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Autore: tizianosmile    31/07/2012    20 recensioni
questa è una nuova fanfiction sui One Direction e su Justin Bieber, solo che Justin non me lo faceva aggiungere. e.e comunque sta ff è diversa dalle solite storielle d'amore, ok? leggetela e ditemi che ne pensate! (: x
Genere: Fantasy, Generale, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne, Louis Tomlinson, Niall Horan, Zayn Malik
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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CHAPPY 4. UNA STRANA GIORNATA.

 
 
Niall.
Stavo guardando uno dei miei migliori amici davanti a me, con Liam vicino ed ero sicuro che anche lui si chiedeva cosa ci facesse Harry in un negozio di animali, visto e considerato che li amava solo quando gli stavano lontani. Non era cattivo, certo, solo che alcuni animali gli davano allergia ed era meglio non vedere come si gonfiava la sua faccia vicino agli animali. (Si gonfiava come una mongolfiera!)
«I negozi dove volevo andare mi annoiavano e così sono venuto qui... cioè, stavo passeggiando e... sì, insomma ecco... Vi ho visti. Dalla vetrina, sì. Perché dalla vetrina si vede tutto... fuori. Ecco, sono entrato, ma non è che... – e si guardò intorno, facendo una smorfia vedendo gli animali in gabbia, e alcuni non molto carini in teche di vetro - ...Vabbé voi che fate?», disse incrociando le braccia e alzando un sopracciglio passando lo sguardo da me a Liam e viceversa.
Finsi di non notare il suo balbettio di parole incomprensibili. Quella era la prima volta che lo vedevo balbettare e fu una sorpresa che non diedi a vedere perché Harry è una di quelle persone che odia sentirsi dire le proprio debolezze, soprattutto se cerca di sembrare forte. Guardando Liam di sottecchi per vedere la sua reazione, mi accorsi che stava per parlare e così lo anticipai, evitando che dicesse qualcosa che non doveva: Liam era un tesoro, dolce sempre gentile, il genere di persona che cerca sempre il bene in tutto e tutti, anche quando non c’è. È quel genere di persona che vorresti avere sempre accanto perché sa come rallegrarti la giornata anche solo portandoti in un negozio di animali e facendoti girare a vuoto per tutto il negozio, era una persona che non si lamentava mai, ne per il troppo caldo, ne per il troppo freddo, ne se era stanco, e non si arrabbiava mai. Era una persona incapace a volere e fare del male, lui era... allergico alle cattiverie, certo, ma era anche molto ingenuo e impulsivo a volte, soprattutto nel parlare: diceva tutto quello che gli passava per la testa senza pensare che forse a volte avrebbe fatto meglio a stare zitto, soprattutto se aveva Harry come interlocutore. Non diceva mai nulla di cattivo, questo sì, ma a volte si accorgeva di troppe cose, un cambiamento d’umore, una piccola scia di tristezza negli occhi e quindi faceva domande, senza pensare che magari l’altra persona avrebbe solo voluto tenere per sé quelle emozioni. Così, per il bene di Liam decisi di salvargli la vita, Harry non sembrava in condizioni da sopportare le domande di Liam. «Liam voleva comprare un animaletto da portare a casa...», sbottai.
Liam mi guardò strano, come se avesse capito che doveva stare zitto e buono. “Buon per lui”, pensai. Adoravo Liam, sul serio, era un amico fantastico, il meglio che si potesse mai desiderare, ma capitava fin troppo spesso che dovessi parargli il culo. Scrollò le spalle e guardandomi con un occhiataccia disse: «Sì, ma non gli piace nessuna delle mie scelte, è ingiusto!», si lamentò incrociando le braccia al petto e mettendo il muso come un bambino di pochi anni.
