Le sue labbra continuavano a baciargli il collo, lambendogli la pelle, mordicchiandola, sogghignando soddisfatto nel vederla arrossarsi sotto quelle attenzioni. Louis al contrario suo sperava che i segni non arrivassero fino al giorno dopo, altrimenti come li avrebbe spiegati a tutti gli altri? E soprattutto a Eleonor? Ma non si divincolava, non chiedeva di smetterla, perché lui quelle attenzioni le desiderava più di ogni altra cosa. Quella lingua calda sul suo collo, quelle mani che si muovevano impazienti sul suo corpo. Lui sentiva che ne aveva bisogno, un assoluto bisogno, più del caffè la mattina, più di un bicchiere d’acqua nella più torrida delle estati, quasi più di quell’aria, di quell’ossigeno, che in questo momento cercava di catturare il più possibile, per non soccombere a quelle attenzioni tanto agognate.
Ricordava perfettamente come si erano incontrati e le emozioni che aveva provato. Si era sentito come un bambino in una pasticceria. Lui entra, si guarda intorno e poi la vede, la torta più bella che abbia mai visto. E sa che non sarà mai contento finche non l’avrà assaggiata. E ci potrebbero essere un miliardo di torte migliori, ma lui ha scelto lei e non vuole assolutamente niente che non sia lei. E si dimenerà, piangerà, batterà i piedi per terra finche non l’avrà.
Ma c’è una cosa che i bambini non sanno, ed è che mangiare troppi dolci può far male. Harry per Louis è esattamente come una torta e Louis si è completamente intossicato di Harry. Era stato avido e aveva voluto tutto per se quel dolce ipercalorico e privo di sostanze nutritive che era Harry Styles. Ora può piangere quanto vuole per l’indigestione, ma non può farci assolutamente niente, avrebbe dovuto leggere gli ingredienti e darsela a gambe quando era in tempo. Ma si sa, Louis è un bambino, non pensa alle conseguenze, vuole qualcosa e se lo prende. È per questo che ora lacrime amare scendono dai suoi occhi, guardando l’ennesima foto di Harry con una trentenne di cui né lui né il riccio ricordano il nome, è per questo che si rifugia tra le gambe aperte di Eleonor immaginando il suo migliore amico al posto della sua fidanzata. Ma poi torna a casa, gli occhi di Harry, maliziosi e allo stesso tempo dolci, si insinuano fino a incollarsi ai suoi e tutto ricomincia. Le loro labbra si scontrano, le man si cercano e l’unica cosa che Louis vorrebbe è sbattersi Harry fino a farlo urlare, perché vuole sentire le sue urla perforargli i timpani e entrargli dentro. Vuole tatuare i suoi tocchi sul suo cuore e ingoiare ogni suo gemito. Vuole sentirlo completamente suo, non solo nel corpo. Perché Louis lo ama, lo ama così tanto da farsi male. E sa che Harry prova le stesse cose. Lo sente dalle sue guance salate per le sue lacrime, quando torna dopo una giornata con Eleonor. Lo sente dalla dolcezza con cui lo sveglia la mattina, dai baci, le carezze, gli sguardi. Lo sente dal modo in cui lo difende, andando contro chiunque per il suo Boo Bear. È per questo che non ha più paura. Per questo non è più così pesante quel segreto che si porta dentro da ormai due anni. Per questo motivo ora non ha più sensi di colpa o rimpianti aprendo la porta di casa dopo un appuntamento con Eleonor. E il suo cuore piange di gioia, non sentendo più le lacrime sul volto di Harry. In fondo era così facile, erano bastate solo due semplici parole per risolvere le cose. E si sentiva davvero bene ora, non c’era più nessuna macchia a oscurare l’amore che prova. Non crede più che sia sbagliato, non gli importa più di niente ora che si spinge nel corpo di Harry, sentendolo urlare il suo nome. E crede di poter avere un infarto quando Harry, dopo essere venuto gli risponde con uno stanco, ma felice “Ti amo anch’io”. E Louis continua a intossicarsi del suo Harry, fino a fare indigestione.