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Autore: Marauders    14/02/2007    17 recensioni
“Sei sicuro che sia giusto farlo?”
“Bhè…vorrei un suo consiglio. In fatto di donne lui, per quel che ne so, se la cavava…e visto com’era difficile lei…avrà fatto qualcosa di davvero spettacolare per conquistarla!”
Ron storse il naso. “Ma mia sorella l’hai già conquistata…”
“San Valentino è tra meno di 48 ore…e io non so ancora che accidenti organizzare!”
“Nemmeno io…Hermione si aspetta sicuramente qualcosa…”
“Visto?!” Sorrise e agitò la boccettina verde che era diventata improvvisamente gialla, segno che il sangue di salamandra aveva sortito l’effetto desiderato sulla pozione. “Pronto?” Chiese Harry dopo aver diviso il contenuto in altre due boccettine.
Ron prese quella che l’amico gli porgeva e annuì. “Pronto.”
Padfoot
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sirius Black | Coppie: Harry/Ginny, James/Lily, Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Consiglio, a chi si apprestasse a leggere questa ff , la lettura della ff “Intrusi” ( che ho pubblicato precedentemente…), al fine di cogliere alcune battute.

 

 

“Sei sicuro che sia giusto farlo?”

 

“Bhè…vorrei un suo consiglio. In fatto di donne lui, per quel che ne so, se la cavava…e visto com’era difficile lei…avrà fatto qualcosa di davvero spettacolare per conquistarla!”

 

Ron storse il naso. “Ma mia sorella l’hai già conquistata…”

 

“San Valentino è tra meno di 48 ore…e io non so ancora che accidenti organizzare!”

 

“Nemmeno io…Hermione si aspetta sicuramente qualcosa…”

 

“Visto?!” Sorrise e agitò la boccettina verde che era diventata improvvisamente gialla, segno che il sangue di salamandra aveva sortito l’effetto desiderato sulla pozione. “Pronto?” Chiese Harry dopo aver diviso il contenuto in altre due boccettine.

 

Ron prese quella che l’amico gli porgeva e annuì. “Pronto.”

Padfoot

 

 

Intrusi 2 : Made a Marauders' Saint Valentine

 

 

La porta della camera dove dormivano Hermione e Ginny si aprì lentamente facendo entrare un pò della luce che illuminava il corridoio.

 

Due figure nere entrarono di soppiatto nella stanza e si avvicinarono alla borsa della brunetta.

 

Harry con infinita delicatezza la prese per le bretelle e piano piano si avviò all’uscita insieme a Ron, il quale si premurò di chiudere alle sue spalle la porta cercando di farla cigolare il meno possibile.

 

Sospirarono appena il rosso lasciò andare la maniglia.

 

“E’ ufficiale. Siamo due ladri.” Sbuffò Harry alzando la borsa dell’amica stracarica di libri.

 

Ron annuì ancora nervoso per essersi intrufolato in camera delle due ragazze.“Già…” si passò una mano sul viso. “Speriamo almeno di trovare quello che ci serve…”

 

“Ci sarà sicuro. Hermione ne ha parlato proprio stasera a cena.” Affermò serio Harry salendo al piano di sopra alla loro camera.

 

Si chiusero dentro e svuotarono tutto il contenuto della borsa sul letto di Ron.

 

“Allora…la pozione temporale…Hermione ha detto che l’ha preparata la scorsa settimana…”

 

Il rosso alzò un sopracciglio. “E per stabilire la data di arrivo?”

 

Harry sventolò uno dei grossi tomi sotto il naso dell’amico. “E’ anche per questo che ho preso tutta la borsa…Oh! Eccole qui!”

 

Il ragazzo afferrò due boccettine tenute insieme da un nastrino nero: una conteneva un liquido verde…

 

“Questa per l’andata…”

 

…e una un liquido blu.

 

“…e questa per il ritorno!”

 

“Wow.” Disse Ron ammirato.

 

Harry aprì un librone in pelle (A spasso nel tempo: per ricordare, non dimenticare, rivivere ma non modificare! Occhio alle leggi vigenti!) e sfogliò l’indice fino a trovare quello che cercava.

 

Poi alzò lo sguardo verso Ron.

 

“Pergamena, piuma e inchiostro, Ron. Devo fare un piccolo conto.” Sorrise furbamente.

 

***

 

“Ho calcolato l’anno, il mese e il giorno in cui vorremmo comparire…ho moltiplicato per l’orario e le coordinate del posto che avevo precedentemente sommato…dunque ho diviso tutto per la quantità di verbena che si deve mettere nella ricetta di base e il risultato mi dà la quantità esatta che devo aggiungere del sangue di salamandra!” disse soddisfatto Harry cercando tra gli ingredienti di Hermione il sangue che gli serviva in ultimo.

 

“Sembri diabolico…” ridacchiò Ron; poi tornò serio. “Sei sicuro che sia giusto farlo?”

 

“Bhè…vorrei un suo consiglio. In fatto di donne lui, per quel che ne so, se la cavava…e visto com’era difficile lei…avrà fatto qualcosa di davvero spettacolare per conquistarla!”

 

Ron storse il naso. “Ma mia sorella l’hai già conquistata…”

 

“San Valentino è tra meno di 48 ore…e io non so ancora che accidenti organizzare!”

 

“Nemmeno io…Hermione si aspetta sicuramente qualcosa…”

 

“Visto?!” Sorrise e agitò la boccettina verde che era diventata improvvisamente gialla, segno che il sangue di salamandra aveva sortito l’effetto desiderato sulla pozione. “Pronto?” Chiese Harry dopo aver diviso il contenuto in altre due boccettine.

 

Ron prese quella che l’amico gli porgeva e annuì. “Pronto.”

***

 

C’erano forti spifferi quella mattina a Hogwarts.

 

La neve fuori cadeva lenta seppur fosse la seconda settimana di febbraio.

 

Tutti gli studenti erano ancora a colazione prima delle lezioni.

 

Tranne due.

 

James Potter e Sirius Black uscivano in quel preciso momento dall’infermeria dopo essere andati a trovare i loro due compagni.

 

“Povero Peter…se vedo Malfoy non la passa liscia…fargli spuntare un corno in mezzo alla fronte…” sospirò Sirius incrociando le braccia dietro la testa.

 

“Oh, figurati…la prossima volta che vedo Malfoy gli faccio spuntare un corno in mezzo alle gambe! Almeno così potrà dire di avere qualcosa dentro le mutande…” fece spiccio James sbadigliando sonoramente. “Piuttosto mi dispiace per Lunastorta…non dovevo dargli quella cornata ieri sera…”

 

“L’hai fatto per braccarlo! Mi sarebbe saltato addosso, lo sai…” sbadigliò anche Sirius, segno che nessuno dei due aveva dormito la notte precedente. “A proposito…grazie.”

 

“Dovere, amico…”

 

***

 

Harry e Ron correvano rapidamente per i corridoi della loro vecchia scuola, cercando di non farsi vedere da nessuno, anche se poco mancava a farsi incrociare da una molto più giovane e attraente professoressa McGranitt.

 

Si rifugiarono dietro un arazzo giusto in tempo e, dopo aver constatato che l’insegnante si era effettivamente allontanata, sospirarono di sollievo.

 

“Harry…saranno sicuramente a colazione! Dobbiamo aspettare che finiscono tutte le lezioni! Nascondiamoci e al momento giusto li andiamo a cercare!”

