Fanfic su artisti musicali > Justin Bieber
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Autore: needsrauhl    02/08/2012    11 recensioni
«-Ascolta ragazzo, devi stare alla larga da lei, chiaro? -Io la amo. -Non mi interessa, so che tipo di persona sei, ero come te alla tua età, ma mia figlia è tutto per me e non deve essere vicino a persone come te, non voglio che le accada nulla. -Lei non mi conosce. -E non è mia intenzione conoscerti, ora sali su quella macchina,sparisci e non tornare mai più, perché se lo farai, sarà molto pericoloso per te. -Che avrà intenzione di fare? -Ucciderti. »
Genere: Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing | Personaggi: Justin Bieber
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2.

"Dai, è assurdo." 
Risposi a Beth dopo che ero rimasta a pensare  fissando la porta che portava al corpo morto di una mia compagna,o meglio ex compagna di classe. Glielo dissi con tono sicuro, ma all'interno di me stessa sentivo paura, terrore. 
Mentre io e Beth eravamo agli armadietti che parlavamo a voce bassa dell'accaduto, vidi l'uffico del preside aprirsi e uscire Justin con i poliziotti. Non aveva le manette, non era turbato, era tranquillo, sapevo che l'assassino non era lui, ma perchè la polizia lo ha cercato?
Diedi una pacca a Elizabeth 
"Guarda.." dissi bisbigliando e facendole cenno con testa, indicando verso Justin.
Guardai Justin, e non so se se ne sia accorto o se mi abbia sentito, ma si voltò verso di me, mi guardò e io guardai lui. Non tolsi lo sguardo ero come ipnotizzata, i nostri occhi si erano incrociati e nessuno dei due aveva intenzione di smettere questo scambio visivo, finchè non ci pensò lui, voltando la testa.
In quel preciso istante mi vennero i brivi alla schiena.
Restai ancora a fissarlo, nonostante si sia voltato. Ero incantata da lui.
"Madison, ci sei?" 
Mi passò davanti Eleanor che mi fece ritornare sulla terra.
"Non è che c'è qualcosa tra te e il criminale?" Mi dissero le mie due amiche con tono sarcastico e ridendo sulle loro stesse parole.
"Io? Con lui? Non scherzare.." Chiusi l'armadietto e presi le mie cose, era finita questa inquietante giornata a scuola.
Eravamo all'uscita, di Justin nemmeno l'ombra, come sempre.  Ogni volta, a fine lezione, sparisce dal nulla, sembra quasi un fantasma.
Beth mi si avvicinò
"Meddi mi accompagni a casa? Non ho voglia di andarci da sola."
"Certo, avverto i miei."
Chiamai mio padre.
Mia madre ha divorziato da lui per una ragione a me ancora sconosciuta, come il resto del passato di mio padre, ma comunque mi trovo bene con lui, viviamo in una casa enorme, ho una vita molto lussuosa, ma questo non mi ha mai dato il motivo di volare alto.
Mio padre è una persona molto importante, è rispettato da tutti qui a L.A.
Dopo aver parlato con lui, diedi l'ok definitivo a Beth per la sua richiesta.
Mi incamminai con Elizabeth al mio fianco, lei mi fece strada dato che non ero mai stata in quella parte di Los Angeles nonostante ci viva da 17 anni. Era una zona un po' losca, tipo il Bronx, evitavo di guardarmi in torno per evitare contrasti visivi non adatti.
"Beth ma tu ti sei trasferita qui?" La presi sotto braccio per sentirmi più sicura, lei mi guardò.
"No, questa è solo una via per accorciare.." fece una mezza risata e poi continuò "nemmeno a me piace, ma almeno arrivo prima." Disse ridendo e concluendo la nostra conversazione.
Dopo dieci minuti arrivammo a casa sua, la salutai e poi chiuse la porta. Mi voltai. Cercavo di capire dove mi trovassi, Beth si era trasferita da poco, ma questa era la prima volta che andavo da lei.
