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Autore: E22    01/08/2012    5 recensioni
Tutte le volte che Harry Styles sorrideva a Liam Payne, il Tassorosso inciampava.
Era già successo dinanzi all’intera sala grande riunita per la cena, nell’aula del professor Higgins durante il cambio d'ora, di fronte alla capanna di Hagrid e nel bagno del sesto piano, davanti agli amici con cui il Serpeverde stava saltando una noiosissima lezione del quinto anno di Storia della Magia. Ogni volta Liam arrossiva, iniziava a balbettare e, evitando fermamente di incrociare lo sguardo divertito del ragazzo più piccolo, scappava a cercare Zayn per potergli raccontare l’ennesima figuraccia.
L’unico sollievo del castano era di non dover condividere anche il dormitorio e gli orari di lezione con il ricciolino, se no sarebbe riuscito ad uccidersi in qualche tragico – comico - incidente nel giro di una giornata.
(Slash, fluff, HP!AU, Lirry)
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Liam Payne
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Note: penso di aver fatto un casino con l'html :S Nel caso rifaccio tutto (ma spero fortemente di no).
Ciao. Aiuto! Ecco a voi la mia prima OS verde (volevo convincere Matti, il mio consulente, che fosse gialla ma lui mi ha fatto capire che no, è proprio verde prato). Spero vi possa piacere e sappiate che ho stra paura.
Si tratta di un AU Harry Potter, quindi ambientata ad Hogwarst! Le case erano predefiinite (anche se io ho un po' di dubbi recenti sulle case, ma shhhh, lasciamo stare). Sono un 4010 parole circa di fluff (o di tentativo di fluff)! Le ho scritte in due orette scarse, quindi ci saranno ripetizioni, errori ed altre brutte cose; so che non dovrei fare le cose di fretta ma sto partecipando ad un concorso ed ho voglia di scrivere tantissimo quinid sfrutto l'iperattività!
VI prego, siate buoni! Io prego che piaccia! (AHHHH!!!)
Grazie a mille a tutti, siete l'amore!

 

A Precipitiamo.
Perché quando porpongo idee assurde come concorsi, lei mi da corda e tira fuori meraviglie. Perché la amo e lo ricordo settimanalmente. Perché ieri notte, e tutte le notti delle ultime settimane, siamo stati up all night insieme, a sclerare su twitter.
E non vado avanti, perché voglio scrivere una Nouis, ho fame e devo pubblicare prima di cambiare idea!








 

Tutte le volte che Harry Styles sorrideva a Liam Payne, il Tassorosso inciampava.
Era già successo dinanzi all’intera sala grande riunita per la cena, nell’aula del professor Higgins durante il cambio d'ora, di fronte alla capanna di Hagrid e nel bagno del sesto piano, davanti agli amici con cui il Serpeverde stava saltando una noiosissima lezione del quinto anno di Storia della Magia. Ogni volta Liam arrossiva, iniziava a balbettare e, evitando fermamente di incrociare lo sguardo divertito del ragazzo più piccolo, scappava a cercare Zayn per potergli raccontare l’ennesima figuraccia.
L’unico sollievo del castano era di non dover condividere anche il dormitorio e gli orari di lezione con il ricciolino, se no sarebbe riuscito ad uccidersi in qualche tragico – comico - incidente nel giro di una giornata.

“Potresti parlargli!”, Liam guardò scettico il suo migliore mentre questo fumava tranquillo, appoggiato alla pianta che usava per nascondersi dalla vista degli insegnanti.

“Pensavo che voi Corvonero foste quelli brillanti. Come faccio a parlargli se ogni volta che mi avvicino a lui, cado o rischio di uccidermi? E poi perché dovrei parlargli? Voglio solo smetterla di fare queste figuracce, non voglio certo diventare suo amico”, a fine frase abbassò il volto, lasciando che i suoi capelli mossi gli coprissero gli occhi, evitando così di incrociare gli sguardi un po’ divertiti ed un po’ accusatori di Zayn e Niall.
Odiava essere così facile da leggere, ma dopotutto era un Tassorosso, cosa altro poteva aspettarsi? Soprattutto dai suoi due migliori amici che lo conoscevano da quando, timido undicenne, aveva messo piede nella famosa Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.

