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Autore: LizzieCarter    03/08/2012    2 recensioni
"Si china a terra e raccoglie un libro che ha urtato col piede avvicinandosi al bagagliaio aperto.
 -Un ponte per Terabithia?- chiede, con una sfumatura indecifrabile nel tono divertito [...]; sorride, sembra stia per dire qualcosa, ma poi si limita ad avvicinarsi e a riporre con delicatezza il libro nello scatolone che tengo in mano..."

Un'appassionata di libri in fuga dal passato,
un ragazzo che non è solo un attore famoso,
un giardino sempre misteriosamente fradicio,
una coinquilina stalker,
dei chiassosi polletti,
la storia di un'intrepida panettiera,
una nuova Terabithia...
"- E' meglio...- si schiarisce la voce, lasciandomi le mani per infilarsi un paio di guanti di pelle chiara; - E' meglio se ti tieni bene-.
Annuisco contro la sua spalla, sobbalzo lievemente quando lui toglie il cavalletto e fa partire la moto con un rombo, e poi... poi c'è solo il vento sul mio viso.
Cosa estremamente poetica, non fosse che mi sono mangiata metà dei miei capelli!"

[con illustrazioni all'interno :)]
Genere: Commedia, Romantico, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Un nuovo ponte per Terabithia'
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Dopo un pomeriggio insolitamente divertente, passato a digerire il polletto e a battere i due kentuckiani ad ogni gioco di carte o in scatola che mi proponessero ( in realtà solo a memory, dato che ai giochi in scatola vinceva sempre Josh, a cui capitavano sempre i punteggi più alti col dado, e a scacchi e a carte prevaleva Connor che, confermando le apparenze, si era rivelato un cervellone), è giunta l'ora di tornare a casa. Guardo fuori dalla finestra dello spazioso salotto in stile country e vedo le prime stelle della sera ammiccare tra le piante di soia; a malimcuore, aiuto a raccogliere le tessere del Domino sparse sul folto tappeto di lana di pecora ed inizio i convenevoli, abbacchiata.
- Grazie per la giornata, mi sono divertita da morire! E il pranzo era superbo! Adesso... mi sa che vado. Be', ci si vede - aggiungo infine, speranzosa, avviandomi verso la porta d'ingresso dopo aver affettuosamente abbracciato Connor, che ormai sento un po' come il mio figlioccio, e aver professionalmente stretto la mano a Josh, che mi guarda stranito, per poi affrettarsi verso di me quando capisce le mie intenzioni.
- Ma non penserai mica che ti faccia fare tutta questa strada a piedi da sola, al buio!-
- Tranquillo, non ho intenzione di rubarti il titolo di sportivo del circondario, son solo quattro passi- lo prendo in giro, ma lui, accorato, chiude la porta che avevo aperto con una mano e con l'altra stringe la mia, costringendomi a guardarlo negli occhi preoccupati. -Per favore, solo per farmi sentire tranquillo-.
- Ma poi torneresti tu da solo- ribatto, testarda; la fronte del ragazzo si distende, come se Josh avesse già previsto questa obiezione. - Tranquilla,- risponde, infatti,- ci sarà la mia Betsy a tenermi compagnia-.
Lo guardo, interdetta, e faccio un passo indietro perchè... be', perchè mi piace avere uno spazio personale esteso, ecco; - Hai un cane da guardia?- chiedo, sorpresa. Preferirei tornare a casa da sola, piuttosto che in compagnia di un enorme cane...!
- Be' ho anche un cane, però lui si chiama Driver; Betsy è la mia moto- dichiara, sorridendo orgoglioso, prima di aprire il portoncino e guidarmi fuori in cortile, dove mi lascia ad aspettarlo mentre si addentra in quella che lui chiama "La caverna della bestia" (probabilmente Betsy) e che in realtà è un comunissimo capanno per gli attrezzi.
Ne risbuca poco dopo portando a mano una solida moto nera che, chissà perchè, mi fa pensare a quella di Sirius Black, il padrino di Harry Potter, con due caschi a scodella che penzolano -uno per parte- attaccati alle estremità del manubrio.
Mi affianca, fa saltare la moto sul cavalletto e monta in sella, approfittando del tempo che io impiego per salire dietro di lui per infilarsi il caschetto in testa. Quando, con uno sbuffo, riesco a capire dove mettere i piedi, lui mi porge il casco. - E' di Connor, spero non ti sia piccolo! Sai, non è sempre vero che i grandi cervelli stanno nelle teste grandi...!-
Si morde il labbro per non ridere, mentre cerco di allentare la cinghietta, poi si spazientisce e mi allontana con gentilezza le mani, prende ad armeggiare con il casco e questo, dopo qualche secondo, gliela dà vinta con un sonoro click.
Gli sorriso debolmente, sicura di avere il viso in fiamme (fortuna che si è fatto buio!), cercando di non sentirmi un'imbranata, e mi abbandono le mani in grembo, incerta su dove metterle, aspettando che parta. Sto controllando la mia casa in lontananza, che sembra avere le luci accese (che le abbia scordate stamattina?), quando sento le mani calde di Josh stringere delicatamente le mie e ricongiungersele davanti al torace.
- E' meglio...- si schiarisce la voce, lasciandomi le mani per infilarsi un paio di guanti di pelle chiara; - E' meglio se ti tieni bene-.
Annuisco contro la sua spalla, sobbalzo lievemente quando lui toglie il cavalletto e fa partire la moto con un rombo, e poi... poi c'è solo il vento sul mio viso.
Cosa estremamente poetica, non fosse che mi sono mangiata metà dei miei capelli!
Solo quando siamo a circa metà strada scopro che, se mi rannicchio ben bene dietro la solida schiena di Josh, il vento diventa meno violento e, stretta a lui, mi lascio cullare dal rombo della moto nel crepuscolo e dallo stormire delle foglie al nostro passaggio.
 
