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Autore: Rosie Bongiovi    01/08/2012    3 recensioni
“Cosa vuoi da me?” chiese la ragazza, con voce rabbiosa.
“Volevo vedere.. Se la mia creatura era diventata una cacciatrice degna di questo nome.. E mi fa piacere che sia così”. Quelle parole lasciarono disorientata la ragazza, che si sedette di fianco a lui, guardandolo in maniera confusa.
“Di che cosa stai parlando?” domandò, senza smettere di essere sulla difensiva.
“Oh è vero, che stupido. Non puoi ricordarti di me” rispose, massaggiandosi il petto e facendo un altro colpo di tosse. “Cara la mia Nightmare, sono Jonathan Phoenix, l'uomo che ti ha trasformata in quello che sei una trentina d'anni fa"
Genere: Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Diventeremo i combattenti più forti del mondo!”.

No. Non è vero. IO diventerò il combattente più forte del mondo. Tu, semmai, sarai conosciuto come il fratello di Paul Phoenix, l'uomo più forte di tutto l'universo”. Jonathan lo scrutò, arcuando un sopracciglio, mentre il fratello, sedicenne, prendeva a pugni un sacco da boxe rosso. Il bimbo di dieci anni scosse la testina bionda.

Anche io posso essere forte, se mi alleno tutti i giorni” replicò il piccolo, incrociando le braccia al petto ed assumendo un'espressione corrucciata, con tanto di labbro inferiore sporgente. Paul rise, continuando a dare colpi forti e decisi contro il sacco, rubato giusto la settimana precedente in una palestra vicino a casa loro. Gli faceva bene sfogare la sua rabbia contro quell'affare di pelle e sabbia. Perché proprio “rabbia”? Beh, diciamo che non era esattamente il figlio perfetto ed aveva già ricevuto una decina di multe. Nell'arco di un mese.

Per lui non contavano molte cose, se non la sua adorata moto e un obbiettivo: quello di diventare il ragazzo più forte del mondo (ogni riferimento a qualche mania di protagonismo e una totale mancanza di modestia sono puramente casuali).

Non potrai mai essere come me, però” rispose, asciugandosi il sudore della fronte con l'avambraccio.

Già. Io i bei voti li porto a casa” lo stuzzicò il bambino. Aveva un viso angelico, era vero, ma anche una lingua tagliente come una scimitarra.

E a che cosa servono i bei voti quando hai una Harley Davidson rossa fuoco?” chiese, voltandosi verso il fratello e respirando profondamente. Ormai stava prendendo a pugni quel sacco da un'ora.

Beh, se studi poi ti fai assumere come uomo d'affari e, nel garage, oltre che dieci Harley ci metti anche una Lamborghini”. Paul rimase in silenzio, stupito da quella risposta.

Mi piace come pensi. Sei proprio uguale a tuo fratello” disse infine, scompigliandogli i capelli.

Paul! Paul Phoenix!”. Una voce stridula riecheggiò per tutto il garage, alias palestra improvvisata del ragazzo biondo.

Arriva mamma..” mormorò Jonathan, preparandosi ad assistere allo show, ormai quotidiano, con tanto di repliche durante la giornata.

Paul! Un'altra multa? Stai scherzando? Hai distrutto mezzo locale!” strillò, sventolando un foglio di carta.

Non è stata colpa mia”.

Ah no? E allora di chi? Sentiamo!”.

Cioè sì, sono stato io, però avevo bevuto un po' prima, e quindi.. Una cosa tira l'altra..”. Il bimbo non poté fare a meno di passarsi entrambi le manine sul viso. Solo suo fratello sapeva arrampicarsi così male sugli specchi, solo lui.

Ah, avevi anche bevuto?!”. La signora Phoenix era decisamente fuori di sé.

No ma.. Sì, ma acqua. Così mi aveva detto il barista, però, insomma, con la gentaglia che c'è in giro ultimamente, chi mi assicura che non mi avesse teso una trappola, dandomi del gin?”. Jonathan non riuscì a non farsi scappare una risatina, che dovette smorzare immediatamente, dopo aver ricevuto un'occhiata gelida da parte della madre.

