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Autore: EBI_Weasley    02/08/2012    5 recensioni
Una breve storia in onore delle Olimpiadi 2012 che si stanno svolgendo a Londra. Rupert porta la torcia olimpica ed Emma lo incontra per caso. Cosa succederà tra i due che non si vedono da un anno? Una storia più intricata di quel che sembra. Alcuni elementi potrebbero non rispecchiare la realtà degli eventi.
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Emma Watson, Rupert Grint
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Rupert si avvicinò pericolosamente a Emma che cercò di non guardarlo dritto negli occhi.
‹‹ Ti senti meglio? ›› domandò il ragazzo sedendosi vicino a lei.
Emma non aveva la più pallida idea di cosa stesse parlando Rupert e annuì, senza proferire parola.
‹‹ Ho comprato questi cornetti stamattina. ›› mormorò il ragazzo poggiando la busta sul tavolo.
‹‹ Hai fame? ›› Emma non rispose. Vedeva Rupert troppo premuroso e gentile. Non aveva voglia di mentirgli, ma aveva paura che Rupert potesse giudicarla.
‹‹ Sei sicura di star bene? ›› chiese il rosso interpretando i suoi pensieri.
‹‹ Rupert sarò onesta. ›› cominciò Emma decisa toccandosi nervosa i capelli. ‹‹ Io … io non ricordo nulla. Non so cosa sia successo ieri sera e mi dispiace, insomma spero di non aver fatto qualcosa per il quale potrei pentirmene. ››
Rupert la fissò per un secondo e poi scoppiò a ridere.
‹‹ Cos’hai da ridere? ›› domandò la ragazza un po’ infastidita.
‹‹ Ieri sera eri ubriaca fradicia, mi sembra ovvio che tu non ricordi nulla. ››
‹‹ Ubriaca? ›› sussurrò Emma portandosi una mano alla bocca. Arrossì violentemente e abbassò lo sguardo piena di vergogna. Come era potuto succedere? In fondo era l’unica spiegazione plausibile a quel buio che c’era nella sua testa. Davvero era arrivata a tanto? E poi per quale motivo lo aveva fatto? La risposta di quelle domande si trovava proprio di fronte a lei. Rupert con aria divertita e sorriso accorato la guardava. ‹‹ Allora? Lo vuoi questo cornetto? ››
‹‹ Rupert! Io … mi dispiace tantissimo. Per questo sono qui? ›› balbettò Emma. ‹‹ Io mi ero fatta tanti strani pensieri.  Grazie, non so dove sarei a quest’ora. ››
Rupert continuò a ridere divertito, poi le accarezzò la mano poggiata sul tavolo e le sorrise. ‹‹ Non ti preoccupare. A cosa servono gli amici? ››
Rupert si alzò e aprì il piccolo frigorifero nell’angolo. ‹‹ Ehm …  potresti spiegarmi cosa sia successo esattamente? ››
Il ragazzo sorrise e prendendo un bottiglia di succo e due bicchieri, si sedette sul comodo divano. Rupert le fece segno di raggiungerla e lei non se lo fece ripetere due volte. Quando furono entrambi comodamente seduti sul sofà, con i rispettivi cornetti caldi in mano, Rupert cominciò a raccontare ciò che Emma aveva cercato di ricordare per tutta la mattina.

I due ragazzi si allontanarono dal fioraio e camminarono l’uno a fianco all’altro, ridendo e scherzando.
Mentre si dirigevano verso una gelateria, il cellulare di Emma cominciò a squillare insistentemente e la ragazza non poté fare a meno di rispondere. Si allontanò da Rupert per parlare con l’organizzatore del tour.
Rupert la osservò, camminare nervosa avanti e indietro senza fermarsi. Sorrise divertito e si sedette su una panchina di fronte. Quando lei gli andò incontro era inspiegabilmente sconsolata. Emma spiegò tutto brevemente e con voce tremante.
‹‹ Quello stupido ha detto che possiamo recuperare due giornate prima della cerimonia di apertura,  prima di partire … ah dimenticavo di dirti che il 28 parto per New York per lavorare al prossimo film. Il titolo non è stato ancora definito e … ›› Emma si interruppe notando che lo sguardo di Rupert si era fatto triste e cupo.
Il ragazzo parve accorgersene e le sorrise. ‹‹ Sono contento per te. ››
Lei sorrise incerta e disse: ‹‹ Sono stata benissimo con te oggi. Spero di rivederti presto, non mi divertivo così dai tempi delle riprese. ››
Rupert annuì. ‹‹ Lo stesso vale per me. ›› Poi si congedarono con un abbraccio amichevole e Emma corse via velocemente.
Rupert la vide andare via, scuotendo la mano in aria. Quando lei ebbe superato l’angolo, rimase fermo a contemplare la strada con un vuoto dentro. Scosse la testa e decise di rinfrescarsi comprando quel gelato che non le aveva potuto offrire.

