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Autore: franceskik    31/07/2012    0 recensioni
_Rory!_ Zayn si alzò di scatto andandola ad abbracciare, ma la rossa indietreggiò.
_Zay.. Amore, no, no, no!_ E ogni singhiozzo distruggeva il cuore del moro che non capiva assolutamente niente di tutto ciò che stava succedendo.
_Rory cos'è successo?_
E la ragazza si sedette sul letto, con la testa fra le mani porgendo una busta gialla al suo fidanzato che con l'aria impaurita iniziò a leggere.
"Dalle visite effettuate, siamo arrivati ad una ragionata conclusione, ed a una diagnosi ben precisa.
Siamo spiacenti di comunicare ai signori Scott, genitori della ragazza Rory Scott, che la figlia è affetta da un'ormai avanzata forma di.."
Genere: Fluff, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I can be your hero baby,
I can kiss away the pain,
I will stand by you forever
You can take my breath away.

Hero-Enrique Iglesias.



Il moro era ancora lì, seduto sul suo divanetto, nel terrazzo della casa che aveva comprato ormai da due anni, con la sigaretta fra l'indice ed il medio, respirando aria londinese.
Guardava il cielo, e niente forse era più doloroso.
Ogni singolo centimetro di quella distesa riportava vagamente al pensiero dei suoi occhi, così casti, così puri, così suoi.
Ricordava che quando erano insieme su quel divanetto, osservavano le stelle e si giuravano amore eterno come due perfetti innamorati.
Perchè loro, beh, loro si amavano.
Per lui era il primo vero amore dopo una serie illimitata di scopate dirette, poco sensate e per niente amorevoli.
Per lei era una favola. Prima vera storia, primo ragazzo, prima storia, primo immenso sentimento!

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Si erano conosciuti una mattina di Gennaio, fuori l'aria gelida di una Londra spenta si abbatteva nella pelle di due ragazzi come loro, creando freddi e spiacevoli brividi.
Quel cielo era ricoperto da una serie di nuvole che avrebbero sicuramente portato ad una pioggia pressochè imminente.
Zayn entrò come ogni mattina al suo amato bar, ancora una volta affollato dai turisti che impazzivano solamente alla vista del manifesto con la scritta verde. "Starbucks."
Il bar londinese era affollato da diverse categorie di persone: Al bancone c'erano quelli da un cappuccino e via, con il portatile nella borsa, frettolosi di raggiungere l'ufficio, seduti ad un tavolino all'esterno, godendosi l'asfalto grigio della capitale c'erano invece i turisti che in quel locale trovavano una vena artistica, e poi c'era l'angolo destro vicino alla finestra, il posto in cui ormai da qualche anno Zayn si rifugiava la mattina ordinando un cappuccino non troppo caldo con una brioche e, osservando sempre il fondoschiena così perfettamente rotondo della cameriera vent'enne!
Ma quella mattina di Gennaio, con la brezza mattutina che aveva scompigliato il ciuffo del moro, beh, il fato aveva deciso che la tradizione doveva interrompersi.
Là, esattamente nella sedia, in cui ogni giorno puntuale alle 10.00 si sedeva Zayn, c'era un corpo.
Un corpo mai visto: minuto, bello, dolce.
C'era una ragazza.
I capelli rossi le disegnavano un profilo perfetto, i suoi occhi azzurri erano capaci di abbattere anche il buio più profondo.
La sua aria da brava ragazza eccitava il moro, sì, avrebbe voluto tanto passare una notte con quella bella rossa, e toglierle da quel volto l'immagine così casta e angelica!
Eppure il moro non riusciva proprio a staccarle gli occhi di dosso, quella ragazza possedeva una speciale calamita, e non poteva attirare meglio!
Sì avvicino al tavolo, con la sua camminata convinta, la sua aria sensuale, perchè lui era Zayn Jawaad Malik.
Lo chiamavano "Bel culetto pakistano", quindi sì, poteva permettersi di essere convinto.
Eppure tra tutte le sue ammiratrici, tute loro, tra tutte quelle con cui aveva leggermente scopato, lui, Pakistan, aveva un debole per quella rossa dagli occhi cielo!
_E' il mio posto dolcezza!_
E sì, lui era estremamente convinto di fare colpo, perchè sapeva quanto piaceva all'occhio femminile.
La ragazza sollevò i suoi occhi, li puntò contro quelli del ragazzo ed entrambi rimasero in silenzio, forse i tre secondi più dolci della storia.
Zayn folgorò, il suo battito perse vitalità, sembrava di svenire. Mai e poi mai aveva sentito quel crampo allo stomaco.
La ragazza avvampò, tale bellezza era un pugno al cuore.
Le farfalle nello stomaco d'entrambi? Erano solo gelose dei loro sguardi complici.
_Non vedo scritto il tuo nome!_ rispose a tono la rossa.
_Ma se non sai neppure come mi chiamo!_ E Zayn, e il suo tono sensuale, le sue movenze sexy fecero sussultare la ragazza.
Il moro si sedette di fronte a lei ed al suo pc. Non aveva il permesso ma la voglia di conoscere quella meraviglia superava ogni regola di galateo.
_Piacere Zayn!_ sorrise il moro porgendo la mano destra.
_Piacere Rory!_ rispose incantata da quel sorriso la ragazza, stringendo la pelle morbida di lui.

