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Autore: Evelyn Wright    03/08/2012    3 recensioni
Ciaoooooo!! Eccomi alle prese con una nuova storia che come al solito ho sognato durante la notte XD Mi è sempre piaciuto Eragon e ho sempre pensato che prima o poi avrei scritto qualcosa così eccomi qui! La protagonista si chiama Evelyn (ma in realtà sono io la protagonista) che viene catapultata nell'universo di Eragon con uno scopo ben preciso e cioè aiutare i Varden a sconfiggere l'impero! Ovviamente sarà anche una storia d'amore.. tra chi non si sa però ci sarà una storia d'amore.. ed Evelyn alla fine della storia dovrà prendere una decisione molto importante! Se vi ho incuriosito leggete e commentate!! Pleaseeee *_* un bacione a tutti!!
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Eragon, Murtagh, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Salve a tutti! ** Si, lo so.. Non posto un nuovo capitolo da quando? Meglio se non vado a controllare perché penso che mi verrebbe un colpo e non saprei nemmeno come scusarmi per non aver postato nulla per tantissimo, troppo tempo. Spero comunque che mi perdoniate e che leggiate con altrettanta passione questo nuovo capitolo!  Continuo nel frattempo a scusarmi per il tempo passato e spero che continuiate a leggere le mie storie! Prometto che non passerà molto tempo prima che l'altro capitolo venga pubblicato ** Si! Giurin giurello! ** Ma ora basta chiacchere xD Vi lascio al nuovo capitolo.
Sempre vostra, Evelyn.

p.s. Se la storia vi interessa commentate il capitolo please!  I vostri giudizi, sia positivi che negativi, sono sempre ben accetti!

Capitolo 4:

Dopo che Murtagh era uscito dalla mia cella ero rimasta per un po’ a guardare dubbiosa il piatto di cibo che avevo davanti decidendo se mangiare in fretta oppure no prima che il sonnifero avesse effetto quando ancora il piatto era mezzo pieno.

Non era un problema di vitale importanza, ma non sapevo il motivo per il quale incominciavo ad interessarmi per queste minime cose, forse semplicemente perché era più facile preoccuparsi di come mandare giù del cibo piuttosto di come salvare Alagaesia e al solo pensiero che il giorno dopo avrei dovuto incontrare Galbatorix e tutta la sua corte mi tremavano gambe e mani impedendomi di muovermi come volevo tanto ero agitata.

Non avevo scampo contro Galbatorix in persona, e come avrei mai potuto ingannare una persona che passava la maggior parte del suo tempo ad accertarsi di avere la lealtà di tutte le persone che lo servivano? Anche se avessi provato a mentire utilizzando una storia ben congeniata, probabilmente avrebbe richiesto che venisse esaminata la mia mente, e allora come avrei potuto mentire?

Non c’era Saphira ad aiutarmi e a tenere segrete alcune informazioni vitali per la mia incolumità come aveva fatto con Eragon per celare delle informazioni ai Gemelli, ed io da sola non potevo farcela o sarei morta di dolore se solo ci avessi provato, anche se optavo più per l’opzione che non riuscissi proprio a farcela non avendo alcun potere magico.

Ma era inutile lambiccarsi con certi problemi senza soluzione perché tanto anche se ci avessi dovuto pensare giorno e notte non c’era alcuna soluzione. Non avevo poteri, ero rinchiusa in cella e ovviamente non potevo chiedere aiuto a nessuno, nella corte di Galbatorix nessuno avrebbe avuto il fegato di aiutarmi e anche se avessi chiesto a Murtagh probabilmente mi avrebbe detto di no perché già aveva rischiato molto proteggendomi, o forse no.

Forse rischiava di più se non avesse protetto la mia mente!

A questo non avevo assolutamente pensato e prima di incominciare a mangiare, con rinnovato entusiasmo incominciai a misurare la stanza a passi pesanti mentre il vestito frusciava al minimo movimento facendomi sentire una bambolina, cercando di attuare un buon piano.

Murtagh era obbligato ad aiutarmi per la bugia che aveva appena detto a Galbatorix sul fatto che ero completamente innocua. Doveva impedire che avesse accesso alla mia mente o avrebbero scoperto tutti che ero potenzialmente pericolosa avendo come scopo di distruggere Galbatorix, e forse poteva innestare nella mia mente anche un falso ricordo che poteva far credere al malvagio re che in realtà potevo essere una sua buona alleata e così potevo passeggiare per il castello cercando l’ultimo uovo di drago in suo possesso e tutti gli Eldunarì di modo che io potessi indebolirlo!
Per la prima volta non mi chiesi per quale motivo le creature del mondo dei sogni avessero scelto me per salvare questo mondo.. Forse avevo davvero le capacità per salvarlo, anche se non avevo modo di combattere né con la magia né con una spada in mano.