Sbuffai alzando gli occhi al cielo. «Liam, serpenti e ratti non sono animali adatti da portare a casa...»
«Sì, ma qui li vendono, quindi sono domestici!», s’infervorò lui interrompendomi. Cosa che odiavo tra l’altro. Già gli dèi in generale odiavano essere interrotti, ma a me dava proprio sui nervi.
Lo guardai truce, pronto a una litigata degna di questo nome. «Vorresti davvero avere un serpente in giro per casa?! Bè io no e...»
«Che cosa?! ...Un che?! -, urlò Harry, saltandomi addosso spaventato e guardandosi attorno spaventato, come se avesse realizzato solo in quel momento che era in negozio di animali, con tanto di serpenti e ratti. Continuò a guardarsi in giro terrorizzato. - Qui... qui... vendono... serpenti? Cioè, serpenti veri? Che strisciano e... strisciano? Ma che razza di posto è questo?!», sbraitò.
Avrei riso di quella scena, se non fosse stato che Harry cercava di restarmi incollato addosso per non entrare in contatto con i mostri terrificanti. Ridacchiai a quel pensiero, ma la mia ilarità durò poco perché per me vigeva il detto “il gioco è bello quando dura poco” e infatti quella storia mi stava già annoiando. Cercai di scrollarmi Harry di dosso, perché nonostante sembrava piccolo e leggero in realtà pesava quanto tre elefanti incinti morti, con tanto di carri funebri. “Che pensieri carini che mi vengono”, pensai sarcastico. Cercai di guardare Harry negli occhi, ma l’impresa si rilevò ardua dato che Harry aveva le braccia intorno al mio collo, le gambe sui miei fianchi e la faccia buttata sulla mia spalla. Sbuffai. «È un negozio di animali, Harry. Qui, vendono animali. E i serpenti... sono animali», spiegai come se parlassi a un bambino piccolo. Ma l’unico maturo nel gruppo ero io? Iniziavo a rompermi sul serio.
Harry alzò la testa dalla mia spalla e mi guardò, scoccandomi un occhiataccia. «Lo so anche io che è un negozio di animali che vende serpenti che sono animali... ma... c’è gente che li compra sul serio?», sussurrò abbassando la voce e guardandomi con un espressione tra il confuso e sconcertato.
Stavo per rispondergli quando sentii dei gridolini alle mie spalle. Mi girai e vidi Liam che, in brodo di giuggiole, era tornato dal cucciolo di serpente e, con voce da cretino, gli dava stupidi nomignoli come ‘buffino’, ‘ciccino’ e ‘amoruccio’... per non parlare di ‘coccolino ciccioso’ e ‘occhietti dolci’. La mia voglia di vomitare venne sopraffatta da un’altra voglia: quella di tirargli qualsiasi cosa trovassi a portata di mano: foss’anche il serpente stesso. Sbuffai. Tornando a concentrarmi su Harry mi accorsi che anche lui aveva visto la stessa scena che avevo visto io, infatti fece un verso di disgusto e mi guardò come se cercasse conforto da parte mia, o anche solo qualcuno che lo capisse. In quel momento, come non mai, mi resi conto di provare la stessa cosa che provava Harry. Neanche a me piacevano i serpenti.
Addolcendo la voce, sussurrai: «Pensa che c’è gente come lui al mondo... se non peggio».
Rabbrividimmo entrambi al solo pensiero e tornammo a guardare Liam che coccolava e accarezzava il serpente, parlandogli pure. Ma chi si credeva di essere, Harry Potter quando parla serpentese?
«Pazzo...», borbottò Harry, scuotendo la testa.
 