 

“Ssst….aspetta…” lo zittì in un soffio il moretto.

 

I due accostarono le orecchie alla tenda.

 

Un attimo dopo qualcuno scostò violentemente l’arazzo rivelando i due intrusi.

 

Quattro urli differenti si levarono nel corridoio e Sirius, che teneva ancora per un lembo la tela, lo lasciò andare spaventato.

 

La professoressa McGranitt tornò indietro e chiese allarmata “Potter! Black! Si può sapere che succede?!”

 

Sirius si teneva una mano al cuore respirando nervosamente e aggrappandosi a James, il quale alzò il capo verso l’insegnante e cercò la scusa adatta.

 

“Ehm…c’era…c’era un topo…”

 

“Un topo?” ripetè scettica l’insegnante.

 

“Uno grosso! Enorme! Una cosa orribile!” Insistette il moro.

 

La professoressa alzò gli occhi al cielo e sbuffando voltò l’angolo.

 

James e Sirius aspettarono qualche istante prima di scostare di nuovo l’arazzo e parlare con i due ragazzi dietro ad esso.

 

“E voi due che ci fate qui?!” Chiese indignato Sirius. “Come conoscete questo passaggio segreto?”

 

Ron e Harry si guardarono preoccupati. Harry ripiegò il meglio possibile la mappa del malandrino dietro la schiena e se l’infilò nella tasca dei jeans.

 

“E poi…chi siete?” domandò James squadrando quei due con aria abbastanza scettica.

 

Ancora una volta Harry e Ron si guardarono non sapendo se rispondere o no.

 

“Siete della scuola?” domandò Sirius.

 

Harry scosse il capo, mentre Ron annuì.

 

Questo aumentò i sospetti.

 

“Quanti anni avete?”

 

“18…” risposero in coro.

 

A Harry batteva il cuore a mille.

 

Aveva già rivisto suo padre…ma non aveva avuto mai modo di parlagli…

 

Era una cosa che lo innervosiva e allo stesso tempo lo rendeva tremendamente felice!

 

“Ok....Jamie…dagli un occhio un attimo…io faccio il misfatto.” Strizzò l’occhiolino all’amico e si allontanò frugando nelle sue tasche.

 

Sicuramente alla ricerca della mappa del malandrino.

 

Sirius si nascose in una classe per una manciata di secondi; poi uscì trafelato e bianco come un cencio.

 

“Che succede?”

 

“C’è un difetto.”

 

“Difetto? Impossibile…”

 

“Ti dico che c’è. Controlla tu stesso!” Sirius gli rifilò una pergamena piegata in quattro e James sbuffando entrò nella classe la cui porta era stata lasciata aperta dall’amico.

 

La stessa scena si ripetè per James.

 

“Chi siete voi?!” chiese riconsegnando la pergamena a Sirius che si premurò di nasconderla in tasca.

 

Ron impallidì. “Ehm…noi…”

 

Harry si prese di coraggio. “C’è un posto tranquillo dove scambiare due chiacchiere in sede assolutamente privata?”

 

***

 

Stavano seduti sui comodi divanetti della stanza delle necessità e Harry aveva appena rivelato la loro identità.

 

Ora Sirius guardava fisso Harry come se non avesse capito bene il messaggio, mentre James era caduto in una sorta di coma irreversibile stando con gli occhi apatici puntati su un punto non ben definito del tappeto dietro la poltrona dove sedeva Ron.

 

Sirius scosse il capo e fece una risatina acuta. “Non può essere…il figlio di James? Ma no…non ci credo! Non può…non può…” Sbuffò forte. “James…tu che ne pensi? Gli credi a questi due?”

 

James non rispose.

 

Adesso sembrava concentrato come a cercare di ricordare qualcosa.

 

“James?! Mi rispondi?!”

 

“Si.”

 

“’Si’ cosa?!”

 

“Gli credo.”

 

“Come?!”

 

Harry si lasciò sfuggire un sorriso.

 

“Bhè…non ricordi? Harry! L’aveva detto Rob…”

 

“Rob?” Sirius corrucciò la fronte. Poi si illuminò. “Ah si! Rob! Ma…allora…”

 

James si riprese completamente e balzò in piedi.

 

Fece alzare Harry e gli mise una mano sul braccio. “Sirius…ti presento mio figlio!”

 

Harry avvampò. “Mi credi, allora!”

 

“E certo! Quel piccoletto aveva ragione! E io che non riuscivo a credergli…”

 

“Chi? Chi è Rob?” Chiese Ron curioso.

 

“Suo figlio!” esultò James puntando un dito al petto di Harry, al quale mancava davvero poco allo svenimento…

 

Ron alzò un sopracciglio. “Suo figlio?”

 

“Il primogenito. Poi c’è Lily, la femminuccia…!” Si voltò a guardare Harry. “Ehi…tuo figlio è proprio un campione! Uno tosto! Chissà di che pasta sei fatto tu! Ma fatti vedere…santo cielo come sei ben fatto! Davvero un ometto! Bello di papà…” strillò abbracciandolo; poi lo prese di nuovo per le spalle “…e chissà quanto sarà lunga la fila di donne alla tua porta…Allora! Già fai l’accademia Auror? Rob mi ha detto che sei un fenomeno! Hai pure ucciso Voldemort! Dimmi un po’…come hai fatto?! Oh, ma non parliamone ora…ho talmente tante cose da chiederti…E Lily? E’ ancora la splendida donna di sempre?”

 

Harry non ebbe il cuore di dirgli che erano entrambi morti, così, dopo un breve istante sorrise e annuì. “E’ la più bella del mondo.”

 

James lo lasciò andare compiaciuto e si avvicinò a Sirius. “Visto? Visto? Te l’avevo detto! La mia sarà una vita perfetta! Una donna bellissima, un figlio Auror, dei nipoti eccezionali…”

 

Sirius sbuffò incrociando le braccia al petto. “Tu stai dando di matto.”

 

“Ah, smettila, Sir…sei solo invidioso!” Si voltò verso il rosso. “E tu devi essere lo zio Ron! Ma certo…chi se no? E faglielo sparare un fuoco d’artificio al piccoletto…ci tiene tantissimo!!”

 

“Ehm…zio…zio Ron?” chiese incerto.

 

“Si! Zio Ron! L’ha detto Rob!” James battè le mani compiaciuto. “E allora…che cosa vi porta nel 1976?” chiese poi guardando i due intrusi con aria curiosa.

 

“Ehm…ecco…dunque…” Harry si risedette e lo stesso fece James accanto a Sirius. “Nel nostro tempo siamo a qualche giorno da San Valentino.”

 

“Pure noi.” Disse spiccio Sirius.

 

“Ecco…è il mio primo San Valentino…è la ragazza giusta e volevo sapere come hai conquistato tu la mamma…sai per avere un consiglio…”

 

A James brillarono gli occhi. “La mamma…” quasi si commosse dalla gioia. “Come si chiama lei?”

 

“Ehm…” esitò Harry. “Ginny Weasley.”

 

Il moro sorrise. “E’ quella giusta. Fidati. È la mamma di Rob!”

 

Ron scoccò a Harry uno sguardo omicida!

 

Harry ci badò appena: aveva appena scoperto che Ginny sarebbe stata la madre dei suoi figli!

 

James si alzò dal suo posto e corse a riabbracciare Harry. “Il mio piccoletto è cresciuto!!!”

 

“Jamie…calmati...un po’ di contegno!” sbuffò seccato Sirus tenendo pigramente una mano sotto al mento.