“Tu non vuoi essere suo amico, tu vorresti fartelo e basta”, la frase divertita di Niall fece sorridere Zayn che, aspirando un po’ di fumo, attirò il proprio ragazzo contro il suo petto, stringendolo con un braccio e lasciando che nascondesse una risata contro la sua clavicola.

“Nialler sei un deficiente. Io non voglio farmi proprio nessuno. Non mi piace Har … Styles; non mi piace Styles”, non capiva più niente. Non poteva essersi seriamente preso una cotta per quel ragazzino che passava le giornate a sorridere seducente alla gente; era solo confuso perché era carino, ecco. Si trattava solo di una forte attrazione nei confronti dei suo ricci bellissimi, delle sue fossette dolcissime, delle labbra sempre sorridenti e del corpo che … okay, forse si era un po’ infatuato di Harry Styles.

“Allora perché ti manda così in agitazione? Insomma, è un ragazzino come tanti altri; certo, è bellissimo”, l’irlandese sdraiato sulle sue gambe tirò un pugnetto sugli addominali di Zayn che però riuscì a bloccarlo in tempo, “ma se non ti piacesse che problema ci sarebbe?”, Liam raccolse le gambe al petto e vi si appoggiò con la testa, fissando pensieroso il dito di Zayn che sfiorava, senza neanche accorgersi, il naso di Niall, “poi gli piaci anche tu. Non capisco perché tu ti stia facendo tutti questi problemi!”, alzò lo sguardo di scatto e fissò sconvolto il Corvonero.

“Cos … Cosa stai dicendo?”

“Liam, ti fissa sempre ed ogni volta che incroci il suo sguardo ti sorride tutto felice, mi sembra piuttosto ovvio che tu gli piaccia almeno un pochino!”, continuò il più grande.

“E poi, ogni volta che cadi, invece di ridere per la tua stupidità, sorride ed abbassa lo sguardo. Non un sorriso da presa in giro; uno di quei sorrisi, mh, non saprei come descriverli, ma mi hai capito, vero?”, lo sguardo complice dell'irlandese non aiutò Liam, il quale ormai non stava più capendo niente. Anzi, forse non aveva mai capito niente e basta.

“Come quando Nialler si sporca di Nutella sulla guancia o, senza alcun logico motivo, sulla fronte, e Zayn gli sorride come se fosse la cosa più adorabile del mondo. Patetici”, la voce allegra di Louis anticipò l’abbraccio fortissimo con cui stritolò il Tassorosso, ancora troppo sconvolto per poter ricambiare.

“Simpatico come sempre Tomlinson”, borbottò Zayn, infastidito più dal solletico che il più grande stava facendo al suo ragazzo che dalla sua precedente frase.

“Comunque gli piaci; ad Harry, dico. Sai quando mi hai accompagnato a comprare il lucido per il mio manico di scopa, settimana scorsa? Ecco, Styles ha passato tutto il tempo che siamo stati alla cassa a guardarti il sedere; si era come incantato, tanto che pensavo gli avessero fatto un qualche incantesimo”, Louis, con la sua parlata a macchinetta, riuscì a far completamente arrossire il Tassorosso, “anzi, stavo per chiederti se puoi venire ad assistere alla nostra partita in mutande, sabato. Così quando quel maledetto cercatore vedrà il boccino, io sfodererò te come arma segreta dei Grifondoro”, tra le risate generali, Liam cercò di non morire di autocombustione spontanea.


 
Venerdì pomeriggio Liam decise di andare a studiare sulle gradinate del campo di Quidditch; per quanto potesse sembrare strano, era il posto più silenzioso del castello quando non vi erano partite od allenamenti ed il Tassorosso ci si rifugiava spesso.
Era intento a cercare di risolvere un compito di Pozioni, maledicendosi per non essersi fatto aiutare da Zayn, quando sentì degli strani rumori provenire giù nel campo; il tempo di alzare lo sguardo dal libro ed Harry Styles stava volando davanti a lui, sorridendo tutto allegro coi ricciolini che scivolavano davanti agli occhi verdi.

“Ciao; Liam, giusto?”, risvegliandosi dalla specie di trance in cui era caduto – e ricordandosi di chiudere la bocca – il Tassorosso si alzò di scatto, chiudendo i libri e cercando di afferrare la borsa.

