Anime & Manga > Death Note
Segui la storia  |       
Autore: Sofy97    02/08/2012    2 recensioni
Dopo quell episodio al liceo non avevo più provato niente del genere per un ragazzo. Era qusi incredibile. Non riuscivo a stargli lontana. Quando non lo potevo vedere mi sentivo male per quanto mi mancava. Lo pensavo così tanto che quasi riuscivo a incontrarlo nei sogni...
Che cosa strana vero?
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: L, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Quel caldo giorno di Luglio partimmo allegramente per andare in gita ad Osaka, ma non potevamo certo sapere ciò che ci sarebbe capitato. Visto che dovevamo stare via solo per una settimana  cercai, senza successo, di riempire il meno possibile la valigia. Mentre mettevo in valigia i vestiti mi capitò sotto mano il “completo” regalatomi da Tatsuki per il mio compleanno. Accidenti a lei…decisi comunque di metterlo in valigia, semmai ne avessi avuto bisogno (anche se in realtà speravo di non doverlo con tutta me stessa). Ci incontrammo tutti quanti alle tre del pomeriggio alla stazione centrale davanti al binario 8. Come sempre, Tatsuki arrivò in ritardo e a momenti rischiavamo di perdere il treno. Quando la vidi arrivare di corsa con circa tre enormi valigie, e borse altrettanto grandi, le dissi:
“Alla faccia! Guarda che dobbiamo stare via solo per una settimana, mica per un mese.”
“Eh, ma sai, non si è mai troppo sicuri” disse lei tutta soddisfatta. Vidi il suo livello di perversione salire senza controllo.  Mi misi a ridere poi le dissi:
“Dai andiamo, perdiamo il treno. Ryuzaki e Shinobu sono già in carrozza, mancavi solo tu.” Lei annuì. Cercai di sollevare una valigia ma non ci riuscii. Ma quanto roba aveva dentro? Alla fine, in qualche modo, riuscimmo a salire sul treno. Come potrete immaginare, il buon Ryuzaki era accovacciato senza scarpe sul sedile accanto al mio.  Partimmo alle 12:15, per la prima ora di viaggio andò tutto bene ma poi il treno si fermò improvvisamente. Il conducente del treno ci avvisò dagli altoparlante che c’era stato un piccolo problema tecnico, ma che saremmo comunque ripartiti a breve. Dopo venti minuti a Tstsuki venne un idea per scacciare il tempo:
“Ehy, lo conoscete il gioco “7 minuti in paradiso”? “
“Oddio, non starai pensando a quell’orribile giochino da liceali…” chiesi preoccupata. Dovete sapere che il gioco consisteva nel venir rinchiusi in una stanzina con una persona dell’altro sesso, si hanno sette minuti in cui si può fare ciò che si vuole dal chiacchierare all’avere un rapporto completo. Ci avrei scommesso il mio stipendio che Tatsuki lo conosceva.
“Esatto!” rispose Tatsuki fiera. Shinobu si mise a ridere e disse:
“Certo che ne sai proprio una più del diavolo.” Ryuzaki si guardava intorno senza capire bene ciò che stava succedendo, o almeno credo…mi misi una mano davanti alla faccia in modo disperato e chiesi, con voce ancor più disperata:
“E dove dovremmo andare, dato che siamo su un treno? Nel bagno?” Tatsuki aveva un sorriso a trentadue denti che pareva lo Stregatto di “Alice nel paese delle meraviglie”. Signore il Dio, perché l’avevo chiesto….
“Eddai, facciamolo!” disse lei.
“No! Mi rifiuto!” risposi arrossendo.
“Daaaai! Ti prego ti prego ti prego ti prego ti prego!!!!” disse lei. Intanto Shinobu rideva come un matto.
“E va bene…ma solo stavolta!” risposi finalmente. Indovinate a chi toccò andare per primi? Sì, avete indovinato, toccò a me e Ryuzaki. Lo presi per mano e ci dirigemmo in bagno.
“Sette minuti, non uno di più!! Volete divertirvi solo voi?!?” urlò Tatsuki, facendo in modo che tutti gli altri passeggeri del treno si girassero verso di noi. Arrivati al bagno entrammo e chiudemmo la serratura. Quella stanza era dannatamente stretta per due persone. Il cuore mi batteva all’impazzata e mi tremavano le mani. 
“Mi potresti spiegare cosa dovremmo fare ora?” chiese Ryuzaki con voce tranquilla come al solito e fissandomi con gli occhi spalancati. Feci un respiro profondo per cercare di calmarmi.
