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Autore: Levity    14/02/2007    4 recensioni
Può Wilson far dimenticare House alla giovane Cameron? House riuscirà a dimostrare i suoi sentimenti a Allison per non perderla?
Genere: Romantico, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Allison Cameron, Greg House, James Wilson
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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CAPITOLO 3 - FORSE MAI...

House si sentì mancare, aveva suonato a casa di Jimmy, ma ad aprirgli la porta non era stato di certo lui! Allison Cameron stava ora in piedi, innanzi a lui, il volto istintivamente arrossato non appena l’aveva visto, le braccia incrociate, lo sguardo basso…il diagnosta la guardò da capo a piedi, stupito e confuso nel trovarla li, poi lo sguardo corse ai vestiti della donna, erano gli stessi del giorno precedente, ed erano anche un po’ stropicciati, House batté le palpebre come a volersi destare da un incubo, poi capì, aveva capito subito in realtà, ma non voleva crederci…-oh…- disse sottovoce mentre oltrepassava la ragazza ed entrava nel salotto, normalmente avrebbe fatto una battutina ad alta voce per destare l’attenzione dell’amico, per fargli vedere quanto era stato rapido nel coglierlo in flagrante con una “nuova fiamma”, ma in quel momento non fece battute, non disse nemmeno una parola, si sentiva svuotato, tradito dal suo migliore amico e dalla donna che aveva dato ormai per scontato essere sua…

 

-House io…- iniziò Cameron prima di zittirsi, senza trovare parole da dire: si sentiva in dovere di trovare una giustificazione per la sua presenza in quel luogo, una spiegazione al fatto che indossava gli stessi vestiti del giorno prima, cosa che lui aveva sicuramente notato…

-Allison lo zucchero è qui se ti serve!- gridò Wilson dalla cucina, -ehm…non è la vicina temo…- disse in risposta House, la voce incredibilmente fredda, non c’era assolutamente tono ironico nelle sue parole, -anche se dalla reazione di Cameron presumo che avreste preferito se tutto il quartiere fosse venuto a chiederti lo zucchero…- eccola, una delle sue solite battute, ma…fatta come per proteggersi da qualcosa di troppo grande per sostenere con una semplice conversazione…

Wilson sentendo una voce familiare nell’altra stanza si affrettò ad andare a vedere –House?- chiese incerto nonostante la figura del diagnosta fosse ora d’innanzi a lui, -già…io…io avevo bisogno di parlarti, ma…vedo che sei…occupato- sottolineò l’ultima parola con una punta di amarezza, lanciando uno sguardo di sbieco alla donna, che abbassò il viso e arrossì, imbarazzata e colpevole…

-Ehm…io stavo andando veramente…- disse d’istinto Allison suscitando un borbottio stupito da parte di Wilson, -vi lascio ai vostri discorsi eh…ciao!- detto questo aprì la porta e uscì, senza attendere una risposta da nessuno dei due, senza attendere la reazione dell’oncologo…

House lanciò un ultimo sguardo a Wilson, era carico di rancore, certo, l’uomo non ne poteva nulla se lui non era stato abbastanza sveglio con la donna, ma la situazione gli bruciava parecchio, perciò dopo pochi istanti aprì anch’esso la porta, -Buon appetito James…- disse con tono torvo, quasi gli augurasse di strozzarsi con la propria cena.

 

Cameron era letteralmente corsa fuori dall’abitazione di James, era andato tutto storto! Certo, prima o poi House avrebbe dovuto saperlo, ma non in quel momento, non in quel modo…sentì le lacrime rigarle il volto, le lasciò correre, senza curarsene, camminava dritta davanti a se, il buio ormai sovrano, spezzato solo dalla luce di qualche lampione. Poche le persone in strada, e nessuna di queste si curava di una giovane donna che avanzava piangendo, la lasciavano alla sua tristezza, al suo dolore, alle sue incertezze…

Ad un certo punto sentì dei passi attutiti alle sue spalle, una camminata che conosceva bene, fin troppo…si voltò e pochi metri dietro di se scorse House, la testa china, probabilmente non l’aveva neppure notata…camminava a passo lento, la moto sicuramente era parcheggiata sotto casa di Wilson, la donna sospirò tristemente, indecisa su cosa fare, le lacrime che ancora le facevano compagnia.

Poi all’improvviso il diagnosta alzò il capo, e la vide, i loro occhi si incrociarono, e indugiarono gli uni negli altri per un lungo istante. I due erano immobili, ad alcuni metri di distanza l’uno dall’altra, poi Cameron agì, non capì dove prese il coraggio per farlo, non capì cosa la spinse a farlo, ma cominciò ad avanzare verso di lui, prima lentamente, poi correndo, lo raggiunse nel giro di pochi attimi, non si fermò, gli si buttò contro, abbracciandolo e dando sfogo al suo pianto…

Lui ricambiò l’abbraccio, non piangeva, ma molto probabilmente aveva gli occhi lucidi…rimasero stretti così per un’eternità, lui le accarezzava la testa, lei continuava a piangere e a stringere la giacca dell’uomo, quasi non volesse farlo allontanare…-perché?- le sussurrò lui semplicemente, senza far cessare il contatto, -perché sei andata da lui?- la domanda era retorica, la risposta era ovvia, ma lei decise di esporgli i propri pensieri, -non…non mi ami…io non…non ce la faccio più ad aspettarti, sapendo che tanto tu non arriverai mai…-.

Lui non replicò, si limitò a stringerla ancora a se, cercando di far cessare il suo pianto. Intanto in strada, un auto nera stava passando con il finestrino abbassato, Wilson guardò con occhi tristi la scena, nonostante tutto non l’avrebbe mai avuta realmente per se…

un nuovo capitolo, la storia sta prendendo una piega interessante, non trovate? spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo ^^ grazie per i commenti, lasciatene ancora che fan sempre piacere!!!
buon san Valentino a tutti ^___^

  
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