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Autore: MusicInTheAir    01/08/2012    6 recensioni
Kiseop si piegò leggermente in avanti, per fissare quel bambino seduto sull’ erba secca ed ingiallita, con le spalle curve ed affiancato da un cane enorme.
-Io mi chiamo Kiseop, e tu?-
Silenzio.
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 7

Kiseop si rigirò nel letto, mugugnando qualcosa di incomprensibile e privo di ogni senso.

Sospirò, sentendo il calore della luce del sole sul suo corpo.

Si passò pigramente una mano tra i capelli, aprendo piano gli occhi.

Si aspettava una luce piuttosto forte, invece il cielo era coperto di nuvole grigie, ed una nebbia fitta incombeva sul paesaggio. L’ unica cosa che riusciva a distinguere, era il palo della luce situato proprio davanti alla finestra.

Sbatté le palpebre, confuso.

Si chiese da dove provenisse quel calore che la stava ancora riscaldando, ma quando abbassò lo sguardo, la risposta era davanti ai suoi occhi, e non poteva essere più bella.

Kevin aveva la testa poggiata sul suo petto, e con un braccio gli cingeva la vita, mentre il resto del corpo era incollato al suo.

Aveva gli occhi socchiusi, persi tra la coltre opaca fuori dall’ abitazione, e con movimenti lenti e leggeri gli stava accarezzando il fianco.

Sorrise, sembrava davvero un angelo.

Alzò lo sguardo all’ improvviso, incrociando il suo sguardo, e lo vide arrossire.

-Buongiorno.-

Sussurrò, sorridendogli ed alzandosi, baciandolo dolcemente sul labbro inferiore.

-Anche a te. Dormito bene?-

-Ovvio, c’ eri tu accanto a me.-

Rise, accarezzandogli il viso.

-Da quanto tempo eri sveglio?-

-Da un po’. Mi piace osservare la nebbia, mi aiuta a pensare.-

-Oh, ed a cosa dovresti pensare? Hai dubbi su di noi?-

Scosse convulsamente la testa, ed abbassò lo sguardo.

Non se la sentiva di rispondergli, perché si trattava di Narae. Era sua madre, e sapeva quanto fosse legato a lei, inoltre c’ era quella ragazza di cui gli aveva parlato. All’ improvviso, quello che la notte precedente gli era sembrato tutto bellissimo e con un futuro sereno, si stava sgretolando tra le sue mani come carta bruciata.

-Non ti lascerò mai, qualsiasi cosa accada, lo sai questo, vero?-

Disse Kiseop, intuendo come sempre i suoi pensieri e rassicurandolo solo come lui era in grado di fare.

-Ho paura che a tua madre non vada bene.-

-Si, anche io. Tua madre, invece?-

-Lei aveva già capito che mi ero innamorato di te, e le va bene.-

Sorrise, ripensando al tono premuroso con cui Jiwon gli aveva chiesto di prendersi cura del suo piccolo angelo.

Ammirava quella donna da sempre, perché anche se ci provava con tutto se stesso, il suo amore non riusciva a superare quello di lei.

Si chiese quante madri riuscissero ad amare così tanto un bambino che non è in grado di parlare, di esprimere i suoi sentimenti, e sentiva di nutrire un profondo sentimento per lei, le voleva bene perché non aveva in alcun modo intaccato quello che stava nascendo tra loro, nonostante ne fosse a conoscenza.

Le era grato, perché gli aveva permesso di amare quel bambino silenzioso ed indifeso, che si nascondeva dietro una coda bianca e folta.

-Convincerò anche mia madre.-

Disse, alla fine, abbracciandolo e rotolando leggermente, in modo che entrambi potessero essere stesi e guardarsi negli occhi.

-Kiseop...Quella ragazza di cui mi hai parlato...-

Annuì.

-Si chiama Joohyun.-

-Si, lei. Cosa...C’ è tra voi due?-

-Per me nulla.-

-E per lei?-

-Credo che si sia innamorata di me. Prima di entrare in casa, mi ha baciato.-

Kevin si morse il labbro inferiore, allungando una mano ad accarezzargli il braccio.

Era più muscoloso di come ricordava. E lo aveva capito mentre,  facendo l’ amore, lo aveva stretto talmente forte che per poco non gli mancava il respiro.

-E tu hai ricambiato?-

-Io?-

Rise.

-Io ho pensato che baci molto meglio tu. E non ho ricambiato.-

Lo fece arrossire, e non riuscì a trattenersi dall’ allungarsi verso di lui e baciarlo.

Aveva le labbra morbide e lisce, se avesse potuto lo avrebbe baciato per ora.

-Mh...Seop...-

Ansimò, mentre scendeva lungo il suo collo, ed una mano andava a stuzzicargli l’ intimità.

-Non fermarmi Kevin, non posso riuscirci.-

Kevin ingoiò rumorosamente, spingendolo via, controvoglia.

-Però devi. Non puoi illudere questa ragazza, le farai solo del male. Devi chiarire.-

Sussurrò, mettendosi seduto.

Nel fare quel gesto, il lenzuolo si mosse e gli scoprì una parte della gamba.

Kiseop distolse lo sguardo.

Se voleva che si andasse a scusare, non era il caso di provocare.

Il rosso sospirò, ghignando e guardandolo di sottecchi.

