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Autore: Akemi_Kaires    30/07/2012    2 recensioni
{Narumayo & MitsuMei; Phoenix/Maya & Miles/Franziska}
- Quando papà nomina la nonna, la mamma diventa sempre rossa – disse Denise, incrociando le braccia al petto. Chiuse gli occhi, stropicciando istintivamente le corte maniche della sua elegante camicetta azzurra.
- Dev’essere per colpa di quello che gli adulti chiamano “Amore” – sentenziò il suo gemello, Gregory, in un sussurro alquanto seccato. Detestava prendere parte a certi inutili discorsi, specie se riguardanti argomenti che non lo tangevano in alcun modo.
- Ma la mamma non ama la nonna, scemo – lo rimbeccò lei, incrociando le braccia al petto e fulminandolo con lo sguardo. Dal canto suo, la piccola amava visceralmente stuzzicare il fratello, sfidandolo ad un “botta e risposta” dal quale usciva sempre vincitrice.

For Grace, la mia dolcissima Maya
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Franziska von Karma, Maya Fey, Miles Edgeworth, Nuovo Personaggio, Phoenix Wright
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Voglio sapere cosa sia l'amore, parliamo d'amore

I Want To Know What Love Is

 

 

{Voglio sapere cosa sia l'amore, parliamo d'amore

Voglio che me lo mostri, voglio provarlo anche io

Voglio provare cosa sia l'amore, voglio provarlo anche io

E so e so, so che tu puoi mostrarmelo

Mostrami che l'amore è vero

Voglio sapere cosa sia l'amore}

 

- Il Tanabata è una tradizionale festa estiva che cade il sette luglio di ogni anno, quando le stelle Vega e Altair si incrociano nel cielo. Tale incontro simboleggia l’unica annuale occasione che la dea Orihime e il pastore Hikoboshi hanno per potersi riunire e vivere il loro amore non accettato dal padre di lei. Con l’alba del nuovo giorno, sono costretti a separarsi nuovamente e attendere l’anno successivo per rivedersi.

La voce seriosa di Franziska riecheggiò tra le pareti di casa Fey, catturando la completa attenzione di chi sedeva al suo fianco. Sguardi ansiosi e curiosi si posarono sulle sua elegante figura, in attesa che la procuratrice continuasse il suo racconto.

La donna abbozzò un sorriso intenerito, alla vista degli occhi luccicanti di gioia di quel gruppo di strepitanti bambini. Da quando aveva cominciato a parlare, per rimediare alla sciocca ignoranza di Herr Phoenix Wright, avevano cominciato ad ascoltarla, attenti, assorti e completamente rapiti dal suono delle sue parole.

Tutta quell’attenzione la faceva sentire a disagio. Non che la loro ammirazione la mettesse in soggezione - anzi ciò non faceva altro che accendere e alimentare il suo ego smisurato - tuttavia prima di allora non era mai riuscita ad ottenere la stima di bambini che non fossero suoi. Vedere Michelle e Moira così contente la metteva in difficoltà.

- Zia Franzy! Tu sì che sai come si racconta una favola! – esclamarono all’unisono le due sorelle Wright, suscitandole così ulteriore imbarazzo. Si guardarono complici, esibendo un sorriso entusiasta. – Papà non ce l’aveva mai raccontata, in tutti questi anni!

“Certo” pensò la procuratrice, alzando gli occhi al cielo. “Non se la ricordava neanche. Come sempre, tocca a me rimediare ai suoi sciocchi errori”.

Ancora stentava a credere che quelle adorabili infanti fossero davvero le figlie del suo rivale. Come potevano essere così sveglie e dolci, dato un padre così sciocco e irresponsabile? Non riusciva a spiegarselo, e la cosa la irritava alquanto: non sia mai detto che un von Karma non riesca a trovare la giusta spiegazione ad un mistero.