 

“Si, giusto…hai ragione…allora! Dicevamo?”

 

“Come hai conquistato Lily.” Disse Harry pacato.

 

Dopo un secondo di silenzio seguì una fragorosa risata di Sirius il quale si stava letteralmente rotolando dalle risate sul divano.

 

“Davvero carino da parte tua, Felpato…” mugugnò amaro James sbuffando.

 

“Qualcosa non va?” chiese timidamente Harry.

 

James agitò la mano. “No…nulla…”

 

“La verità, Harry…è che James non ha ancora cavato un ragno dal buco con la Evans! Tutto quello che riesce a fare e farla urlare come una matta!!! Dovevi vederla l’altra sera…ha gettato tutte le riviste sul Quidditch di James nel camino, perché lui insisteva che quello era veramente costruttivo, e non Trasfigurazione…”

 

“Ehm…Sir…il ragazzo lo educo io, ok? Non farmi passare per il genitore incapace e poco maturo…!” Gli disse James senza badare ad abbassare la voce. Poi si voltò verso Harry. “Ebbene si, ragazzo. Sono ancora single. Ma tra tuo figlio il mese scorso che mi ha detto che riuscirò a conquistare Lily…e te che, niente di meno, sei nostro figlio…ora sono certo che in un modo o in un altro ci riuscirò! Eccome se ci riuscirò!! Tu hai qualche idea? Qualche aiutino da darmi? Magari…ti ho parlato nel futuro delle mie tecniche di abbordaggio…”

 

Harry scosse la testa.

 

“Niente? Santo cielo che padre incapace che diventerò…facciamo così…mi segno un appunto…così magari mi ricordo di darti qualche dritta…” fece il moro mimando il gesto di scrivere sul palmo della mano. “E quindi? Nessuna idea?”

 

“Temo di no…” sospirò Harry.

 

“E noi che eravamo venuti qui per chiedere aiuto…” brontolò Ron.

 

Sirius si accigliò.“Ehi, carotina…se non ti piace la compagnia…lì c’è la porta!”

 

“Sir…a cuccia…Dicevamo! Tu! Hai la faccia sveglia, Ron! Hai una ragazza?”

 

Ron avvampò terribilmente e abbassò lo sguardo.

 

“Ho…ho detto qualcosa che non va?” chiese James preoccupandosi.

 

Harry schioccò le dita. “Ma certo! Ron! Tu e Hermione litigavate tanto quanto i miei genitori! Potresti consigliarlo tu…”

 

“Io?!” chiese il rosso entrando nel panico. “Io non sono…insomma…non c’entra niente…”

 

Si intromise James. “Litigate dalla mattina alla sera?”

 

“S-si…”

 

“L’hai fatta piangere mai?”

 

“Si…”

 

“L’hai fatta mai andare in escandescenza tanto che si è rifiutata di rivolgerti la parola per tanto tempo?”

 

“Si…”

 

“E state insieme, adesso?”

 

“Da qualche mese…”

 

James alzò le braccia al cielo. “Lo sapevo! E’ pazza di me! Il nostro sarà un amore oltre tutti i confini!”

 

“James…scendi con i piedi per terra…” lo pregò Sirius piuttosto annoiato.

 

“Ron…” fece concitato James sedendosi di fronte al ragazzo. “…dimmi tutto!”

 

“Tutto cosa?!”

 

“Come hai conquistato Anione?!”

 

“Chi?!”

 

Il moro si voltò verso Harry. “Come diavolo hai detto che si chiama, quella…?”

 

“Hermione!” disse Harry e urlò rabbioso Ron.

 

“Oh…Hermione! Pardon…Ti prego…la mia vita e anche quella di Harry, ovviamente…dipendono da te! Ti scongiuro! Dimmi come hai fatto.”

 

“Non eri il genio dell’abbordaggio, Ramoso?” sghignazzò Sirius mettendosi dritto.

 

“Sir…il momento è catartico! Per cortesia…” alzò la mano l’altro, ma Harry e Ron sorrisero per la frecciatina dell’amico. “Allora?”

 

“Bhè…” cominciò Ron grattandosi la nuca. “…le ho detto che mi ero innamorato di lei…lei mi ha detto che ricambiava…basta.”

 

Seguì un momento di silenzio.

 

“Uhm.” Annuì James. “Illuminante.” Si alzò e appoggiò un gomito al camino. “Eravate ad un appuntamento?”

 

“No.”

 

“Avevi un mazzo di fiori in mano? Una scatola di cioccolatini?”

 

“No…niente…”

 

“Insomma…tu di punto in bianco guardi la ragazza con cui ti sei sempre preso a legnate e le dici: ‘mi sono innamorato di te!’ e lei ti getta le braccia al collo, ti sbaciucchia come un matto e vissero per sempre felici e contenti?”

 

“Più o meno.” Ammise compiaciuto Ron, con un piccolo sorrisetto beffardo dipinto sulle labbra.

 

James abbassò le braccia. “Allora sono proprio uno sfigato.”

 

“E ci hai messo sette anni per capirlo?” disse Sirius sfogliando una rivista comparsa improvvisamente accanto a lui.

 

“Non va bene. Non va affatto bene!” sbottò James passandosi una mano tra i capelli. “Come posso fare un figlio con lei se non riesco nemmeno a dirle ‘Buongiorno, Lily!’ che mi si rifila un ‘Fottiti, Potter!’”

 

“Fottiti, Potter?” ripetè divertito Harry.

 

“No…proprio fottiti, no…la Evans è un tipetto educatissimo…forse troppo…ma un qualcosa del genere…insomma…mi risponde ‘Non è un buongiorno.’ oppure ‘Era un buongiorno fino a una frazione di secondo fa...’ oppure ‘Il buongiorno si vede dal mattino!’ … che tradotto nella mia lingua stà per ‘Fottiti, Potter!’ capito?”

 

A Ron scappò un risolino.

 

“Non va proprio bene, vero?” chiese Harry spingendo gli occhiali sul naso.

 

“Direi di no…” sospirò James passandosi una mano tra i capelli. “Eppure…ti giuro, Harry…entro San Valentino Lily diventerà la mia ragazza! Mi darete una mano voi due?” chiese a Harry e Ron, i quali si guardarono un istante.

 

“Ehm…non so…possiamo restare? Quanto tempo mancheremo da casa?” chiese incerto Ron.

 

“Ehi…vi rispondo io! Anch’io ho preparato la pozione del tempo…quando prendete la pozione per tornare nel vostro tempo non sarà passato nemmeno un istante! Vi assicuro che sarà la stessa ora e lo stesso secondo in cui siete spariti! E di a mamma che a colazione gradirei frittelle con lo sciroppo di ciliegia!!” e qui strizzò l’occhio al figlio dando una leggera gomitata sul suo fianco.

 

Harry sorrise malinconico.

 

“Allora siamo d’accordo! Mi darete una mano! Due giorni. Non di più! Oggi è giovedì…sabato mattina sarete a casa! Promesso!”

 

“E dove li tieni, questi due?” domandò Sirius che aveva cominciato una partita a scacchi contro un avversario un lenzuolo che copriva una forma umana…un avversario creato appositamente da Felpato per passare il tempo.

 

“Bhè…Hogwarts è grande…troveremo loro un posticino tranquillo…che ne pensi?”

 

“Scacco matto!” disse pacato Black dopo aver dato una scrollatina di spalle.

