta ad obbedire a qualsiasi ordine del suo padrone.

Era stato nutrito con malvagità pura e il suo scopo era uno solo: la distruzione e il soggiogamento. Nell'ombra echeggiò il suo nome: Nemesis Prime.

  
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