Rupert fece una breve pausa e addentò il suo cornetto alla crema.
‹‹ Tutto qui? Cosa diavolo è successo dopo? Perché non ricordo nulla già da quel momento? ›› domandò Emma sorpresa. Rupert masticò rumorosamente e ingoiò il tutto. ‹‹ Non ho finito il mio racconto. ››
‹‹ Ah … ›› borbottò Emma sorridendo e stendendosi più comodamente sul divano.  ‹‹ Ti ascolto allora. ››
Rupert sorrise e appoggiando la carta del suo cornetto sul piccolo mobile accanto al bracciolo del divano, riprese il racconto.  ‹‹ Ho finito di gustare il mio gelato cioccolato e nocciola. In realtà aveva chiesto di aggiungere un po’ di granella in cima, ma quel tirchio del gelataio ha fatto finta di non sentire. Non mi ha chiesto neanche di aggiungere la panna, insomma se devi fare il tuo lavoro, fallo bene. Ho avuto una grande idea, quando ho deciso di comprarmi il mio carretto dei gelati personale. ››
‹‹ Rupert? ›› disse Emma impaziente scoccandogli un’occhiata infastidita.
‹‹ Oh giusto, mi sto dilungando. Ho percorso la tua stessa strada e sono ritornato nel vicolo dove ci siamo rifugiati dai paparazzi. Sono tornato alla Middlesex University e ti ho trovato lì per terra. ››
‹‹ Per terra? Sono caduta? ›› chiese Emma.
‹‹ In realtà non so come tu abbia fatto, però ho delle ipotesi. ›› fece Rupert con aria diplomatica scherzando. ‹‹ Quando ti ho preso in braccio ho visto che avevi un taglio sulla fronte che sanguinava copiosamente. Ho presto subito un fazzoletto e ti ho tamponato la ferita. Non sapevo se portarti direttamente al pronto soccorso, ma ho visto che stavi riaprendo gli occhi e ho deciso che era meglio metterti a riposo. Così ho chiamato un taxi e ti ho portato a casa mia. Il sangue aveva smesso di fuoriuscire così ho applicato subito un po’ di disinfettante e un cerotto. ››
‹‹ Grazie dottor. Grint. ›› scherzò Emma sorridendo.
‹‹ Torniamo alle mie ipotesi. ›› disse Rupert stando al suo gioco. ‹‹ Ti ho tolto le scarpe e ho notato che aveva i lacci slacciati e attaccati sotto la scarpa da una sostanza viscida e appiccicosa. Suppongo tu sia scivolata su qualcosa che preferisco non identificare e i lacci già sciolti abbiano contribuito alla tua caduta in piena faccia. Dimenticavo di farle i miei complimenti: una caduta magistrale. ››
Emma gli diede un buffetto sulla guancia e gli chiese di continuare.
‹‹ Dopo averti medicato ti ho lasciata riposare e sono andato a comprare qualcosa per il pranzo. Quando sono tornato la casa era sotto sopra e tu giacevi di nuovo per terra. ››
‹‹ Non era proprio la mia giornata. ›› disse Emma sorpresa.
‹‹ No, infatti. ›› confermò Rupert ridendo. Continuò a spiegarle che probabilmente stava cercando una coperta così l’aveva adagiata sul suo letto e coperta con le lenzuola.
‹‹ Hai dormito fino a sera. Infatti ho avuto seriamente paura di aver sbagliato. Ho pensato che forse avrei dovuto portarti subito al pronto soccorso, ma all’ora di cena ti sei alzata e mi hai ringraziato. ››
‹‹ Grazie ancora Rups, non so come avrei fatto senza dite. ››
‹‹ Probabilmente un altro passante ti avrebbe soccorsa e … ››
‹‹ Tu sei proprio strano. ›› commentò Emma avvicinandosi a lui e afferrandogli la mano. Lui la strinse.
‹‹ Hai ragione avrei dovuto rispondere: “è stato un piacere” o “di nulla”. ››
‹‹ Ma non capisco ancora sia finita ad ubriacarmi. ››
‹‹ Hai voluto a tutti i costi ringraziarmi offrendomi la cena da qualche parte. Ti ho portata in una pizzeria, ma hai preferito un pub. Poi hai ricevuto una chiamata dal tuo organizzatore che ti ha … ehm ti ha rimproverato perché avevi saltato quell’incontro. Avevi già bevuto qualche bicchierino e ho dovuto spiegare io la situazione. E poi … ›› disse Rupert arrossendo.
‹‹ Poi? ››
‹‹ Sei scoppiata a piangere e io ho provato a consolarti in qualche modo, ma non c’era verso. Mi hai raccontato tutto ciò che ti impensieriva, la tua vita e … soprattutto Will. ››
Emma non rispose e spostò lo sguardo da un’altra parte.
‹‹ Hai cominciato a bere e a bere e poi ti ho portato qui, perché stavi iniziando a dare spettacolo. ›› sorrise Rupert. Emma si piantò una mano in faccia dalla vergogna.
‹‹ Quindi ieri notte sono crollata e ho dormito fino ad adesso? ››
Rupert arrossì nuovamente sulle guancie e mormorò:
‹‹ In realtà la serata ha preso una piega diversa … ››
   
 
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