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Autore: Bab1974    03/08/2012    1 recensioni
Harry e Charlie s'innamorano, ma la lontananza logora il loro rapporto. Draco, suo collega al ministero, aspetta con pazienza che le cose si sistemino per fare la sua mossa.
Ha partecipato al contest di Gely_9_5 "Lontano dagli, lontano dal cuore", piazzandosi al terzo posto. Voi penserete -che brava!- Non voglio fregare nessuno. Eravamo solo in tre.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Charlie Weasley, Draco Malfoy, Harry Potter, Percy Weasley | Coppie: Draco/Harry
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da Epilogo alternativo
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Quanto è lontana la Romania Nick: Monnalisa1974 (forum), bab1974 (efp)
Titolo: Lontano dagli occhi, lontano dal cuore. (Quanto é lontana la Romania)
Pairing: Harry/ Charlie,   Harry/Draco
Eventuali personaggi: Harry Potter, Charlie Weasley, Draco Malfoy, Percy Weasley
Generi: Romantico, triste
Avvertimenti: Slash
Introduzione: Harry e Chalie si innamorano. La lontananza però rovina i loro a rapporti. E Draco aspetta con pazienza che arrivi il suo turno.




Quanto è lontana la Romania



Si erano conosciuti al matrimonio di Bill e Fluer, dopo che tanto avevano sentito parlare l'uno dell'altro.
Charlie, felice di conoscere il famoso Bambino-Che-Era-Sopravvissuto, gli aveva stretto calorosamente la mano.
Harry, contento di conoscere quello che per lui era lo studioso dei draghi, e che lo aveva aiutato con il 'cucciolo' di Hagrid, aveva ricambiato la stretta.
Non si erano detti altro. Non avevano fatto in tempo. Poco dopo la fine della cerimonia, durante il banchetto, i Mangiamorte li avevano attaccati ed Harry era stato costretto a fuggire con Ron ed Hermione, per compiere il suo destino.

Doveva passare un anno perché si  reincontrassero. L'occasione era la festa per il primo anniversario di Bill e Fleur, per fare finalmente la festa che l'anno prima era stata negata e commemorare in maniera allegra chi si era sacrificato per il bene comune.
Nelle pareti della sala c'erano i ritratti di tutti i martiri della guerra. Remus Lupin e Niphadora Tonks, i quali erano indicati al piccolo Teddy Lupin come i suoi genitori da nonna Andromeda. Fred Weasley, al quale il gemello parlava spesso di tutti i nuovi prodotti del negozio e degli scherzi che faceva. Sirius Black, come un padre per Harry,  e i suoi genitori James Potter e Lily Evans. Albus Silente, che con il suo sorriso bonario, ma allo stesso tempo malizioso, pareva essere il più soddisfatto di tutti. Severus Piton, che per troppi anni aveva fatto il doppio gioco, e solo ora aveva il nome riabilitato. Il piccolo Dobby, ritratto da Hermione, poichè nessuno aveva mai pensato in vita di fare una posa all'elfo domestico. E tanti altri, che Harry neppure conosceva, ma che avevano contribuito alla vittoria contro Voldemort.
Charlie lo trovò lì, quando tutti erano impegnati a mangiare, a cercare la solitudine. Aveva chiesto ai fratelli se sapevano dov'era. Aveva ricevuto risposte evasive, quasi scontrose. Non ci voleva molto a capire che era successo qualcosa che aveva rovinato i rapporti con il Goden Boy, ma non aveva approfondito e aveva cercato di trovarlo da solo.
Era andato lì per guardare in pace i ritratti, soprattutto quello del fratello, e colse l'occasione di rivolgergli la parola.
"Come mai il grande Harry Potter, il salvatore del mondo magico e di quello babbano, è qui in un angolo, solo soletto?" gli aveva chiesto per rompere il giaccio, sperando di non rompere altro.
Harry aveva alzato lo sguardo. Vide un rosso che gli sorrideva schiettamente. Lo riconobbe, anche se lo aveva incontrato solo una volta, un anno prima.
"Chalie, ciao. Tu sei l'unico, Weasley che mi rivolge la parola, a parte tua madre." gli disse sconsolato.
"Che avrà mai fatto di tanto grave, perchè chi ha ucciso Tu-Sai-Chi, sia odiato da quasi tutti  i Weasley?" Charlie rideva gli sembrava una cosa molto divertente, e inverosimile.
"Quando lo saprai, mi odierai anche tu" la certezza di quello che diceva lo fece rattristare. Poi visto che l'uomo pareva in attesa di una spiegazione aggiunse "Ho lasciato Ginny."
"Oh" aveva detto Charlie come avevano fatto gli altri prima di negargli la parola. "E per quale motivo?" gli aveva invece chiesto lui.
Harry era stupito. Non si aspettava che a lui interessasse davvero il perché di tutto, ma era contento che qualcuno che glielo chiedesse. -Ora devi rispondere Harry, su forza e coraggio,  non può odiarti più degli altri.- pensò.
"Dopo la mia vittoria su Voldemort ho scoperto alcune cose su di me." Harry attese un attimo poi continuò "Sono gay"



