Dawn aprì lentamente gli occhi: non era più nella palude,
era distesa all’ombra di un bosco, all’orizzonte il sole stava tramontando,
illuminando il paesaggio di una frizzante luce rossa-arancione.
Gli altri del suo gruppo erano radunati sotto un grande
albero, parlando animatamente.
Raggio di luna si alzò a sedere lentamente e mise una mano
per controllare il taglio sulla testa.
Era già pronta a sentire il suo sangue, quando non trovò
altro che i suoi capelli.
Niente sangue secco, niente cicatrice, niente di niente.
Si alzò e andò da DJ: di sicuro era stato lui a curarle la
ferita.
- Dawn, ti sei svegliata! Come stai? – Chiese subito il
ragazzo, vedendola arrivare.
- Bene. Grazie a te, la mia ferita è guarita del tutto. –
- Quale ferita? –
- Quella che avevo sulla testa, sanguinava tantissimo. –
Disse confusa la bionda.
- Quando Scott ti ha portato qui in braccio, non avevi
nessuna ferita. – Concluse il moro, lasciando la ragazza con un’ espressione
stupita.
Come un flash fotografico, Raggio di luna rivide l’ultima
cosa che le era passata davanti agli occhi prima di svenire:
una zazzera di capelli rossi.
Cercò con lo sguardo Scott, e alla fine lo trovò: era seduto
sotto un albero, stava dormendo.
La ragazza si avvicinò lentamente al rosso senza fare il
minimo rumore, non voleva svegliarlo.
Una farfalla dalle candide ali si posò sul naso del ragazzo.
Si sedette vicino a Scott e, a bassa voce in modo che sentisse solo lui, disse:
- Grazie per avermi portata in braccio fin qui. –
Il rosso aprì di scatto gli occhi color cenere e si alzò a
sedere, in modo da guardare Raggio di luna dritta negli occhi.
- Chiariamo una cosa: Ti ho portato in braccio solo perché
ci servi Prescelta, quegli stregoni non si uccideranno mica da soli! – Sputò
Scott.
La bionda gli sorrise dolcemente e gli stampò un veloce
bacio sulla guancia.
- Bhe. Grazie comunque. – E se ne andò per il bosco.
Sentì un calore all’altezza del petto: il medaglione aveva
ricominciato ad emanare una luce dorata.
Lo prese in mano e sentì la solita voce, stavolta aveva un
tono preoccupato.
Ha bisogno di te
Ha bisogno di te
Aiutalo
Aiutalo
AIUTALO!
In quel preciso momento, Raggio di luna si ritrovò sospesa
nel buio più assoluto.
Davanti a lei comparve l’immagine di un accampamento raso al
suolo.
Le tende erano stracciate e impregnate di sangue,
tutt’intorno, i corpi senza vita di migliaia di persone e un corvo nero come la
pece, vagava con le lacrime agli occhi davanti a quello spettacolo.
Il paesaggio di miseria e morte scomparve, lasciando posto a
due giganteschi occhi rossi, accompagnati da una risata che fece accapponare la
pelle alla ragazza.
Dawn si risveglio alla luce delle prime stelle della sera.
Quella visione era stata terribile, si sentiva distrutta,
infelice, proprio come quel corvo…
Decise di tornare dagli altri, per vedere che cosa volevano
fare dopo l’attacco.
Mano mano che la ragazza si avvicinava al gruppo riusciva a
sentire più parti del discorso che la voce potente di Alejandro stava
diffondendo per la radura.
- Ricapitoliamo: Non abbiamo né viveri, né mezzi di
trasporto e né medicinali per curarci. C’è qualcuno che conosce dei rimedi di
medicina naturali? –
- Io li so tutti e DJ potrebbe aiutarmi. – Disse Dawn,
appena arrivò nel campo visivo del latino.
- Bene. Ora i viveri, questo sarà più difficile… -
- Il mio villaggio natale non è lontano da qui, lì ci
daranno tutto quello che ci serve e una barca per arrivare sull’isola di Chris.
Però, dovremo camminare tutta la notte. – Replicò Jo, alzandosi da terra, i
suoi occhi color indaco brillavano alla luce del fuoco.
- Fantastico, ma non possiamo andare in giro con le nostre
armi in vista! – Esclamò il moro, mostrando la sua sciabola.
- A questo ci penso io: io e Duncan abbiamo trascritto dei sortileggi che ci sarebbero stati utili dal libro degli incantesimi di Blaineley.
– Disse Courtney, con un filo di malinconia nella voce quando pronuncio il nome
del punk e sfilando un paio di foglietti dalla una tasca interna del vestito.
- Qui c’è un incantesimo che rimpicciolisce le cose e, al
contatto del proprietario, ritornano alla loro dimensione originale… -
- Ottimo! Adesso vi do dieci minuti, dopo di che partiremo.
– Concluse Alejandro, porgendo la sciabola alla mora che, recitando un
linguaggio per la bionda incomprensibile, fece rimpicciolire l’arma del
ragazzo.
Dawn osservò rapita i movimenti dell’incantesimo che fece
diventare il suo arsenale grande come una matita.
Quando anche la luna comparve nel cielo stellato, gli
Otherkin si incamminarono verso Sud.
***
Il sole stava spuntando nel cielo, illuminando un gruppo di
case affacciate sulla riva del mare.
L’odore di salsedine invase le narici di Dawn e il vento che
saliva dal mare le scompignava leggermente i capelli.
Jo li condusse tra le stradine e viuzze che si inoltravano
tra le case fino ad una piccola bottega dall’aspetto grazioso.