Louis.
“Siamo nella merda fino al collo”, questo era il mio pensiero fisso mentre aiutavo il mio amico Justin a proteggere Mary, una ragazza mortale che era stata presa di mira da un branco di bulli arrapati.
«Che facciamo?», mi sussurrò Justin.
Lo guardai confuso. «È stata tua la brillante idea d’intrometterti. Pensa tu a qualcosa!»
Justin sbiancò. «Stai scherzando?»
Sbuffai. «E va bene! Pensiamo a qualcosa... tutti e tre... – dissi indicando anche la ragazza tra le braccia di Justin - ...non conta che sia una femmina, perché è colpa sua se siamo in questo casino! Quindi pensasse a qualcosa pure lei», sbottai.
E che cavolo. Se Justin voleva fare Superman buon per lui che volesse salvare la sua Lois, ma io non ero il suo aiutante e comunque mi toccava aiutarlo perché, non sarò stato il suo aiutante, ma rimanevo comunque suo amico. Sbuffai.
«Facciamo così – disse uno dei bulletti – se ci date la ragazza, sorvoleremo sul fatto che ci avete interrotti ok?», patteggiò.
Guardai Justin. «È perfetto! Riconsegnagli la ragazza e andiamocene! Abbiamo una partita in sospeso!»
Justin e la ragazza, Mary, mi guardarono confusi. «Che cosa? Stai scherzando, spero!», sbottò Justin.
Sbuffai. “No, non sto scherzando...”, pensai. «Sì, sto scherzando», borbottai.
Justin mi guardò di sottecchi, non convinto. Poi scrollò le spalle e disse, tutto pieno di coraggio: «Lasciate in pace Mary ok? Altrimenti dovremo passare alle maniere forti e non vi conviene perché... – si guardò attorno e si accorse solo allora che tutta la gente del bar nel negozio si era radunata lì attorno per osservare la scena - ...il mio amico è un campione di kakadè!», esclamò Justin indicandomi.
«Che cosa?!», esclamai girandomi a guardarlo confuso.
Lui mi guardò come a dire “tienimi il gioco” con gli occhi che m’imploravano e se avesse potuto si sarebbe inginocchiato, lo sapevo. Sbuffai. «Si dice karatè, comunque...», borbottai.
«Chi è che è un campione di karatè?», esclamò una voce familiare alle nostre spalle.
Quando mi girai a vedere chi è che avesse parlato in mezzo a tutta la calca di persone che si era creata lì attorno, riconobbi subito quegli occhi dorati, colorati dalla luce del negozio. Attorno a lui si era creato un mezzo cerchio di spazio, come se emanasse troppo calore dal corpo e la gente non sopportasse di stargli vicina. Lui alzò un sopracciglio e sorrise malizioso. «Gente – disse riferendosi ai bulli davanti a noi e a tutta la gente intorno a noi – se non vi levate di torno, qua finisce male», dichiarò.
Il suo consiglio suscitò l’effetto richiesto: tutta la gente rimasta lì a guardare il nostro litigio, velocemente come si era creata, altrettanto velocemente scemò, facendo rimanere solo i bulli confusi, mentre io mi trattenevo dal ridere, e Justin, felice di non dover affrontare i bulli da solo, che abbracciava la ragazza, Mary anche lei confusa.
«Noi non prendiamo ordini da nessuno», esclamò il capo della banda cercando di imporre il controllo assunto dal nuovo arrivato.
Zayn fece schioccare la lingua in un modo che molte ragazze avrebbero trovato sexy. Dio, quel ragazzo sì che era sexy da morire! «Se non sparite, ora, prima di subito, vi garantisco che non avrò pietà».
Qualcosa nella sua espressione dura e minacciosa, invitò i ragazzi a dargli retta e balbettando qualcosa sul “vendicarsi per una tale umiliazione” sparirono velocemente.
Io e Justin corremmo subito verso di Zayn ridendo come due pazzi. «Zayn che ci fai qui?», chiese tutto contento Justin.
Io incrociai le braccia al petto e sogghignai. «Non avevi altro di meglio da fare che venirci a tirare fuori dai casini?»
Zayn aprì le braccia in un segno di arresa e sorrise debolmente. «Una cosa del genere più o meno. Non è stata una bella giornata e non vedo l’ora di tornare a casa. Voi che dite?», chiese buttandomi un braccio sulle spalle, mentre l’altro lo buttava sulle spalle di Justin.
«A chi lo dici! Tutta questa tensione mi ha stremato, ho bisogno di un bagno e di una bella dormita!», esclamò Justin.
Risi. «Tensione? Amico, la prossima volta fatti i cavoli tuoi, che è meglio!»
Zayn s’intromise nella conversazione. «Che cosa è successo? Cioè, com’è iniziata la storia?», ridacchiò.
Risi ancora più forte. «Per una ragazza!»
Justin parve riprendersi e si colpì la fronte con una mano. «La ragazza!», si girò e tornò indietro di qualche passo, ma la ragazza era sparita.
«Dai, Justin, lascia perdere!», urlai.
Lui scosse la testa e tornò verso me e Zayn, che lo aspettava con un braccio sollevato. Dopo poco ci ritrovammo tutti abbracciati assieme che improvvisavamo una camminata di gruppo per uscire dal negozio. Certo, per uscire dalla porta ci volle un po’ dato che non riuscivamo a passare tutti e tre assieme e dovemmo lasciarci e passare uno per volta... per poi tornare abbracciati e cadere sul marciapiede perché eravamo finiti addosso ad altri tre ragazzi di un altro gruppo...
«Ahii!», si lamentò un ragazzo dell’altro gruppo.
«Ma perché cazzo non guardate dove mettete i piedi?!», ci sgridò Niall.
...
Niall?
Mi alzai di scatto e vidi Zayn addosso a Niall, uno sopra l’altro con le gambe intrecciate che cercavano di liberarsi, Justin era davanti ad Harry ed entrambi si massaggiavano la testa come se si fossero dati una testata, mentre Liam era a gambe all’aria sull’erba.
Scoppiai a ridere mentre Harry, Zayn e Niall mi fucilavano con lo sguardo ma alla fine anche loro scoppiarono a ridere, seguiti anche da Justin e Liam.
Guardando i miei amici che ridevano stesi per terra pensai a quanto quella era stata una giornata diversa, quasi piacevole nonostante tutto: davvero una giornata strana finita in un modo strano.
 
 
 
 
 
MYSPACE: CIAO A TUTTI E SCUSATE PER IL RITARDO, MA HO AVUTO DEI PROBLEMI DI RECENTE E NON SONO STATA IN VENA DI SCRIVERE. AHAHAHAHAH ^________^ MI SCUSO ANCORA. POI DOVRò CONTINUARE ANCHE L’ALTRA FF. D: MAMMA MIA, CHI ME LO HA FATTO FARE DI INIZIARNE DUE? AHAHAHAHAHAHAH VABBè FARò IN MODO DI FARCELA. XK IO POXXO AHAHAHAHAHAH (?) FORSE...
VABBE VI LASCIO ALLA STORIA, O ALLE RECENSIONI.
FATEMI SAPERE SE VI è PIACIUTO OK?
BACI. XOXO
  
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