Pensò che dopo questo, il ragazzo gli sputasse in faccia. Invece, senza pensarci due volte, lo prese tra le braccia e unì le labbra alle proprie in un bacio subito profondo e sensuale. Fu lungo e ricambiato con altrettanta passione.
"Da l'anno scorso non ho fatto altro che pensare a te, Harry. Spero che mi perdonerai se sono stato così... impudente." lo apostrofò Charlie, tenendolo sempre tra le braccia.
"Perdonato" lo assicurò Harry, finalmente contento dopo tanto tempo.  "Lo sai, credo che tua madre sospetti qualcosa delle tue tendenze. Quando il signor Weasley dice qualcosa a proposito del fatto che non vuoi mettere la testa a posto, lei ti difende a spada tratta. Ed è l'unica che non mi abbia colpevolizzato per aver lasciato Ginny, anche se neppure lei mi ha chiesto perché."
"Bene. E ora, prima di continuare la serata in maniera piacevole, spero che non ci sia nessun fidanzato, da cui potrei essere picchiato." s'informò Charlie.
Harry non rispose, scosse semplicemente la testa, sorridendo. Per Charlie fu sufficiente. Si impossessò di nuovo delle labbra di Harry. Il bacio mozzò il fiato al giovane, che non si tirò indietro e si avvinghiò al rosso come se fosse un'ancora di salvezza.



Fu così che li trovarono gli altri. Era appena passata la mezzanotte, Harry in quel momento compiva 18 anni, e tutti avevano messo da parte,
istigati da Molly ed Hermione, i loro rancori personali, e lo cercavano per fargli auguri. Vederli in quello stato li sconvolse. Non tanto per Charlie, oramai dopo anni che non avevano notizie di fidanzate, Molly non era l'unica che sospettava di una sua possibile omosessualità. Ma vederlo limonare con Harry era troppo.
"Beh, almeno questo spiega un sacco di cose." aveva detto George. "Scusa se non ti ho parlato per un po', pensavo che avessi lasciato la mia sorellina per qualche puttanella."
"George!" lo rimproverò la madre "Niente parolacce."
"Ma io sono Fred." esclamò il ragazzo.
"Dillo un'altra volta e giuro che anche se sei grande e grosso, ti prendo a sculacciate." ringhiò Molly, riuscendo a distogliere l'attenzione dai due ragazzi, che se ne stavano approfittando per ricomporsi.
"Lo so, non è più tanto divertente, ma mi mancava dirlo." disse George "E poi ci avresti riconosciuto lo stesso, visto la voragine che ho al posto dell'orecchio." concluse il buffoncello, prima di andare a sprofondarsi fra le braccia di Angelina, la sua ragazza.
Molly lasciò perdere, peggio del George scherzoso e irriverente, c'era quello triste. Lo aveva rimproverato a sufficienza.
Poi si rivolse alla nuova coppia e diede il benvenuto ad Harry in famiglia, non più come amico, ma come membro.
Lui e Charlie passarono dei giorni meravigliosi assieme, poi il secondo dovette tornare al lavoro, in Romania.



Harry, all'inizio non sentì la mancanza di Charlie. Con tutti gli altri tornò a scuola per prendere i M.A.G.O., che gli dessero uno sbocco nel mondo del lavoro. Prese ottimi voti. Per la prima volta da quando aveva cominciato Hogwarts, poteva concentrarsi nello studio e visto che non aveva la presenza del suo ragazzo che lo distraesse, a parte gufi giornalieri, fu uno dei più bravi. La migliore fu senz'altro Hermione, la cui passione per lo studio, poteva essere paragonata solo a quella per Ron, con il quale contava di fidanzarsi ufficialmente al più presto.
Dopo la scuola di magia, cominciò il corso per diventare Auror, e fu dopo di questo, e dopo aver passato brillantemente gli esami, ed essere entrato a lavorare nel ministero, che si accorse che lui e il suo ragazzo, non stavano insieme a sufficienza.
Ormai i gufi non bastavano più. Si incontravano circa una volta al mese, facendo i salti mortali e finendo più stanchi che felici di vedersi. Erano passati circa quattro anni dal loro primo bacio, che si accorsero che i sentimenti che provavano l'un l'altro si stavano affievolendo.  



