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Autore: Samarskite    02/08/2012    17 recensioni
Saisilee sorrise, e cercando di uscire dalla tenda notò qualcos'altro che prima le era sfuggito.
Sul polso sinistro, Louis aveva disegnato con cura il simbolo di Superman con una penna a sfera.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Louis Tomlinson, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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PROLOGO
Erano due ore che Louis guidava, e ancora non erano approdati da nessuna parte. Niall dormiva nel sedile posteriore, e alla grossa. Zayn invece, accanto a lui, era in uno stato di dormiveglia. "Dorme?", chiese da davanti Liam a Harry indicando il moro. Harry scosse la testa e bisbigliò: "Non ancora, ma è più di là che di qua, però. Credo che proverò a dormire anche io ora... Lou? Si sa dove stiamo andando?"
Louis si accigliò. Era stanco. "Credevo avessimo concordato insieme la destinazione, non capisc...", ma Liam lo interruppe: "Penso che Hazza ti stia facendo notare che sono le tre del mattino, c'è una nebbia talmente spessa che Niall potrebbe ingoiarla e ci stiamo affidando ad un navigatore satellitare che non abbiamo aggiornato. Ciò significa che il TomTom potrebbe dirti di girare a destra e farti cadere giù da una scogliera alta cinquanta metri, tanto è scarsa la visibilità. io direi di accostare, riposarci e tirare fino a domattina."
Louis annuì e girò in quella che pareva essere una stradina sterrata deserta. Mollò il volante con un sospiro e si accoccolò sul sedile per prendere sonno. A quanto pareva, pensò, la loro meta estiva avrebbe dovuto attendere.


1

Tirare su la persiana e scaraventare la sveglia a terra: primo step.
Trascinarsi giù dal letto imprecando in greco: secondo step.
Infilarsi le ciabatte e guardare fuori dalla finestra se c'è il sol...
"EHI!", esclamò la ragazza, d'un tratto sveglissima. "Chi cavolo ha parcheggiato la macchina in cortile?". Scese giù per le scale con decisione e andò verso la macchina; dentro, riuscì a scorgere un ragazzo dall'aria seria che ronfava beatamente. Lo conosceva.
TOC, TOC, TOC!, la ragazza colpì il tetto della vettura con decisione, svegliando non solo il ragazzo serio, ma a quanto pare anche i suoi quattro compari. Lui la guardò stranito per qualche istante, poi la mise a fuoco e aprì la portiera; lei vi si appoggiò col braccio destro, e disse: "Ehi, superstar. Questa è proprietà privata per tutti, cosa ci fate qui?"
Liam esitò un attimo, poi disse: "Stavamo andando a Samphton Beach, ieri sera, ma c'era una nebbia tale che non potevamo continuare. Lou non sapeva che fosse proprietà privata, vero Lou?"
La risposta fu un brillante: "Neh!?", da parte del ragazzo alla guida, che stava smanettando col navigatore. Liam gli diede una gomitata e lui alzò gli occhi sulla ragazza, che aspettava evidentemente una risposta di senso compiuto. Ma tutto quello che si sentì dire fu:"Ehi, ma tu hai i capelli colorati."
Dal sedile posteriore si udì una cascata di sghignazzamenti.
Lei alzò un sopracciglio: "Che occhio, campione. Considerando che la spiaggia che cercate è a 100 metri da qui, poi, direi che gli "Aguzza la Vista" della settimana enigmistica sono il tuo gioco preferito.". Louis provò a sorridere spavaldo, ma arrossì violentemente.
Harry lo notò:"Lou, ti prego, esci di qui. Già fa caldo, se poi tu diventi rovente noi andiamo a fuoco!", disse mentre Niall si sganasciava per ciò che aveva detto la ragazza.
Lei sorrise per la scenetta ma provò pietà per Louis, che era stato oggetto della sua acidità mattutina. perciò aggiunse: "Dai, tranquillo. Samphton Beach non è segnalata su un navigatore come il tuo, quindi è comprensibile. Siete i nuovi vicini, immagino. La casa è quella.". Gliela indicò.
Louis la ringraziò, mise in moto la macchina ma non partì, e le chiese: "E' il tuo vero numero?". Lei si guardò la maglia senza capire, ma poi comprese: era una maglietta che aveva fatto lei. Era bianca, con la scritta davanti: CALL ME MAYBE?, e un numero di telefono. Capì che Louis era un po' serio e un po' scherzava.
Quindi scoppiò a ridere e chiudendo la portiera rispose: "Se te lo sei segnato, non ti resta che scoprirlo!".
Louis rimase interdetto, mentre lei si allontanava.
"Te l'ha fatta, amico", commentò Zayn appoggiando il mento sullo schienale del sedile dell'amico.


