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Autore: FairySweet    01/08/2012    1 recensioni
Perché ora? Perché proprio in questo momento? Che aveva fatto di male a Dio per ritrovarsi incastrata in un mondo che non le apparteneva più?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cristina Yang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Burke 21                                                   Qualcuno





“Vuoi altro vino?” scosse leggermente la testa posando la forchetta “Sicura?” “Grazie, non bevo molto in questo periodo” Den sorrise “Sai già che cos’è?” si posò una mano sul ventre, un gesto istintivo, protettivo e talmente naturale da sconvolgerla “È un maschietto” gli occhi dell’uomo si illuminarono di colpo “Davvero? Uao, allora quando nascerà gli regalerò un bellissimo ...” “Niente regali scemi”  “Ehi” ribatté ironico sorseggiando il vino “Io non faccio mai regali scemi!” “E come faccio a saperlo? Non ti conosco nemmeno” “E allora?” si guardò qualche secondo attorno cercando Burke, i suoi occhi, il suo viso ma era da sola.

Sapeva bene che probabilmente era lì da qualche parte e sapeva anche che, in quel momento, la sua assenza era studiata, calcolata apposta per lasciarla sola con quell’uomo “Come lo chiamerai?” “Cosa?” balbettò confusa “Il bambino, come lo chiamerai?” “Oh” mormorò accennando un leggerissimo sorriso “Non lo so ancora” “E tuo marito che dice?” “Lui ... lui non dice proprio niente” Den la fissò ridacchiando “Niente? Insomma, tra meno di tre mesi nascerà suo figlio e lui ...” “Possiamo evitare di parlarne?” “Adesso oppure mai?” ironico,  diretto, quell’uomo davanti a lei dall’aspetto giovane ed elegante nascondeva in realtà molto di più “Ti ho detto oggi che amo proteggere le cose che mi piacciono o ...” si fermò qualche secondo studiandone le espressioni “ ... in questo caso le persone. Sei il mio chirurgo, il mio primario, proteggo i miei medici” “E vai a cena con tutti loro?” sorrise affondando il cucchiaino nella coppa di gelato “No, porto a cena solo te perché mi piaci. Mi piace il tuo modo di operare e mi piace quel mistero odioso e intrigante che ti avvolge” “E lo dirai anche a mio marito?” “No” esclamò allegro “Lo dico solo a te perché so che sei arrabbiata con tuo marito e che non farai la spia” “È lui che è arrabbiato con me, ne ha il diritto” “Davvero?” sospirò soffermandosi qualche secondo sul suo volto “Non volevo figli, non ne ho mai voluti da quando, beh, è un discorso lungo. Abbiamo litigato per questo, io ho abortito e lui non è più riuscito ad accettarlo” si passò una mano tra i capelli stupita dalla reazione del suo cervello, parlare con Den era facile, normale, in qualche modo perfino rassicurante “Avevamo trovato un punto d’accordo, una specie di intesa che ci permetteva di vivere assieme ma sapevo che non sarebbe durata. È andato a letto con un’altra donna, l’ha fatto per ferirmi, per farmi provare almeno in parte il male a cui l’ho sottoposto e ...” un debole sorriso a colorarle il volto “ ... e poi è tornato da me il mio ex fidanzato che è stato anche mio mentore e mio migliore amico e mi ha chiesto di aiutarlo a morire. L’ho fatto e ora, ora sono qui a parlare di tutto questo con uno sconosciuto ed è così maledettamente facile da ...” la mano dell’uomo si posò dolcemente sulla sua bloccando quella sfilza nervosa di parole “Va tutto bene. Non racconterò niente a nessuno. Puoi parlare con me sai?” lo sguardo perso nei suoi occhi, l’indecisione terribile che la sconvolgeva dentro, fidarsi o non fidarsi?.