Mi incamminai, erano le 17.
Alle 17.45 ero ancora lì, in quel posto a me sconosciuto, che girovagavo per trovare un modo per tornare a casa, o almeno a scuola.
Finii in un parco, girai lo sguardo alla mia sinistra, pensavo di essere sola, ma non lo ero: c'erano dei ragazzi, che parlavano, ma non come persone che si sono appena viste e scambiano due chiacchere, ma come qualcuno che voleva nascondere qualcosa, prima di parlare si guardavano attorno e cose così.
Notai qualcuno a me conoscente, ma distolsi subito lo sguardo dato che un ragazzo del gruppetto mi indicò e quel qualcuno mi guardò.
Accellerai subito il passo.
Si erano fatte le 18, e io ancora non ero a casa, grazie a Dio che il mio comprifuoco è verso le 20.
Camminavo svelta, quei ragazzi mi aveno messo paura e continuavo a guardarmi intorno, anche perchè avevo come la sensazione che mi stessero seguendo.
Udì un fruscio tra i cespugli che mi circondavano, mi spaventai e mi girai di colpo.
"Chi c'è?!" Urla guardandomi intorno. 
Niente, nessuno rispose, nessuno si mosse.
Stavo per riprendere il cammino quando sentì del metallo freddo, gelato, scivolarmi lungo i braccio e una mano appoggiarsi sul mio fianco sinistro.
"Cosa ci fa una ragazza come te da queste parti?"
Era una voce maschile, che mi sussurò all'orecchio.  
Non mi voltai, ma guardai che cos'era quell'oggetto che toccava il mio braccio, era un coltellino.
Non aprì bocca, sentivo che se l'avrei fatto forse non sarei più tornata a casa.
"Allora? Non mi rispondi?" Continuava a sussurrarmi all'orecchio questo qualcuno che mi stava terrorizzando a morte.
"M..m..mi..sono..mi sono persa.." Balbettavo, per poco non piangevo, ma chiusi gli occhi e non feci uscire le lacrime.
"Ehi, non spaventarti." questo ragazzo mi fece voltare, prendendomi dai fianchi, era Justin, Justin Bieber, il ragazzo della scuola.
Mi tranquillizzai un po', ma ero ancora terrorizzata, aveva un coltellino tra le mani.
Il mio viso era vicinissimo al suo, sentivo il suo respiro, il suo profumo. I miei occhi si alternavano tra le sue labbra e i suoi occhi.
D'un tratto voltò lo sguardo e si allontanò subito.
"Ti accompagno io." Mi disse.
Subito 12345 pensieri negativi mi invasero la mente, e se vuole uccidermi? oppure violetarmi? 
Iniziai a camminargli vicino, lui si guardava costantemente attorno, nessuno parlava e io continuavo ad aver paura.
"Perchè mi hai spaventata così?" Volevo interrompere quel silenzio gelido quindi presi il coraggio e gli dissi qualcosa.
"Non volevo ucciderti, stai tranquilla." Mi guardò e trattene la risata, aveva un'aria da duro che ti..ti..bhè immaginate.
Probabilmente stava ironizzando sull'accaduto a scuola, e quindi lo feci anche io rispondendo con un "Si, certo." ma probabilmente non capiì la mia ironia, mi guardò in modo serio, fissa negli occhi, non disse nulla e voltò lo sguardo.
Per il resto della strada nessuno aprì bocca, lui continuava a camminarmi dietro, si guardava attorno. 
Il tragitto era più corto di quello che pensassi.
Prima di entrare in casa Justin mi fermò per il braccio
"Non andare più in quella strada" Mi disse con faccia seria, serissima, poi se ne andò, senza nemmeno un saluto e io restai immobile a guardarlo mentre se ne andava via.
Ciao bellissime!
Grazie mille per le recensioni nel primo capitolo, spero gradirete anche questo!
Prendete un po' come spunto il video di As Long As You Love Me (che a proposito sdfghjkasdfgh)

Spero continuerete a leggere e a recensire!
Un bacio enorme!
  
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