Sicuramente doveva essere merito di Frau Maya, moglie dell’avvocato, se le due sorelle non erano così sciocchi come il loro genitore. La Maestra di Kurain aveva fatto un vero e proprio miracolo con loro. Sotto quest’aspetto poteva dire di stimarla.

- Oh, sì, Franzy, tu sì che sai raccontare le fiabe ai bambini – esclamò una voce canzonatoria alle sue spalle, cogliendola di sorpresa e facendola sussultare. Si voltò di scatto, per scoccare un’occhiataccia al suo interlocutore. – Peccato che tu non lo faccia mai, quando siamo a casa.

- Non lo farà sempre, però mamma le dice meglio di te, papà! – esclamò Denise, scattando in piedi e puntando il suo amato frustino contro il procuratore. Ormai era ben noto a tutti l’amore viscerale nutrito nei confronti della tanto stimata madre. Sotto alcuni aspetti, era pericoloso criticare il suo mito in sua presenza. – E’ logico! Lei è perfetta!

La donna si lasciò sfuggire una risatina trionfale, ringraziando mentalmente la figlia per aver risposto alla provocazione del marito al posto suo. Non aveva molta voglia di sfigurare davanti ai bambini, sgretolando il loro ideale di madre premurosa e gentile, prendendo a frustate lo stupido e sciocco consorte.

Miles si limitò a scuotere la testa, sospirando con fare rassegnato, alla sola vista di quelle furie armate di frusta. Controbattere non aveva alcun senso, se loro avevano in mano quelle armi demoniache capaci di fargli provare dolori immani. Pregò solo che Wright tornasse presto, salvandosi così dalla furia delle due Edgeworth.

- Sai quando torneranno Wright e Maya, Franziska? – domandò infatti, richiamando la sua più totale attenzione.

La donna sembrò pensarci un attimo, posando poi lo sguardo sull’orologio. Corrugò la fronte con rabbia, esibendo una smorfia di disappunto. – Dovrebbero già essere tornati. Avevano detto che ci avrebbero impiegato massimo un quarto d’ora per prendere il bambù nano – sbottò, storcendo il naso dinnanzi a quell’imperfetto ritardo. Perché non erano puntuali neanche in un’occasione così importante?

- Da quello che so, approfittavano di quel viaggio per andare a prendere Susanne alla stazione – le comunicò l’altro, sorridendo sornione. – Ci hanno voluto risparmiare la fatica.

Franziska sbarrò gli occhi, incredula e alquanto stupita. Stentava a credere alle parole appena pronunciate dal marito. – Mia madre festeggerà il Tanabata con noi?! – sbraitò, fulminandolo con lo sguardo, mentre la mano correva istintivamente alla sua benamata frusta. Detestava non essere informata di quel genere di imprevisti, specie se riguardavano la sua persona. – Perché non me lo hai detto, stupido sciocco?!

Per un breve attimo, percepì gli sguardi delle bambine puntati su di lei. La fissavano con stupore, quasi non l’avessero mai vista così infuriata. Dopotutto, Franziska si era sempre sforzata di apparire dolce e materna ai loro occhi.

Gli unici impassibili di fronte a quel siparietto erano i gemelli Edgeworth, ormai abituati a simili discussioni tra i loro genitori. Siparietti di quel genere ormai rappresentavano la quotidianità, per loro.

- Le tue reazioni sono sempre esagerate – l’ammonì dolcemente Miles, alzandosi e poggiandole una mano sulla spalla per calmarla. La guardò negli occhi, con un barlume di ilarità dipinto nelle sue iridi. – Che cosa mai potrebbe fare quell’arzilla pensionata di così preoccupante?

Inutile dire quanto fosse nota l’enorme simpatia che Susanne Riemelt nutriva nei suoi confronti del giovane Edgeworth. L’ex prefetto di Berlino stravedeva per lui, tanto da aver approvato senza alcuna esitazione il matrimonio con sua figlia. Anzi, era stata proprio lei a pregarlo di maritare la secondogenita al più presto. Da un certo punto di vista, le era profondamente grato.

