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Autore: Naitmers    02/08/2012    5 recensioni
Ambientato in un universo alternativo, Loclitio tratta una realtà non troppo lontana dalla nostra, dove l'ignoranza vien tessuta su ingiustizie e terribili sacrifi, un popolo esiliato e dimenticato annaspa per la propria sopravvivenza e una sanguinaria guerra è combattutta, come sempre, in nome di giustizia e pace.
Seguiremo le vicende del protagonista, destinato a scegliere la ragazza su cui le speranze del suo popolo verranno riposte.
Ma vorrà l'Ottava Sorella seguire il destino che le verrà tracciato?
[...] un dio può essere caritatevole quanto vuoi, ma finché saranno delle creature non prive dal vizio a parlare per lui, ogni sua misericordia verrà sporcata dai loro spiriti imperfetti Citazione di Vega, tratta dal racconto.
Genere: Azione, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: Tematiche delicate, Violenza
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Salve a tutti e rieccomi qui, con la medesima storia.
Mi scuso con tutti colore che abbiano cercato in questo periodo questo racconto, per leggerlo, rileggerlo oppure vedere solo a che punto fossero gli aggiornamenti, essendosi trovato nella situazione di scoprire che Loclitio non esisteva più.
Vi dirò il vero motivo per cui avevo rimosso la storia: non sono al livello che pensavo di aver raggiunto.
Questa considerazione mi ha portata prima ad un momento di sconforto, poi ad un'accurata revisione del racconto e del mio modo di scrivere, per poi tornare pronta alla carica qui su EFP!
Questo è il nuovo prologo, non troppo differente dal precedente. Sarà l'unico aggiornamento fino a metà Settembre, chiedo perdono.
Spero vogliate ancora prestare attenzione a questa trama,
buona lettura






Prologo

Penso siano giorni, se non settimane, che mi ritrovo a strisciare in questi cunicoli luridi di muffa e liquame.
Regna una completa oscurità, dove mi è difficile mantenere una cognizione del tempo, ma a giudicare dalle condizioni del mio corpo sono trascorsi sicuramente più di tre giorni. Le mie palpebre pesano, assieme ai miei arti, pregandomi quel poco di riposo che mi rifiuto imperterrito di concedergli, obbligandomi a continuare a strisciare sui gomiti come un verme.
La sete è tale da far si che le mie labbra si spellino pian piano, non soddisfatte della poca saliva con cui le umidifico. La fame... solo a pensarci lo stomaco si contrae, inviandomi saettate di dolore fino alla gola, accompagnandole ad un sapore di bile rivoltante.
Eppure, ciò che più mi preoccupa, ciò che continua a perseguitarmi, sono quelle immagini. Quel ricordo, ripetuto all'infinito dalla mia mente in quell'oscurità densa come quella delle mie palpebre.
Il motivo per cui sono qui, condannato a morire in un modo o nell'altro.


Il cielo era un tumulto di ruggiti e fischi, un vorticare di artigli, becchi accuminati e zanne.
Non ricordavo di aver mai vissuto un combattimento del genere.
Vi erano più creature che nuvole, in quella distesa azzurra che altro non ispirava che pace, anche mentre era campo di una dei più sanguinosi scontri che la nostra storia ricordi.
Vegaza si muoveva rapida e leggiadra, abituata a cavalcare i vortici d'aria creati dalle possenti ali dei draghi. Come ogni grifone, era impaziente di saggiare il sangue di quelle creature sotto i suoi artigli.
Forse fu proprio la mancanza di preoccupazioni, siccome era Vegaza a fare il più, oppure la bellezza del cielo in pieno giorno, in cui era una vera meraviglia volare, che mi lasciarono la mente così sgombra da poter notare un così minuscolo particolare.
Dentro il poligono che i draghi stavano evocando con i loro grugniti scomposti, vi era una piccolissima figura che vagava spaesata, soffermandosi a guardare le persone attorno a lei, senza capire cosa stesse succedendo. Non mi ci volle nulla a capire che si trattasse di quella stupida e sprovveduta ragazzina, forse spinta fin lì dall'innocente preoccupazione per quella gente immobile.
Cercai di spiegarmi come fosse arrivata fin lì, ma, ancor prima che potessi anche solo pensare ad una risposta, mi giunse un altro, importantissimo, quesito: perché lei stava velocemente planando su quella ragazzina?
Schioccai tre volte la lingua, ancor prima di vedere il possente drago viola guardare il suolo e aprire le falci, proferendo un potente ringhio per poi abbandonare il proprio corpo in una caduta precipitosa. Puntava anch'esso a quella sprovveduta.
Possibile che ero stato così incosciente?
Vegaza si arrestò, capovolgendosi con un possente colpo d'ala, per poi iniziare anche lei a planare in quella direzione.


Provo un forte disgusto per me stesso a sentire ancora queste gocce calde rigarmi il volto.
Mi ero comportato come un fanciullo, troppo tonto per pianificare da solo qualcosa, troppo immaturo per riuscire a portarla a termine senza nessun aiuto. Ma, pensandoci bene, mi ero comportato come mio solito.
Peccato che questa volta avevo sacrificato la persona più importante della mia vita, quella che avrei davvero voluto proteggere, quella che avrei voluto portare via con me, con cui avrei voluto vivere assieme... per salvare colei che era la nostra Salvezza.
  
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