“Ehi, sì, sono Liam. Scusa, non pensavo ci fossero gli allenamenti di Serpeverde, sparisco subito e …”, per colpa dei movimenti troppo veloci – e per il sorriso di Harry a pochi passi da lui -, il ragazzo inciampò, ruzzolando sul gradino inferiore e graffiandosi sul terreno ruvido degli spalti, “ahia”.

“Cavolo”, scendendo con un salto – agile, senza cadute imbarazzanti come le sue – dalla scopa, Harry gli si avvicinò e cercò di capire dove si fosse fatto male.
Con gli occhi leggermente lucidi, per l’umiliazione ed un po’ per il dolore, Liam lo vide sollevargli delicato i palmi delle mani, sfiorando con la punta dell’indice le escoriazioni lì presenti, come se le volesse studiare.

“Ti fa male anche qualcos’altro?”, sempre tenendogli i polsi, Harry alzò lo sguardo per guardarlo negli occhi e Liam si incantò ad osservare quanto fossero perfetti il suo viso ed i suoi occhi.

“Ehm. Sì, penso di essermi un po’ graffiato la gamba, ma non ti preoccupare. Non fare tardi all’allenamento per stare qui con me! Ora vado da Madame Tomlinson e sistemo tutto”, con le guance in fiamme, Liam provò ad alzarsi, sentendo subito le mani del più piccolo sorreggerlo per i fianchi.

“No, ti accompagno! Poi non c’è nessun allenamento, ero venuto solo a fare un giretto sulla scopa, quindi non ti preoccupare”, Liam si chiese come fosse possibile sentire il calore delle sue mani anche attraverso la divisa.

“Mi dispiace aver rovinato il tuo momento di pausa allora! Scusa, sono un disastro”, si sentiva davvero un guaio ambulante; chissà quanto lo considerava sfigato Harry, che era sempre così perfetto in tutto.

“Non mi hai rovinato niente; mi fa piacere stare un po’ con te. E se sei un disastro, sei un disastro adorabile”, Harry lo avrebbe trovato strano se si fosse messo a giocare con le fossette che spuntavano quando sorrideva in quel modo?


 
“Styles! Hai fatto di nuovo a botte con quel combina guai di mio figlio? Mi chiedo se si darà mai una regolata quel ragazzo, che esempio darà alle bambine?”, la mamma di Louis, parlando velocemente, si avvicinò loro studiandoli attentamente.

“No, è Liam che è scivolato sulle gradinate dello stadio e si è fatto male alle mani ed alla gamba destra”, il Tassorosso notò la tranquillità con cui Harry si muoveva in infermeria e sorrise nel pensare a quante volta c’era finito per i motivi più vari.

“Oh, Liam caro! Siediti su quel letto un attimo; Harry accompagnalo”, la donna prese due batuffoli di cotone e, prima di passarli al Serpeverde, li bagnò con un liquido color violetto, “tieni, passagli questi sulle mani e poi aiutalo a togliersi i pantaloni. Devo andare un attimo a dare queste pastiglie al professor Carr e poi vengo a controllare la ferita sulla gamba, okay? Cinque minuti!”, prima ancora di finire la frase era fuori dalla stanza, un po’ come faceva il figlio, lasciando i due ragazzi a guardarsi imbarazzati.
Harry gli afferrò il polso con una mano, massaggiandolo leggermente con il pollice, e poi iniziò con l’altra a disinfettare i vari graffi presenti sul palmo. Avevo un’adorabile espressione concentrata sul viso, con la lingua tra le labbra e gli occhi socchiusi, e Liam avrebbe davvero voluto fargli notare che non stava eseguendo nessuna operazione complicata, solo che era così bello e non voleva indispettirlo, quindi stette zitto.
Una volta finita anche l’altra mano, Harry buttò il primo batuffolo nel cestino lì vicino e Liam provò a serrare la mano, non riuscendoci. Sollevò lo sguardo per chiedere spiegazioni ad Harry e questo, ormai esperto di medicazioni magiche per tutte le volte in cui si era ferito, gli spiegò che era uno speciale tipo di disinfettante creato per eliminare ogni traccia di Tetano Salterino, batterio presente nei terreni dei campi da Quidditch e negli edifici limitrofi, che aveva l’effetto collaterale di immobilizzare i muscoli per quattro minuti.

