Come temeva Lisa non dormì affatto quella notte. Quando, appena dopo l’alba, Nicholas si svegliò piagnucolante per la fame e bisognoso di essere cambiato, forse si spaventò nel vedere la madre con profonde occhiaie e lo sguardo appannato di chi aveva pianto per ore di seguito.

“Piccolo, ho combinato un gran casino. E ti ho rovinato la vita…”

Il bimbo però le sorrideva ed alzò una manina paffuta verso la sua guancia. 

“Ma-ma…” 

Le lacrime tornarono a rigarle le guance. Gli sorrise in risposta e gli baciò la fronte.

“Si, tesoro. Sono la mamma…” 

Non sapeva come e se ne sarebbe stata capace, ma doveva provare a sistemare le cose. 

Non poteva prevedere come sarebbe andata ma non voleva negare a suo figlio la possibilità di crescere con suo padre. Non questa volta che lo aveva ritrovato. 

Era giorno di lavoro ma in quel momento non aveva alcuna intenzione di pensare ad altro se non a riprendersi la sua vita in mano, finalmente. 

Lavò, vestì e nutrì il suo piccolo ometto. Fece altrettanto con se stessa ed insieme si fiondarono in auto. 

L’unico posto che le veniva in mente in quel momento era casa sua.

Quando arrivò di fronte al suo portone e suonò, però, non rispose nessuno. 

In quel momento mille scenari catastrofici le si delinearono in mente.

1) Jos che esce da casa sua sconvolto per la scoperta di essere padre e si schianta in auto contro un tir;

2) Jos che disperato e confuso esce di casa, si butta in un bar, si ubriaca e finisce nella casa della prima stronza trovata;

3) Jos che corre verso l’aeroporto e prende il primo volo per l’isola che non c’è;

4) Jos che per dimenticarla, corre dalla sua truccatissima e volgarissima fidanzata e se la sposa…

Oddio no, non l’aiutava affatto a stare calma, tutto questo. 

Si accovacciò davanti all’ingresso, con l’ovetto contenente il piccolino accanto. Le veniva da piangere. E lo avrebbe fatto se poco dopo una macchina non si fosse piazzata nel vialetto antistante la casa. 

Era la stessa che aveva visto quella mattina. La stessa sulla quale era salita la fidanzata di Joseph.

Non appena i loro occhi si incrociarono, la donna, troppo incerta su un paio di tacchi ingestibili, le regalò uno sguardo raggelato. 

“Buongiorno!” le disse, senza nascondere stizza.

“Buongiorno!” le rispose Lisa, altrettanto piccata. Sapeva? Aveva già parlato con lui? E dov’era in quel momento?

“Cosa ci fa qui? E per di più, con un moccioso.”

Si chiedeva come diavolo faceva quell’arpia rifatta a stare con uno come il suo Joseph. Se lo chiedeva dalla prima volta che l’aveva vista. 

Voleva risponderle per le rime, ma accanirsi contro di lei non sarebbe servito. Per cui mandò giù il boccone amaro e fece finta di non averla sentita dare del moccioso a suo figlio. 

“Sto aspettando il signor Martin.”

In quel preciso momento l’auto di Joseph fece la sua comparsa e si fermò sulla strada.

Scese lentamente e da lontano scrutò le due donne. Era incredulo. Totalmente.

 

“Lisa…” sussurrò. Poi posò lo sguardo sull’altra donna. “Phoebe.”

Era ancora visibilmente sconvolto ma leggermente più consapevole dopo la lunga chiacchierata con l’amico.

Il piccolo batuffolo biondo se ne stava accucciato nell’ovetto, parlottando e gorgogliando allegramente. 

Non era certo di riuscire ad affrontarle entrambe. Nello stesso lasso di tempo. In quel momento. 

Avrebbe voluto stare da solo con Lisa e parlare. Capire cos’era successo. Rendersi conto che senza saperlo la sua vita era totalmente mutata. Avrebbe voluto dirle che l’amava e che aveva bisogno di lei. E, a dispetto di tutto quel che poteva aspettarsi da se stesso, sentiva una nuova necessità farsi spazio dentro di lui: crescere, insieme a lei, loro figlio. 

Ma Phoebe sembrava sull’orlo di una crisi isterica. E non era di certo uno spettacolo che avrebbe fatto volentieri vedere alla giovane e soprattutto al bambino.

“Lisa, - il solo pronunciare quel nome, donava corpo al suo desiderio – ti dispiacerebbe aspettarmi a casa tua. Ti chiamo più tardi…”

Mano a mano che parlava, la sua voce si addolciva e Lisa si rilassava. 

“…perdonami per ieri…” le disse, infine quando vide sul volto di lei una leggera confusione. 

Il cuore di lei era in tumulto. Batteva all’impazzata e la paura di essere ormai in ritardo per recuperare la sua fiducia ed il suo amore, era troppo forte. Ma fece come gli era stato chiesto.

“Ok..” 

La ragazza prese l’ovetto nel quale parlottava ancora il suo bambino e senza dire altro si diresse verso la sua auto. 

Non appena lui e Phoebe rimasero da soli, lei si fece spazio ed aprì con le sue chiavi, la porta d’ingresso.

“Sarà il caso che noi due facciamo una bella chiacchierata.” Sentenziò lei, a crisi di nervi già in corso. Joseph era quasi certo di intravedere un leggero velo di sudore sulla fronte di quella che sarebbe stata la sua ragazza ancora per poco. 

“Inizia con il rendermi le chiavi di casa, per favore.”

Sperò che la chiusura di quella che era, e se ne rendeva conto solo in quel momento, una semplice storiella tappabuchi, non dovesse durare a lungo. 

Ma dallo sguardo che la donna gli lanciò, capì che sarebbe stata più dura di quanto avesse voluto. 
 

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Spazio dell'autrice

Buon Pomeriggio popolo vacanziero di EFP :D (oddio, sembra l'intro di una televendita..)
Ecco il nuovo capitolo... che dire? Beh, senz'altro Joseph-cuore-d'oro non avrebbe lasciato tutto al caso. E' uno che in fin dei conti si prende le sue responsabilità e se deve fare qualcosa la fa bene, fino in fondo. 
Si sta comportando da uomo, non credete anche voi?
Certo forse io avrei reagito in modo più plateale. Ma lui non è il tipo, tutto sommato è sempre un Sir Inglese e si sa che gli inglesi non sono famosi per la loro drammaticità. Anzi, sono sempre piuttosto composti.
E sebbene lui si sia lasciato prendere dal panico, inizialmente (andiamo, chi non lo farebbe..???!) ha ritrovato presto la sua aplombe ed è deciso a mettere in chiaro le cose. 
Vi anticipo che ci sarà un'altro capitolo e poi l'epilogo.. (quindi 1+1=2)
Come promesso entro mercoledì questo scempio sarà finito! :D ahahaha
Devo ammettere che un pò mi dispiace... Mi ha intrippato scrivere di JoMO! *_*

Un abbraccio a tutti...