Nessuno mai, e ripeto, nessuno mai, si è mai comportato come te, mai!”.

Ma.. Mai mai?” chiese Paul, non riuscendo a starsene zitto in silenzio ad ascoltare l'ennesima predica.

Non ti azzardare a combinare più nulla di simile! Alla prossima ti trasferisci, non voglio più avere un nullafacente in giro per casa! Tu sei la vergogna di questa famiglia”.

 

“Wow..” commentò Nightmare, che aveva ascoltato il racconto di Paul. “Quindi.. Tu e Jonathan siete fratelli. Questa non me l'aspettavo proprio. Certo che il mondo è proprio piccolo”.

“Effettivamente” confermò il suo interlocutore, sorridendo.

“Forza, continua pure, non volevo interromperti”.

 

Paul.. Che stai combinando?” domandò Jonathan, dopo aver varcato la soglia della camera del fratello. Lo vide tirare fuori dei vestiti dagli armadi e dai cassetti e gettarli in una borsa da palestra, nera.

Nulla Jonathan. Vai a giocare, non ti preoccupare” rispose lui, senza guardare il bimbo in faccia.

Sì che mi preoccupo. Paul.. Paul.. Paul!”. Il ragazzo si fermò di scatto e, finalmente, si girò verso Jonathan. Il piccolo si avvicinò. “Stai piangendo?”.

No, mi.. Mi è entrato un moscerino nell'occhio” rispose quello, tirando su col naso.

Perché ti è così difficile ammettere che hai delle debolezze? Tutti ce le abbiamo, nasconderle fa solo più male”. E, ancora una volta, la saggezza di quell'esserino alto un metro e venti centimetri lo spaventava, lo spaventava eccome.

Perché.. Perché l'uomo più forte del mondo non può permettersi di averne”.

Secondo me, invece, saresti ancor più forte se dimostrassi di avere un po' di cuore” commentò il bimbo, per poi prendere una sedia, portarla di fronte a Paul, salendoci ed abbracciandolo, affondando la sua testina nel petto del fratello. “Non andare via, per favore..”.

Pulce, te la caverai benissimo anche senza di me. Mi hai insegnato molto, più di quanto abbia mai imparato a scuola, ma la mamma e il papà non possono tenere in casa uno scellerato come me. Ci sarai tu a renderli fieri.. Io non sono un modello da seguire.. A meno che tu non voglia essere inseguito da Starsky e Hutch” disse, tentando di ironizzare. Crogiolarsi nella disperazione non era una delle cose migliori da fare.

Si ma.. Paul, tu non tornerai”.

Questo non lo so ancora. Ma.. Dai un'occhiata qui” rispose il giovane, tirando fuori un volantino dalla sua tasca posteriore dei jeans. “E' la pubblicità di un torneo che verrà organizzato da un certo Heihachi Mishima. Sembra divertente! Ce ne saranno sicuramente altri. Io devo allenarmi perché, un giorno, devo parteciparvi a tutti i costi. Che ne pensi?”. Jonathan prese tra le mani quel foglio di carta, sul quale c'era uno stadio bianco, con dei fuochi d'artificio che stavano esplodendo in un cielo nero, ed una scritta, “Tekken”.

Penso che.. Penso che sia una buona idea, per dimostrare che sei il più forte di tutti” disse infine il bambino, restituendogli il volantino. Paul sorrise.

Già, lo penso anch'io..”. Finì di preparare le valigia, mettendovi dentro dei guantoni, un kimono ed un album fotografico. “Fai il bravo, pulce. E guardami in tv, quando un giorno diranno che Paul Phoenix ha vinto il Tekken”. Gli lasciò un piccolo bacio sulla fronte, per poi dargli una pacca sulla spalla e lasciare la stanza, con le chiavi della moto in mano.

 

“Perciò me ne sono andato.. Stanco di sentirmi dire che ero un buono a nulla, un nullafacente, la pigrizia e l'incapacità fatta a uomo eccetera eccetera.. Però non ho mai dimenticato Jonathan. Un giorno sono anche tornato a casa, perché volevo rivederlo. Erano passati otto anni. Scoprii che aveva lasciato la città e si era trasferito, pur rimanendo in America. Ho perso le sue tracce e non sai quante volte mi sono ritrovato a dover affrontare i miei rimpianti per averlo lasciato così..”. Night annuì.