 

Il lenzuolo agitò le braccia e mandò all’aria la scacchiera!

 

***

 

Erano seduti nel parco col pranzo a sacco per tutti e quattro.

 

James scartò il suo pasticcio e puntò la forchetta verso Sirius. “Tu hai trovato qualche idea per il tuo piccolo problemino?”

 

“No.” Rispose secco Sirius…ma arrossì leggermente.

 

Harry se ne accorse e ridacchiò. “Immagino quale sia il problemino…quante sono le ragazze che devi accompagnare domani?”

 

Sirius si incupì. “Sette.”

 

Harry e Ron sgranarono gli occhi. “Sette?!”

 

“E io che l’avevo detto per scherzare…”disse in un soffio il moretto.

 

James non ne era minimamente sorpreso. “Allora…scarichi Cippi Cippi…come si chiama…”

 

“Clarice…”

 

“La affoghi nel lago.”

 

Sirius ridacchiò.

 

“Si…anche perché non la sopporto nemmeno io! Poi chi c’è…quella che chiami cucciolina?”

 

“Zoe.”

 

“Perfetto…lei la abbandoni nella foresta proibita! Quel cucciolino tenerino mi dà il voltastomaco…

Gabbrie la butti dalla torre nord!”

 

Sirius scoppiò in una fragorosa risata. “Ti prego…sono già tentato! Non invogliarmi ulteriormente…”

 

“Ma dai!! Tu non apprezzi la creatività della gente!! Lo striscione alla partita di Quidditch… ‘Sirius Black, sei il mio San Bernardo!!’ Ti giuro, amico…fortuna che ho preso il boccino un attimo prima che riuscisse a srotolarlo tutto…perché se no tra le risate non avrei preso proprio niente!!”

 

Harry e Ron trattenevano a stento le loro risate.

 

“Oh…e vogliamo parlare di Brenda…” James alzò gli occhi al cielo. “Quella va chiusa un mese in camera con Gazza per dare sfogo anche alle sue più recondite perversioni…” si voltò verso Harry e Ron “E’ entrata negli spogliatoi durante il dopo partita…dopo aver visto lo striscione…ha aperto la tenda della doccia di Sirius e gli ha urlato ‘Sei un porco! Mi avevi giurato che con quella avevi chiuso! E invece ti fai        scrivere quelle cose!!!’ Lui ovviamente le fa notare che è completamente nudo e che si stà facendo la doccia…ma lei insiste e risponde ‘Per me puoi pure essere a pecorino sul San Bernardo! Non me ne frega un accidente! Solo che mi devi avvertire prima! Io queste cose le devo sapere! E’ mio diritto essere partecipe della tua vita!’ E dopo essersi resa conto di quello che ha detto arrossisce e sparisce! E io lì in mutande a godermi la scena!”

 

I due ospiti ora ridevano senza pudore, mentre il povero Sirius, amareggiato e senza appetito, aveva abbandonato il suo pranzo e seccato sbuffava reggendo la testa col pugno.

 

“E che dire di Careen? Unica! Davvero unica! Solo lei è stata quella che ha osato comprargli già una casa con l’intenzione di abitarla con lui dopo la fine della scuola e dopo le nozze! Vi giuro che quella ha pure l’abito, le bomboniere e il ricevimento già pronti! Prossimi al matrimonio! Io ho già detto che voglio essere il testimone alle nozze…”

 

“James…” lamentò infastidito Sirius.

 

“Haylie…dai…non possiamo non parlarne! La mitica ragazza che ha lasciato le mutande nel letto di Remus!!”

 

“Remus Lupin…con una ragazza?!” ridacchiò Ron e Harry si unì ai risolini dell’amico.

 

“Sembra impossibile, vero?” rise James “No…comunque non è come pensi…Rem resta il solito puritano…Sirius e la sua amica hanno sbagliato letto...Povero Lunastorta! E infine Jane! La ragazza del ritardo! Questa dice di restare sempre incinta! Poi sono solo palle…ma gli spaventi che si prende Sirius…”

 

Il rosso alzò lo sguardo verso il ragazzo dai capelli neri lunghetti e i profondi occhi azzurri. “Ma…tra queste…non ce n’è una che veramente ti piace?”

 

Sirius sbuffò. “Si. Ammie.”

 

“Oh! Vero! E poi c’è la dolce Ammie!”

 

“James, per favore…”

 

“Non ho detto niente, Sir!”

 

Balck si alzò dopo qualche istante di silenzio e si allontanò verso il castello.

 

“Ecco…Ammie è il suo grande amore…James stà a Lily come Sirius stà a Ammie. Solo che Ammie, a differenza di Lily, è dolce e poco violenta…ama Sirius alla follia, ma continua a lasciarlo dicendogli che lei non vuole saperlo con altre donne. Lui promette…ma poi ci ricasca! E ovviamente a lei la cosa non va giù…”

 

“E non ha tutti i torti…”sospirò Ron guardando Sirius allontanarsi.

 

“Bene…abbiamo parlato di Sirius…di me…di Harry…di Ron…sappiamo la situazione di tutti…ora ci serve un modo per far si che questo San Valentino sia per tutti assolutamente perfetto!”

 

***

 

Harry stava comodamente seduto, se non praticamente disteso, in una delle poltrone della stanza delle necessità a sfogliare una rivista ‘for men’ con una rubrica per un San Valentino di fuoco e terribilmente romantico…ma trovava che ricoprire di miele il cuscino per una notte di sesso rovente avrebbe solo mandato in escandescenza Ginny una volta che questo si fosse bene appiccicato tra i suoi bei capelli rossi…

 

Ne tanto meno si poteva definire romantico un concerto di musica tribale con danza di gnomi nudi intorno a un fuoco magico…antica usanza di un paese in Cornovaglia…

 

Più che altro l’idea di uno gnomo nudo gli faceva schifo!

 

Ma a salvarlo dall’orripilante visione di uno gnomo con la zona bassa censurata, fu l’entrata turbolenta di James.

 

Trafelato, rosso, ansate e furioso.

 

Entrò, chiuse la porta e tirò un calcio che fece volare il tavolino che reggeva le altre riviste.

 

Harry chiuse il giornale che stava sfogliando e alzò paziente lo sguardo sul genitore.

 

James rimase in silenzio per qualche istante, seduto nella poltrona accanto, le mani congiunte davanti a se e il capo chino.

 

Poi annuì e si rivolse a Harry. “Ma…sei sicuro che tua madre si chiama Lily Evans?”

 

“Che è successo?” chiese il moretto sospirando.

 

“Niente di nuovo! Esco dall’aula di incantesimi e ovviamente c’è la Evans…le faccio un inchino per farla passare e lei mi dice ‘Non ho bisogno delle tue cavallerie, Potter…piuttosto vedi di essere più cortese e meno arrogante anche con gli altri!’” sbuffò passandosi una mano tra i capelli. “Dico…avessi fatto qualcosa di sbagliato…qualche torto a qualcuno proprio in quel momento…infastidito le ho risposto ‘Non sto prendendo in giro nessuno, qui! E non mi sembra che sto facendo l’arrogante!’ Giusto? Non ho ragione, Harry? Insomma…lei che mi dice? Eh? Vuoi sapere? ‘Ipocrita!’ A me!!! Ti rendi conto?! E secondo te, davvero lei mi calcolerà mai? Io non mi sono mai innamorato…tranne che di lei! Lei è quella che davvero amo…ma è proprio quella che non vuole saperne di me!”

