Prima che iniziate a leggere
voglio dedicare questa OS
a una mia grande amica di nome Sara
che ha letto ogni mio capitolo
e leggerà anche questo.
E approfitto anche per pubblicizzare
la mia unica ff "Be happy, it's free."
Passate tutti a recensirla!
-E.





Mi sveglio, sono le sei e quarantaquattro, fra sedici minuti devo essere ai provini per una gara di ballo molto importante che si terrà a New York, in cui io sono stata candidata dal mio insegnante, come concorrente, ma se non vado alle audizioni, sono spacciata.
Mi alzo di scatto, dato che ovviamente la mia sveglia proprio oggi doveva avere la batteria scarica.
In due minuti faccio in tempo a lavarmi i denti e infilarmi i pantaloni della tuta, metto in fretta i calzini e vado "tranquillamente" a cercare le mie scarpe per tutta la casa svegliando Hope, la mia sorellina di 7 anni, che era venuta qui a Los Angeles con me per vedere la città mentre io sono venuta solo per realizzare il mio sogno, quello di diventare una ballerina.
Come dicevo stavo mettendo a soprassalto l'appartamento buttando giusto qualche bestemmia qua e là quando vidi la mia spazzola accasciata per terra, la presi e mi pettinai i miei capelli lunghi e lisci mentre correvo per le stanze.
Anche Hope stava cercando di prendere le mie cose, voleva aiutarmi.
Mentre passai davanti al salotto guardai che sulla finestra c'era il mio cellulare che suonava, fantastico, un'altra perdita di tempo, lo lasciai stare e continuai a cercare.
Sentii Hope urlare e io mi precipitai verso la finestra dove lei si stava sporgendo.
"Cosa cerchi di fare?!" Chiesi spaventata.

"Stavo prendendo il tuo telefono perchè mamma ti stava chiamando quando è caduto giù! Adesso lo prendo!" Disse preoccupata per quella che sarebbe diventata la mia reazione.
"No Hope ormai è fatta, lascia stare il cellulare e aiutami a prepararmi adesso!"
Tornai nella camera e presi una felpa da mettermi, mentre rischiai di scivolare sul tappeto con questi calzetti!
Sentii un altro urlo, probabilmente Hope non mi aveva ascoltata, ma non la vidi più davanti alla finestra, l'urlo veniva da fuori!
Mi affacciai e la vidi aggrappata alle sporgenze dell'hotel.
"Ma è possibile che non mi ascolti mai? Piccola tieniti forte e aspetta che sto arrivando!"
Hope iniziò a singhiozzare mostrandomi il cellulare che era riuscita a recuperare, e io, dopo essermi alzata in piedi sulla finestra, scavalcai qualche tubo che mi divideva da mia sorella, e feci un salto sulla sporgenza in cui si era appoggiata raggiungendola miracolosamente.
"Sei la mia eroina, Rose!" Mi disse sorridente.
"Eroina un corno, adesso, credi di riuscire a tornare fino alla finestra, andare nei corridoi e cercare aiuto? Io non riesco più a muovermi da qui, sono grande, se faccio un passo cado di sotto, ti prego, promettimi che stai attenta."
Hope mi annuì deglutendo, e dopo aver dato uno sguardo di sotto, senza tralasciare che eravamo al sesto piano, persi di vista mia sorella che speravo con tutto il cuore avesse già raggiunto la finestra.
Iniziai ad accelerare il respiro,sì, avevo le vertigini, le ho sempre avute e questa situazione non mi avrebbe aiutata affatto a superarle; dopo qualche secondo vidi sotto all'hotel un ragazzo dai capelli ricci che mi guardava e mi faceva segno di stare ferma, probabilmente avrà pensato che ero una pazza.
"Non intendo buttarmi, non sono pazza, davvero!" Urlai.
"Stai ferma, ti guido io, se vuoi tornare giù devi fare quel che ti dico, ma devi volerlo!" Mi avvisò.
"Ho le vertigini! Non posso muovermi!" sbraitai, avevo i brividi.
"Sono sotto di te, comincia a scendere, ci sono le scale di sicurezza, devi solo fidarti!"
Non guardare giù, non guardare giù, non gua- non guardare..giù... riuscivo solo a pensare.
Chiusi gli occhi e mi avvicinai ad un tubo a cui mi tenevo stretta più che mai, e mi spostai, sempre più a destra, fino a non toccare più una superficie con i piedi, rimasi appesa ad una sporgenza con le gambe all'aria, sarei morta, ne ero sicura.
"Stai tranquilla, hai le scale antincendio sotto di te, devi solo arrivarci con una mano!" Mi urlò la stessa voce di prima.
Non guardare giù, non guardare giù, non guardare, non guardare, non guardare giù..   Continuai a sussurrare mentre mi aggrappavo alle scale, ormai era fatta, bastava un salto.
Il cuore me lo sentii battere nella gola, il cervello era come se me lo sentissi nell'intestino, ero totalmente paralizzata, rimasi ferma, per diversi minuti, sentendo voci sconosciute che mi dicevano che dovevo solo avere coraggio. Sentivo l'aria fredda attraversarmi i calzini e accarezzarmi i piedi.
Ma niente.
Rimasi ferma, ipnotizzata per molto tempo.
Quando le forze mi abbandonarono, mi lasciai cadere sapendo che a mezzo metro da me c'erano le scale d'emergenza.
Ma, invece di cadere sul ferro, delle mani calde mi afferrarono per la schiena.
Quel ragazzo dai capelli ricci era riuscito ad arrivare sulle scale e mi aveva presa in tempo, lui è stato il mio miracolo.
Tenevo gli occhi chiusi, non lo avevo ancora visto, ma sapevo che era lui, lo sentivo.
Quando riacquistai sicurezza, aprii gli occhi, che si trovavano a pochi centimetri dai suoi.
Sentii gente applaudire dai piani di sotto, e la sua voce rauca mi disse: ";Presa."
"Mi.."
La sua voce mi fermò ancora prima che rispondessi.
"Sono Harry Styles."
"Rosalie Bels.... Rose Belson"
Non mi importava più niente dell'audizione, volevo solo rimanere tra le braccia dell'uomo che mi aveva salvata, i suoi occhi erano bellissimi, tutto di lui sembrava perfetto.
Credevo che l'amore a prima vista fosse una bugia, ma quel giorno ho capito che esiste davvero, e se questo è vero amore, è eterno.