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Autore: thequibbler    31/07/2012    4 recensioni
C'era qualcosa di strano nell'aria.
Era come se un cambiamento stesse per arrivare, qualcosa di inevitabile.
Quella sensazione lo metteva a disagio, ma non riuscì a liberarsene per tutta la giornata, fino a quando non tornò a casa quella sera per trovarsi davanti qualcosa che non si sarebbe mai aspettato di vedere.
Genere: Angst, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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End Up Here

C'era qualcosa di strano nell'aria.
Era come se un cambiamento stesse per arrivare, qualcosa di inevitabile.
Quella sensazione lo metteva a disagio, ma non riuscì a liberarsene per tutta la giornata, fino a quando non tornò a casa quella sera per trovarsi davanti qualcosa che non si sarebbe mai aspettato di vedere.
"Che cosa stai facendo?"
La ragazza sussultò quando sentì la familiare voce maschile dietro di lei, e si voltò lentamente.
Aveva i capelli raccolti in una coda disordinata e il mascara le colava lungo le guance assieme alle lacrime.
Prese un respiro profondo, e poi con gli occhi chiusi rispose: "Ti sto lasciando, Zayn."
Il ragazzo si limitò a sbattere le palpebre un paio di volte.
Aveva bevuto qualche drink di troppo e ancora una volta non era tornato all'orario promesso.
La sua mente era offuscata e gli sembrava come di trovarsi in un sogno: "Che cosa significa, Eva?"
Lei sospirò: "Esattamente quello che ho detto. Andrò a stare con mia sorella fino a che non trovo un nuovo appartamento."
Fu come se tutto si fosse fermato attorno a lui.
Si concentrò sulla ragazza dai capelli color mogano di fronte a lui, e tutto il resto gli sembrava sfocato, come in un mondo parallelo.
Ti sto lasciando, Zayn.
Quelle parole cominciarono a rimbombargli nella testa, e nel giro di pochi secondi gli provocarono una forte emicrania.
Non era ancora il momento di processare la cosa, non avrebbe potuto sopportarlo, perciò Zayn decise di domandare qualcos'altro: "E quando avevi intenzione di dirmelo?"
Eva si asciugò gli occhi castani con la manica della maglia e tornò a rivolgere la sua attenzione all'enorme valigia che si trovava sul letto.
"Stasera." mormorò: "Se fossi tornato all'ora promessa."
Zayn scosse la testa, trovando la situazione ridicola e assurda allo stesso tempo.
Lei non capiva e basta. 
Non capiva cosa significasse essere lui, avere così tanta pressione addosso: "Stavamo registrando, lo sai benissimo."
"Fino alle sette." replicò lei, piegando alla svelta alcuni maglioni e mettendoli dentro alla valigia: "Poi hai misteriosamente smesso di rispondere al telefono come fai ogni volta e ora sei finalmente arrivato, con cinque ore di ritardo, e sei così ubriaco che sento l'odore di alcool persino da qua."
Il ragazzo rise sonoramente, scuotendo nuovamente il capo come se avesse appena sentito una battuta davvero divertente: "Non significa che puoi lasciarmi." disse, come se fosse la cosa più ovvia del mondo: "Non puoi lasciarmi." ripeté.
Lei non si voltò nemmeno a guardarlo e continuò a infilare malamente alcuni vestiti nella sua valigia: "E perché mai?" domandò seria.
"Perché io sono.. Voglio dire io sono Zayn Malik." rispose lui, e le risate scomparirono piano piano dalla sua voce.
"Non posso credere che tu abbia appena detto una cosa del genere." sibilò Eva, aprendo un cassetto dentro all'armadio e cominciando a tirare fuori le camicie dentro di esso.
Zayn provò a fermarla posando una mano sul suo braccio, ma lei si scostò a tutta velocità: "Non mi toccare."
Il ragazzo, forse perché era una situazione che non era preparato ad affrontare, o forse perché non era ancora completamente sobrio, scoppiò a ridere di nuovo: "Smettila, dai, non è più divertente. Domani usciamo e ti compro qualcosa che ti piace, va bene?" propose, cercando nuovamente di afferrarla, questa volta per i fianchi.
Lei si divincolò di nuovo, e per la prima volta Zayn notò qualcosa nei suoi occhi, qualcosa che si poteva classificare solo con la parola disgusto.
La cosa lo ferì molto di più di quanto non fosse disposto ad ammettere.
"Non voglio niente da te, Zayn, non voglio i tuoi regali, non voglio i tuoi soldi." sputò lei, procedendo a chinarsi per raccogliere tutte le sue scarpe.
"Che cosa vuoi allora?" domandò Zayn secco, cominciando ad arrabbiarsi con la ragazza davanti a lui. 
"Sai benissimo cosa volevo da te."
Il moro venne colpito da un flashback.