 

Sospirò afflitto.

 

“Non so proprio che fare…” si mise una mano tra i capelli.

 

Harry incrociò le braccia al petto e si mise a pensare rapidamente a una soluzione.

 

Ma non era quello il suo campo…

 

Hermione avrebbe risolto tutto in uno schiocco di dita, o anche meno…

 

“Bhè…” azzardò “Potresti far finta di niente…”

 

James non rispose.

 

Si limitò a continuare a fissare il tappeto sotto i suoi piedi.

 

Harry ne dedusse che non era quella la tattica giusta.

 

“Hai ragione, Harry…forse…forse mi hai dato l’idea che rivoluzionerà tutto!”

 

Il ragazzo si allarmò, ma James si era già alzato e percorreva a grandi passi l’intera stanza.

 

“Ignorerò completamente Lily Evans per l’intera giornata di domani! Benissimo! Deve funzionare per forza!”

 

Harry corrucciò la fronte, decisamente poco convinto. “Papà…ma sei sicuro che questa sia la cosa giusta?”

 

“Assolutamente! Se non funziona così…mi spiace Harry, ma non sarà Lily tua madre!” Gli sorrise largamente. “E non chiamarmi ‘papà’…mi fai sentire vecchio!”

 

Ridacchiarono un po’ sotto i baffi poi a James cadde l’occhio sulle riviste.

 

Ne prese una e alzò un sopracciglio.

 

“Harry…vuoi un romantico San Valentino…o un rovente San Valentino?”

 

Il ragazzo arrossì parecchio.

 

“Tu hai già qualche idea?” gli chiese il mini genitore cercando di non approfondire troppo.

 

Harry si trovò spiazzato e si passò una mano sulla nuca.

 

“No…non saprei…pensavo…magari la porto a cena fuori…”

 

“Nein…la cena fuori no! E’ troppo sdolcinata!”

 

“E non è sdolcinato abbastanza San Valentino?”

 

“San Valentino non è solo sdolcinato…gronda miele! A fiotti! Tanto da darti la nausea! E’ il giorno in cui tutte le donne felicemente fidanzate sognano ad occhi aperti! Il giorno in cui si svuotano gli scaffali dei cioccolatini e i vasi dei fiorai! A San Valentino non puoi stupirti se vedi ragazze con sorrisi ebeti che passeggiano facendo oscillare le mani come stupide! Se proprio vuoi gettarti nel giorno di San Valentino devi comportarti da uomo!”

 

“Dovrei portarla a una partita di Quidditch?”

 

“Harry…è scientificamente provato che il 95,7% delle donne odiano con ogni fibra del loro corpo il Quidditch. Non possono sentirne nemmeno la Q che un brivido gli parte dalla zona lombare, per tutta la schiena fino alla nuca dove poi culmina alle vene della tempia che appena pronunci la U sono già viola e ben evidenti in volto e alla I cominciano pericolosamente a pulsare! Alle due D devi cominciare a correre!”

 

Harry scoppiò a ridere. “Allora sono fortunato…Ginny è la cercatrice del Grifondoro, che mi ha sostituito…”

 

James gli mise le mani sulle spalle. “Ti parlo col cuore in mano, ragazzo…Tienitela stretta! Non mollarla per nessuna ragione e non dire a nessuno quanto sei fortunato! Altrimenti molti altri potrebbero provare a soffiartela sotto il naso!”

 

“Allora la partita di Quidditch va bene…”

 

“Passeresti davvero un San Valentino con la donna della tua vita tra gli schiamazzi dello stadio, la folla ubriaca e le tifoserie accanite?” disse James alzando le sopracciglia.

 

“Ehm…la risposta ‘si’, ne deduco, non va bene…” Harry si morse un labbro.

 

“Non va bene per San Valentino! Anche la donna più mascolina che esiste resta una donna col suo sentimentale, passionale e coinvolgente amore! E anche la donna più mascolina vuole una serata completamente dedita alle diabetali lagne Valentinesche…vale a dire…una serata tu e lei soli…e l’aria piena di cuoricini e fiorellini di lillà!”

 

“E una cena fuori non va bene?”

 

“Parliamoci chiaro, Harry…No. Per il semplicissimo motivo che la cena soli a lume di candela vale in una sola occasione! Quando vuoi chiederle la mano! E non credo sia questo ora il tuo intento…”

 

Harry scosse energicamente il capo.

 

“Esattamente…”

 

“Allora, che mi consigli?”

 

“Una passeggiata! Le offri un the, o una cioccolata fuori…poi vi mettete a passeggiare mano nella mano…lei poggia la sua testa sulla tua spalla…niente di più! E ti assicuro che la fai felice!”

 

“Sicuro?”

 

“Vuoi fare un sondaggio nazionale? Vinco io! Te lo garantisco!”

 

“ E se piove?”

 

James mise su un sorrisetto malizioso. “Allora la cosa si fa più interessante…Se hai un posto dove andare per stare soli almeno un paio d’ore…”

 

In quel momento entrò Ron stanco e assonnato.

 

“Dove eri finito?” gli chiese l’amico.

 

“Con Sirius…a cercare un modo per liberarsi di tutta la sua poco piacevole compagnia.” Sbuffò il rosso.

 

“C’è riuscito?” domandò il moretto.

 

Ron diede una scrollatina di spalle. “Pare che sia riuscito a scaricarne un paio.”

 

“Con che scusa?” chiese James.

 

“Non l’ho capito bene…ha parlato di un problema personale…Forse ha accennato addirittura all’impotenza e alla sua ambigua sessualità…ma non ne sono sicuro…”

 

“Poveraccio…deve essere proprio distrutto…” James si mise in piedi e si avvicinò alla porta. “Ok…buonanotte, ragazzi…domani vi portiamo la colazione…e grazie per il consiglio, Harry! O la va, o la spacca!” strizzò l’occhiolino e uscì.

 

“Che consiglio?”

 

“Ha fatto tutto solo, Ron…ti assicuro che non ho ancora capito cos’ha bene in mente.”

 

“Allora…per il nostro problema, invece?”

 

“Escludi la cena fuori, amico…le portiamo in cioccolateria!”

 

***

 

L’ora di pranzo del giorno dopo fu decisamente quella che davvero diede la svolta all’intera faccenda.

 

James ingoiò rapidamente il suo roast beef  e impallidì. “Ehi, ehi…ragazzi…la Evans viene verso di noi a passo marziale!!”

 

Harry e Ron molto rapidamente si andarono a nascondere dietro un cespuglio, mentre James alzava un sopracciglio stupito per la loro sciocca reazione.

 

“Ma che vi ha preso?!”

 

Ma non poterono rispondere perché una ragazza in divisa da Grifondoro, dai mossi capelli rossi e dai bellissimi occhi verdi si era fermata a poco più di cinque passi da dove si erano accampati per il pranzo.

 

“E adesso che c’è?” chiese con finto fastidio James evitando di guardarla volutamente.

 

“Dovrei chiederlo a te, Potter.”

 

Sirius bofonchiò qualcosa sul bagno e si dileguò.

 

“Non credo di aver fatto niente, nei tuoi confronti.”

 

“Appunto. Per questo mi chiedo cosa ti ha spinto a non volermi nemmeno più rivolgere la parola!” Disse lei con le mani sui fianchi.