Ma avevo imparato nei libri soprattutto che la vera forza non era quella che si aveva maneggiando una spada o utilizzando al meglio delle formule magie o cose del genere, ma la vera forza era il coraggio, la ragione e il cuore, cose essenziali per vincere, e forse io avevo queste caratteristiche, anche se mi sembrava una cosa impossibile.

Ma se incominciavo a sminuire le mie potenzialità sarei stata sempre meno di aiuto alla popolazione di Alagaesia e quindi dovevo smetterla di farmi tante domande e incominciare ad agire.

Il piano che avevo appena pensato non era male e se Murtagh era in grado di innestare dei falsi ricordi in me non dovevo affatto preoccuparmi di nulla, soprattutto di Galbatorix che non poteva fare altro che credere che potevo essere davvero una buona alleata per lui.

Per il momento non potevo fare nient’altro per Alagaesia perché era inutile continuare a progettare se non sapevo se Murtagh era in grado di fare quello che gli chiedevo.

Mi sedetti di nuovo sul letto e avvicinai il tavolinetto dove c’era poggiato del cibo e di nuovo lo fissai con disprezzo solo perché sapevo che c’era del sonnifero all’interno.

L’idea di non poter decidere io mi mandava su tutte le furie, ma già avevo detto che non potevo fare altrimenti e così incominciai a mangiare il più velocemente possibile quasi non sentendo neanche il sapore di quella specie di spezzatino che stavo mangiando e in fretta mandai giù anche due bei bicchieri d’acqua che diedero subito sollievo alla mia gola. Non bevevo dalla sera prima in cui ero stata risucchiata dentro il libro e ovviamente ne avevo estremo bisogno in quel momento.

Il sonnifero fece subito effetto e dopo poco sentii di nuovo la testa girare e mi accasciai sul letto coprendomi ben bene per non rischiare di prendere freddo mentre ero addormentata.

Incominciai a distinguere sempre meno il soffitto sopra di me finchè il mio mondo diventò buio e mi addormentai piegando la testa di lato come fossi morta.

Probabilmente era già l’alba quando l’effetto del sonnifero era svanito e fu in quel preciso istante che mi svegliai di soprassalto credendo di aver sentito un rumore, ma in realtà c’era solo e soltanto un silenzio tombale a farmi compagnia.

Mi stiracchiai ancora una volta sul letto allungando le gambe e il resto degli arti e quando mi accorsi che avevo un braccio addormentato incominciai a massaggiarlo sperando che passasse presto perché era una sensazione sgradevole.

Probabilmente mi ero addormentata sopra quel braccio per tutta la notte e questo non era mai un bene perché poi ci sarebbe voluto un po’ di tempo per riutilizzarlo. Come aveva detto anche Murtagh ero un po’ lenta a guarire, ed anche in queste circostanze, anche se non si trattava di una vera ferita, ci avrei messo un po’ di tempo prima che il sangue si rimettesse in circolo nel braccio e volevo essere in forma perché sarebbe potuto accadere qualunque cosa in territorio nemico.

Mi alzai con un balzo che mi fece perdere l’equilibrio e con uno schianto mi ritrovai a gambe all’aria sul duro pavimento di pietra e non riuscii a trattenere un sorriso divertito constatando che ero comunque la stessa sbadata di sempre.

Mi alzai in fretta preoccupata per il vestito che poteva stropicciarsi e poi mi diressi verso la finestra prendendo il tavolino e posizionandolo proprio sotto di modo che potessi vedere meglio quello che c’era da vedere fuori da quella cella.

Non potevo credere che quello fosse solo il secondo giorno da prigioniera e il fatto di non sapere quanto tempo ancora sarei rimasta lì dentro mi fece venire un groppo in gola mentre un vento leggero mi scompigliava i capelli.

Strinsi le sbarre della finestra con tutte e due le mani e rimasi in quel modo a contemplare l’agognata libertà che forse un giorno avrei riacquistato e assorta nei miei pensieri continuai ad osservare uno strano uccello volare alto nel cielo per poi cadere in picchiata veloce, sempre più veloce, per poi ritornare su con uno scatto.

A pensarci bene probabilmente era Castigo perché un uccello non poteva essere così veloce, né così grosso e poi era di un bel rosso acceso e non avevo mai visto un uccello tutto rosso, anche se possibilmente potevano anche esisterne.

