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Autore: Kuruccha    02/08/2012    3 recensioni
Con il dito percorse di nuovo il profilo del suo viso; la pelle di Jintan era fresca, ma quella sensazione non era affatto spiacevole.
Jintan era vivo, nonostante tutto.
Genere: Fluff, Romantico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jinta Yadomi/Jintan, Meiko Honma/Menma
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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Zero e nove
 
 
La sua prima ragazza-vera-e-propria, come l'aveva definita suo padre, aveva grandi occhi azzurri e un viso piccolo, né tondo né ovale, dalla carnagione appena brunita dal sole dell'estate. Faceva parte del club di nuoto e anche di un'associazione per i diritti degli animali; aveva carattere, forse fin troppo. Erano stati insieme quasi sei mesi, prima che lei decidesse che non erano fatti l'uno per l'altra e piantasse Jintan in favore del muscoloso allenatore che l'aveva portata fino alle gare provinciali - un tipo simpatico, che nonostante le apparenze aveva un anno meno di lei.
 
La sua seconda ragazza-un-po'-meno-vera-e-propria, come l'aveva chiamata suo padre, era l'esatto opposto di chi l'aveva preceduta: pallidissima, di un biondo platino rigorosamente tinto ma che tutto sommato su di lei stava bene, spalle e fianchi stretti. Era arrivata un giorno, portando il giornale, presentandosi come il nuovo fattorino del mattino. A suo padre era piaciuta subito. Nelle quattro settimane in cui si erano frequentati, Jintan l'aveva baciata un paio di volte in tutto e non gli era affatto dispiaciuto. Poi, un lunedì, era scomparsa lasciandogli un bigliettino pieno della sua scrittura fitta fitta in cui diceva che sarebbe tornata in campagna dai suoi perché aspettava un bambino. Non l'avevano mai più vista.
 
La sua terza ragazza-uhm-insomma-non-è-che-mi-piaccia-poi-così-tanto, come l'aveva definita suo padre, era arrivata dopo quattro anni, sempre per caso. Lavorava nel conbini proprio proprio davanti a casa loro, aperto poco dopo la ristrutturazione del quartiere. Era stato Jintan a chiederle di uscire; gli piaceva il modo in cui parlava e trovava carino come trascinava l'ultima sillaba del suo nome nel pronunciarlo. Era stato Jintan stesso a scaricarla, però, meno di un mese dopo; i suoi amici erano minacciosi quanto degli yakuza - e forse lo erano davvero - e non voleva aver niente a che fare con loro. Lei era stata perentoria nel dire che non avrebbe mai rinunciato ai suoi compagni; lui non l'aveva contraddetta, e si era ritrovato a dover rinunciare a lei.
 
La sua quarta ragazza-oh-questa-sì-che-mi-piace, a sentire suo padre, era un esserino adorabile che mangiava tutto ciò che le veniva offerto e che indossava sempre dei vestiti interi. Aveva un bel seno e dei fianchi morbidi; era così carina che suo padre faceva finta di non sentire mai tutto il rumore che facevano di notte in camera sua. Erano stati insieme a lungo, per quasi due anni; si erano lasciati quasi con rammarico, ma di comune accordo: lei aveva dovuto trasferirsi per lavoro, e Jintan non aveva voluto abbandonare suo padre per seguirla. Avevano cercato di tenersi in contatto per un po', alimentando un amore a distanza che poi si era lentamente spento; il modo naturale in cui tutto era successo gli dava ancora da pensare.
 
C'erano poi state la quinta ragazza-oh-sua-madre-è-proprio-simpatica, la sesta i-dolcetti-che-porta-sono-sempre-buonissimi, la settima si-muove-come-un-elefante-sei-sicuro-di-volerci-avere-a-che-fare, ma in loro non aveva mai trovato nulla di troppo particolare. Anche suo padre le aveva dimenticate in fretta.
 
L'ottava si chiamava ragazza-oh-perché-non-la-sposi-lei-è-quella-giusta, e per una volta Jintan si era trovato davvero d'accordo con suo padre. Aveva un visino tondo e degli splendidi capelli, lunghi e lisci, attraverso cui era un piacere far scorrere le dita. Erano sottili e morbidi come seta, e - senza sapere perché - Jintan si era ritrovato più volte con gli occhi lucidi mentre li accarezzava. Era stato suo padre a fargliene capire il motivo, un giorno come un altro, quando aveva detto che lei gli ricordava la figlia degli Honma, quella bambina che è annegata quando eri piccolo, te la ricordi, Jintan?, e da allora non era più riuscito a guardarla con gli stessi occhi.
 
La nona ragazza era stata oh-perché-non-ti-trovi-una-bella-donna-e-mi-fai-dei-nipotini, come l'aveva chiamata suo padre, e quel nome le era rimasto anche dopo che lui se n'era andato. Erano già passati quarant'anni, ma Jintan la stava ancora aspettando. Ormai, a quell'età, era certo che per lo meno lei avrebbe avuto degli splendidi capelli bianchi.


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02.08.2012
Ciao a tutti! <3
Questa storia partecipa alla MaratonaInPiscina organizzata da PiscinadiPrompt ed è nata dalla traccia AnoHana, Jintan (Post serie), "Anche se il tempo passava in tutte le donne che incontravo, ho cercato solo te." (Nuovo Cinema Paradiso) postata dalla mia cara Yumemi. <3
(Il titolo vi sembra criptico? La ragazza nove è ovviamente l'ultima, ma la zero è sicuramente Menma. :D)
Questo capitolo è dedicato alla mia Alister09 perché... il titolo. Cioè. Zero-nove. :°D Sono stupida. :°D
Grazie mille per aver letto! <3
Kuruccha
 


 
   
 
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