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Autore: maavors    03/08/2012    1 recensioni
È difficile avere una convinzione precisa quando si parla delle ragioni del cuore, sostiene Pereira.
Emma decide di abbandonare tutto e tutti per inseguire un sogno: andare a vivere in Francia. Ma quali aspettative ha per lei il futuro?
Genere: Commedia, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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-Buongiorno,- esclama Amelie -questa mattina sei venuta presto!- conclude con un sorriso.
-Sì, ero convinta di far tardi, ma ho fatto prima del previsto-
-A che ora finisci?-
-Non lo so, credo per le dodici-
-Perfetto, allora pranziamo assieme!-
-No, non posso. Devo lavorare..-
-Lavoro, lavoro, lavoro! Pensi solo a quello! Quando lo troverai un fidanzato se non fai altro?-
-Per il momento non è quello il mio obbiettivo, dai andiamo che si fa tardi- taglio il discorso così non devo giustificarmi anche con lei.
Appena uscite dal bar, inizia lentamente a piovere. -Acceleriamo il passo, non voglio arrivare bagnata- dico ad Amelie mentre camminiamo.
Alle dodici in punto la lezione termina così mi incammino verso la macchina. Ci trovo appoggiato Eric, -Buongiorno bellezza, dove ti porto?- dice con voce ammiccante
-Da nessuna parte, sto andando a lavoro e come vedi una macchina ce l'ho- rispondo seccata. Eric invece l'ho conosciuto due mesi fa, e da quella sera è diventato la mia ombra, ce l'ho sempre tra i piedi.

Entro in macchina ma mi bussa dal finestrino così lo abbasso -Che c'è?- chiedo scortesemente -Quando usciamo?- non rispondo, alzo il finestrino e metto in moto. Un po' mi dispiace lasciarlo lì, ma proprio non posso incasinarmi la testa ora. Mi hanno appena annunciato che tra un mese devo dare un esame e sono troppo indietro.

Arrivo al negozio e prima di scendere dalla macchina prendo un po' di libri così posso studiare mentre non c'è nessuno. Quando apro lo sportello mi accorgo che qui ha piovuto molto, infatti è pieno di pozzanghere e devo stare attenta a dove mettere i piedi se non voglio arrivare a lavoro bagnata.

Con la testa bassa attenta a dove camminare non mi accorgo nemmeno della gente che mi passa vicino.

Sento una botta ed io e i libri cadiamo a terra, per fortuna non è bagnato. Cosa è stato?

Davanti a me c'è un ragazzo. Lui non è caduto, si sta toccando la fronte. Ora mi ha vista, infatti mi tende una mano, non la accetto. Devo recuperare i libri, si china e mi aiuta. Poi mi rioffre la mano, questa volta accetto.

-Scusami, non ti ho proprio vista- appena sono di fronte a lui da bravo francese si scusa, -Nemmeno io ti ho visto- cerco di rimediare, non sono stata molto gentile.

-Comunque io sono Miralem- sfoggia un sorriso.

-Io sono Emma- sono in netto ritardo devo tagliare corto. -Emma e...?- chiede -Emma è in ritardo, scusa ancora Miralem mi dispiace- scappo verso il negozio.

-Buongiorno, scusate per il ritardo, ma ho appena fatto un incidente qui fuori con un tizio- sto parlando da sola perchè le mie colleghe sono in un altro mondo -Ehyy?? Ci siete?- chiedo.

-Ti sei persa una cosa incredibile- Sarah, l'unica che si è ripresa riesce a dire solo queste parole. Ora sono curiosa -Che mi sono persa?-

-Pjanic, il giocatore del Lione. Dentro il nostro negozio- Yvonne sputa il rospo.

Non so chi sia, non seguo il calcio francese. Devo avere un punto interrogativo stampato sul volto perchè Yvonne si avvicina e mi da un pizzicotto sulla guancia. -Amore, anche io non seguo il calcio, ma i calciatori sì. E quello era un calciatore. Un calciatore single. Un calciatore bello. Nel negozio- mi scrollo le sue mani di dosso.

-Va bene, poteva essere anche Del Piero, ma questo non mi aiuterà con il mio esame del mese prossimo- mi avvicino alla zona cassa e tiro fuori i libri, poi cerco nella borsa il telefono, devo chiamare Amelie. Voglio sapere se anche lei ha il mio stesso esame. Un brutto sospetto mi assale. Non trovo il telefono. Non trovo il telefono. NON TROVO IL TELEFONO. Esco di corsa dal negozio, credo mi sia caduto quando mi sono scontrata con quel ragazzo. Se ho fortuna lo trovo ancora lì. Niente, non c'è.

Torno sconsolata nel negozio. -Che succedere?- chiede Sarah -Ho perso il telefono- abbasso lo sguardo.

-Chiamalo- risponde a tono.

Mi avvicino al telefono del negozio e compongo velocemente il numero. Tuuu. Tuuu. Tuuu.

-Pronto?- c'è una voce dall'altra parte -Devi essere Emma in ritardo- sorrido.

 

  
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