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Autore: katyjolinar    03/08/2012    1 recensioni
L'amore è il sentimento che spinge i componenti della famiglia Bishop a fare le cose più assurde. Walter ha attraversato due universi per salvare un figlio non suo, Peter è entrato in un macchinario che rispondeva solo ai suoi comandi per salvare le persone che amava... la terza generazione non è da meno delle precedenti.
Genere: Science-fiction | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: AU, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Attenzione: la storia che state per leggere è stata scritta qualche mese fa, quando la quarta stagione era appena iniziata, quindi ci sono delle incongruenze rispetto alla trama. Detto questo... leggete e fatemi sapere cosa ne pensate!

Quello era uno dei ricordi più belli della sua infanzia.

Era sempre suo padre a metterla a letto. Quando aveva tre anni, alla sera, mentre la madre riordinava in cucina, suo padre la prendeva in braccio che era già mezza addormentata, e la portava in camera. Mentre la portava, già le cantava la sua ninna nanna preferita.

“Row, row, row your boat

Gently down the stream,

Merrily merrily, merrily, merrily

Life is but a dream

Row, row, row your boat

Gently down the brook,

If you catch a little fish

Please let it off the hook…”

Elizabeth si accoccolava sul suo petto e ascoltava, lasciandosi cullare dalla sua voce.

“Row, row, row your boat

Gently down the creek,

If you see a little mouse

Listen to it squeak

Row, row, row your boat

Gently down the river,

If the river gets you wet

Don't forget to shiver

Row, row, row the boat

Gently to the shore,

If you see a lyin' bear

Don't forget to roar…”

Lui apriva la porta della sua stanza e, senza accendere la luce, la metteva sul letto, rimboccandole le coperte.

Row, row, row your boat

Watch the water flow,

Rowing's fun but rowing's hard

That is what I know

Row, row, row your boat

Gently down the lake,

Don't stand up and rock the boat

That's a big mistake!

Row, row, row your boat

See the water run,

Rowing here and rowing there

Oh we're almost done…”

Lei si addormentava subito dopo, sentendo la voce di suo padre che si allontanava.

“Row, row, row your boat

Gently down the stream,

Ha ha fooled ya all

I'm a submarine

Row, row, row your boat

Gently down the stream,

Merrily merrily, merrily, merrily

Life is but a dream”

Poi accostava la porta, mentre sua madre si avvicinava.

“Si è addormentata, Peter?” chiedeva, tutte le volte.

“Sì, Olive. Come un angioletto.” le rispondeva lui.

Ma le voci dei suoi genitori erano lontane, mentre Elizabeth si perdeva nel mondo dei suoi sogni di bambina.

Ma ora era adulta. Quelli erano ricordi di oltre 25 anni prima.

Suo padre, Peter Bishop, era sempre stato il suo eroe. Elizabeth pendeva dalle sue labbra quando le raccontava le sue avventure, di come aveva salvato due mondi in pericolo, prima della sua nascita. Oppure quando le parlava di suo nonno e delle sue geniali pazzie.

Suo nonno, Walter Bishop… Elizabeth se lo ricordava appena. Era mancato quando aveva quattro anni, non aveva potuto conoscerlo bene. L’unico ricordo che le era rimasto di lui era quel laboratorio, nel seminterrato dell’edificio Kresge dell’Università di Harvard, ormai rimodernato, rispetto alle foto e ai video che aveva visto di quando ci lavorava il nonno; l’unica costante era quella vasca arruginita, in mezzo alla stanza, che sua madre, Olivia, stava riempiendo di acqua, aiutata da Henry, fratello maggiore di Elizabeth, mentre suo padre discuteva in un angolo con Eddie, il compagno della giovane figlia.

Elizabeth si strinse nell’accappatoio, in attesa. Eddie le si avvicinò e la fissò, preoccupato.

“Lo so che è inutile, ma te lo chiedo ancora. Sei sicura che sia una buona idea?” le chiese il giovane uomo, mentre si toglieva la maglia e indossava anche lui l’accappatoio.

“Edward, te l’ho già detto… è l’unico modo per salvarlo… per salvare nostro figlio…” rispose, carezzandosi la pancia. Un debole calcio proveniente dall’interno la fece sussultare e sorridere. Il bambino stava bene, per il momento.

Quando la vasca fu piena, Peter si avvicinò a Elizabeth e Eddie e li guardò negli occhi.

“Vi ho già spiegato cosa succederà. Vi guiderò con la voce finchè potrò, poi le capacità di Elizabeth faranno il resto.” disse. Era eccitato e preoccupato allo stesso tempo. In quel momento somigliava molto a Walter, per quel poco che Elizabeth ricordava.

Peter aveva oltre 60 anni, ormai, ma continuava ad essere un uomo geniale. Certo, non era paragonabile al genio di Walter, ma se era diventato capo della Divisione Fringe ed era soprannominato “l’Eroe dei due Mondi” c’era sicuramente un motivo.

Elizabeth annuì, poi lo abbraccò, tirando indietro le lacrime.

“Grazie, papà. Ti voglio bene.” disse.

Peter sorrise e le carezzò i capelli, poi lei abbracciò anche la madre e il fratello.

Infine si avvicinò alla vasca e si tolse l’accappatoio. Eddie fece lo stesso, e insieme entrarono nell’acqua.

Eddie la abbracciò, mentre Henry chiudeva la vasca e Peter dava le istruzioni attraverso il microfono.

Elizabeth chiuse gli occhi e si concentrò su quella voce che, improvvisamente sparì, come sparì l’acqua in cui erano immersi lei e il suo compagno.

   
 
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