“Ora …”, la voce di Harry, per la prima volta da quando si erano parlati, gli sembrò un po’ incerta, quindi lo fisso curioso, “dovrei aiutarti a …”, indicò i suoi pantaloni, “sai, no?”, disse infine sorridendo con le guance leggermente arrossate.

“Oh! Sì, ma non ti preoccup…”, ma le mani di Harry stavano già slacciando incerte i pantaloni neri della divisa, facendo uscire il bottone dalla asola e facendo scorrere piano la cerniera. Sempre con lo sguardo basso, le guance rosse e le mani un po’ tremanti, il Serpeverde lo aiutò a sfilarli completamente, mettendosi poi a piegarli imbarazzato.

“Grazie e scusa”, la voce di Liam era quasi un borbottio inudibile ed Harry si sentì stringere il cuore per la tenerezza, guardandolo; solo che, sollevando lo sguardo, si trovò ad ammirare le gambe nude del ragazzo ed i boxer blu aderenti, in parte coperti dalla camicia bianca della divisa.

“Ehm. Non ti preoccupare, è stato un piacere. Cioè, no, volevo dire che non ti avrei mai lasciato ferito e da solo!”, finita la frase Harry si bloccò a fissarlo negli occhi e Liam sentì il suo battito accelerare.
Con le mani immobilizzate tenute sopra il materasso, il Tassorosso fissò il ricciolino avvicinarsi sempre più finché, ad un soffio dalle sue labbra, entrambi chiusero gli occhi e si scambiarono un dolce bacio. Harry mise una mano sul retro del suo collo ed approfondì il contatto, disegnando con la lingua il contorno della sue labbra e Liam, non appena sentì tornare la sensibilità alle dita, non resistette alla tentazione di immergere le mani tra i capelli ricci di lui.

“Uff! Quel professore è così insopportabile; non so come si riescano a seguire le lezioni di Babbanologia senza aver mal di testa”, la voce di Jay Tomlinson li fece staccare di scatto, Harry indietreggiò incerto verso la porta ed il Tassorosso rimase a fissarlo con la bocca aperta, “Liam caro, fammi vedere la gamba”, le dita fredde dell’infermiera lo fecero sussultare leggermente, ma in ogni caso non riuscì a distogliere lo sguardo dal ragazzo più piccolo che, rosso in viso, scappò dalla stanza.
"Oh, che brutta ferita! Harry, mi passi la pozione violetta, per favore?”, mormorò la donna, girandosi per cercare il Serpeverde, “ma dove è andato? Bah, che strano quel ragazzo. Non pensavo foste amici, non vi avevo mai visti parlare, caro!”, disse sorridente la madre di Louis mentre guardava Liam boccheggiare incerto, rosso in faccia, “tesoro, sei sicuro di non aver picchiato anche la testa, sì?”


 
“Ti ha baciato?”, erano al tavolo di Tassorosso per la cena e, dopo che Liam aveva trovato il coraggio per confidarsi con Niall, questo aveva deciso di urlare la notizia al mondo.

“Ma vuoi abbassare la voce? Ci stanno guardando tutti!”, mentre stringeva la mano del biondino per intimargli silenzio, sentì delle braccia avvolgergli le spalle ed un corpo appoggiarsi completamente alla sua schiena per riuscire a sporgersi e rubare una patatina dal suo piatto, “Louis, sono sicuro che anche a Grifondoro ci sia del cibo”.

“Sì, ma lì non c’è Nialler che urla tutte le ultime notizie sulla vita sessuale del mio caro ed amato vicino di casa. È mio dovere saperle; devo proteggere la tua virtù, l’ho promesso tempo fa a tua sorella maggiore; che donna!”, Liam si chiese seriamente cosa avesse fatto di male per meritarsi dei migliori amici così inopportuni, “e poi, guarda il tavolo di Serpeverde”, mentre parlava, si avvicinò maggiormente a lui, stringendogli le braccia sul petto e respirandogli sul collo; il Tassorosso alzò lo sguardo, incuriosito dalla risata di Niall, e vide lo sguardo ferito ed insicuro di Harry fisso su di loro, “sembra quasi che voglia uccidermi, pensi che se adesso ti dessi un bacino innocente, mi potrebbe sfidare a duello?”, per quanto il più piccolo pregò che non facesse niente di stupido, subito sentì le labbra di Louis sulla sua guancia, pericolosamente vicine alla bocca e, non avendo distolto lo sguardo da Styles, lo vide alzarsi di scatto ed uscire dalla Sala Grande.