“Mi dispiace.. Però potrete rivedervi, posso farvi incontrare dopo il torneo” disse lei, sorridendo.

“Non sono sicuro che abbia voglia di avere a che fare di nuovo con il fratello peggiore del mondo” rispose Paul, giocherellando con un legnetto.

“Non penso affatto che tu sia il fratello peggiore del mondo, Paul. Gli volevi bene e credo che tu gliene voglia ancora”.

“E' così, fidati. E' anche per rivederlo che mi sono iscritto a tutti i tornei. Voleva diventare forte come me.. Magari, per dimostrarmelo, avrebbe partecipato al Tekken. E, in effetti, le cose sono andate proprio così”.

 

Forza, fratellone, rialzati e dimostra a tutti quanti che sei l'uomo più forte del pianeta. Lo stesso che ha deciso di sparire nel nulla, lasciandomi da solo”. I sensi di colpa assalirono Paul, mentre era disteso a terra, con un labbro rotto. Osservava Jonathan, che sembrava avere vent'anni. Eppure era passato molto, molto più tempo.. Come faceva ad essere così.. Giovane? E soprattutto così forte, vista la sua gracilità.

Non sono il più forte dell'universo. Sono scappato come un codardo. Nessun uomo si sarebbe comportato come me..” ammise, sputando tra la polvere e rialzandosi. Le stava prendendo da dieci minuti buoni, ma non voleva arrendersi. Avrebbe resistito anche per un'ora, pur di passare del tempo con il fratello che non vedeva da chissà quanti anni.

Mamma è morta un anno dopo che sei scomparso. Per la depressione, perché non aveva fatto in tempo a chiederti scusa per averti dato della vergogna della nostra famiglia”. Jonathan gli diede un colpo nello stomaco e, Paul, ritornò a terra, in ginocchio. Era diventato il più famoso collezionista di lividi e ferite, da una decina di minuti a quella parte. “Papà ha iniziato ad ubriacarsi e io sono finito dagli zii, perché, una sera, ha avuto un incidente in auto. Uscito illeso, certo, ma era in stato di ebbrezza. Ha passato non so quanto tempo in carcere e i servizi sociali mi hanno subito preso con loro”. Altro pugno, stavolta sul mento, costringendo Paul a tirare indietro la testa, dandogli la sensazione che si stesse per staccare dal suo collo. “Eppure” Jonathan si aggrappò alla sua maglia, in modo tale da non fargli toccare il terreno e da poterlo guardare negli occhi. “Eppure, nonostante sia successo tutto per colpa tua, io ti voglio bene. Lo stesso bene che provavo per te prima che partissi. Lo stesso, medesimo, maledetto bene, che ora mi permette di fare questo”. Si distese a terra e, automaticamente, partì il conto alla rovescia.

10, 9, 8”.

Che cosa stai facendo?” chiese il fratello, stupito e disorientato.

7, 6, 5”.

Ti sto facendo vincere. Devi dimostrare che sei il più forte del mondo, non è vero?”.

4, 3, 2”.

Ma non è necessario. Jonathan, avanti, alzati immediatamente!” gli ordinò Paul, prendendogli le mani e cercando invano di tirarlo su.

1, 0. Jonathan Phoenix è stato squalificato”. Il ragazzo si alzò da terra.

Buon proseguimento, fenice” disse al fratello, dandogli una pacca sulla spalla.

Grazie, pulce..” mormorò l'altro, guardando il suo avversario mentre si allontanava.

 

Nota dell'autrice:

*si asciuga una lacrimuccia* mi sono emozionata a scrivere questo capitolo :') *voci fuori campo urlano "Fa schifo comunque!"* Beh.. Okay... '-' 

Spero che a voi sia piaciuto ;)

Grazie mille ai miei recensori di fiducia, aliassssss Lady Phoenix, Orsacchiotta Potta Potta e Angel Texas Ranger.


Alla prossimaaaaaa!

 

Rosie

  
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