-Hai ragione. E’ il caso che mi rivesto.-

Disse, alzandosi e camminando verso il bagno, ma quando fu vicino alla parte del compagno, afferrò il lenzuolo e lo sfilò via, lasciando che quella luce opaca e malinconica lo accarezzasse, mostrandolo in tutta la sua bellezza.

Kevin, dalla sorpresa, iniziò a cercare qualcosa con cui coprirsi.

-Aspetta, voglio che rimani così.-

Gli sussurrò all’ orecchio, per poi allontanarsi ed afferrare qualcosa da sotto il letto.

-Cos’ è?-

Chiese, guardandolo curioso.

-Una polaroid. Apparteneva a mio nonno, e mia madre l’ ha conservata per ricordo. Si possono fare ancora qualche foto.-

Sorrise, guardandolo.

-Non ti muovere e sorridi.-

Aggiunse, guardandolo con una strana luce in fondo agli occhi.

Il flash illuminò per un secondo la stanza, e da una fessura sulla macchina fotografica, scivolò via la foto.

Kiseop si sedette sul letto accanto a lui, e sventolò la foto per un po’, finchè l’ immagine apparve nitida ed incolore.

-E’ in bianco e nero, perché è molto vecchia, ma così sei ancora più bello.-

Sussurrò, sorridendogli.

Kevin sorrise timidamente, poi si alzò e si sedette cavalcioni sulle sue gambe.

-Ti...Ti dispiace andare dopo, da quella ragazza?-

Il rosso poggiò la fronte sul suo petto, accarezzandogli la schiena.

-Tutto può aspettare, se sei tu a chiedermelo.-

Sussurrò, lasciandosi stendere nuovamente sul letto.

***

La neve era ferma sugli orli dei marciapiedi, lasciando libero il passaggio a persone e macchine, nonostante fosse troppo freddo per andare in giro.

Kevin si soffiò sulle mani, cercando di riscaldarle, e guardò il cielo.

L’ aria era secca, ed il freddo umido si insinuava sotto i vestiti per andare a congelare le ossa.

Sospirò, stringendosi nella spalle e guardandosi attorno.

Non c’ era nessuno, quel giorno.

Qualcuno lo abbracciò da dietro.

-Sei sicuro di volerlo fare da solo? Guarda che non è un tipo tranquillo.-

-Non ti preoccupare, lo so prendere.-

-Ah, su questo non ho dubbi.-

Rise Kiseop, mordendogli scherzosamente l’ orecchio.

-Vai da Joohyun, allungare i tempi vuol dire peggiorare le cose.-

-Stavo pensando di far venire lui qui. Così ti tengo d’ occhio e non vi disturbo.-

-Se questo ti fa sentire più tranquillo.-

-Allora la chiamo.-

Esclamò, estraendo il cellulare dalla tasca dei pantaloni ed allontanandosi.

Il castano sorrise, leccandosi poi le labbra e, precedendo il compagno,  entrò nel bar.

Era meno caldo rispetto alla volta precedente, ma non abbastanza da tenersi addosso il giubbino.

Mentre se lo sfilava dalle spalle, si guardò attorno, individuando subito, tra i pochi clienti, una testolina bionda che annuiva al cameriere.

Si avvicinò con cautela.

Il cameriere gli sorrise e lo indicò con un cenno del capo, che fece voltare lentamente il ragazzo. Se non ricordava male, lo aveva chiamato Hoon.

-Allora ti porto il solito.-

-Si, grazie.-

Eli gli fece l’ occhiolino, poi tornò a guardare Kevin.

-Bentornato.-

Lo salutò, facendogli l’ occhiolino.

E non seppe cosa, o perché, lo fece.

Nella sua mente era scoccato qualcosa di strano.

Come un cane che non vede per troppo tempo il padrone.

Saltò letteralmente verso di lui e gli buttò le braccia al collo, stringendolo stretto.

-Ciao, Eli.-

-Ah, è bello sapere che ti sono mancato.-

Rise, ricambiando, poi guardò l’ entrata.

Quando Kiseop li vide fece una smorfia di disapprovazione, tuttavia non li interruppe. Si sedette solo ad un tavolino poco lontano da loro, ad aspettare chissà cosa.

-Dì un po’, tu ed il tuo amico...-

-Non è più mio amico.-

-No? E perché?-

-E’ il mio...-

Si interruppe.

Non perché fosse insicuro, ma non sapeva davvero come chiamarlo. Lo aveva sentito, in molti film, quella parola che si usa per indicare una persona che si ama, però non la ricordava in quel momento.

-Il tuo...?-

Lo spronò a continuare.

-Non so come si dice.-

-Ok, cosa avete fatto ieri sera, quando ti ha portato via?-

-Non credo di poterlo dire.-

-Perfetto! Allora è il tuo fidanzato.-

-Si, è così.-

Sorrise.

-Eli, grazie.-

-Di cosa?-

-Se non fosse stato per te, non sarebbe accaduto nulla.-

-Figurati, spero solo di essermi assicurato un bel posto in paradiso, ad aver aiutato un angioletto come te.-

 

+Manicomio+

(balla l' alligalli) oh yea!! dai Seoppie, dacci dentro una seconda volta xD quasi mi dispiace non poter descrivere nei dettagli, ma pensavo di fare una specie di "extra", una specie di One Shot collegata a questa però in cui descrivo cosa fanno dopo Natale, per festeggiare capodanno xD Ok, a parte le mie cavolate, il prossimo è l' ultimo capitolo ^^ anche se lo avevo detto già prima *pensa* comunque...ALLA PROSSIMAAAA!!

  
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