 

“Credevo ti desse fastidio sentire la mia voce…”

 

“Infatti è così! Sono qui solo perché io, da persona educata, quando vedo che qualcuno non mi rivolge la parola interpreto questo silenzio come una conseguenza a una mia scortesia. Sono qui per rimediare, qual’ora avessi fatto un torto nei tuoi confronti. Un piccolo modo per insegnare anche a te le buone maniere.” Sorrise orgogliosa.

 

“Non è successo assolutamente niente.” Disse pacato James alzando finalmente lo sguardo verso di lei.

 

Lily Evans ci rimase un po’ di sasso, ma dopo essersi ripresa girò sui tacchi e si allontanò.

 

“In effetti…qualcosa è successa, Evans.”

 

La ragazza tornò indietro di un paio di passi, ma non uno di più. “Sarebbe, Potter?”

 

“C’è che sei tu la prima che non mi ha mai calcolato.”

 

Lily spalancò la bocca incredula. “Cosa hai detto, scusa?”

 

“Mi sembra chiaro…sai perfettamente che sono follemente innamorato di te e tu continui a non tenermi in considerazione. Nemmeno negli ultimi mesi che ho messo la testa al posto giusto! Ho pure smesso di prendere in giro…” si trattenne dal dire ‘Mocciosus’ “…Severus Piton! E avevi pure ragione, quello non divertiva nemmeno la metà di quanto scontavamo in punzioni per averlo punzecchiato un po’…E ho smesso anche di saltare le lezioni! Non ne ho saltate più di dieci dall’inizio dell’anno e per validi motivi!”

 

“Sarebbero?”

 

“Ho avuto la varicella, due mesi fa…”

 

“Povero, Potter…”

 

“E un altro paio di lezioni ho accompagnato Remus in infermeria perché non stava affatto bene! Per il resto…ho avuto la seria intenzione di bigiare solo una volta in tutto il semestre per andare a spasso nel tempo, ma sono tornato a scuola puntuale per seguire la lezione, quindi quell’unica opportunità è sfumata…”

 

“A spasso nel t…?”

 

“Ho messo la testa a posto e tu nemmeno te ne sei accorta, anzi…hai continuato a rimbeccarmi come se fossi un bambino. Senza offesa, Lily Evans…ma mi sono un po’ rotto dei tuoi modi di fare. Quindi ora tocca a me stare in silenzio. A meno che tu non intendi rimediare in qualche modo mettendoci una pietra sopra e…”

 

“…E…” ripetè la ragazza ben sapendo quale fosse la proposta.

 

“…e uscire stasera con me.”

 

Lily sbuffò. “Proprio oggi? Il giorno di San Valentino?”

 

“L’unica sera a disposizione per gli studenti della scuola per potere uscire liberamente a Hogsmeade! Il prossimo fine settimana fuori è il mese prossimo…e davvero non mi va di aspettare. Ho aspettato anche troppo.”

 

Lily ci pensò su, per un lungo istante. “Sarebbe solo stasera e basta, giusto?”

 

“Solo stasera per accettare le tue scuse. Le prossime volte vedrai che verrai volentieri da sola.”

 

La rossa soffiò e agitò le braccia. “Ma sentitelo! Il povero santo che non ha mai fatto un torto a nessuno che ora pretende le mie scuse! Dovresti chiederle tu a tante persone, specie a me!”

“A te ho sempre chiesto scusa. Sempre e continuamente. Quindi non mi sento in dovere di farlo. Per quanto riguarda le altre persone a cui ho mai fatto un torto…bene! Rimedierò! A cominciare da Moccios…”accidenti gli stava scappando!! “…Piton.”

 

La ragazza non rispose e si allontanò, con un passo un po’ più lento di prima.

 

James si alzò in piedi e si mise le mani in tasca. “Dopo cena davanti il portone di quercia! Ti aspetto!”

 

Lei agitò la mano senza voltarsi e il ragazzo tornò a sedersi.

 

“Finalmente…”sospirò.

 

Harry e Ron gli si sedettero accanto.

 

“Chi ti dice che verrà sul serio?” chiese Ron piuttosto scettico.

 

“Ne sono sicuro.” Annuì James nervoso e felice. “Ne sono sicuro.”

 

Anche Harry in cuor suo lo sapeva.

 

Sapeva che finalmente James e Lily si sarebbero avvicinati parecchio, sotterrando definitivamente l’ascia di guerra.

 

Sirius tornò poco più di un minuto dopo.

 

“Che cosa mi sono perso?”

 

“Quello che la mia mente straordinariamente intelligente prevedeva da ben sette anni.” Affermò James compiaciuto.

 

Sirius sgranò gli occhi e si voltò verso Harry e Ron chiedendo conferma. “Non ci sarà mica riuscito…!!”

 

“Escono stasera.” Il moretto sorrise radioso al padre.

 

“Noooo…” scoppiò a ridere Felpato. “Non posso crederci…”

 

“Credici, amico…ho un appuntamento con la Evans!”

 

“Sarà sulla bocca di tutta la scuola già da domani!”

 

“Dì pure già da oggi pomeriggio! Conoscendo te e il tuo magnifico sistema di comunicazione posso supporre quanti pochi minuti ci vorranno!”

 

“Oh, non preoccuparti…il mio sistema di comunicazione è appena crollato.”

 

“Sarebbe a dire?”

 

“Ho lasciato anche l’ultima delle mie ragazze. Ora devo solo parlare con Ammie.”

 

“Allora vi siete finalmente messi la testa a posto!” sorrise Harry.

 

“Ci puoi giurare!” ricambiò James.

 

***

 

La sera di San Valentino era qualcosa di assolutamente insopportabile per due ragazzi con le fidanzate lontane.

 

Harry e Ron si confinarono nella stanza delle necessità dopo aver augurato di passare una buona serata a Sirius e James.

 

Augurio piuttosto inutile, visto che entrambi sapevano che quella sera avrebbe cambiato di molto le cose.

 

“Non abbiamo ancora risolto il nostro problema, Harry…” sbuffò Ron disteso sul suo letto fissando intensamente il soffitto.

 

Harry si stiracchiò un po’ e si mise a sedere. “Abbiamo già risolto, Ron. Una serata come altre da passare, però, solo in compagnia con la nostra ragazza! Usciamo sempre in gruppo…penso che abbiano bisogno di sentirsi un po’ più protagoniste…le ragazze, a quanto pare, sono fatte così!”

 

“Io con Hermione, tu con Ginny?”

 

“A meno che non sei uno scambista, si…ma non credo che tua sorella sia d’accordo a uscire con il suo adorato fratellone!”

 

“No…non credo proprio…” Si prese un attimo di silenzio. “Sirius mi ha dato parecchi consigli. E’ diventato il mio mentore! Con la scusa di lasciarti in pace con tuo padre a recuperare il tempo perduto…ho passato un sacco di tempo con lui! Devo dire che è un diavolo con le donne! Dovevi vedere quante ne ha fatte piangere contemporaneamente…! Tutte che volevano uscire questa sera con lui! Santo cielo…ma come fa?! Dico…sette contemporaneamente più la ragazza dei suoi sogni! Io impazzirei! Dalla confusione, soprattutto! Non mi potrei muovere liberamente! Mi sentirei oppresso!”

 

“Se a lui piace così…”

 

“Bhè…a quanto pare no…non ne può sopportare nemmeno una di quelle sette! Sono state tutte solo una sveltina e via! Solo che queste non vogliono lasciarlo scappare così facilmente e così se le porta tutte dietro! Tutte una più fastidiosa dell’altra!”

