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Autore: Nana Kudo    03/08/2012    3 recensioni
“che cosa mi succede? E ME LO CHIEDI PURE?! Sherlock Holmes di qua, Sherlock Holmes di là.. SEI UN MANIACO SHINICHI! UN MANIACO DI SHERLOCK HOLMES!” rispose una Ran che ormai aveva perso il controllo.
(tratto dal 1° capitolo)
piccola collezione di fic sulla coppia ShinxRan, sono tutti "missing moments" tratti da prima e dopo la trasformazione di Shinichi in Conan.
se l'introduzione vi ha incuriositi almeno un pochino allora non rimane che leggere e farmi sapere!
Genere: Comico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Ran Mori, Shinichi Kudo/Conan Edogawa, Un po' tutti | Coppie: Ran Mori/Shinichi Kudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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                                                                               Dubbi
                                                            (D.T.)
 
 
 
“Oy Kudo! Siamo qui!” urlava un ragazzo dalla pelle olivastra e occhi color smeraldo all’uscita della stazione.
“Baka, quand’è che imparerai a chiamarlo Conan?” gli chiese seccata la ragazza accanto a lui, capelli legati in un codino e occhi altrettanto smeraldini.
“Che vuoi farci, ormai ci sono abituato a chiamarlo così!” rispose tra qualche risatina nervosa.
“lasciatelo dire, sei un idiota” sbuffò lei per poi tornare a guardare i loro amici avvicinarsi.
Heiji e Kazuha erano andati a Tokyo per risolvere un caso, e già che c’erano avevano deciso di avvisare gli amici che si sono offerti di  ospitarli per tutta la durata del loro soggiorno in quella metropoli.
 Dopo qualche minuto li hanno notati e si sono avvicinati a loro.
“Kudo! Ce ne hai messo di tempo ad arrivare!” continuava a ripetere il ragazzo di Osaka mentre scompigliava i capelli del bambino dinanzi a lui, che gli mandava occhiate truci.
“Hattori-kun, posso sapere perché lo chiami sempre Kudo?” chiese seria Ran.
I due guardarono la ragazza con stupore misto a paura, che avesse capito tutto?
Mentre loro si rivolgevano sguardi complici e cercavano una soluzione, la karateka li osservava attentamente, come se stesse aspettando qualche segnale che le facesse capire se i suoi ragionamenti erano fondati o no.
“P-perché assomiglia troppo a Kudo da piccolo,non trovi?” riuscì ad inventarsi il detective dell’ovest.
“E tu come fai a sapere com’era Shinichi da piccolo scusa?” quella piccola discussione iniziava a sembrare più un  interrogatorio, tipo quelli che ti fanno ad una centrale di polizia.
“Beh ecco…” erano davvero nei guai, che si poteva inventare adesso??
“Gli ho fatto vedere una foto di Shinichi-niichan che mi teneva in braccio quando ero ancora un neonato”
Rispose tranquillo e sicuro il piccolo. Il detective accanto a lui stava per fare un sospiro di sollievo, quando notò lo sguardo preoccupato e serissimo dipinto sul volto dell’amico. È vero, c’era ancora da vedere la reazione di Ran prima di dichiararsi salvi.
“Ah ora capisco!” rispose sorridente la ragazza.
“Ran ti và di accompagnarmi a quel ristorante di cui ti avevo parlato?” chiuse così (senza saperlo) il discorso Kazuha.
“ok, andiamo” rispose l’amica andandosene con un’espressione sempre più seria di prima.
No, non è un caso che lo chiami sempre Kudo, perché lui sà che quel bambino è Kudo.
Se no come si spiegherebbe il fatto che stanno sempre insieme nonostante i loro dieci anni di differenza?
Come si spiegherebbe il fatto che insieme sono dei portenti a risolvere casi?
E poi Conan non c’è mai quando sono al telefono con Shinichi, e quando appare chissà come mai lui scompare improvvisamente, per poi tornare appena Shinichi se ne và.
No, non è un caso. Sono sempre più convinta che Conan e Shinichi sono la stessa persona, ma come faccio a provarlo una volta per tutte? E perché me lo tiene nascosto poi?
 
“Uh… siamo salvi” sospirò sollevato il liceale mentre con un braccio andava ad asciugare la fronte dal sudore provocato dalla discussione appena terminata.
“Siamo salvi, Hattori? SIAMO SALVI?!”
“Oy, che ti prende Kudo?” chiese preoccupato notando la rabbia impossessarsi del corpo del piccolo.
“Se fossi meno idiota, magari Ran non s’insospettirebbe baka!”
“Ah, e così adesso la colpa sarebbe mia!”
“E di chi se no?! Se magari la smettessi di chiamarmi Kudo davanti a lei ora non ci saremmo dovuti beccare un interrogatorio!” sbottò Conan incavolato.
“Tsk, non è colpa mia. Mi viene spontaneo chiamarti col tuo vero nome”
“Spero ci abbia creduto davvero alla storia della foto” disse preoccupato Kudo.
“Stà tranquillo! Ti ha detto che ti crede, perché farsi tante storie?” lo rassicurò l’amico.
“Hai ragione, forse stò esagerando” rispose il bimbo.
No, non stò esagerando. Ran è imprevedibile, potrebbe anche aver capito la mia vera identità.
“A proposito, quand’è che andiamo a casa? Io devo essere in forze per il caso di domani!”
“Sù andiamo”.
 