Persa com’ero nei miei pensieri, questa volta non sentii per niente dei passi in corridoio, ma mi accorsi della presenza di qualcuno solo quando sentii una chiave girare nella toppa della porta della mia cella e fu in quel momento che persi di nuovo l’equilibrio cadendo giù dal tavolo sotto gli occhi sconvolti di Murtagh che si precipitò a prendermi prima che toccassi di nuovo terra sfruttando i suoi riflessi pronti e in seguito, non appena riuscì ad acciuffarmi, mi prese in braccio come aveva fatto quando cercava di aiutarmi a salire sopra Castigo.

<< Grazie Murtagh.. >> dissi con un sorriso mentre portavo una mano sulla testa per il disagio che provavo in quel momento << Mi hai messo paura! Non ti avevo sentito arrivare.. >> dissi cercando di trovare una scusa alla mia sbadataggine.

Lui mi guardò per un attimo negli occhi con un espressione perplessa e poi mi fece scendere dalle sue braccia senza dire una parola. Che era successo? Di nuovo a fare il taciturno?

Dopo tutto quello che aveva detto, e dopo tutto quello che con la sua espressione da cane bastonato mi aveva fatto dire non poteva decisamente tornare a non dire assolutamente nulla come se fossi un’estranea qualsiasi.

Così non appena i miei piedi toccarono terra incominciai ad agitare le braccia davanti alla sua faccia cercando di attirare la sua attenzione dicendo << Terra chiama Murtagh! >> dissi citando una famosissima frase del luogo da cui provenivo e quando Murtagh non accennava neanche al fatto di dire una sola parola continuai ancora più vivacemente a punzecchiarlo attaccandolo con dei pizzicotti che però non avrebbero mai potuto fargli del male, e tentai di fargli anche il solletico, ma con scarsi risultati perché gli abiti che indossava non me lo permettevano.

Terribilmente scioccato dal mio comportamento mi immobilizzò le mani e me le strinse dietro la schiena facendomi sbattere la testa contro il suo petto.

<< Ma sei impazzita? >> chiese lui sconcertato e quando scoppiai a ridergli in faccia probabilmente incominciava a pensare seriamente se fossi pazza.

<< Ah finalmente! Mi sembrava che non mi avresti parlato più per tutto il tempo in cui saresti rimasto qui! Cerca di essere meno serio Murtagh.. Non siamo amici? >> chiesi titubante nel sapere la risposta, ma mantenni comunque un bel sorriso cercando di far capire che ero sincera e vedendo che lui ancora non mi rispondeva aggiunsi << Sai.. Mi hai salvato da Galbatorix, mi hai permesso comunque di avere una cella meno scomoda quindi io ti ritengo mio amico.. Inoltre ti ho detto cose che non avrei mai detto a nessun’altro! Per questo sei mio amico.. >> e lo guardai intensamente negli occhi sperando che capisse quello che gli stavo cercando di spiegare.

Era rimasto solo talmente tanto a lungo che temevo che alla fine si fosse lasciato scoraggiare dall’idea di avere qualcuno accanto, e quel qualcuno potevo essere benissimo io!

<< Si.. Forse hai ragione.. Ma non ti aspettare grandi discorsi da me >> disse lui e il mio sorriso a quelle parole si allargò ancora di più insieme al suo, più timido, ma almeno anche lui sorrideva.

Era difficile parlare con Murtagh, molto più difficile che parlare con chiunque altro in effetti, ma ci avrei provato sempre se la mia ricompensa sarebbe stata un suo sorriso.

<< Mi accontenterò che tu almeno mi risponda anche un monosillabo! Non è bello fare dei lunghi monologhi.. A volte si ha bisogno anche delle risposte >> dissi mentre lui staccava le mie mani dalle sue lasciandomi finalmente libera di muovermi e con altri sorrisi tornai a sedermi sul letto per paura di cadere di nuovo da qualche altra parte e invitai Murtagh a sedersi accanto a me e velocemente lui accettò l’invito sedendosi accanto a me.

<< Bene.. Cosa ti porta qui Murtagh? >> chiesi sinceramente curiosa. Non pensavo che sarebbe venuto così presto a trovarmi, e poi all’alba!

