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Autore: smarti90210    01/08/2012    0 recensioni
Ci sono persone destinate che non riescono a incontrarsi mai e si accontentano di amare un'altra persona, ma ci sono persone destinate ad amarsi per l'eternità.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Loki
Note: Movieverse | Avvertimenti: nessuno
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Era scritto che dovessi restare fedele all'incubo che avevo scelto.” pensò Loki mentre si lasciava tristemente trasportare dall'aria.

Una voce metallica lo accolse sul pianeta dei Chitauri, dopo aver attraversato il portale spazio-temporale.

- Asgardiano, hai fatto bene a consegnarti al nostro glorioso popolo, ma questo gesto non ti salverà la vita. Tu morirai per mano del nostro re – sibilò un Chitauro afferrando Loki.

- Stupida creatura, lasciami!!-

- Non hai compreso la situazione, stolto – urlò il Chitauro sfoderando un'arma affilata.

- L'hai voluto tu- disse Loki con un sorriso cinico. Il Dio degli Inganni si portò velocemente le mani al petto, posizionandole l'una sull'altra. Tra i suoi palmi si generò una luce blu che colpì il Chitauro riducendolo in mille pezzi. Si girò verso una delle guardie e rise compiaciuto.

- Portami dal tuo sovrano oppure farai la sua stessa fine.- I suoi occhi fiammeggiarono e la guardia annuì.

La prima cosa che notò Loki fu la luce. Non assomigliava alla luce del Sole che aveva visto sulla Terra e neppure a quella delle candele o delle lampade. Era smorta per nulla calda e accogliente ed era fissa, senza oscillazioni. Il cielo era straordinariamente scuro, di un blu molto vicino al nero. Alla vista di un cielo simile si era portati a domandarsi se la luce esistesse davvero.

In silenzio, i due si incamminarono verso la residenza del sovrano. Era un silenzio vuoto e gelido come la morte.

Arrivarono sulla soglia di un grande edificio in rovina, salirono una lunga rampa di scale e passarono sopra un'ampia vasca di pietra. Tutto era piatto e desolato. Le mura erano gremite di guardie ma nessuno osò avvicinarsi a Loki.

- Asgardiano, come osi presentarti così spavaldo sul mio pianeta dopo aver fallito la missione che ti avevo affidato?- urlò il re dei chitauri.

- Io non ho fallito.- disse serio mentre passeggiava lungo il perimetro della stanza in rovina. Si voltò in direzione del re e si avvicinò.

- Hai distrutto metà del mio esercito, non mi hai consegnato il Tesseract, ma ancor peggio hai permesso che finisse nelle mani di tuo fratello, il semi-dio Thor.-

Loki si posizionò al centro della stanza mentre ascoltava le parole severe del re, alzò un braccio lentamente così un frammento del Tesseract si materializzò sopra il palmo della sua mano. La folla di chitauri bisbigliava intorno a lui.

- Ho rubato un frammento del Tesseract, con questa energia aprirò un portale che ci codurrà sulla Terra- ci fu un brusio di sottofondo, me nessuno disse qualcosa. -Spezzerò le vite dei Vendicatori. Dopo aver compiuto la mia vendetta ti consegnerò quest' ultimo frammento di energia, così ripagherò il mio debito.-

Il capo dei chitauri si spostò rapidamente davanti a Loki e gli afferrò con violenza un polso.

- Sembri smarrito.- disse mentre gli analizzava la mano. Notò l'anello che Laila aveva regalato al principe.

- Questo anello è stato forgiato da un umano ed è simbolo di un forte legame- Loki restò immobile, tendendo ogni muscolo del suo corpo, sotto la presa del chitauro. - C'è ancora umanità in te, io la eliminerò trasferendola in questo anello. Non mi fai paura, ho bisogno di te quindi ti asseconderò ma questa volta non fallirai. La tua ambizione è gretta, nasce da un bisogno infantile. Noi guardiamo oltre la vendetta, bramiamo il potere.-

Una luce avvolse Loki, lo sollevò e lo lasciò ricadere a terra. D'un tratto gli balenò alla mente quello che aveva fatto sulla Terra. Lo ricordava perfettamente, ma non sentiva nulla. Tutto l'amore che aveva provato per Laila era dentro di lui, ma era come se Loki fosse diventato un semplice spettatore.