Era ormai sera.
Kazuha e Heiji non avevano fatto altro che litigare per tutto il tempo, Kogoro era andato a giocare al Mahjong con gli amici, mentre Ran non faceva altro che lanciare occhiatacce al “bambino” dinanzi a sé.
Ogni minuto che passava era sempre più convinta del fatto che Conan e Shinichi fossero la stessa persona, ne era sicurissima.
“Kazuha che ne dici se andiamo a dormire adesso?” chiese normalmente all’amica.
“Và bene, tanto è già mezzanotte” rispose sorridendo l’altra.
“Notte!”
“Notte” risposero i ragazzi all’unisono.
Una volta entrate in camera Ran chiuse inaspettatamente la porta a chiave, non dovevano farsi assolutamente sentire da quelli fuori.
“Ran, qualcosa non và? È da stamattina che sei così seria” chiese preoccupata Kazuha notando lo strano comportamento della padrona di casa.
“Tu adesso mi devi aiutare”
“A fare che?”
 
“Oy Kudo, mi fai vedere la nuova invenzione del dottore Agasa? Quella ricetrasmittente sotto forma di gomma” chiese l’ospite col suo solito accento del Kansai.
“Certo, aspetta che la prendo” rispose mentre con una mano frugava nella tasca dei bermuda.
Improvvisamente il suo viso sbiancò.
“O-Oy, qualcosa non và?” iniziò a preoccuparsi il ragazzo.
“Non c’è Hattori”
“Non c’è problema, basterà attivare i tuoi occhiali e sentendo le voce sapremo se funziona on no, che ne dici?”
“Và bene” rispose il piccolo per poi attivare qualcosa nei suoi occhiali.
“Che cosa?!” una voce familiare…
“Si, Conan non è chi dice di essere. E tu adesso devi aiutarmi a provarlo” era la voce di Ran questa volta.
I ragazzi dalla loro camera si guardavano con stupore misto a paura, non sapevano s’era peggio il fatto che la ricetrasmittente era finita in camera loro, o il fatto che Ran aveva capito la vera identità di Conan.
“E, e cosa dobbiamo fare?” chiese spaesata la ragazza.
“in anzitutto postiamoci fuori la loro camera, sicuramente ora che sono da soli staranno parlando normalmente”
Dalla loro camera potevano sentire la serratura di quella di Ran aprirsi.
“Ora che facciamo?” chiese il ragazzo del Kansai al piccolo Kudo.
“Parlami di cose che non mi dici mai, cose che non chiederesti mai a Shinichi Kudo” rispose sottovoce il bambino. Da sotto la porta s’intravedevano delle ombre che fecero dedurre ai detective che le ragazze erano arrivate.
“Conan, ce l’hai la ragazza?” aveva iniziato “il più grande”.
“Ma che discorsi sono questi?” lo maledì sottovoce il bambino ormai diventato tutto rosso.
“Rispondi e basta”.
“N-no, non ce l’ho”
“Eppure pensavo stessi con Ai, siete sempre insieme, e poi lei è carina non trovi?” diciamo che il ragazzo si stava divertendo a mettere in imbarazzo l’amico.
“Non stò insieme ad Haibara! Come ti salta in mente?!” sbottò l’altro. Che figura stava facendo di fronte alla sua amica d’infanzia?
“Kudo devi stare al gioco!” gli bisbigliò l’altro.
“Ma sappi che questa me la paghi” gli rispose incavolato e imbarazzato l’amico.
“Sicuro Conan-kun? Non ti piace nemmeno un pochino?” lo stuzzicò il detective.
“F-forse”.
“Ran questo non può essere Kudo” disse Kazuha da dietro la porta.
“Hai ragione, ma allora perché Hattori lo chiama sempre Kudo? E come si spiega il fatto che stà sempre insieme ad un bambino di sette anni?” più che domande verso Kazuha erano domande rivolte a sé stessa.
“Perché? Perché quel cretino di Heiji avrà anche diciassette anni ma ne dimostra cinque. È più bambino lui di Conan, credimi!” le rispose l’altra con gli occhi a trattini.
“Sù, lasciamo perdere questa storia e andiamo a dormire.”
“D’accordo!”
“Un bambino io?! Ma sentila!” Conan teneva a fatica Heiji, che voleva andare a dirgliene quattro all’amica per avergli dato del bambino.
 
                                                                                     ***
 
Il soggiorno dei ragazzi di Osaka era ormai terminato.
Ran aveva smesso di pensare che Shinichi e Conan fossero la stessa persona, e i loro ospiti invece non hanno fatto altro che litigare per tutto il tempo.
“Ciao Ran! Conan! Mi mancherete!” urlava Kazuha dal finestrino del treno.
“Ciao ragazzi!” li salutarono all’unisono Ran e Conan.
“Conan,” iniziò Ran una volta che il treno se ne fosse andato. “è vero che ti piace Ai?” gli chiese sorridendo dolcemente e abbassandosi alla sua altezza.
“CHE COSA?!” sbottò l’altro.
Tutta colpa di Hattori…
 
Backy's Corner:
Konnichiwa!!! ^^
wow. siamo già al decimo capitolo O.O
da una parte mi meraviglio di me stessa nell'aver scritto 10 capitoli in 10 giorni, dall'altro mi rendo conto che ormai questa raccolta stà per finire :(
vabbè, tornando al capitolo, che ve ne pare? 
spero vi piacerà :) 

ora passiamo ai ringraziamenti:
Un grazie speciale a Just a little wizard e IAmSlightlyMad per aver recensito lo scorso capitolo, arigatò arigatò!!!!
grazie a chi ha messo la storia nelle preferite e nelle seguite.
infine grazie anche anche a chi legge solamente, che incoraggio a lasciarmi almeno una recensione, solo una vi prego!

ci vediamo al prossimo capitolo!!!

XXX,
Black_Princy
   
 
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