"Ehi, sei proprio giù, Tommo..." constatò Harry beffardo a pranzo. Louis gli fece la linguaccia: "L'unica cosa veramente giù qui dentro è il tuo..."
Liam si mise in mezzo al discorso chiedendo a gran voce a Niall il ketchup. Loui capì il messaggio e tornò a concentrarsi sulle patatine; Harry no, e si mise a canticchiare: "Hey, I just met and this is crazy, but there's my number, so call me maybe?".
"Stai un po' zitto...", bonfonchiò Louis sorridendo, ma fu la mossa sbagliata. Stavolta non fu solo Harry ad attaccare col ritornello, ma anche quegli altri tre esseri immondi che si dichiaravano suoi amici. Louis mise il broncio.
"Andiamo Lou, oggi andiamo da lei e la agganciamo, non puoi continuare così dopo... dopo ehm." disse Zayn mettendogli un braccio attorno al collo ed evitando accuratamente di nominare la ex di Louis. L'altro non disse nulla e si preannunciava un silenzio carico di tensione, ma arrivò Harry a salvare la situazione: "COOME SAREBBE, che non può continuare cosi'!? LUI HA ME!" strillò stringendolo a sè con finta morbosità e riuscendo però a far ridere tutti.
Louis, rallegrato dai suoi amici, tornò quello di sempre e commentò: "Se parli così sembri Harry, vacci piano moretto. E sia chiaro che accetto sooolo perchè voglio vedere di nuovo i suoi capelli multicolor da vicino!"



Suonavano alla porta. Chi diamine poteva essere? Speriamo sia il postino, sono in pessime condizioni..., pensò la ragazza. O magari, pensò speranzosa, era Percival. Il suo migliore amic... Non era il postino, e nemmeno Percy. Era Louis Tomlinson, apparentemente solo, con tanto di sguardo birichino e ciuffo ribelle.
"Ehm...", fu l'esordio di lui. "Ciao. Volevo chiederti scusa per stamattina, ero un po' fuori per aver guidato tanto, nemmeno una zebra drogata ti dice che hai i capelli colorati... Scusa, insomma. Io sono Louis.", concluse tendendo la mano. L'altra rise, la strinse e fece per presentarsi, ma alle sue spalle si udirono dei rumori e una voce maschile urlò: "SASIIIIIIIII! Chi cazzo è, dormivo e mi ha svegliato, porca puttana!"
La ragazza chiuse gli occhi con un espressione tra l'umiliato, il compatimento e chissà quanto altro. "Cazzo...", bisbigliò. Guardò Louis negli occhi. "Questo è mio fratello, scusa, è veramente imperdonabile, cerca di immaginare la persona più idiota e sboccata, raddoppiala per tre ed eccotelo...", bisbigliò ancora a velocità impressionante, prima che un ragazzo di tipo venticinque anni venisse alla porta in boxer.
"Tu sei quello di XFactor", biascicò.
"E tu. Sei. Un. Cretino. Al Cubo.", si intromise lei spingendolo in casa e chiudendo la porta dietro di se. Sbuffò. "Dove eravamo rimasti? Ah, si, ok. Scusa. Io sono Saisilee, so che è un nome di merda ma mia madre ha l'ossessione per i nomi strani... Tu chiamami Sasi o Sam...".
Louis sorrise. "Piacere, Sasi. Posso farmi perdonare invitandoti a bere un caffè?". Anche Saisilee sorrise e riaprì la porta. "Volentieri."
Louis si riavviò il ciuffo con aria superiore: "Nessuuuuna mi resiste..."
Saisilee si morse il labbro e rise prima di sparire in casa e dire: "Ad XFactor non fanno mai capire quanto i concorrenti siano stupidi, perderebbero ascolti, non trovi?". E su questa nota felice chiuse la porta e Louis si ritrovò a fissare le venature del legno.












Buonciorno Unicorni a pois! Vi piace questo primo sofferto capitolo scritto mentre avrei dovuto studiare latino? Io Saisilee me la sono immaginata così, o almeno i suoi capelli. Solo più corti, sopra le spalle. Che ne dite? Recensite please, e se mi volete bene seguitemi su Twitter, @xinfinitepeeta.
Besos...
  
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