Aveva reso le cose tra lui e Franziska più facili, a volte fin troppo. Ogni volta che la signora von Karma faceva visita a casa loro, cercava in tutti i modi di lasciarli insieme, possibilmente da soli, sperando in un loro momento di intimità.

- Farà di tutto per far sì che noi due… - sbraitò la procuratrice, zittendosi poi non appena si ricordò di avere al suo fianco ben quattro bambini con le orecchie tese. Quell’insolito pubblico si stava godendo la scenetta, quasi fosse un cartone animato di quelli che tanto amava.

Cercò di ricomporsi, schiarendosi la voce nel vano tentativo di cancellare quella punta di imbarazzo che aveva preso possesso del suo tono. Pregò con tutto il cuore che le sue guance non si fossero velate di rosso, anche se un leggero pizzicore testimoniava l’esatto contrario.

- Adesso andiamo a cercare quello sciocco di Herr Phoenix Wright – esclamò poi, afferrando saldamente la mano del marito per trascinarselo appresso. Si voltò di scatto verso gli infanti, esibendo un sorriso affettuoso alquanto forzato. – Voi rimanete qui e fate i bravi, ok? Torneremo subito.

La signora Edgeworth scattò a passo veloce verso l’uscita della casa, borbottando qualcosa in tedesco, seguita dal marito. I bambini ridacchiarono, non appena i due coniugi scomparirono dietro la porta scorrevole.

- Quando papà nomina la nonna, la mamma diventa sempre rossa – disse Denise, incrociando le braccia al petto. Chiuse gli occhi, stropicciando istintivamente le corte maniche della sua elegante camicetta azzurra.

- Dev’essere per colpa di quello che gli adulti chiamano “Amore” – sentenziò il suo gemello, Gregory, in un sussurro alquanto seccato. Detestava prendere parte a certi inutili discorsi, specie se riguardanti argomenti che non lo tangevano in alcun modo.

- Ma la mamma non ama la nonna, scemo – lo rimbeccò lei, incrociando le braccia al petto e fulminandolo con lo sguardo. Dal canto suo, la piccola amava visceralmente stuzzicare il fratello, sfidandolo ad un “botta e risposta” dal quale usciva sempre vincitrice.

- Deve essere quella cosa schifosa che la cugina Pearly chiama “imbarazzo” – esclamò disgustata Michelle, esibendo un’espressione di profondo ribrezzo. Se c’era una cosa che proprio non sopportava, era il romanticismo. Era da femminucce. – Sapete, quello che ti fa diventare le guance rosse come delle femminucce. Quello che Moira ha quando le nomino un certo GregoVio.

- Come quello che lo stesso GregoVio ha quando nomino te, Mich – aggiunse con aria solenne e beffarda la piccola Denise, puntando il suo frustino contro il gemello. Inarcò un sopracciglio, scrutandolo con vittoria, quasi prendendosi gioco di lui. Inutile dire quanto le due amiche si divertissero a stuzzicare i loro fratelli, provocandoli sfruttando biecamente i loro affetti.

- Però… - li interruppe la dolce Moira, mormorando timidamente, pur di porre fine a quell’umiliante discorso. – Stiamo parlando di amore… ma voi sapete che cos’è?

Un imbarazzante silenzio piombò su di loro, smorzando immediatamente l’entusiasmo che animava le loro chiacchiere. Un dubbio atroce si insinuò nelle loro menti, confondendoli alquanto. A pensarci bene, nessuno di loro aveva ben chiaro che cosa fosse quell’amore di cui i loro genitori parlavano tanto.

Avevano assistito a numerose effusioni amorose da parte dei loro genitori, eppure non avevano mai avuto modo di comprendere realmente il significato della parola “Amore”.