Dall’ingresso del negozio uscirono una donna dai lunghi
capelli neri e dalle iridi indaco e un uomo biondo e dagli occhi celesti.
La donna corse verso Calamity e la strinse in un forte
abbraccio.
- Oh Jo, sei tornata! Ma guardati, sei bellissima. La mia
bambina è tornata. Amore la nostra bambina è tornata! – Cinguettò la madre di
Jo, le lacrime agli occhi e un grande sorriso sulle labbra, mentre chiamava a
gran voce il marito.
L’uomo arrivò immediatamente, trasformando quell’abbraccio
in uno a tre.
- Mamma ascolta: sono in missione per gli Otherkin, ci
servono delle provviste, delle tende molto grandi e una barca. Sono anch’io
felice di rivedervi ma purtroppo dobbiamo partire domani. – Mormorò la bionda,
liberandosi dall’abbraccio dei genitori.
La coppia smise subito di sorridere e accompagnarono il
gruppo dentro la bottega.
I genitori di Jo erano venditori di stoffe: il negozio era
zeppo di tessuti di tutti i colori, tutti i tipi e di tutte le dimensioni.
La donna salì di corsa le scale che portavano ai piani
superiori, ritornando poco dopo con una grande scorta di cibarie e quattro
gigantesche tende.
- Ecco qua, questo è tutto quello che vi serve. Sapevo che
non eri venuta per rivedere i tuoi vecchi eh? – Chiese, non appena ebbe
consegnato tutto a Calamity.
- Si, ma ti prometto che quando finirà tutto verrò a trovarvi,
promesso. – Rispose la bionda, ricevendo un altro abbraccio dalla madre.
Dopo aver lasciato la bottega, gli Otherkin si incamminarono
verso la spiaggia.
Arrivati vicino ad un gruppo di reti abbandonate sul bagnasciuga,
dall’acqua spuntò una ragazza-polpo: i suoi lunghi capelli viola erano
tentacoli legati in una treccia, le braccia e le gambe erano scomparse,
lasciando posto ad un'altra moltitudine di tentacoli.
Appena la strana creatura toccò terra, si trasformò e Dawn
riconobbe il viso familiare di Sierra.
- Sierra!?! Che ci fai qui? Doveva venire Heather, che è
successo al campo? – Chiese preoccupato Alejandro, raggiungendo la ragazza a
grandi passi.
- Non è successo niente, tranquillo. Heather non è potuta
venire perché… - La ragazza smorzo una risata
- …Perché aspetta un bambino, da te. – Concluse Sierra,
trasformando l’espressione preoccupata del latino in una smorfia di stupore.
- è incinta? E come diavolo è successo!? –
- Sai questo è un concetto un po’ difficile da spiegare:
vedi quando fai sesso con la tua donna c’è il rischio di ingravidarla, capisci?
O devo farti anche un disegnino? – Disse Scott, con un ghigno compiaciuto sul
volto per l’espressione dell’amico.
- So com’è successo ma, come diavolo è successo? – Replicò
il moro.
- Adesso sei un po’ scosso, DJ cerca di farlo riprendere, io
devo parlare con Dawn. – Concluse Sierra, prima di prendere sotto braccio Raggio
di luna e allontanandosi per la spiaggia, lasciandosi le congratulazioni per
Alejandro degli altri alle spalle.
- Dawn, vedo che hai il medaglione al collo. –
- Si, anche se non so come funzioni esattamente. – Rispose
la bionda.
- è proprio per questo che ti volevo parlare… - La ragazza
si fermò di colpo e prese tra le mani il medaglione.
- Questo medaglione ti aiuta a controllare i tuoi poteri e a
rafforzare il tuo legame con la natura. –
Sierra si rigirò il ciondolo tra le mani.
- Quando si illumina di rosso, vuol dire che c’è un pericolo
in vista, quando brilla di una luce dorata, un Otherkin ha bisogno di te, e tu
hai il dovere di aiutarlo; quando invece si illuminerà dello stesso colore dei
tuoi occhi… -
La ragazza guardò negli occhi la bionda.
- …Significa che sei pronta per trasformarti. –
Dawn non riusciva a crederci: aveva davanti a lei l’unica
persona che riuscisse a dissolvere ogni suo dubbio.
Si schiarì la voce e si preparò a pronunciare la sua
domanda.
- Sierra, di recente ho avuto delle visioni di un Otherkin e
ogni tanto sento una voce dentro di me, sai che cosa vuol dire? –
- Dato che sei legata a tutti noi e alla natura, quando c’è un
Otherkin in difficoltà, tu lo vedi tramite le visioni. La voce che senti è
quella parte nascosta dentro di te che uscirà fuori solo quando ti
trasformerai. Sentire voci l’ha provato
ognuno di noi da piccolo, quando i poteri non si erano ancora mostrati. –
La ragazza guardò la linea dell’orizzonte.
- Sarà meglio andare. – Sierra prese per mano Dawn e corse
verso il gruppo di Otherkin, ancora in festa per la lieta notizia di Alejandro.
Dawn si trattenne dal raccontare della sua ultima visione,
decise che non era ancora il momento.
Angolo dell'Autrice:
Signori e signore, il capitolo 11!!!!
Vi ricordate il capitolo 2, quando è comparso Duncan?
e il capitolo 4, quando si è trasformata Eva?
ecco a voi le loro trasformazioni!!!!
e come non dimenticarsi si Sierra...
per quanto riguarda le immagini di quelli della quarta stagione, sono riuscita a trovare solo Scott e Dawn:
Naturalmente questi nn sono le loro trasformazione e per quella di Dawn dovrete aspettare ancora un po'
Recensite in tanti
Un bacione^^