<< Galbatorix mi ha ordinato di renderti presentabile per stasera e quindi ti porterò ovunque io trovi opportuno mandarti per sistemarti e per farti un bagno.. Insomma ti farò uscire per un po’ dalla tua cella prima dell’incontro con il re, ma mi ha ordinato di ucciderti se non dovessi ubbidire ai miei ordini, quindi non costringermi a fare quello che non voglio.. >> e a quelle parole io annuii distrattamente mentre pensavo a come probabilmente sarebbe stato bello vedere il sole e sentirmi libera prima dello scontro con Galbatorix, ma dovevo per prima cosa chiedere a Murtagh se poteva aiutarmi con il falso ricordo.

<< Murtagh devi ascoltarmi attentamente.. Non sono stata del tutto sincera ieri quando ti ho parlato del fatto che sono costretta ad aiutare chiunque mi chieda aiuto.. Non è esattamente così, e come hai detto tu è meglio che non ti racconti proprio tutto, ma sappi che quello che so io metterebbe in pericolo anche te perché hai giurato che io ero innocua.. Ci ho pensato da quando tu ieri sei uscito dalla mia cella e forse ho trovato un modo per toglierci parecchi problemi, ma devi essere tu ad aiutarmi.. Sai innestare dei falsi ricordi nella mia memoria? >> lui che aveva ascoltato senza aprire bocca tutto il mio discorso si irrigidii per un attimo quando comprese in che guaio si era cacciato solo per aver tentato di aiutarmi e per un attimo il suo sguardo si perse nuovamente nel vuoto, come se stesse cercando di trovare una soluzione.

<< Potrei semplicemente dire la verità a Galbatorix e lasciarti al tuo destino.. Mi punirà per averti aiutata, ma non mi ucciderà perché sarò io stesso a dire che mi ero sbagliato su di te.. >> e al quel pensiero inorridii e temetti davvero che avrebbe potuto fare una cosa del genere.

Probabilmente la mia espressione diceva tutto tanto che quando Murtagh alzò di nuovo lo sguardo verso di me disse immediatamente << Ma non lo farò.. Non so il perché ma Castigo dice continuamente che tu sei importante e mi ha fatto promettere che ti avrei aiutata in qualunque modo, ma non ho mai provato ad innestare nella mente un falso ricordo, e non so neanche se è possibile farlo perché un incantesimo lascia comunque delle tracce e quindi non sono sicuro di quello che Galbatorix potrebbe capire.. Sentirà sicuramente che dentro di te c’è qualche magia in atto, ma forse basterà dire quella piccola bugia che hai detto a me, cioè che tu sei costretta ad aiutare chiunque ti chieda espressamente aiuto.. Non so se funzionerà.. >> disse lui scompigliandosi i capelli in un gesto di chiaro nervosismo.

Mi sentivo anche io tremendamente nervosa perché quando avevo pensato a questa soluzione non avevo mica immaginato che sarebbe stata così dura! C’erano troppe cose che potevano andare storte, e troppi forse!

<< Provaci ora che siamo completamente soli! >> dissi io di getto e lo guardai ancora una volta prendendogli una mano e stringendogliela forte. << Dobbiamo provarci! O Galbatorix scoprirà il nostro inganno.. >> e incominciai ad intravvedere una certa determinazione negli occhi di Murtagh che annuì continuando a scompigliarsi i capelli.

<< Allora entrerò nella tua mente e cercherò di coprire tutti i tuoi ricordi compromettenti cercando di metterne di nuovi.. Mi sembra assurdo anche solo pensarci.. Più ci penso più mi sembra improbabile che la cosa riesca.. Ci vorrà un costante apporto di energia, e perdonami se ti dico che tu non ne possiedi abbastanza.. >> disse lui incominciando a manifestare i propri dubbi sul piano << Ma tanto vale provare.. Preparati.. >> e chiuse gli occhi per concentrarsi.

Mi aspettavo di sentire qualcosa perché la maggior parte delle persone sentivano quando qualcuno toccava la propria mente, poi mi ricordai però che le persone non magiche non avevano questa facoltà, quindi pensai che fosse tutto normale.

Dopo un po’ chiesi << Va tutto bene? >> e lui mi rispose con un grugnito in risposta per poi sbottare irritato << Come può andare bene se non abbassi le difese mentali? Non riesco ad entrare nella tua mente! >> e questa volta fu il mio turno di guardarlo interrogativa.

<< Ma io non sto facendo assolutamente niente! Non ho mai imparato ad alzare le difese mentali! E poi non è stata una mia idea? Perché avrei dovuto chiederti di innestare un falso ricordo per poi impedire l’accesso alla mia mente? >> chiesi adirata da non so che cosa.

<< Allora abbiamo un problema.. >> disse Murtagh << Un grosso problema.. >> 

   
 
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