- Ma è perfettamente ovvio! – si fece improvvisamente avanti Denise, esibendo un’espressione trionfale. Si inchinò di fronte ai suoi amici, sicura di sé come non mai, imitando l’atteggiamento beffardo di Franziska. – L’amore è ciò che ti fa stare sempre vicino a chi ami, dimostrando di essere come lui! È quello che fa la mamma, dopotutto.

- Obiezione! L’amore è anche quello che ti spinge a combattere per la persona che ami! – ribatté Michelle, puntando coraggiosamente il dito contro la sua amica-rivale. Le due si sfidarono con lo sguardo, come se si trovassero in tribunale. – Papà lo fa sempre per la mamma!

- Quali scemenze dobbiamo ancora ascoltare da due sceme come voi? – le rimproverò Gregory, scuotendo la testa con rassegnazione. Con aria saccente, si mise in mezzo alle due contendenti, muovendo l’indice in segno di negazione. – L’amore è quello che ti permette di sopportare la persona che ami, anche se questa ti insulta e frusta. O, cara sorellina, vuoi forse dirmi che non è così? Non è così che fa papà?

La giovane Edgeworth digrignò i denti, minacciandolo con il suo beneamato frustino. Sebbene detestasse ammetterlo, l’odiato gemello aveva perfettamente ragione. Se non fosse stato per la piccola Wright, che la tratteneva dal frustare sonoramente suo fratello, sicuramente il battibecco sarebbe sfociato in un sonoro litigio.

- L’amore ti fa trascorrere delle bellissime lune di miele – sussurrò Moira, attirando gli sguardi incuriositi e frastornati di tutti. Bastarono le sue dolci parole per placare gli animi dei presenti. Non appena percepì tutta quell’attenzione nei suoi confronti, abbassò lo sguardo con imbarazzo. – Che c’è? E’ stata Pearly a dirmelo.

In quel modo non si poteva assolutamente giungere a un qualsiasi accordo. Tutti sostenevano fermamente e con convinzione le loro ipotesi, senza cedere di fronte agli avversari. Chi aveva ragione, in realtà, tra loro?

Nessuno sembrava in grado di trovare una risposta.

- Un attimo! Ho un’idea! Chiediamo a qualcuno che cos’è l’amore! – propose Michelle, brillante e intuitiva come sempre, sorridendo con fare entusiasta. – Solo il giudice dirà qual è la giusta teoria!

- Certo, Mich, ma ci manca una cosa – esclamò Denise, sfoderando un ghigno beffardo. – Un testimone perfetto per una testimonianza perfetta. E, come sempre, io ho perfettamente tutto sotto controllo. Seguitemi.




Parla l'Autrice gusto thè alla pesca:
Anzitutto volevo fare alcuni chiarimenti. Questa storia è ambientata circa sei anni dopo AJ, pertanto qui la situazione dei protagonisti è diversa da quella della saga. Ci tenevo a precisare che Maya e Nick, così come Miles e Franziska, sono allegramente sposati. E con tanto di bambini, come avete visto.
I più grandi sono Denise e Gregory Edgeworth, gemelli, figli di Miles e Franziska. Come avete potuto notare, i caratteri sono simili a quelli di padre e madre. Essendo miei personaggi, mi appartengono. Guai a chi me li ruba.
Loro coetanea è Michelle Wright, la primogenita di casa Wright, quell'adorabile bambina che ama visceralmente il padre. Esatto, proprio lei, assieme alla sorellina minore Moira Wright, apprendista sensitiva alquanto romantica e timida. Queste due adorabili bambine, invece, appartengono a gm19961, alias Grace (la mia dolce Maya).
Riguardo invece all'allegra Susanne Riemelt, vi basti per ora sapere che è la madre di Franziska. La conoscerete meglio prossimamente e, credetemi, vi stupirà alquanto. Essendo mio personaggio, valgono le stesse cose dette per i gemelli.
Per chiudere, volevo dire alla mia Maya che la ADORO. E che spero questa storia sia di vostro gradimento. Al prossimo capitolo!
  
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