Voglio solo che mi ami come ti amo io, gli aveva detto il giorno che erano andati a vivere insieme, quando Zayn le aveva chiesto se volesse comprare altre cose per il loro appartamento.
Il ragazzo scosse la testa, cercando di scacciare via quel momento scolpito nella sua memoria: "Ti lascio vivere in casa mia, cosa vuoi di più?" domandò esterrefatto, chiedendosi come mai fosse così difficile per lei accorgersi di quanto fosse fortunata: "Non ci sono molte altre popstar internazionali a fare la fila per te, sai?"
A quelle parole la ragazza sbatté forte la mano per terra.
Si alzò senza dire una parola, e mentre gli passava davanti, Zayn si accorse che aveva ancora una volta le lacrime agli occhi.
"Hey," disse, cercando di toccarla di nuovo.
"Toglimi le mani di dosso!" esclamò lei con rabbia: "Io non ho certo tante popstar a fare la fila per me, ma tu in compenso hai tutte le troie che vuoi, non hai bisogno di me."
Il ragazzo strabuzzò gli occhi, e la sbronza sembrava farsi sempre più forte invece di diminuire: "Ma loro non significano niente, sono solo sesso."
Lei chiuse gli occhi per un attimo, e una singola lacrima le scese lungo la guancia prima che la asciugasse con il dorso della mano: "Se non altro non lo neghi." disse piano, prima di tirare fuori tutti i suoi pantaloni dall'armadio ormai quasi vuoto.
Zayn si sedette sul letto e scosse la testa incredulo per quella che gli sembrava la millesima volta: "Sei proprio un'ingrata, sai?"
Lei rise con tristezza: "Ah, davvero? E perché mai?"
"Perché ci sono milioni di ragazze che ucciderebbero per essere al tuo posto, e tu te ne vuoi andare."
"Hai ragione, sono proprio un'ingrata." ripeté lei con sarcasmo: "Dovresti fare delle audizioni per scegliere la tua nuova concubina." scherzò freddamente.
A quelle parole, Zayn si alzò di scatto, e con un gesto veloce la intrappolò fra di lui e il muro: "Torno a casa da te. Cos'altro vuoi? Torno sempre a casa da te. Non puoi chiedermi di dire di no a tutte quelle che mi si buttano addosso, io sono- "
"Zayn Malik." concluse lei per lui, alzando le spalle.
Lo stato di ebbrezza del ragazzo le consentì di liberarsi dalla sua presa senza troppa fatica, e in un attimo sparì e ricomparse da dietro la porta del bagno con in mano una scatola contenente i suoi trucchi, il suo spazzolino, e tutte le altre cose che aveva portato con sé quando erano andati a vivere insieme l'anno prima.
Nel frattempo il ragazzo si era seduto sul letto, e quando lei posò la scatola sopra ai suoi indumenti e chiuse la valigia non disse nulla, osservandola in silenzio.
Stava cercando di sconfiggere l'alcool nelle sue vene, doveva farsi passare la sbornia in fretta, non sarebbe mai riuscito a convincerla a restare in quelle condizioni.
"Potremmo fare un viaggio." propose, mentre lei sollevava il suo bagaglio dal letto e lo appoggiava sul parquet.
Eva rise: "Certo, come l'ultima volta che siamo andati in vacanza, quando sei sparito per quasi due giorni e non so ancora adesso dove cazzo sei andato a finire."
Zayn ripensò alla vacanza in Spagna dell'anno prima.
Era andato a comprare del gelato, e mentre tornava all'albergo una bionda lo aveva fermato per chiedergli una foto.
Lui aveva acconsentito, e poi la ragazza lo aveva invitato ad una festa.
Non aveva accettato subito, chiedendosi se Eva sarebbe voluta uscire quella sera, ma quando la bionda gli aveva detto che il party era a qualche città di distanza e sarebbero dovuti partire immediatamente, il ragazzo aveva deciso di seguirla.
Ho un'altra settimana intera da passare con Eva, aveva pensato.
E poi quella bionda era stata una delle scopate migliori della sua vita.
"Te l'ho detto, ho incontrato un sacco di fans." disse il ragazzo, ripetendosi che dopotutto non era una completa bugia. 
"Certo, fans con cui sparisci per una notte intera. Mi merito di trovare qualcuno che mi rispetti abbastanza da essere sincero con me." sputò lei, prima di afferrare il manico della valigia e dirigersi verso la porta della camera da letto.
Mentre lei gli voltava le spalle, un dubbio si insinuò nella mente di Zayn.
"L'hai già trovato, non è vero?" disse, scattando nuovamente in piedi e afferrandola per un braccio.
"Lasciami andare." gli intimò lei, cercando di liberarsi dalla sua presa senza successo.
Il moro strinse la presa e la costrinse a guardarlo negli occhi: "C'è un altro, non è così?"
Eva rise senza gioia: "Qualunque cosa ti aiuti a dormire la notte."