“Signor Tomlinson. Devo forse ricordargli che lei è un Grifondoro e che non è un comportamento onorevole importunare gli studenti più piccoli delle altre case?”

“Quindi posso importunare quelli della mia casa, preside Cowell?”, con un colpetto sulla spalla, Louis si raddrizzò e camminò tutto allegro verso il tavolo della sua casa.

“Ci vediamo stasera per la punizione. Credo non abbia bisogno di indicazioni per raggiungere la Sala dei Trofei che dovrà pulire, giusto?”, la risata di Niall riempì nuovamente la sala.

“Certo signor Preside, a stasera”.



“Ehi”, dopo due giorni in cui non riusciva ad incontrare da nessuna parte il più piccolo, Liam si era convinto che lo stesse evitando, quindi fu sorpreso si trovarselo davanti quando entrò nel bagno dei ragazzi del terzo piano, dopo l’ora di cena.

“Oh, ciao”, con sguardo basso coperto dai ricci, Harry fece per uscire dalla porta, superandolo, ma Liam, istintivamente, lo bloccò per il polso.

“Possiamo, mh, possiamo parlare?”, il Serpeverde lo fissò negli occhi ed il Tassorosso sentì la sua già poca sicurezza svanire.

“Sì, scusa. Ascolta, non avevo capito che tu e Tomlinson stavate insieme. Cioè, sapevo che eravate amici fin da piccoli perché spesso eri con lui quando ti guard- vedevo, ma non pensavo veramente che foste insieme”, nel parlare si sistemò i capelli, agitando la testa e spostando il ciuffo con la mano, “quindi facciamo finta di niente e-“

“Non stiamo insieme”, Liam sentì l’esigenza di mettere subito in chiaro le cose, prima che finisse di parlare.

“Cosa, scusa?”, il Serpeverde lo guardò spaesato per un attimo.

“Non stiamo insieme! Mai stati; siamo amici e basta!”

“Oh! Quindi, tu hai l’abitudine di baciare i ragazzi per gioco oppure- ”, il Tassorosso sentì il viso andargli in fiamme mentre Harry lo guardava ridacchiando.

“No! No, giuro. È solo Louis che è stupido, scusami. Gli stavo parlando di quello che è successo tra noi, sai, e lui ha visto che ci stavi guardando così ha fatto l’idiota come al solito”, iniziò a parlare a macchinetta, grattandosi agitato la voglia sul collo, “io non bacio i ragazzi per gioco. Mai. Davvero!”, alle sue parole, Harry ridacchiò piano, avvicinandosi e fermandogli la mano con cui si torturava il collo, prendendola per il polso.

“Quindi, quando ci siamo baciati, era una cosa seria?”

“Sì. No. Cosa?”, l’attenzione di Liam era tutta per gli occhi e le labbra di Harry, così vicini a lui, e per il calore della mano sul suo polso.

“Sei così adorabile”, il Serpeverde fece un passo in avanti ed il Tassorosso uno indietro, istintivamente, “mi piaci, lo sai? E ci siamo baciati, non per gioco, giusto?”, un’altra volta, un passo in avanti ed uno indietro.

“Non per gioco, no”, le labbra del riccio avevano qualcosa di stupendo ed incantevole, Liam non riusciva a distogliere lo sguardo, almeno finché non si ritrovò a chiudere gli occhi per ricambiare il bacio che il più piccolo gli diede sulle labbra.
Rimasero a baciarsi così per un po’, Liam contro un cubicolo del bagno ed Harry pressato contro di lui, ad accarezzargli i fianchi, fino a quando il più piccolo non aprì la porta dietro il castano e questo, quasi inciampando, non si ritrovò dentro il bagnetto.