Era sempre stata solo lei, lei e la sue volontà di ferro, la sua voglia matta di raggiungere un obbiettivo e ora invece, c’era lei, Owen, un bambino che non aveva colpe, un maledetto ricordo e quell’uomo nuovo e gentile che le sorrideva “Sai cosa facciamo?” mormorò sorridendole “Tu diventerai una stella, brillerai portando il mio ospedale a livelli stratosferici e io mi prenderò cura di te” “Non sono una bambina” esclamò tagliente sfilando la mano dalla sua “Non ho bisogno di essere protetta o amata o abbracciata nelle lunghe ore notturne, quando i fantasmi saltano fuori dall’armadio e ...” “Lo so!” esclamò sorseggiando il vino “Non voglio prendermi cura di una bambina tremante e sola! Voglio prendermi cura del mio cardiochirurgo di punta, voglio farti brillare Cristina e si, mi prenderò cura di tuo figlio se suo padre non vorrà farlo” “Tu sei pazzo” ribatté ironica ma la mano di Den la bloccò evitandole di scappare “Non ho alcuna intenzione di sostituirmi a suo padre così come non voglio sostituirmi a tuo marito. L’hai detto tu no? Non mi conosci. Però vedi, ognuno al mondo dovrebbe avere qualcuno a cui importi di quei fantasmi, qualcuno che sorrida e che giochi e che non si stanchi mai a raccontare quanto bello può essere il mondo perché quei fantasmi fanno paura, sono cattivi e vendicativi e spaventosi. Tuo figlio ha solo te e sono più che sicuro che sarai una mamma meravigliosa”  “Ha proprio ragione Scheggia” scosse leggermente la testa impaurita da quell’apparizione improvvisa “Io sarò un amico. Uno zio che lo porta al parco o che gioca con i dinosauri e con le macchinine quando sarai in sala operatoria. Ti darò dei turni flessibili, un’intera equipe di sala solo per la cardiochirurgia e una per il laboratorio di ricerca. Avrai quattro specializzandi che a turno eseguiranno i tuoi interventi, li sceglierai tu, su questo hai carta bianca” la mano allentò di colpo la presa e un bel sorriso a colorargli il volto “Come vedi niente di tutto questo implica il prendersi cura di una bambina sola e tremante. Ti darò tutto quello che vuoi, tutto quello di cui hai bisogno e sarò uno zio fantastico perché i bambini mi adorano” “No” ribatté ironica sorridendo “Al mio non piacerai. Lui odia la modestia e l’essere subdoli” “Già, però questo non toglie il fatto che, in questo momento, hai davvero bisogno di un amico perché sei sola”  Burke annuì ridacchiando “Non è una brutta proposta sai? Insomma, puoi avere tutto quello che vuoi e in più, avrai qualcuno che di tanto in tanto verrà a vedere se nutri quel bambino o se lo abbandonerai da qualche parte in sala operatoria” ma lo sguardo tagliente di Cristina lo fece trasalire “Dico solo che non è male come proposta. Io avrei fatto esattamente la stessa cosa sai? Insomma, sei un talento puro, esegui interventi da capogiro, vai a mille e bruci come fuoco vivo. Sai bene che avere questo dono limita parecchio i rapporti personali, ne hai avuto una prova. Lui è qui e vuole solo esserti amico, perché ogni dannata volta che qualcuno prova ad avvicinarsi a te lo ricacci indietro?”  sospirò passandosi una mano tra i capelli “Voglio una sala solo per me, voglio tre equipe e tutti gli interventi di cardiotoracica che passano dal pronto soccorso” Den sorrise inclinando leggermente verso di lei il bicchiere “Voglio otto specializzandi, quattro ai post operatori e quattro a preparare. Voglio una squadra di ricercatori per il progetto sulle staminali e una a disposizione per qualsiasi altra cosa mi venga in mente e voglio una macedonia di frutta fresca tutte le mattine nel mio ufficio” gli occhi piantati nei suoi, carichi di sfida, di rabbia, di malinconia, Burke accanto a lei continuava a sorridere addentando una mela, soffermandosi di tanto in tanto sul volto solare e compiaciuto dell’uomo “Avrai gli specializzandi che vuoi, quanti ne vuoi e dove vuoi. Avrai tre equipe, la sala otto, due squadre di ricercatori e tutta la frutta che ti pare” sorrise scostando la sedia per permetterle di alzarsi “E brava la mia ragazza” esclamò divertito Burke seguendoli “Ti darò anche un parcheggio riservato, uno studio più grande e uno schiavetto compila cartelle” un sorriso ironico e dolcissimo a colorarle le labbra “D’accordo, potrai cambiargli i pannolini mentre sto operando” in fondo non sembrava tanto male no? Aveva qualcuno, forse un amico nuovo, forse un capo comprensivo, ma pur sempre qualcuno che le offriva amicizia, aiuto, una mano tesa in quel silenzio assordante che la massacrava dentro.

  
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