E i due iniziarono a parlare, e ridevano e si osservavano negli occhi, ed era tutto bellissimo. Passavano nuove ordinazioni, nuove colazioni insieme, uscite al cinema.
Fino a quella sera, in cui Zayn accompagnò la ragazza a casa, non potevano più resistere e si baciarono, sfiorando i palati l'un dell'altra e toccando il paradiso.
E iniziò una storia durata un'immenso anno, splendida, passionale, vitale.
Era la storia di un film, si amavano i due giovani, inseparabili e felici.
Lei la bella principessa innamorata e insicura.
Lui il principe che la rendeva felice e il cui sorriso uccideva ogni dubbio della principessa.
Litigavano a volte, per banalità dovute alle solite gelosie, ma poi scoprivano ancora quanto si amassero e niente e nessuno riusciva a separarli.
E tutto andava in discesa in quel rapporto.
Ogni loro sorriso era paragonabile ad un raggio di sole.
I loro sguardi erano il luccichio di una stella che brilla in una distesa blu.
Si eran giurati amore eterno davanti alla solita pizza, guardando il cielo Londinese.
Si eran detti quelle due stupende parole mentre le fredde goccie di pioggia disegnavano il profilo del loro volto.

E poi si son detti addio, così una mattina come tutte le altre.
Zayn si svegliò, allungò una mano per accarezzare la sua fidanzata ma accanto a lui il letto era vuoto.
Aprì gli occhi, Rory era in piedi, in lacrime, con gli occhi gonfi e i singhiozzi smorzati per non crear troppo rumore e dare fastidio.
Aveva davanti a sè una valigia, riponeva i suoi vestiti dentro con fare rapido ed isterico.
_Rory!_ Zayn si alzò di scatto andandola ad abbracciare, ma la rossa indietreggiò.
_Zay.. Amore, no, no, no!_ E ogni singhiozzo distruggeva il cuore del moro che non capiva assolutamente niente di tutto ciò che stava succedendo.
_Rory cos'è successo?_
E la ragazza si sedette sul letto, con la testa fra le mani porgendo una busta gialla al suo fidanzato che con l'aria impaurita iniziò a leggere.

"Dalle visite effettuate, siamo arrivati ad una ragionata conclusione, ed a una diagnosi ben precisa.
Siamo spiacenti di comunicare ai signori Scott, genitori della ragazza Rory Scott, che la figlia è affetta da un'ormai avanzata forma di.."

E il moro crollò.
Ben due mesi prima, la sua fidanzata aveva effettuato alcune visite, sua madre aveva avuto paura ed era stata insospettita, appunto, dagli strani comportamenti della figlia, ma con lui Rory era stata sempre solare e sorridente ecco perchè aveva ritenuto le ipotesi della donna infondate.
Ma carta cantava.
Quella lettera parlava chiaro, quelle scritte avevano ucciso Zayn: Rory era affetta da un'avanzata forma di anoressia.
Ed ovviamente per guarire doveva trasferirsi nel cuore di New York, in uno dei maggiori centri di cura.
_Ti prego dimmi che... dimmi che non è vero tesoro.. New York, cazzo New York_
E gli occhi di Zayn inziavano a farsi lucidi.
La ragazza alzò lo sguardo, le sue lacrime lasciavano ben intendere che niente di tutta quella merda assomigliasse ad uno scherzo, niente.
I due si abbracciarono, non c'erano parole, cosa dovevano dirsi? Cosa?
Non potevano evitare: Lei doveva guarire, era necessario, era ovviamente obbligatorio.
_Per quan.....?_ Lacrimò Zayn appoggiando la sua testa in quella della ragazza.
_Un.... un anno!_ urlò di dolore Rory.
E non c'era assolutamente niente da dire.
Il moro scoppiò, strinsero il loro abbraccio mentre dell'odiosa acqua salata bagnava le megliette di entrambi.

