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Autore: laviatraversa    30/07/2012    1 recensioni
Astoria era riversa a terra in una pozza di sangue.
Profumava ancora di mughetto, giubilo, aspettative per il futuro.
Sul suo corpo martoriato Draco giurò vendetta.
Genere: Angst, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Astoria, Draco/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Note: quella che vi accingete a leggere, è la flashfic che fa da seguito ad un'altra flash che ho scritto tempo fa, “Dimmi che mi ami”. Sono parzialmente soddisfatta di questo lavoro, ma posso dire in tutta onestà che questa – seppur estremamente rude e priva di significato logico – è la fine che avevo immaginato. Buona lettura.







Vendetta Privata




L'amore autentico è sempre compassione;
e ogni amore che non sia compassione è egoismo.


[Arthur Schopenhauer]




Astoria era riversa a terra in una pozza di sangue.
Profumava ancora di mughetto, giubilo e aspettative per il futuro.
La sua morte fu accolta dall'urlo straziato di suo marito – rincasato prima dal lavoro, ignaro della sorpresa che lo attendeva. Erano settimane che organizzava ogni minimo particolare di quella cena - dai fiori alla musica – nata per, semplicemente, dare un'idea a sua moglie di quanto l'amasse.
Aveva amato Astoria di un amore composto – senza scoprirsi mai troppo per paura di rimanere scottato. Bruciato dai doveri, ferito dai rifiuti e ucciso dall'indifferenza. Celava la profondità dei suoi sentimenti nelle usanze, accontentandosi di saggiare la soddisfazione solo nelle formalità.

Astoria era riversa a terra in una pozza di sangue.
Profumava ancora di mughetto, giubilo, aspettative per il futuro.
Sul suo corpo martoriato Draco giurò vendetta.



§



Draco si consumò d'amore – e di nostalgia e di assenza e di crepacuore.
Si crucciava, senza risultati, per venir a capo dell'enigma che gli toglieva il sonno – e il respiro.
Una mattina – dopo un'altra notte a fantasticar di promesse e sogni infranti – l'illuminazione divina gli colpì lo stomaco, mentre affranto fissava con occhi spenti vecchi fotogrammi di una vita che pensava passata – e dimenticata. Risaliva al tempo prima del suo matrimonio con Astoria, quando pensava di aver gustato l'amore e invece vi aveva appena posato la punta della lingua, e una donna dai tratti delicati sorrideva all'obbiettivo stringendolo per la vita.
Riuscì a malapena a pronunciare il nome che ancora non aveva avuto il coraggio di accusare, prima di sentirsi morire e perdere i sensi.


Si svegliò sentendo il cuore scoppiare, e quando finalmente si decise ad aprire gli occhi e affrontare con nuova forza il dolore che, ne era sicuro, l'avrebbe divorato, incontrò lo sguardo adamantino di sua madre. Narcissa Black lo fissava con compassione – ti prego, non avere pietà di me – e sembrava volerlo abbracciare con gli occhi. Non perse tempo nella ricerca dei pensieri che sembravano tormentare sua madre, e si alzò, deciso a riscuotere la sua vendetta.
C'era qualcuno – una persona che pensava, sperava, l'avesse dimenticato – che aveva la necessità di incontrare, fosse anche per soffocare le sue supposizioni.




§




«Cosa fai qui?», chiese la donna. Draco aveva appena aperto la sua porta con la magia – non era da lui una forza così inaudita – e il suo sguardo sembrava essere vendetta liquida.
«Dovresti immaginarlo, mia cara.»
«Non capisco», mentì lei.
«Avada Kedavra.»
Aveva trovato la sua conferma, negli sguardi e nei gesti di colei che non aveva mai amato abbastanza, e pagato il suo debito con l'amore.
«Addio,
Hermione», sussurrò al silenzio.

  
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