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Autore: robysuperstar_98    31/07/2012    0 recensioni
Questa è la storia di Jown, un ragazzo inglese che vive nel Londinese, insieme ad alcuni amici, ovvero la sua band. Infatti tutti i ragazzi della band sono orfani, e si sono ritrovati a vivere da soli, e la loro unica fonte di guadagno è appunto la musica. Si troveranno a combattere contro le tasse e contro i manager che, pensando siano ingenui, tenteranno in tutti i modi di spillargli più soldi possibile.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Jown se non la smetti con quella fottuta chitarra te la ficco in culo. Ecco a cosa serve con te!”

“Sempre gentile!”

Vabbè, sono le tre di notte, ma l'appuntamento con l'ispirazione non si può declinare. Poi ispirazione... voglia di suonare. Probabilmente la chitarra è la cosa che mi capisce di più al mondo. E' il mio mezzo per parlare alla gente, per esprimere al meglio le emozioni. Anche se in generale non è la “chitarra” il mio modo per esprimersi, ma la musica di per sé. Prima che morisse nell'incidente aereo mio padre mi aveva insegnato a suonare il violino e la chitarra, e il pianoforte sarebbe dovuto subentrare nei mesi successivi. Già papà... a volte mi manca, anche se avevo superato abbastanza bene la sua morte. O almeno così pensavo.

“Forse ha ragione Paul, meglio smetterla, senò domani non mi sveglio più...”

Così andai a dormire, tranquillo.

 

 

Diciamo che la sveglia non è esattamente la cosa più bella del mondo. Quando ti svegli magari con una luce soffusa e con una dolce ragazza bionda che ti tiene la mano, facendoti aprire gli occhi con un dolce bacio sulle labbra. Allora ti svegli con il buon umore, consapevole di avere davanti una bella giornata. Ma quando ti svegli preso a schiaffi da un batterista di nome Paul, con affianco un bassista idiota che ti parla in faccia con un alito da camionista ubriaco a prima mattina, che si chiama Richard capisci che la tua vita è una mezza merda. Per fortuna l'unico con un po' di cervello nella band, Robert, se ne sta un po' in disparte, forse starà facendo i conti per le spese di fine mese.

“Paul facciamogli il solletico!”

“Richard un giorno di questi ti faccio il culo a strisce!”

Dio quanto era bello quel periodo. Vivere con i propri amici in una casa, avere una band, la preoccupazione della scuola è fittizia, perchè in quel momento era appena iniziata l'estate, e a quanto pareva i servizi sociali non avevano ancora deciso bene come sarebbe proseguita la nostra carriera scolastica. Comunque era problema loro. Proposi al gruppo di iniziare, in effetti era già mezzogiorno passato, e la sera era in programma un concerto. Non eravamo fenomeni, quindi meglio prepararsi.

Le prove andarono bene, la voce di Robert era un po' impacciata, ma si era appena svegliato, era normale. Il mio assolo andò bene, e la sincronia tra il basso e la batteria andava. Sembrava tutto perfetto per il concerto.

Mangiammo un panino tutti, e poi ci precipitammo verso il parco, a provare l'acustica e gli impianti. Tutto ok, e tra chiacchiere e prove si erano fatte le 8, e mancava solo mezz'ora all'inizio. Forse sono in questo momento tutti i musicisti e artisti sono uniti nel loro essere. L'emozione che provi è impossibile da spiegare. Ma forse non si tratta di una singola emozione, ma di tante messe insieme, che ne formano una speciale. Vedi pian piano il terreno, lo spazio che durante le prove era vuoto si inizia a riempire, lentamente e inesorabilmente. Il primo impulso è quello di scappare, infilarti tra la folla e ascoltare i tuoi amici, che senza di te non formano i Snowrth Dawn, bensì Richard, Paul e Robert. Ma poi l'adrenalina inizia ad arrivare, l'esigenza di fare bene, di passare alla storia. A cinque minuti dall'inizio la piazza è piena, a occhio saranno mille, duemila paesani e non che sono venuti ad ascoltarti. Vado vicino a Robert, il mio migliore amico.

“Robert...sono troppi cazzo. Tra poco svengo.”

“Che uomo. Dai, è solo l'impatto, dopo la prima canzone ti sentirai a tuo agio, per questo iniziamo con un pezzo facile. Una cover. Facciamo Smells Like Teen Spirit, dei Nirvana. Ci vediamo sul palco!”

  
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