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Autore: Breathinfire_    30/07/2012    1 recensioni
Il moro, sentì qualcosa squarciargli lo stomaco, e la testa pulsare – Guardami negli occhi, e dimmi cosa vedi. -
Lei guardò il suo riflesso nelle iridi chiare – Vedo qualcosa di imperfetto. -
- E ricordi cosa ti ho detto, due anni fa? -
- Quello che rende una persona perfetta, è ogni sua imperfezione. – citarono insieme, ancora intrappolati in un solo sguardo.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Styles, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chiuse gli occhi, sedendosi piano sulle mattonelle fredde del pavimento del balcone.
Inspirò profondamente l’aria umida di Sheffield, ascoltò attentamente il silenzio che la circondava, ed assaporò il fresco venticello che le sfiorava la pelle bollente.
Allungò una mano sopra la sua testa, sicura che sopra il tavolo ci fossero le sue sigarette, a meno che qualcuno non le avesse già buttate.
‘Dovresti smetterla di fumare.’
Quella voce, le risuonava i mente, quasi come se lui fosse proprio accanto a lei; ma non c’era, non riusciva a percepire il suo profumo di menta, di mela, di pulito, di casa, di sicurezza.
Afferrò l’accendino, ed accese la ventesima sigaretta della giornata.
Sospirò, ricordando di lui.
Dei suoi mille abbracci senza un preciso motivo, dei suoi timidi e maliziosi sorrisi, dei sussurri dolci la mattina presto, dei buoni propositi impressi nelle lunghe notti passate a parlare nel freddo dell’Inghilterra, delle sue mani che, delicate, le accarezzavano i capelli.
Dei miliardi di ‘ti odio’ gridati alle spalle, delle sue battutine acide e taglienti, delle occhiate spaventose e spregevoli che minacciavano di farle del male, e che ci riuscivano.
‘Sono tutte paranoie, le tue!’
Gridava quella frase, almeno una volta al giorno.
Per lei, non erano inutili paranoie.
Trascorreva lunghe giornate, allo specchio, sperando che quei fianchi, quella pancia, quelle gambe, sparissero, e ricordava perfettamente tutti quei giorni in cui non poteva fare a meno di guardarsi con disprezzo, perché quello che era, quello che vedeva, non era bello e non era quello che voleva.
‘Un disastro, un irrimediabile errore!’
Così giudicava se stessa, e non riusciva ad astenersi dall’essere cattiva nei suoi confronti, spregevole e spietata.
Sarebbe bastato un complimento, non uno sciocco e banale ‘non mi importa di quello che tu vedi allo specchio, ma ciò che vede il mio cuore’.
Non voleva frasi da film, che sapeva essere finte ed inutili, ma una semplice rassicurazione. Un semplice ‘sono qui perché mi piaci così.’
Ma lui, non era neanche con lei.
Non avrebbe combattuto quella battaglia né con, né per lei, doveva farcela da sola, seppur vedesse tutto buio, nero.
‘Forse è perché ho gli occhi chiusi, dovrei aprirli e convincermi di poter essere di più di tutto questo.’
No, non era per quello.
Aprire gli occhi, avrebbe soltanto peggiorato la situazione.
E lei, come pensava, non era di certo più di tutto quei chili maledetti che portava addosso, che l’avevano distrutta.
Un odore di muschio le invase le narici, e si impresse nella mente.
Aprì gli occhi, e le luci delle case, delle strade, l’accecarono per un attimo.
- Dovresti davvero smettere di fumare. – ancora quella voce, quella maledetta voce che la perseguitava.
Si voltò verso sinistra, e si perse nello sguardo, fisso sulla strada, del ragazzo.
Riusciva a vedere il luccichio dei suoi splendenti occhi verdi.
- Non faccio del male a nessuno, se non a me stessa. – replicò, distogliendo lo sguardo.
Il suo corpo venne scosso da un brivido, probabilmente dovuto dal freddo di quella notte.
- Dovresti smetterla di fare del male a te stessa. – affermò, rubandole la sigaretta ormai finita dalle mani e gettandola in strada, per poi prenderle il pacchetto dalla tasca, e infilandolo nella sua.
Lei non oppose resistenza, infondo era inutile litigare ancora con lui.
- Decido da sola cosa fare a me stessa. -
Nessuno dei due si era ancora voltato verso l’altro per guardarsi negli occhi.
- Non so cosa provi, e non ho idea di come ci si senta ad essere te. -
- Bene. Non ti sforzare a capirmi, non vorrei che il tuo cervello andasse in cortocircuito. – commentò acida, frenando l’impulso di andare via da lui.
Ignorò totalmente quello che aveva appena detto – Un po’ di tempo fa, al Red or Black, cantai davvero di merda, ricordi? -
Lei non era dello stesso parere, però annuì semplicemente, e lui anche se non la stava guardando, immaginò l’avesse fatto – Ho ricevuto tanti di quei commenti meschini, che tu non puoi immaginare. – disse, sorridendo amaramente. Erano ricordi che gli facevano ancora male.
- Però avevo i ragazzi, la mia famiglia, le vere fan. -
Elle scosse la testa, sapendo di non avere neanche la metà delle persone che aveva lui al suo fianco.
Sentì occhi pizzicare, e le lacrime minacciare di uscire selvaggiamente: si rese conto di essere sola, davvero sola.
In silenzio, si lasciò andare, lasciando scorrere quelle gocce d’acqua salata lungo le sue guance.
- Tu ora hai me. – pronunciò quelle parole così lentamente, e seriamente, che per un attimo ebbe paura di non riconoscersi.
Il volto della ragazza scattò subito verso di lui, che accennò un piccolo sorriso.
Con la manica della sua felpa, le asciugò le lacrime che scendevano indisturbate, trascinando con sé anche il mascara nero.
- E fidati, come tu vedi te stessa, non è quello che vedono gli altri. -
- Non cercare di sollevarmi il morale. – esclamò con la voce rotta dal pianto.
Il moro, sentì qualcosa squarciargli lo stomaco, e la testa pulsare – Guardami negli occhi, e dimmi cosa vedi. -
Lei guardò il suo riflesso nelle iridi chiare – Vedo qualcosa di imperfetto. -
- E ricordi cosa ti ho detto, due anni fa? -
- Quello che rende una persona perfetta, è ogni sua imperfezione. – citarono insieme, ancora intrappolati in un solo sguardo.
Senza pensarci troppo, la abbracciò, riassaporando quel profumo che gli era mancato per troppo tempo.
- Ti voglio bene, Harold. -
- Ti voglio bene anch’io, Elène. -