“Sta arrivando qualcuno”, fu la frase veloce con cui Harry liquidò lo sguardo interrogativo di Liam, prima di ricominciare a baciarlo.
Sentirono dei passi e poi delle voci divertite per un paio di minuti, prima che il silenzio tornasse a riempiere la stanza; loro continuarono a baciarsi, con le mani del più piccolo che sfioravano la pelle sotto la camicia e quelle del più grande a giocare coi suoi ricci. Quando Harry iniziò a lasciargli un succhiotto sul collo, Liam si rese conto di quanto tempo fosse passato ed, allontanandolo, avvertì il compagno dell’orario.

“Mh, fa niente. Stiamo qua tutta la notte?”, mormorò Harry cercando di ribaciarlo.

“In un bagno?”, rispose ridendo Liam, mettendogli le mani sul petto.

“Sì, ti prego”, la bocca che iniziava a mordicchiargli la clavicola, convincendolo quasi.

“No, non possiamo. C’è il coprifuoco e poi la sai la storia dei troll che aggrediscono gli alunni soli in bagno, no?”, la voce che mal tratteneva i gemiti.

“Non siamo soli.”

“Ma siamo al terzo piano. Potrebbe arrivare Mirtilla ed io non voglio che ci veda fare- non voglio vederla”, prima di interrompersi vide un sorriso furbo nascere sul visino angelico del più piccolo, “dai, andiamo”

“Okay, andiamo. Non sia mai che un fantasma ci faccia da voyeur”

“Stupido”, borbottò il più grande mentre lo spingeva fuori dal cubicolo.


 
“Hai un succhiotto sul collo”, Liam arrossì all’affermazione di Zayn, detta durante la lezione di Trasfigurazione, “c’è qualcosa che devi dirmi?”

“Cavolo”, borbottò cercando di coprirsi, “dove?”

“Qua”, ridacchiò il Corvonero sfiorandogli la pelle arrossata con la punta delle dita, “aspetta un attimo”, il ragazzo tirò fuori la bacchetta e sussurrò un incantesimo, “sai, la pelle di Nialler diventa subito rossa anche solo con un-”

“Va bene, ho capito. Penso di avervi visto troppe volte in azione, posso risparmiarmi il racconto, grazie”, gli occhi bassi a giocare con una piuma, “ieri Harry mi ha baciato. Ci siamo incontrati in bagno e dopo cinque minuti ci stavamo baciando. È stato bellissimo; lui è bellissimo”

“Ed avete anche parlato tra una pomiciata e l’altra o le vostre lingue vi ostacolavano troppo? Cioè, che cosa siete ora?”, la razionalità di Zayn colpì Liam al centro del petto. Lui non era per gli sbaciucchiamenti segreti e per le avventure di una notte; voleva poter uscire tranquillamente con il proprio ragazzo, vivendo tutte quelle cose stupide e dolci che si fanno ai primi appuntamenti.
Voleva sentire i brividi lungo la schiena quando Harry gli avrebbe preso la mano davanti a tutti, o sentirsi le guance in fiamme per il primo bacio in pubblico; voleva l’imbarazzo del primo appuntamento e perfino le battutine stupide di Louis ogniqualvolta li avrebbe visti insieme.

“No, non abbiamo parlato. Appena lo incontro oggi provo a parlargli”, mormorò con voce triste il più piccolo, spaventato dall’aver desiderato troppo.

“Sono sicuro che, nonostante la fama dei Serpeverde, Harry sia un bravissimo ragazzo, ma non voglio vederti soffrire, okay?”, la mano di Zayn a stringergli la spalla ed un sorriso sulle labbra di entrambi.


 
“Ehi, Harry! Possiamo parlare un attimo?”, era riuscito ad intercettarlo durante la pausa pomeridiana, insieme ad un gruppetto di altri Serpeverde, e si era fatto coraggio per parlargli.

“Certo, vieni”, il riccio gli sorrise, lo afferrò per il polso, evitandogli così una caduta stupida, e lo trascinò nella stanza vuota all’ingresso del secondo piano, “dimmi!”, ma Liam non poteva parlare se lui lo baciava sul collo in quel modo, massaggiandogli i fianchi e cercando di sfiorargli la pelle del ventre sotto la camicia.

