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Autore: Jadis_89    31/07/2012    1 recensioni
L'amara scoperta di Richard quando capì che ci sono altri segni più indelebili di un lembo di tessuto cicatrizzato, altre ferite scavate più nel profondo che possono far più male di un trapianto di cuore. La storia d'amore, di morte e di follia, di un uomo che cercherà di salvare la sua donna da un vortice di furia e delirio
Genere: Drammatico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ormai era buio, aveva iniziato a piovere e Reina non era ancora tornata. Rick decise di andare alla polizia, anche se non erano passate 24 ore, per denunciare la sua scomparsa.

Aprì la porta e se la trovò davanti.

« Amore, dove sei stata io... » le parole le morirono in gola vedendo in che stato era. I capelli bagnati come gli abiti, il volto tumefatto e quasi completamente coperto di sangue, l'occhio destro gonfio e chiuso e una grossa ferita sullo zigomo sinistro che sanguinava copiosamente. Lei gli sorrise.

« Che diavolo ti è successo? » con la bocca improvvisamente secca, Rick la fece entrare e l'aiutò a spogliarsi degli abiti ormai fradici.

« Ehm... ho avuto un'incidente » rispose lei cercando di essere convincente.

« Un'incidente? Ma dove sei andata? E come sei tornata a casa? » lei si morse il labbro inferiore, doveva pensare in fretta ad una scusa plausibile.

« Rick, metti la mascherina per favore » ad un tratto si rese conto di essere piena di batteri potenzialmente nocivi per Rick, non voleva che si ammalasse per colpa sua.

« Ma a cosa vai a pensare adesso? Cosa vuoi che me ne importi dei batteri »

« Fai come ti dico, ti prego » lo sguardo di Rei lo convinse, tornò in bagno dopo qualche minuto con la mascherina davanti alla bocca

« Grazie » Rei aprì l'acqua calda ed entrò nel box doccia.

Doveva spiegare a Rick un sacco di cose, il perché era dovuta uscire, le dinamiche dell'incidente e soprattutto perché la sua auto non avesse un graffio. Non poteva dirgli la verità, non ancora almeno, la scusa dell'incidente non era stata brillante però, era l'unica cosa che le era venuta in mente per spiegare i lividi sul corpo e sul viso. Non aveva potuto lottare con Kevin e si era dovuta far pestare, prima di lavorare nel reparto dei trapianti era stata per un po' di tempo in pronto soccorso, sapeva che si notavano subito i segni di colluttazione su un corpo

Mentre lui le disinfettava il taglio e applicava del ghiaccio sull'occhio lei le spiegò cos'era successo; aveva deciso di uscire perché era triste, aveva scelto un locale a caso in zona e li aveva conosciuto una ragazza. Aveva bevuto qualche drink e dopo lei si era offerta di riaccompagnarla a casa, ma avevano avuto un incidente poco dopo la loro partenza, così lei era tornata indietro per recuperare la macchina e raggiungerlo a casa.

Rick, dopo aver ascoltato la sua storia rimase a braccia conserte in silenzio, poi sospirò, voleva dirle che non credeva ad una sola parola che lei aveva pronunciato. Sapeva che lei non era un amante dell'alcol, che non era dell'umore di conoscere gente nuova ma soprattutto che i segni che aveva in viso non erano stati procurati da un'incidente stradale. Ma non disse niente, non voleva reputarla una bugiarda, sicuramente prima o poi gli avrebbe detto la verità, se non parlava aveva i suoi motivi.

Rei quella sera a cena aveva appetito, si sentiva diversa, rinata. Aveva fatto la cosa giusta, quell'uomo aveva ucciso il suo bambino e quella fine era l'unica che meritava. E poi gliel'aveva chiesto Zack un paio di settimane dopo il funerale, lui non sopportava l'idea di essere morto mentre il colpevole scorrazzava in giro.

Mamma, io non potrò più giocare, più correre, non potrò più vederti e non potrò mai diventare grande, perché lui può vivere mentre io sono morto? Tu non puoi fare niente per aiutarmi? ” Reina gli aveva risposto che gli dispiaceva, ma non poteva fare niente.

Sono così geloso, io volevo diventare grande, diventare un medico e salvare le persone come fai tu. Invece sono nella terra e nessuno gioca con me, sono solo... “ Rei ormai piangeva disperata, tra un singhiozzo e l'altro gli aveva domandato se voleva che la mamma andasse con lui a fargli compagnia. Inizialmente aveva detto di sì, gli aveva detto che non si sarebbe più sentito solo così. Lei non sarebbe dovuta andare a lavorare e lui a scuola, avrebbero avuto l'opportunità di stare per sempre insieme. Poi aveva cambiato idea.

Mamma, tu non sei arrabbiata con papà? “ Reina gli aveva detto che lo odiava“ Anch'io tanto, credo che dovrebbe esserci lui al mio posto nella terra, solo e al buio. Sarebbe meglio perché papà non ha paura del buio, io sì... Come vorrei che tu lo mandassi qui nella terra con me, gli starebbe bene, è stato cattivo, lui non mi vuole bene... “ Richard la stava fissando mentre era seduta sul letto che dondolava avanti e indietro, sembrava in trance e fissava il nulla davanti a lei, singhiozzando e piangendo.

Mamma, Rick ci sta guardando... Mi sento a disagio. Ne parliamo un'altra volta quando siamo soli...”

 

 

Quella sera a letto, con grande stupore di Richard, Reina si era messa in una posizione diversa per dormire. Non le voltava le spalle come al solito ed abbracciava il cuscino, si era avvicinata a lui, gli aveva chiesto di togliersi la maglietta ed aveva appoggiato la testa sul suo torso nudo, dopo qualche minuto si era addormentata.