Ehn.. ehi!
Buonasera a tutte.
Ringrazio ogni singola ragazza, - o ragazzo, ammesso che ci sia - per aver letto questa OS.
Dentro, c'è davvero me stessa.
Ho deciso di scriverla, perché so, immagino, e sono certa, di non essere l'unica a sentirmi costantemente a disagio con.. tutto.
Quindi, volevo solo farvi sapere che, anche se non vi ho mai viste, siete tutte perfette, proprio perché siete imperfette.
Niente, né i chili in più, né problemi fisici - di qualsiasi tipo - , né naso grosso, né orecchie a sventola, né occhi storti, devono impedirvi di amarvi, e permettervi di farvi del male.
E soprattutto NESSUNO può giudicarvi, mi raccomando. Non date peso a ciò che la gente dice di cattivo, perché è abituata e si sente in dovere di farlo.
Volevo aggiungere anche che non siete da sole in questa battaglia.
Prima di scoppiare a piangere, volevo ringraziare, in anticipo, tutte le ragazze che recensiranno, o che avranno letto in silenzio.

Conto di farmi sentire presto con qualcos'altro, siatene certe!
Ciao, ragazze.

Ps. come potevo non lasciarvi con una canzone dei 1D?

 

If only you saw what I can see
You'll understand why I want you so desperately
Right now I'm looking at you and I can't believe
You don't know oh oh
You don't know you're beautiful

  
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