Arrivati all'imbocco del vialetto di casa, smonto di malavoglia dalla moto, e barcollo un po' sulle gambe, assonnata, alzando una nuvoletta di terra rossiccia.
-Ok, ti accompagno alla porta-. Josh mi raggiunge e mi passa un braccio attorno alla schiena, forse pensando che io non sia in grado di reggermi in... uhmm, yawn, forse non ha tutti i torti!
- Nnnooooo, lasciami qui a dormire, sull'erba!- biascico, appoggiando la testa sulla sua spalla e combattendo per tenere gli occhi aperti, senza notare la presenza di un'altra auto nel buio.
- Non posso- risponde lui a bassa voce - questo non è un giardino: è un acquitrino! Potresti annegare, o comunque prenderti la diarrea fulminante-.
- ... Dolce- borbotto, grattandomi la punta del naso che un ciuffetto di capelli mi sta solleticando; Josh lo sposta delicatamente dalla fronte, ed è questo gesto inaspettato a risvegliarmi, o forse sono le luci accese in cucina, fatto sta che mi ricompongo e mi stiracchio un po', poi, con la mente ancora un po' annebbiata dal sonno, stringo la mano a Josh. -Grr-uhmph... Gra-azie per avermi accompagnata e protetta, Sir...- cerco un po' di argume nel limbo tra il regno dei sogni e il mio acquitrino.
- Figurati -, risponde lui, camminando all'indietro per qualche passo e salutandomi con la mano; -E' stato un piacere, e poi qui ci sono pericoli in ogni angol... OUCH!-. Anche nel buio crescente, posso percepirlo incespicare su un sasso, ma, incredibilmente, lo vedo anche girarsi -e potrei giurare che stia sorridendo, anche se non vedo il suo viso- e dire - Per l'appunto, vedi da quante insidie ti devi guardare? Hai molto da imparare, o mia apprendista donzella-.
Ridacchio, accennando una maldestra riverenza, lo saluto con la mano, poi mi giro ed entro in casa.
 
La prima cosa che vedo sono i miei libri a terra, la seconda è una biondina che dorme sul tavolo.
- Ma che diavolo?!- impreco, improvvisamente sveglia, chiudendo la porta di malagrazia e svegliando così Riccioli d'Oro.
_________________________

Salve a tutti! Finchè ho la fortuna di procedere spedita a scrivere, vi metto anche questo capitolo, sperando di farvi contenti/e :) 
Ancora un saluto a Heyyouthere, Vegasgirl_1D, Rory e Pry_Josh :)!

   
 
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