"Hei, Potter, Potter, mi stai ascoltando. Dimmi dove sei, che ti mando un gufo." La voce di Malfoy, che anche lui lavorava, con mansioni diverse, al ministero, lo riscosse dai pensieri.
"Oh, Malfoy, scusami, mi sono distratto un attimo. Ti serviva qualcosa?" chiese cercando di mantenere un certo contegno.
"Si. Il ministro voleva discutere con te la tua richiesta di trasferimento in Romania." gli disse. Malfoy era il segretario particolare del Primo Ministro della magia.
Harry rizzò le orecchie.
"Vuole vedermi ora?" chiese Harry, nervoso.
"Si." Draco notò la tensione dell'ex nemico. "Non so di cosa si tratta, ma deve essere qualcosa di personale. In questi casi Percy preferisce non interpellarmi."
"Si è molto personale. Volevo raggiungere il mio ragazzo in Romania prima che il nostro rapporto precipiti nell'oblio." confessò Harry.
"Suppongo che se qualcuno ti può aiutare è il fratello di Charlie. In bocca al lupo." e se andò alla sua postazione davanti all'ufficio di Percy Weasley, il più giovane Primo ministro che il mondo magico avesse avuto. -Di sicuro il più onesto- pensò Harry convinto. Ma era logico ogni Weasley aveva i suoi difetti, ma la disonestà non era tra quelli.



"Harry, voglio essere onesto con te. Non posso mandarti in Romania. Ci sono pochi posti disponibili e sono tutti occupati. La maggior parte dei giovani che furono mandati lì, hanno messo su famiglia in loco con ragazze e ragazzi rumeni. Non me la sono sentito di estirpare famiglie intere. Se vuoi andare in Romania devi andarci con le tue forze, non posso mandarti tramite il ministero."
Percy era realmente dispiaciuto, teneva molto alla felicità del fratello e dell'amico, ma non poteva fare altro.
"Ti comprendo, non deve essere facile per un uomo nella tua posizione, fare scelte del genere. Quindi devo decidere se rimanere qui in un lavoro sicuro, rischiando di perdere il contatto con Charlie, o lasciare tutto, trovarmi un lavoro là, in un paese che non conosco. E mi potrebbe capitare qualsiasi attività. Beh, ora tocca a me decidere. Grazie di tutto, lo stesso." Uscì dall'ufficio e cercò di pensare alla sua vita con o senza Charlie. I pro e i contro di andare in Romania a cercarsi un lavoro che non sapeva se l'avesse trovato. Era perso nei suoi pensieri quando Draco lo interruppe ancora.
"Allora com'è andata?" Gli chiese il biondo.
"Male, se voglio andare in Romania, non ci posso andare tramite il ministero. I posti al momento sono tutti occupati." Harry non sapeva se essere triste. La prospettiva di stare senza Charlie non lo rendeva disperato come credeva. La verità era che dopo quattro anni  di via e vai, non era più tanto sicuro del suo amore per il rosso. Gli voleva bene, ma voleva bene a qualunque membro della famiglia Weasley, perché erano veri amici, ed erano la cosa più vicina ad una famiglia che avesse mai avuto, a parte Sirius.
"Hai bisogno di distrarti un po'. Perchè non ci andiamo a prendere un caffè all'uscita dal lavoro." gli propose Draco, cercando di non essere nervoso mentre lo chiedeva.
"Non so se sarei di compagnia." Ma visto che Draco insisteva finì con l'accettare.