“Harry, credo che noi dovremmo-”, ma il Serpeverde gli aveva sbottonato i primi bottoni della divisa, deciso a lasciargli tanti piccoli succhiotti lungo la clavicola e Liam si dovette appoggiare alla cattedra dietro di lui per non cadere.
Si sentiva andare in fiamme, con le mani di Harry che lo sfioravano ovunque e la sua bocca che non si staccava mai dalla sua pelle; sentì il suo respiro salire lungo il collo, procurandogli mille brividi, e poi il più piccolo gli morse giocoso il lobo dell’orecchio.

“Non dovevi dirmi qualcosa?”

“Sì”, Liam deglutì a vuoto, con le labbra secche e gli occhi spalancati, “solo che non riesco-”, un sospiro, “non riesco a pensare o a parlare se mi stai così vicino”, il più piccolo ridacchiò e, alzando le mani in aria, fece un passo indietro.

“Anzi, è proprio di questo che voglio parlare”, Liam abbassò lo sguardo e si sedette sulla cattedra, “io non riesco a ragionare quando mi tocchi o mi baci e tutte le volte in cui mi sorridi, inciampo come uno stupido. Penso di essere completamente cotto di te e non posso nasconderlo. Mi piaci e perdo quel minimo di dignità che ho quando mi stai attorno quindi, prima di rendermi ancora più ridicolo di quanto non abbia già fatto finora, io ti piaccio o sono solo, non so, un passatempo?”, non appena finì di pronunciare la domanda sentì le mani di Harry sollevargli il viso e le sue labbra baciarlo più passionalmente del solito – beh, rispetto alle altre poche volte in cui si erano baciati, almeno.
Nell’impeto del bacio, il Serpeverde lo fece scivolare lungo la cattedra su cui era seduto per riuscire a salire a cavalcioni sulle sue gambe, approfondendo il bacio e stringendo le dita tra i suoi capelli.

“Mi piaci da impazzire, se non l’avessi capito”, mormorò sulle sue labbra ancora gonfie per il bacio,
con gli occhi chiusi, “mi piaci quando arrossisci o quando balbetti nel parlarmi. Ogni volta che inciampi mi si stringe il cuore e vorrei solo abbracciarti senza lasciarti andare; quando Louis ti ha dato quel bacio è stata la prima volta che avrei voluto fare a botte con lui per un motivo che non riguardava minimamente il Quidditch, così come sono geloso di quel Malik e dell’irlandese nonostante sappia che stanno insieme”, il respiro di entrambi era sempre più affannoso e le mani continuavano a sfiorare i rispettivi corpi, scoprendosi e studiandosi, “ho una gigantesca cotta per te da anni e quando ti ho visto sulle gradinate, quel giorno, ho pensato di buttarmi”, aveva iniziato a parlare sulla sua guancia, sfiorandolo con le labbra ad ogni parole, “certo, non avrei pensato che ti saresti buttato tu, cadendo dalle gradinate, ma almeno ti ho potuto baciare”, Liam sentiva il cuore esplodergli nel petto, “e ti ho visto anche in mutande, per di più”, ridacchiò mentre gli sfiorava il fondoschiena e lo faceva arrossire.

“Quindi”, ma Harry non resistette e gli diede un veloce bacio, “quindi è una cosa seria?”

“Se tu vuoi, per me è assolutamente una cosa seria”, Liam pensò che gli occhi del Serpeverde non gli erano mai sembrati così belli e luminosi.

“Sì, sì. Voglio che sia una cosa seria”, aggiunse velocemente mentre, deglutendo, gli fissava le labbra.

“Okay”, un bacio, “va bene”, un altro bacio ed un piccola spinta di bacino che fece completamente rabbrividire il più grande, “allora credo sia il caso di”, un altro piccolo bacio e poi si fece forza sulle mani per alzarsi, “fare le cose come si deve”, finì porgendogli una mano per invitarlo a seguirlo in piedi.

“Cosa dobbiamo fare?”, chiese il più grande, reggendosi al ricciolino per non cadere dalle sue stesse gambe.

“Vuoi venire con me ad Hogsmeade questa domenica?”, chiese Harry con tono serio ma con un sorriso incantevole.

“Sì, assolutamente”, mormorò prima di attirarlo vicino e baciarlo, “però se dovessi scivolare non prendermi in giro, okay?”

“Se lo conosco bene, ci penserà Tomlinson a prendere in giro entrambi, o no?” e sorrise, facendogli tremare le gambe un’altra volta.

   
 
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