 

Richard si svegliò disorientato, sentì una fitta di piacere e aprì gli occhi. Con la vista ancora annebbiata dal sonno vide la figura di Rei sopra di lui, nuda.

Lei si era svegliata qualche minuto prima, aveva abbassato la mano e con le dita aveva sfiorato un rigonfiamento del lenzuolo e lo aveva sentito duro e pronto, non aveva resistito alla tentazione e ne aveva approfittato.

« Amore... che stai facendo? » la prese per i polsi e cercò di fermarla

« Shh, lascia fare a me » aveva sussurrato lei con voce bassa e carica di sensualità, poi lo aveva baciato con passione.

« Ma... » lei le appoggiò le dita sulle labbra e continuò a cavalcarlo.

A Richard vennero in mente un miliardo di buoni motivi per farla smettere; il rischio per la sua operazione, la vulnerabilità di lei in quel momento, gli venne la paura di non essere più capace a soddisfare una donna dato che era più di un anno che non andava a letto con nessuna e in più non stavano usando nessuna protezione, era decisamente una pessima idea.

Quando decise di parlare le parole gli morirono in gola, un altra fitta di piacere e l'orgasmo di lei gli annebbiarono la mente.

« Ti prego Richard... Fammi tua » la sua voce sensuale, il profumo della sua pelle e i suoi gemiti furono per Rick il migliore afrodisiaco del mondo. Con un'agile e veloce scattò cambiarono posizione e la inchiodò al materasso, iniziò a muoversi più lentamente di lei, il timore che il suo nuovo cuore cedesse lo rallentava ma dopo pochi istanti il piacere prese il sopravvento sul buon senso ed aumentò il ritmo.

Quel cuore sembrava fatto apposta per fare sesso, non dava cenni di stanchezza ne fitte di dolore. Si sentiva un leone, iniziò a pompare sempre più veloce sul corpo di Reina, non aveva mai provato delle sensazioni simili con le sue altre amanti.

Quando fu al limite del piacere le mise una mano sul ventre piatto e definito per spostarsi, Rei capì le sue intenzioni e lo tirò verso di lei da una spalla, facendolo sprofondare di più nel suo corpo.

« Non lo fare, ti voglio sentire... » gli aveva sussurrato all'orecchio tra un gemito e l'altro.

Un altro paio di affondi e Rick inarcò la schiena, lei lo strinse per la spalla e si morse il labbro inferiore, pronta ad accogliere il suo seme.

Lui le crollò addosso e la baciò con passione, lei sorrise, Rick non capì se quel sorriso era di appagamento sessuale oppure era per il seme che aveva appena piantato nel suo corpo. Non se ne curò e l'abbracciò, si addormentarono nudi e stretti l'uno all'altra.

 

Il mattino Richard fu l'ultimo a svegliarsi, tastò la parte destra del letto e la trovò vuota, si alzò a sedere e si guardò attorno.

« Buongiorno dormiglione, come sei bello mentre dormi... » Reina era in cucina, indossava solo gli slip e una canottiera aderente. Stava preparando la colazione.

Richard si sedette al tavolo e accese il televisore, sintonizzandolo sul notiziario, l'unico programma che ormai seguiva.

Rei gli servì un piatto di frittelle ancora calde con lo sciroppo, marmellata e pane tostato e una tazza di caffè nero, in un piattino aveva sistemato le sue pillole.

« Tu non mangi? » gli chiese lui infilandosi in bocca un pezzo di frittella, Reina era davvero un'ottima cuoca.

« No, lo sai che al mattino non mangio mai » prese la sua tazza di caffè e si sedette sulle ginocchia di Richard.

Il notiziario parlò della morte di Kevin “ Giovane musicista del luogo trovato morto questa notte nel suo appartamento dalla sua fidanzata; Kevin Koby 30 anni, il corpo del giovane era riverso a faccia in giù sul pavimento, l'autopsia rivela un mix di droghe nel suo sangue. Il giovane si era disintossicato dall'eroina 6 mesi fa ma adesso, si sospetta, abbia avuto una ricaduta grazie alla precoce scomparsa del figlio; Zachary Koby di appena cinque anni. Morto qualche settimana fa per uno shock anafilattico. La polizia per ora non sta indagando, si tratta di suicidio. “

Reina aveva spostato lo sguardo quando dietro la giornalista era apparsa la foto di Zack, per tutta la durata del servizio invece aveva fissato la foto di Kevin, con un sorrisino soddisfatto stampato sul volto.

« Oddio, ti rendi conto... » Rick sembrava sconvolto dalla notizia, guardò perplesso l'espressione della compagna per qualche secondo.

« I sensi di colpa sono una cosa orribile sai » aveva commentato alzandosi per aggiungere del latte alla sua tazza di caffè. Richard era sconcertato.

« Rei, Cristo, lo conoscevi ci sei stata sposata. Possibile che non provi niente? » lei scocciata gettò rumorosamente la sua tazza nel lavello.

« Richard, ha ucciso mio figlio, come pretendi che provi pena per lui? Non provo pena anzi sono felice che sia morto, e spero che abbia sofferto parecchio, almeno quanto abbia sofferto Zack quando è morto, cazzo... » si passò le mani tra i capelli, frustrata, non avrebbe voluto parlare così tanto. Rick la guardava con un espressione indecifrabile sul viso.

« Scusami Rick è che la notizia mi ha scosso un po'... » cercò di giustificarsi poi gli porse la mano

« Perdonami, mi ami? » lui si sciolse in un sorriso e si alzò per andarle incontro

« Che domande, certo che ti amo... »

  
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