Il Dio degli Inganni rimase a terra, avvolto in una nube di fumo, il suo corpo bruciava.

Il chitauro che aveva scortato Loki si avvicinò e disse:

- E adesso? Dobbiamo ancora decidere cosa fare di quest'essere umano. Sire, voi pensate che impedirmi di ucciderlo sia stata una cosa giusta, ma io dico che come minimo dovremmo tenerlo prigioniero a vita. Non mi sogno di lasciarlo andare, tornerebbe dai suoi e ci tradirebbe! Siamo diventati pazzi a regalare la vita a un essere simile?-

Il chitauro avrebbe ucciso Loki in quell'istante se due compagni non si fossero messi in mezzo e non l'avessero costretto con la forza a tornarsene al suo posto, dove continuarono a tenerlo ben saldo.

A Loki parve di sentire la terra tremare, come se qualcuno gli martellasse sotto i piedi. Il re si diresse verso una pietra liscia e piatta, e cominciò a bussare, picchiando con i piedi. Dopo un pezzo la pietra fu rimossa da qualcuno o da qualcosa che si trovava al di sotto e vide un buco nero, rotondo, da cui fuoriuscivano un gran calore e una quantità di vapore.

- Crederò in chiunque, uomo o creatura non importa, sia disposto a ridurre in polpette i barbari che abitano il pianeta Terra, e li cacci. Troppo a lungo abbiamo vissuto su questo pianeta in declino, costretti all'esilio. I tempi sono maturi, cari amici. Tarva, mio indomito guerriero è giunta l'ora, questo figlio di Odino non oserà ribellarsi al mio volere e ci consegnerà il potere.- disse il re.

Aveva parlato in tono così deciso e solenne che né Loki né gli altri ebbero un momento di esitazione; si erano convinti di poter vincere la guerra contro i Vendicatori e sentivano che era venuto il momento di dichiararla.

- Lunga vita al re!- gridò Tarva – I miei figli e io siamo pronti a combattere . Allora quando ci sarà la battaglia?-

- Presto- disse il sovrano – Non ci resterebbe che svegliare gli spiriti maligni del pozzo. Allora si che avremmo fatto un buon lavoro.-

- E non possiamo farlo?- chiese Loki che si reggeva in piedi a stento.

- No- spiegò Tarva – Non abbiamo nessun potere su di loro. Quando Odino si è impossessato di questo pianeta, abbattendo le foreste e deviando le correnti, le naiadi sono cadute in un sonno profondo. Come facciamo a sapere se vogliono svegliarsi di nuovo e assecondarci nel nostro desiderio di conquista? Gli abitanti dell'Universo temono questi spiriti, i nostri nemici impazzirebbero dal terrore. Le naiadi hanno la capacità di assumere la forma di ciò che amiamo profondamente o che odiamo, portando il nemico ad affrontare i suoi demoni.-

- Certo che a voi chitauri la fantasia non manca- esclamò Loki che non credeva a nulla di quanto aveva appena detto Tarva.

- Sono solo leggende! Le naiadi non hanno questi poteri...A questo punto non sarebbe fantastico se le pietre decidessero di scagliarsi direttamente contro i Vendicatori?- esordì Loki mentre lanciava un sasso dentro il buco nero.

A queste parole Tarva borbottò qualcosa, poi scese un lungo silenzio; Loki stava quasi per cadere addormentato quando gli parve di sentire una voce lontana salire dalla profonda caverna.