 

“E che consigli ti ha dato? Come averne tante nello stesso letto?” ridacchiò Harry.

 

“No…piuttosto mi ha detto che le ragazze hanno bisogno di attenzioni! Ma non eccessivamente…chiaro…insomma…qualche complimento, ogni tanto…vedersi il più possibile…e mi ha detto anche che i regali è meglio farli in rare occasioni, così acquistano un valore maggiore!”

 

“Sul serio?” disse distratto il moro.

 

“Ma si! Ed è anche vero! Ci ho pensato, sai…Se tu riempi di regali una ragazza, terrà poco in considerazione quello che le hai regalato...secondo me ha ragione! E questo tornerebbe a favore delle mie tasche ancora bucate…!” Restò in silenzio ancora un istante. “Sai…sono terribilmente curioso…”

 

“Di cosa?” Chiese Harry, questa volta voltandosi a guardarlo.

 

“Bhè…tu hai scoperto che avrai due figli…Rob e Lily…E io? Starò con Hermione? Avremo dei figli? Sai…quando torno…mi sa che faccio un viaggetto nel futuro! Che ne pensi?”

 

“Penso…che non manca tanto per conoscere la faccia dei nostri figli. Io preferirei aspettare, senza sorprese.”

Ron arrossì di botto. “Che vuol dire ‘non manca tanto’? Non vorrai mica dire…”

 

Harry non rispose, ma sorrise all’amico e messosi su di un fianco scese di più sotto le coperte. “Buonanotte, Ron.”

 

Spensero la luce.

 

“Harry…?”

 

“Mmm…”

 

“Ripartiamo domani mattina, vero?”

 

“Si.”

 

 

“Ron…?”

 

“Mmm…”

 

“T’immagini se tua figlia viene secchiona quanto Hermione?”

 

“BUONANOTTE, HARRY!”

 

***

 

James Potter si fermò davanti alle scale del portone di quercia insieme a Lily Evans, entrambi di ritorno dal loro primo appuntamento.

 

“Me ne concederai un altro?” Chiese dolcemente il ragazzo cercando di non arrossire troppo.

 

“Non farci l’abitudine, Potter…” lo intimò con un piccolo sorriso.

 

James sorrise un po’, nascondendo questa sua piccola espressione di felicità abbassando il viso. “Sai…voglio dirti la verità, Lily. Io so già come andrà a finire. Non è arroganza. Assolutamente no. Almeno…non questa volta. Io e te ora cominceremo ad uscire sempre più spesso. Magari non sarà stasera…ma ci baceremo. E avremo insieme un figlio. Un figlio, si, Lily…Un bel ragazzo con i capelli neri come i miei…i tuoi splendidi occhi verdi…diventerà un Auror! E si chiamerà Harry!”

 

“Harry?” Lily storse il naso.

 

“Si…nemmeno a me piace come nome…devo essere sincero! Ma metteremo proprio questo nome a nostro figlio! Ci piacerà, vedrai! Non sarà poi così brutto…ci faremo l’abitudine!”

 

“Sei davvero andato davvero nel futuro?” chiese la ragazza arricciando teneramente il naso.

 

“Liberissima di non credermi…lo scoprirai tu da sola tra qualche anno…”

 

Lily non rispose, ma sorrise imbarazzata arrossendo dolcemente e nascondendo il più possibile, il viso dietro la sciarpa rossa e oro della sua casata.

 

James si chinò su di lei. “Ti amo, Lily.”

 

***

 

Harry fu letteralmente buttato giù dal letto.

 

Non è un modo di dire…o una similitudine…fu letteralmente scaraventato giù dal letto!

 

Ma solo perché James, che si era avvicinato a lui nel buio più pesto della stanza era inciampato in un qualcosa di non ben definito e aveva spinto violentemente il ragazzo che dormiva su di un fianco vicino al bordo del letto.

 

“Ma sei matto?!” fece rabbioso Harry massaggiandosi la schiena.

 

Il moretto accese la luce sul comodino, sperando di non svegliare anche Ron…ma il rosso dormiva della grossa e non sembrava intenzionato a svegliarsi!

 

“Harry…scusa…non l’ho fatto apposta…ma devo dirtelo! Sono…sono…Oddio! Non riesco ancora a crederlo! Ho baciato la mamma!”

 

Harry sorrise raggiante.

 

James si passò una mano tra i capelli. “Ti giuro…sono scosso dai brividi! Non so se riesci a renderti conto della cosa…probabilmente si…ma è una cosa stupenda…” si lasciò cadere a pancia all’aria e braccia aperte sul letto e chiuse gli occhi sospirando. “Se questo è un sogno, non svegliatemi per nulla al mondo! E’ domenica e voglio godermelo tutto il tempo che posso!”

 

“Posso dunque chiamarti papà?” ridacchiò l’altro, sbadigliando.

 

James aprì un occhio. “Ora dovrei chiamarti figliolo e scompigliarti i capelli affettuosamente? Mmm…viste le circostanze sembreremo più una coppia di gay…non so come la prenderebbe Lily se ci incrociasse nei corridoi…”

 

Scoppiarono in una fragorosa risata.

 

“Ora tocca a me, ricambiare il favore…visto che è stato anche grazie a te che io e Lily ci siamo messi insieme…”

 

“Oh, figurati…dovere….”

 

“Ha i capelli neri. E gli occhi castani.”

 

“Chi?”

 

“Robert.”

 

Harry sgranò gli occhi e arrossì.

 

“Gli occhi castani, un po’ a mandorla…i capelli neri e scompigliati marca Potter…desidera fare l’Auror, come suo padre…e quando ha parlato di Lily, l’ha chiamata la sua sorellina…da come l’ha detto posso dire che le vuole un bene dell’anima! Mi ha chiamato nonno! Ogni volta che ci ripenso rido…chissà come mi avrà riconosciuto…penso che quando il piccoletto avrà quei bei cinque anni che dimostrava io non sarò lo stesso di quando l’ho visto il mese scorso…A te non ti ho visto! Eri fuori con tua moglie…Lily era con la nonna…casa tua è…ora che ci penso…familiare…Penso che c’ero già stato una volta…Si! Decisamente quella camera non mi era nuova…” Ci pensò su. “Bhà…forse è solo una sensazione…” sospirò “Sai…sono davvero orgoglioso!” ammise guardando il soffitto davanti a se con un largo sorriso. “Rob mi somigliava tantissimo! Sul serio! Sembrava me da piccolo! Un piccolo scalmanato! Un perfetto Malandrino! Tu invece sembri molto calmo…”

 

“Ho fatto anch’io le mie Malandrinate…” ridacchiò Harry.

 

“Oh…Ottimo!! E’ proprio quello che volevo! Un figlio Malandrino! Devo averti istruito proprio bene!”

 

Harry abbassò lo sguardo e non riuscì più a trattenersi. “Io devo parlarti. Adesso, perché se no esplodo. Ma dopo sarò costretto a cancellarti la memoria. Se sapessi quello che devo dirti…non vivresti più allo stesso modo…magari non nascerei più nemmeno io…e non ci sono alternative. Non posso modificare il passato…perché non è nemmeno detto che il futuro sia migliore.”

 

James si mise a sedere improvvisamente serio. “Cancellarmi la memoria.” Annuì. “Deve essere davvero grave quello che devi dirmi.”

 

Harry inspirò forte. “La verità, papà…è che nel mio tempo…voi non ci siete più da 17 anni.”

 

***

 

Ron aprì gli occhi il mattino dopo e vide James Potter seduto accanto al figlio addormentato.

