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Autore: FairySweet    03/08/2012    2 recensioni
Perché ora? Perché proprio in questo momento? Che aveva fatto di male a Dio per ritrovarsi incastrata in un mondo che non le apparteneva più?
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Cristina Yang
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Burke 22                                     " ... Un motivo per riportarla a Casa"






Aveva la casa invasa da giocattoli, scaffali colmi di pupazzi e vestitini nuovi ordinatamente riposti nell’armadio.

Den aveva fatto preparare la cameretta del bambino da un suo amico, un arredatore, un uomo simpatico, calvo ma pur sempre simpatico.
Certo non aveva chiesto lei tutte quelle cose, ma lentamente, con il passare dei giorni, la vicinanza di Daniel attutiva i colpi di un passato che bruciava ancora.
Pranzavano assieme in mensa, le teneva compagnia durante le lunghe ore di laboratorio e l’accompagnava a fare le ecografie.
Sapeva bene quello che poteva sembrare, passava ogni maledetta ora del giorno  a lottare contro gli sguardi invidiosi e perfidi delle infermiere, dei medici, con la sola certezza di essere superiore a loro, di essere ad un’altro livello, lontana dalle loro cattiverie e protetta da un capo a cui importava veramente la sua vita.
Era consapevole di dover pensare a suo figlio, a quella piccola vita che ora si muoveva e giocava dentro di lei, non aveva tempo per dar peso alle cattiverie delle persone, quello che faceva ogni giorno era semplicemente sorridere e pensare che molto presto avrebbe avuto tra le braccia il regalo più importante che la vita potesse farle.
Strano vero? Lei così abituata a pensare solo a sé stessa, così decisa sul non avere figli, sul concentrarsi sulla carriera e nient’altro ora, era lì, seduta immobile davanti alla finestra di quella cameretta ad immaginare i suoi lineamenti, a fantasticare sul colore dei suoi occhi o sulla prima volta che sorridendo la chiamerà mamma.
Un leggerissimo bussare sulla porta, si voltò di colpo, quasi come se quell’intrusione improvvisa nella sua mente potesse infastidirla “Ti ho spaventato? Non volevo” “No, no va tutto bene” Den sorrise porgendole una busta chiusa “Le hai lasciate sulla mia scrivania” “Oh ... scusa, avrei dovuto riprenderle dopo il turno ma ...” “Ehi” mormorò sfiorandole il viso “Va tutto bene sai? Non è molto faticoso portare le ecografie in una casa di cui ho le chiavi” si alzò dalla sedia ridacchiando “Il tuo paziente si è svegliato pochi minuti fa” “I livelli di ossigeno?” “Nella norma” rispose l’uomo chiudendosi alle spalle la porta “Ti va qualcosa da mangiare?” scosse dolcemente la testa sedendosi sullo sgabello, esattamente di fronte al ripiano della cucina, esattamente dove si metteva ogni volta che non aveva intenzione di abbandonare un discorso.
Den sorrise alzando leggermente gli occhi la cielo, le posò davanti una ciotola di ciliegie e fragole mentre il suo sguardo non lo abbandonava un secondo “D’accordo, i livelli dell’ossigeno sono nella norma, le analisi anche, rilassati, i tuoi dottorini non lo uccideranno” “Oh certo!” sbottò ironica afferrando una ciliegia “E tu come lo sai?” “Perché sono il capo e se lo fanno li licenzio” semplice, la risposta più naturale del mondo, sorrise concentrandosi sulla frutta davanti a sé “Allora? Come ti senti?” “Stanca, mangio sempre e non riesco più a dormire” Den sorrise, lo sguardo a posarsi dolcemente su quel ventre arrotondato che la rendeva se possibile ancora più bella “Se continuo a mangiare così diventerò enorme” “Oh certo, infatti tutti sono convinti che tu sia incinta di otto mesi” ribatté ironico sfilando una tazza dalla credenza “Non fa ridere sai?” “Non voleva essere una battuta. Dico solo che nessuno pensa che tu sia incinta di otto mesi tutto qui, al massimo pensano che tu sia di cinque mesi” “Ma che ...” “Ehi” esclamò bloccandola di colpo “Non è un insulto ma un complimento. Non prendertela con me se sei uno scherzo della natura” la vide sorridere, sfiorarsi il collo scuotendo leggermente la testa “Smettila di prendere tutto come un insulto Lidy” “ E tu smettila di chiamarmi con quel soprannome idiota” ma lui sorrise annuendo deciso “Domani verranno a portare il lettino e il fasciatoio” “Domani ho un trapianto” “Non è un problema, torno io a casa e li faccio sistemare nella cameretta” sorrise soffermandosi sui lineamenti dell’uomo “Che c’è?” “Niente stavo solo ... stavo ..” balbettò confusa “Pensavi a Burke o a tuo marito?” “In qualche modo a tutti e due” mormorò giocherellando con un nocciolo “Lo vedi ancora?” “Lo vedo sempre” si passò una mano tra i capelli chiedendosi come mai lui fosse l’unico a non crederla pazza ma quasi come se Den le leggesse nella mente rispose “Non sei pazza. Quando si perde qualcuno, qualcuno di importante come lui era per te si soffre”  abbassò lo sguardo cercando di mascherare la stanchezza ma la mano di Den le sollevò dolcemente il viso, un sorriso caldo e rassicurante sul volto “Ho perso mia sorella quando avevo otto anni. Un pazzo ubriaco l’ha investita e se ne è andato. L’ho vista per mesi interi dopo la sua morte, mi credevano pazzo, mi hanno mandato in terapia per anni ma lei era sempre lì, accanto a me” si fermò qualche secondo sospirando “Burke è stato tutto per te e tu hai staccato la spina che lo teneva in vita. Non posso nemmeno immaginare come ti senti però una cosa la so” le sorrise “Non sei pazza” tutta la rabbia, la delusione, la stanchezza, tutta la cattiveria e il senso di colpa vennero risucchiate fuori dalla sua mente.
Posò la mano sulla sua mentre una lacrima scivolò dagli occhi “Grazie”



