NESSUNO MI PUÒ COMANDARE!
– Yaaaaaah! –
– Vieni qui! –
– Nemmno per sogno! –
– Ora ti... – Dadan finì con la faccia spalmata per terra. Ace si girò per farle una linguaccia e continuò a correre. Quando l'avrebbe imparata che nessuno poteva dirgli cosa fare. Arrivò in un lampo da Sabo.
– Ehi amico, ci hai messo più del solito – disse l'amico vedendolo.
– Scusa, ma la megera voleva che pulissi casa – rise il moro.
– E tu l'hai fatto? – chiese Sabo.
– Ovvio che no! Nessuno può dire a Portuguese D. Ace cosa deve fare! – esclamò lui allegro, facendo scoppiare a ridere anche Sabo.
– Avanti uomo duro, andiamo a caccia! – rise il biondo dandogli una pacca sulla spalla. I due si incamminarono verso dove potevano trovare da mangiare.
– Per te cosa prendiamo oggi? – chiese Ace.
– Ah, qualcosa di grosso! – disse Sabo.
– E anche buono possibilmente –
– Gruaaaar! – un verso feroce squarciò la quiete del bosco. I due si voltarono di scatto. Accanto a loro c'era un meraviglioso cinghiale formato gigante, con delle zanne lunghe mezzo metro.
– Allora, Ace, il piano... –
– Sei morto, bestione! – urlò il moro ignorando totalmente l'amico e fiondandosi addosso al cinghiale. Sabo cercò inutilmente di trattenerlo.
– Fermati! ACE! – Ace mollò una bastonata al suino in mezzo agli occhi. Il coso subito si girò gemendo e si allontanò.
– Ace! Ti ho detto “fermati” – disse Sabo mentre inseguivano il cinghiale.
– Te l'ho detto prima, no? Nessuno mi dice cosa fare! –
– Sì, ma... –
– E con nessuno intendo Dadan, nonno Garp e anche te! – rise Ace correndo. Il cinghiale continuava a correre come un matto. Di colpo Sabo si rese conto di dove andavano seguendo il bestione e si inchiodò sul posto.
– Ace! Fermati! –
– Nemmeno per idea! – rise Ace. Sabo sbuffò. Stavolta se la doveva cavare da solo, e lui l'avrebbe aiutato solo in caso di estrema necessità.
Ace continuò a correre bellamente ignaro di dove stesse andando e ignorando totalmente gli avvertimenti del biondo. Il cinghiale saltò. Ace lo imitò, rendendosi conto troppo tardi che sotto di lui c'era un buco di venti metri di altezza e dieci di larghezza. Che lui non poteva saltare.
– Aaaaaaaah Sabo! – ululò Ace cercadno di aggrapparsi all'aria. Il biondo sospirò e con una liana lo prese al lazo, bloccandogli la caduta.
– Uh... Sabo... – iniziò Ace con aria contrita.
– Sì? – chiese Sabo sorridendo.
– Ecco... credo che la prossima volta ti ascolterò... – borbottò Ace.
– Braaaaavo –
Ciao! Si nota molto che mi diverto a mettere nei guai Ace? Eccolo venire "domato" e capire che forse a volte ma non sempre può anche dare retta a qualcuno. Bye!