 

“Ehm…tutto ok?” chiese piano mettendosi a sedere.

 

James alzò lo sguardo: aveva, per una delle rare volte nella sua vita, il viso rigato dalle lacrime.

 

Ron si allarmò.

 

“E’ tutto ok, Ron.” Lo tranquillizzò James cercando di sorridere. “Harry mi ha raccontato il suo futuro. Il futuro di un orfano.”

 

Il rosso non seppe che dire.

 

Si irrigidì tutto e si morse il labbro che improvvisamente era diventato secco.

 

“Senti…fammi un favore…visto che non abbiamo alternative per modificare la profezia e tutto il resto…stai accanto a Harry. Sei il suo più caro amico! E ti stima parecchio! Harry ha parlato un sacco stanotte. Mi ha raccontato tutta la sua vita! Dalla sua orrida permanenza a casa della sorella di Lily, al vostro incontro…al suo pessimo primo bacio…” ridacchiò asciugandosi le lacrime con il dorso della mano. “…a Ginny, ovviamente…alla battaglia contro Voldemort…di Sirius…il tradimento di…” sbuffò stupito. “…chi se lo aspettava…Peter…proprio lui…” Tirò su col naso. “Ho chiesto a Harry di obliviare sia me che Sirius. Per noi tutta questa faccenda non è mai esistita. Voglio che Harry viva. Voglio che batta Voldemort come ha detto che ha fatto. Voglio che sia felice con la donna che ama…e che Rob e Lily possano ricordarsi dei loro nonni, apprezzandoli anche per le malandrinate che gli racconta il loro papà come favole della buonanotte. E di a Remus che tra tutte le donne che poteva sposarsi…Ninfadora è decisamente quella più assurda! Qui da noi è solo una piccola bimbetta…non riesco a crederci che si siano sposati sul serio…” Ridacchiò ancora. “Tutto qui, Ron…non ho altro da dire…” gli sorrise amabile e asciugò ancora un’ultima lacrima. “Scusa…ora voglio andare a riposarmi un po’. Harry mi ha detto che tornerete in mattinata nel vostro tempo…bhè…quando è ora fateci un fischio! Almeno verremo a salutarvi, prima di essere obliviati…”

 

Ron annuì.

 

E nel più assoluto silenzio James aprì la porta e uscì.

 

***

 

Harry e Ron si incontrarono con gli altri due Malandrini in un corridoio di aule non utilizzato quel giorno, visto che era sabato.

 

“Allora…allora ciao, Harry…” disse James “ E dai un bacio al piccoletto anche per me, quando nasce! Oh…e anche a Lily, ovvio…”

 

Harry annuì sorridendo. “Sicuro.”

 

“Grazie per esserci venuti a trovare…” sorrise Sirius. “E buon San Valentino!”

 

“Grazie a te, Sirius…per essere stato mio mentore, in queste 24h…Ho imparato molto sulle donne, grazie a te!” Disse Ron mettendosi le mani in tasca.

 

“Figurati…” fece una smorfia Black. “E’ il minimo che potessi fare per quello che svolge il mio stesso ruolo…il migliore amico di un Potter…”

 

Sorrisero tutti e quattro.

 

“Allora…ora dobbiamo…” cominciò Harry.

 

“Fate pure.” Tagliò corto James.

 

“Siamo pronti.” Aggiunse Sirius.

 

***

 

Harry e Ron si allontanarono a grandi passi dal corridoio delle aule mentre frugavano nelle tasche alla ricerca delle boccettine del ritorno.

 

Il moretto nemmeno si accorse che stava girando l’angolo se non quando andò a sbattere dritto dritto contro una persona.

 

“Ehi…fai attenzione, Potter…” Lily Evans scostò i lunghi capelli rossi e si portò una mano alla bocca. “Oh! Scusami…mi sembravi…non fa niente. Somigli moltissimo a una persona e ti avevo confuso…Scusa ancora!” Disse allontanandosi velocemente.

 

“Harry…?” lo scosse l’amico.

 

“Andiamo.”

 

Lily Evans rallentò i suoi passi fino a fermarsi completamente.

 

Poteva giurare con assoluta certezza che quel ragazzo con cui si era appena incrociata era proprio identico a James Potter.

 

Tornò indietro, ma come si aspettava il corridoio era deserto.

 

Per un attimo…appena si era resa conto di aver sbagliato persona…il suo cuore aveva cominciato a martellarle in petto e solo per un attimo la sua mente aveva urlato di gioia un piccolo e breve ma dolce nome.

 

Harry.

 

***

 

Harry aveva passato una delle più belle serate della sua vita.

 

E sicuramente Ginny era dello stesso avviso.

 

Non avevano fatto qualcosa di particolarmente diverso dal solito…

 

Avevano preso una cioccolata calda al solito locale e avevano passeggiato per un bel po’ , chiacchierando del più e del meno.

 

Solo quando sentirono qualche goccia cadere piano piano si avviarono alla ricerca di un riparo.

 

E quando quelle poche goccioline si trasformarono in un tremendo acquazzone, i due ebbero appena il tempo di infilare la chiave nella toppa della vecchia casa di Grimmauld Place numero 12 e di chiudersela alle spalle.

 

La casa era rimasta pressoché pulita dall’ultima volta che l’Ordine della Fenice l’aveva abitata.

 

Salirono al piano di sopra, dopo aver acceso tutte le luci e cercarono una stanza confortevole e poco fredda.

 

Anche se al freddo si poteva comunque rimediare, in un modo o in un altro…

 

Fu solo quando Harry aprì una porta che ancora non aveva visto…si rese conto che quella era la camera di Sirius…e che una volta ci aveva pure pernottato suo padre.

 

Solo una, a quanto gli aveva detto.

 

E quella stanza era l’unico ricordo che suo padre aveva di un futuro non tanto lontano che lo riguardava molto da vicino.

 

“Ginny?” chiese alla ragazza al suo fianco. “Che ne pensi del nome Robert James ?”

 

Fine

 

 

Grazie infinite per tutti quelli che hanno letto questa ff!

 

Avevo lasciato qualcuno con l’amaro in bocca quando in “Intrusi 1” non sono riuscita a far incontrare Harry e James per un soffio.

 

Spero di aver rimediato come si sperava…

 

Ringrazio anche e specialmente Edvige86 che mi ha illuminato sulla trama di questa ff e che mi ha dato l’input per la stesura, che è stata proprio un lavoraccio, questa volta…

 

La dedico a lei!

 

Posso annunciare già da ora…che ho intenzione di scrivere un terzo “Intrusi”, completamente diverso.

 

Insomma…col principio di base uguale…ma cambiano i personaggi…cambiano le ambientazioni…sicuramente meno malinconico di questi primi due.

 

Chissà se poi me ne vengono in mente anche altri…non si può mai sapere…^^

 

Per chi fosse interessato…ieri sera, prima di andare a cenare, ho fatto un piccolo bozzetto di una scena della ff che avete letto...

 

Qual’ora vogliate vederlo eccovi il collegamento! Spero vi piaccia!

 

http://img403.imageshack.us/img403/8093/intrusi2vs4.jpg

 

Buon San Valentino a tutti dalle Marauders!

 

A presto!

 

Padfoot

 

P.S. Me lo lasciate un commentino ino ino? ^^

 

P.P.S. Ne approfitto per dire che tornerò presto con Accademia! E’ una promessa!

 

 

  
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