La mattina dopo la voce metallica della solita hostess dell'areoporto, anunciava la partenza del volo 5826 diretto a New York City.
L'America, la grande mela, 5572 Kilometri, 365 giorni di distanza, ma no, quello non doveva esser un addio, non poteva cazzo, no.
_Sei forte amore, conterò i giorni che mi mancheranno per vedere ancora il tuo sorriso!_
E Zayn doveva trattenersi, e non piangere e farsi forte per trasmettere quella determinazione a quella ragazza, col corpo decisamente troppo minuto.
_Ti amo Zayn!_ Rory sprofondò nelle braccia del ragazzo mentre una lacrima rigava la guancia destra.
Il moro sorrise. _Ti amo più io piccola rossa!_ E la chiamava così scherzando, e Zayn amava vederla sorridere, e lui doveva farle capire che tutto andava bene, anche se no, non era assolutamente così.

-------
E ogni santissima sera, per un intero anno Zayn si sedeva lì, in quel divanetto ed osservava il cielo ricordando i momenti insieme.
Augurava la buonanotte alle stelle lanciando un bacio, nella speranza che il vento lo portasse oltre-oceano.
Il moro aveva vent'anni, non credeva a Babbo Natale, nè ai miracoli, sapeva che quel bacio era insignificante, che mai sarebbe arrivato a lei, ma doveva farlo, doveva.
Sì sentiva bene, si sentiva libero, e quindi lui doveva baciare il cielo, passava per stupido, ma la distanza da quella ragazza, dalla sua perfetta ragazza lo aveva reso stupido e ancor più innamorato!

Non potevano sentirsi, la cura psicologica non lo prevedeva.
Cazzate.
La cura psicologica di Rory era Zayn, era il sorriso che aveva quando stavano insieme, era la passione che concedevano quando passavano la notte insieme, era il loro amore. Quei bastardi l'avevano allontanato da tutto quello, ed un bacio scagliato contro una nuvola grigia era il minimo che il moro potesse regalarle.

E quella sera l'atmosfera era la stessa, quella di ogni santa volta.
La sigaretta di Zayn dissolveva il suo fumo nell'aria, riempiedo ancor di più i polmoni del moro, a cui in fondo quel tabacco regalava libertà.

E ancora Il moro calò i suoi pantaloni, immaginava la sua ragazza e la mano destra lavorava automaticamente.
Lo chiamano autoerotismo, troppo riduttivo.
Quello, quel momento di intimità tra il moro e i suoi boxer era l'unico anello di congiunzione che poteva avere con la sua ragazza.
Quindi no, non era autoerotismo, era solamente un amore a distanza di un anno, 5826 kilometri, 365 giorni.

E Zayn finì così, mentre l'ennesima lacrima solcava il viso, avrebbe voluto tanto poterla riabbracciare invece doveva limitarsi ad una sega.

Mandò il bacio e tornò in casa, salì le scale, stanco, diretto verso il letto, ma il "dlin-dlon" del campanello lo fece tornare a pieno terra.
Aprì con aria irritata la porta.

_Rory!_
Rimase immobile il moro, non proferiva parola, lasciò andare una lacrima gelida, mentre gli occhi si sgranavano e non credevano.
Paura che fosse l'ennesimo sogno che ricorreva, così scosse la testa ma l'immagine non scomparì.
Era lì, era la realtà, quella stupenda ragazza che stava sorridendo era proprio Rory, la sua amata Rory.
La rossa gli corse fra le braccia, i due si abbracciarono, la stessa intensità di quel momento concesso in areoporto un anno prima, ma erano molto più colorati gli stati d'animo.
_Zayn, Zayn..._
Ed era solo emozione, i loro cuori battevano all'unisono, mentre il respiro di entrambi si faceva più affannato.

_Shh._ La blocclò il ragazzo mettendo il proprio indice sulle labbra della rossa. _Ti amo._ le sussurrò.
Rory avvampò, gli mancava la sua voce, gli mancavano quelle due magiche paroline, i suoi occhi che luccicavano, gli mancava lui, il loro amore perfetto.
_Dio, Zayn ti amo anche io._
E non c'era bisogno di recuperare un anno di conversazioni.
Non c'era la necessita.
Il loro "Ti amo" comunicava molto di più di mille frasi ad effetto, il loro abbraccio trasmetteva emozioni, i loro occhi lucidi dall'emozione e la loro tremarella erano quella conferma di cui entrambi avevano bisogno.
Quella conferma che stava sussurrando alle loro orecchie che loro erano perfetti.
Perfetti insieme.
E adesso, dopo un anno, 5826 klometri, 365 giori,  milioni di baci retratti di distanza, non si sarebbero lasciati, mai più.


Allora premetto che è moltissimo che non mi dedico alla scrittura di os etero, perchè mi sono sciolta e affermata per quelle slash (?)
Cooomunque bellezze, dopo tanto ho deciso di riprendere con questo genere e sono certa e consapevole che non sia venuto fuori un capolavoro!
Ma beh, mi farebbe piacere sapere cosa ne pensate proprio per cercare di capire dove sbaglio.
Quindi please lasciatemi una piccola recensione, non sapete quanto mi renderebbe felice.
Grazie mille a tutti, veramente.
Baci,
Fra.
  
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