“Ehm…dobbiamo stare chiusi qui dentro per sette minuti e possiamo fare ciò che vogliamo, possiamo baciarci e basta, possiamo avere un rapporto eccetera…” dissi. Ryuzaki si doveva essere accorto che ero in imbarazzo, mi abbracciò e, tenendomi tra le sue braccia, mi disse:
“Io non ti obbligherò mai a fare qualcosa che non vuoi fare, quindi stai pure tranquilla.”
“O-ok…ti dispiace se stiamo abbracciati così e ci baciamo?” chiesi. Ryuzaki mi prese delicatamente il mento con la mano e avvicinò le nostre bocche. Ci baciammo appassionatamente e poi restammo abbracciati fino allo scadere dei sette minuti. Finito il tempo tornammo verso i nostri posti tenendoci per mano. Quando arrivammo Tatsuki balzò in piedi con Shinobu al suo seguito gridando:
“Ooh! Era anche l’ora, certo che sette minuti ce ne mettono di tempo a passare! Vieni amore, tocca a noi.” Come potete immaginare, anche questa volta i passeggeri si voltarono. Sfortunatamente i nostri posti erano poco distanti dal bagno, pregai Dio e Budda che Tatsuki e Shinobu ci andassero piano ma purtroppo non fu così.  Dalla così detta “toilette” provenivano strani rumori e sospiri, indovinate cosa fecero i passeggeri vicini a noi? Una vecchina si alzò, mi si avvicinò e mi chiese:
“Scusa giovane, che sono amici tuoi quelli chiusi in bagno?” sospirai.
“Sì, purtroppo…” risposi. Intanto vidi Ryuzaki che continuava a fissare immobile il paesaggio fuori dal finestrino del treno fermo. Il viaggio fu  interminabile, ma dopo un ora Tatsuki e Shinobu uscirono dal bagno e, dopo un'altra ora, riuscimmo ad arrivare  ad Osaka sani e salvi. L’hotel dove avevamo prenotato le stanze doppie era molto bello e confortevole; ovviamente non sarebbe mai arrivato al livello del Teito ma non potevamo certo lamentarci. Io e Ryuzaki eravamo nella camera numero 100 al terzo piano, dalla finestra potevamo vedere il centro di Osaka. Dopo cena ci ritirammo ognuno nella propria stanza. C’erano due letti grandi mezza piazza separati con delle candide lenzuola bianche. Ryuzaki si mise seduto accovacciato sul suo letto vestito come al solito, io invece mi misi una camicia da notte e mi stesi nel letto accanto mentre leggevo un libro molto interessante chiamato: “Il tappo di bottiglia”. Qualche minuto dopo Ryuzaki mi chiese:
“Credi che lo faranno anche stanotte?”
“Conoscendo Tatsuki  ne sono sicura al…60%. Ahahah.” Risposi ridacchiando mentre continuavo a leggere.
“60%, eh? Una buona percentuale.” Rispose lui impassibile come al suo solito. Intanto dall’altra stanza si udivano rumori alquanto molesti ed indiscreti.  Continuai a leggere fino le 23:00, dopodiché dissi a Ryuzaki, che era ancora  accovacciato sul suo letto:
“Io sono un po’ stanca e credo che domani Tatsuki ci farà camminare. Sempre se si riprende da stanotte…quindi io andrei a dormire.”
“Ok. Buona notte.” Rispose lui. Mi stesi nel letto e mi misi sopra le lenzuola leggere. Ero stesa su un fianco con lo sguardo rivolto verso il muro color crema. Ora che ci pensavo, quel giorno Ryuzaki si era comportato stranamente. Non mi aveva tenuto per mano, era come mentalmente assente e non se la era neanche risa sotto i baffi quando l’anziana  sul treno mi aveva interpellato. Chiusi gli occhi, poco dopo mi addormentai ma, sfortunatamente, il mio sonno non proseguì a lungo. Erano circa le 02:00 quando riaprii gli occhi. Nella stanza era tutto buio, l’unica fonte di luce era il telefono di Ryuzaki appoggiato sul letto aperto accanto al proprietario. Mi sedetti pigramente sul mio letto tenendo le lenzuola ripiegate sulle gambe e stropicciandomi gli occhi.
“Mh…che stai facendo Ryuzaki? Sono le due del mattino…” chiesi con voce assonnata. Nessuna risposta.