L'alcol nelle vene del ragazzo non gli permise di cogliere l'ironia di quella frase.
Un grido frustrato gli uscì dalla bocca quasi involontariamente, e si avvicinò così tanto al volto della ragazza che le loro labbra si sfiorarono per un secondo: "Tu sei mia."
"Non più."
Accecato dalla rabbia, Zayn la spinse senza troppa fatica sul letto, e poi fece aderire il proprio corpo al suo: "Se questa storia è vera, ammazzo prima lui e poi te."
Gli occhi di Eva si riempirono di paura per un attimo: "Non c'è nessun altro." disse seria, e il ragazzo si rilassò.
"Per ora." aggiunse però poi la giovane, e Zayn sentì ancora una volta la rabbia montare.
Posò le proprie labbra contro quelle di lei con forza, in un bacio senza nessun tipo di affetto.
Cercò di forzarla a rispondere, ma lei tenne la bocca chiusa, cercando di spingerlo via con le mani.
"Ti prego." sussurrò lui senza fiato: "Baciami."
Lei si limitò a chiudere gli occhi e a voltare la testa di lato: "Hai addosso il profumo di un'altra." mormorò, la voce rotta.
Prima che Zayn potesse reagire, Eva raccolse tutta la sua forza e lo scostò da un lato, per poi alzarsi in tutta fretta, afferrare la valigia e correre verso la porta d'ingresso.
Il ragazzo si riprese in fretta, e la raggiunse proprio mentre stava per posare la mano sulla maniglia.
Si piazzò davanti alla porta, bloccandole l'unica via d'uscita.
"Spostati, Zayn. Adesso." gli intimò lei. 
"Tu non vai da nessuna parte." disse Zayn secco, piazzandosi davanti alla porta.
Eva sbuffò e alzò gli occhi al cielo: "Smettila, ti stai rendendo ridicolo."
"Tu fai quello che dico io." replicò il ragazzo, che non aveva più alcun controllo di ciò che gli usciva dalla bocca: "Tu devi obbedire."
A quelle parole, Eva posò ancora una volta la valigia per terra, e fece qualche passo verso di lui: "Guardati. Statti a sentire. Sei diverso, non sei più tu, non mi sono innamorata di questo presuntuoso bastardo con il complesso del Dio. E non ti biasimo per essere cambiato, ma non è questo lo Zayn che io amo." disse, sforzando un sorriso nonostante tutto pieno di affetto, e accarezzandogli dolcemente una guancia: "Ti ricordi il giorno in cui ci siamo incontrati?" gli chiese.
Zayn tornò con la mente a quella giornata di un anno e mezzo prima: "Eravamo all'inaugurazione di quel club e tu ti eri imbucata." disse ed Eva annuì.
"Ti sei avvicinato, abbiamo ballato e quando mi hai chiesto se volevo salire in camera con te io ti ho chiesto di darmi una buona ragione per cui avrei dovuto farlo." proseguì lei: "E tu hai detto-"
"Perché io sono Zayn Malik." concluse lui, e il volto di entrambi si dipinse della stessa nostalgia.
"Mi era sembrata una frase divertente all'epoca." confessò la ragazza con un sospiro profondo, come se cercasse di buttare fuori tutte le memorie dolorose.
Anche se non aveva il coraggio di dirlo ad alta voce, quel ricordo lo aveva investito come un treno.
Era come se si fosse ricordato improvvisamente che c'era una ragione se tra tutte aveva scelto lei, c'era una ragione se l'aveva rincorsa per mesi prima di riuscire ad averla, c'era una ragione se ogni volta che andava a letto con un'altra vedeva solo un volto nella sua mente.
Tutti i discorsi di Eva gli erano sembrati così stupidi e senza senso fino a qualche minuto prima, e ora eccolo lì, a chiedersi come aveva fatto a mandare a puttane la cosa più bella della sua vita.
Quando aveva perso di vista le cose importanti? 
Cosa era cambiato?
"Io ti amo, lo sai vero?" fu tutto quello che riuscì a dire.
Eva piegò la testa leggermente di lato, e gli passò una mano fra i capelli, un gesto che aveva fatto così tante volte, ma che ora suonava molto più definitivo: "Lo so. Ma ami di più te stesso."
Ed eccolo lì, perfettamente inquadrato con una frase di sole sei parole. 
Zayn non poté fare altro che farsi da parte e lasciarle aprire la porta.
"P-potrei, posso cambiare." propose, senza troppa convinzione.
Eva si voltò ancora una volta e rise con tristezza, sciogliendo la coda nei suoi capelli e scuotendoli fino a farli ricadere sulle sue spalle, investendo Zayn con il suo profumo e con un'ondata di ricordi: "E perché dovresti?" chiese: "Sei Zayn Malik."
E con quelle parole, Eva, la ragazza che amava quasi quanto sé stesso uscì dal suo appartamento e anche dalla sua vita.
  
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