Sto sognando.” pensò, e chiuse gli occhi. Gli parve di sentire la voce di Laila, e forse sentì qualcosa che assomigliava a un battito leggero, quasi un sibilo. Di scatto sollevò la testa: il rumore cessò e una nube scura scaturì dall'incavo nel terreno. Loki si voltò e vide tutti i chitauri in piedi, fissi in direzione della coltre di nebbia. La nube si diresse verso il centro della stanza, prendendo sembianze umane. Mentre avanzava la sua forma si faceva più nitida.

La figura si fermò davanti al Dio degli Inganni. Era una ragazza alta, vestita di un lungo abito turchese che le lasciava le braccia nude. Le testa era scoperta, i capelli biondi e lunghi ricadevano sulle spalle. La nube aveva preso le sembianze di Laila.

- Non osare assumere tale forma, immonda creatura!- esclamò Loki in tono di disprezzo.

Quando la naiade parlò , dalla folla si levò un confuso mormorio di timore. Per un attimo anche il sovrano sembrò colto dal panico e restò a guardarla, muto.

La naiade scoppiò in una risata selvaggia e gridò: - Hai molte tenebre nel tuo cuore, principino. Ma il ricordo di questa ragazza tormenta profondamente il tuo animo. Sarà divertente giocare con te.-

- Smettila strega!!- disse Loki mentre afferrava i polsi della nemica costringendola ad inginocchiarsi.

- Loki...Loki perchè mi stai facendo questo? Sono io, Laila. Perché mi hai abbandonato? Io ti amo. Lasciami andare così potremmo stare insieme per sempre.- disse dolcemente la naiade mentre il suo viso si rigava di finte lacrime.

- Laila...mi dispiace- disse con voce soffocata – Non meritavi di soffrire così tanto a causa mia. La mia vita è cambiata quando ti ho vista a New York. So che, quando lo dico, alcune persone restano meravigliate. Sei la mia luce.- Porse la mano alla naiade e si inginocchiò davanti a lei. Ora erano vicini.

- Incredibile- ribatté – Fidati di me Loki. Finalmente ci siamo ritrovati. Staremo insieme per sempre.-

Tutti aspettarono in silenzio, mentre le due figure rimanevano immobili al centro della stanza. A stento Loki riuscì a trattenere il riso, ma non poté resistere a lungo, scoppiò in una sonora e cinica risata.

La naiade aveva la faccia stravolta dalla malvagità e dallo stupore, Loki sfilò con un rapido gesto un coltello affilato dalla cintura. Prima di vibrare il colpo si chinò su di lei, si avvicinò al suo orecchio e con voce fremente chiese: - Dunque, chi ha vinto? E tu, pazza, credevi davvero che con questa scenetta mi avresti messo in difficoltà davanti ai chitauri, mostrando loro il mio lato umano? Volevi salvare la tua gente, lo so, conosco la vera storia del popolo delle naiadi. Odino vi ha intrappolate su questo fetido pianeta per punirvi. Io ti ucciderò al posto della tua gente. Ma quando sarai morta, chi mi impedirà di ucciderli tutti? Chi strapperà il tuo amato sovrano dalle mie mani, allora? Mi hai consegnato, e per sempre, questa gente, il Tesseract e la Terra. Hai perso la tua vita ma non salverai la loro. Comprendilo finalmente e muori nella tua disperazione.-

Vibrò il colpo e la naiade che lo fissava con una faccia piena di terrore si dissolse nell'aria con un urlo disperato.

Quando Loki si rialzò sembrava più che mai in buona salute. Il suo volto era ripulito da ogni emozione, aveva uno sguardo limpido e pulito che trasmetteva forza e fierezza, non aveva tormenti né esitazioni né sofferenze. Era lo sguardo immortale di chi non aveva nessuna debolezza umana. Si precipitò verso il re e con fare ansioso disse: -Sono tornato, Maestà. Eccomi!-

Il capo dei chitauri batté le mani con fare imperioso e soddisfatto, davanti a lui comparve Tarva.

- Prepara i tuoi uomini. Adesso questo Asgardiano è pronto per guidarci verso la nostra vendetta!-

  
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