“R-Ryuzaki, stai dormendo?” mi avvicinai cautamente al suo letto e ci salii sopra. Presi in mano il suo cellulare e guardai lo schermo.  Menù sms, sms totali: 381, ricevuti quel giorno: 1. Ryuzaki era sempre rannicchiato su se stesso, teneva la testa appoggiata sugli avambracci e ogni tanto inspirava rumorosamente con il naso. Era evidente che stava, silenziosamente, piangendo. Ryuzaki…pensai. Tornai a guardare il cellulare e lessi l’sms ricevuto; Il mittente del messaggio era un certo Roger.
“Elle, ti informo che Q e K sono morti. Cosa significa? Te li avevo affidati per far loro risolvere il caso della mafia cinese, avresti dovuto prendertene cura. Il corpo di Q è stato trovato fatto a pezzi  in un fiume e il corpo di K è stato trovato con le giunture spezzate e alcune ossa rotte in un vicolo a Shangai. Anche se sei il miglior detective che la “Whammy’s House” ha creato devi renderti conto delle tue responsabilità e devi smetterla di comportarti come un bambino viziato. Inoltre, il serial killer di Parigi sul quale stai indagando ha già ucciso altre due persone, tra cui una bambina di sei anni. Datti una mossa oppure le autorità francesi ti toglieranno l’incarico e noi affideremo il caso a lui.  Firmato: Roger Ruvie.” Rimasi alquanto allibita da quel messaggio, non riuscivo a credere che qualcuno potesse stressare e pressare Ryuzaki. La cosa mi faceva andare su tutte le furie, Ryuzaki era un essere umano, come si poteva pretendere così tanto da una persona? Appoggiai il telefono sul letto, mi avvicinai a Ryuzaki e lo abbracciai da dietro le spalle mentre lui stava sempre rannicchiato su se stesso. Cercai di tenerlo il più stretto possibile per consolarlo,  stetti zitta per un po’ e poi, sottovoce,  cominciai a cantare piano la canzone “Don’t cry” dei Guns ‘n Roses al suo orecchio. Il mattino dopo mi risvegliai stesa sul letto con Ryuzaki tra le braccia sempre girato di spalle ma non più rannicchiato come la notte.  Gli accarezzai i capelli, non volevo lasciarlo andare, non volevo che qualcuno lo potesse ferire ancora. Intanto “qualcuno” (indovinate un po’ chi…) stava bussando insistentemente alla porta da dieci minuti buoni. Dopo poco Tatsuki disse:
“Sof! Sono le undici meno un quarto, va bene che io e Shinobu stanotte l’abbiamo fatto tre volte ma dormire così tanto! Vabbè senti, noi andiamo a fare un giro qui vicino, ci vediamo alle una e mezzo al ristorante di ramen Natsuren. A dopo!!” e, finalmente, se ne andarono. Qualche minuto dopo sentii Ryuzaki dire :
“Grazie…” a bassa voce. Sorrisi e richiusi gli occhi. Poco dopo ci alzammo e io mi vestii e mi preparai per uscire. 
“Senti Ryuzaki,” dissi.
“Mh?” fece lui.
“Se c’è qualcosa che non va puoi dirmelo tranquillamente. Io ti starò sempre accanto e ti aiuterò quando potrò. Di me puoi fidarti.” Lui si girò sorridendomi con dolcezza ed io ricambiai. Poi Ryuzaki salì sul letto dove ero seduta, mi si avvicinò e mi baciò. Credo che fosse un segno di ringraziamento. Ricambiai il bacio e, quando mi staccai, lo abbracciai facendogli appoggiare la testa sul mio petto. All’ora stabilita raggiungemmo Tatsuki e Shinobu al ristorante ed il pomeriggio andammo in giro per la città (ed anche per Sexy Shop, mica se ne era dimenticata). La settimana di vacanza ad Osaka passò in un attimo e, quando tornammo a Tokyo, dovetti subito ricominciare a seguire le lezione in facoltà e a lavorare sotto la sorveglianza di quel pazzo tiranno di Suzuki-senpai. Ma, guardando i lati positivi, ero riuscita a far salire ancora di un grado la relazione con Ryuzaki e questo mi appagava più di qualsiasi altra cosa.
***********************************************
*Note autrice*

 
Allora, innanzi tutto scusate per la lunghissima attesa, ma d’estate non trovo l’ispirazione per scrivere D:  
Comunque…grazie per aver continuato a seguirmi! Spero di non avervi deluse. Come al solito ringrazio Samyss che mi edita e mi beta. Un bacio a tutte e…al prossimo capitolo! (che spero di riuscire a scrivere in meno tempo)
Saluti, Sofy97
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Death Note / Vai alla pagina dell'autore: Sofy97