 La giornata lavorativa continuò. Draco cercava di non guardare verso Harry, o di farlo solo se lui era distratto. Percy notò le manovre del suo assistente e lo prese da parte.
"Draco è stato molto gentile da parte tua non parlare ad Harry dei gufo che mi ha mandato negli ultimi tempi mio fratello Charlie. Anche se non capisco perché. Ti avrebbe reso le cose più facili con lui. Perché te lo sei tenuto per te? Immagini di cosa trattassero?" chiese Percy.
"Me lo sono immaginato. Dal modo in cui hai trattato Harry da quel momento, come se fosse una principessa in pericolo. E me lo hai confermato con questa stronzata dei posto occupati. La Romania è in capo al mondo. Nessuno con un po' di cervello ci vuole rimanere, se non obbligato. Gli stessi rumeni, se possono, scappano. Se non ho detto nulla ad Harry è solo perchè non è compito mio dirgli che il suo ragazzo non lo ama più, o cose del genere. Comunque, se Charlie si ostina a fare la carogna, sarò costretto a dirgli tutto. Avverti il fratellone che si faccia crescere le palle e che gli dica tutto, perchè se lo farò io soffrirà." concluse Draco.
"Soffrirà lo stesso." ammise Percy, prendendosi la testa fra le mani.
"E' vero. Ma sarebbe meglio che non sapesse che sono almeno due mesi che tu sai tutto. E che hai inventato quella balla colossale per proteggere Charlie. Che uno dei suoi mitici Weasley gli ha mentito. Vi darò un paio di settimane di tempo. E' troppo che aspetto la mia occasione, e non voglio perderla." Draco tornò al suo lavoro.
Quando Percy gli consegnò una lettera da spedire a Charlie in Romania, capì che era arrivato il momento. Sperava che ciò che il suo capo aveva scritto nella pergamena, convincesse Charlie che era ora di lasciare libero Harry. Libero di trovarsi un nuovo amore, che solo per caso poteva essere lui stesso, libero di essere felice.



Passò una settimana. Draco, che durante quel periodo aveva cercato di stare vicino ad Harry il più possibile, notò subito gli occhi gonfi. Doveva avere pianto parecchio. Percy era di sicuro riuscito nel suo intento. Tanto valeva battere il ferro ancora caldo.
"Harry, che hai fatto?" chiese al moro.
"Allergia." rispose Harry, laconico.
-Eccoti fregato Draco- pensò frase -Che pensavi che ti dicesse? Il mio ragazzo mi ha mollato. Ora sono libero. Infilami la lingua in gola? Devo trovare un appiglio.-
"E a cosa sei allergico? E' pieno inverno" tentò il biondo, sperando in una reazione. E successe qualcosa. Draco vide le labbra di Harry aprirsi per tentare di dire qualcosa, poi richiudersi, poi cominciare a tremare e gli occhi riempirsi di lacrime. Alzò lo sguardo verso di lui, che stava in piedi accanto alla sua sedia econ la voce ritta ammise:
"Charlie mi ha lasciato. E' già più di un anno che aveva una relazione con un altro e non aveva il coraggio di dirmelo. Sono proprio uno stupido."
"Eri innamorato di lui. Ora cosa provi." chiese Draco, speranzoso.
"Era già un po' che mi sentivo strano, nei pochi momenti che ci incontravamo, ma non mi è mai passato in testa di tradirlo." Harry scosse il capo, triste. "Non pensavo che mi potesse succedere con un membro della famiglia Weasley. Quando mi sono accorto che non ero attratto da Ginny, mica l'ho tradita, io! E infatti io e lei siamo in ottimi rapporti. Ma come potrò guardare di nuovo in faccia Charlie, senza pensarci."
"Mah, per fortuna lo incontri poco." fece Draco, a mo' di battuta. Non pensava che fosse tanto divertente, ma Harry, forse a causa della tensione, cominciò a ridere senza riuscire a fermarsi. Draco, nonostante la battuta fosse scadente, cominciò a ridere pure lui. Tutti li guardavano scuotendo al testa, soprattutto i più anziani. Non si erano mai viste scene del genere al ministero.
"Questi giovani" dicevano "Ai nostri tempi ci avrebbero appeso per i piedi in sala mensa."
"Per fortuna non ci sono più i vecchi stregoni come te" rispondeva qualcun'altro.



Dal suo uffico Percy guardava la coppia. Harry Potter e Draco Malfoy. Chi lo avrebbe mai detto prima della fine della guerra. Anche se erano appena adolescenti, parevano destinati ad odiarsi in eterno. Invece eccoli lì, a ridere insieme, con Harry che cercava di far passare il dolore che provava e Draco che, in maniera molto delicata, lo corteggiava. Sperò che questa volta ad Harry andasse meglio. Per un motivo o per un altro le sue storie d'amore con la famiglia Weasley non avevano avuto molto successo. Richiuse la porta e si preparò a scrivere una pergamena indirizzata a Charlie. Draco l'avrebbe poi spedita.
Poi pensò alla moglie che aspettava il loro primo figlio. Chissà come si sarebbe sentito se fosse stato lontano così tanto tempo da Astoria.
Per fortuna non aveva questo problema. E sperò di non averlo mai.



The End
  
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