“Posso?” “Hai bisogno di uno specializzando?” Derek scosse la testa osservandolo confuso “È morto qualcuno?” “No ma ...” “Allora ritorna più tardi, devo finire questi rapporti” un sorriso idiota a colorare il volto del neurochirurgo.
Afferrò una sedia trascinandola fino a lui “Cos’hai di sbagliato?” “Cosa?” mormorò confuso sollevando lo sguardo dai fogli “Cos’hai di sbagliato Owen?” “Ma di che ...” “Ti ho fatto arrivare fino a lei e tu la lasci andare via?” posò la biro alzando gli occhi al cielo “Ancora? Parleremo sempre di questo Shepard?” “Si fino a quando non capirai quanto sei idiota!” esclamò abbandonandosi contro lo schienale della sedia “Ha dovuto staccare la spina all’uomo che prima di te aveva occupato ogni suo pensiero! Era il suo mentore, il suo Dio, il suo amico e l’ha ucciso e nonostante il tempo, si sente in colpa e questo fidati, non passa mai!” “E mentirmi poteva aiutarla a dimenticare?” ribatté gelido piantando gli occhi nei suoi “Lo vede Owen, lo vede come vede me o te. Non è un problema celebrale, non ci sono tumori e non è schizofrenica. Vuoi davvero farle una colpa di tutto questo? Vede l’uomo che ha amato, non è un pericolo per te e tanto meno lo è per lei” “Quell’uomo la allontana da me Shepard!” il respiro rotto dalla rabbia “Non importa quanto tempo passi, non importa se tornerà da me, quell’uomo la tiene ancorata al passato e io non posso allontanarla da lui” “Perché no?” “Perché le toglierei definitivamente il suo ricordo! L’ha perso, è stata costretta ad ucciderlo e se la riporto indietro le farò del male” ma Derek scoppiò a ridere “E così invece no? Punirla per aver tenuto quel figlio per cui l’hai tradita, per cui le hai fatto del male e hai sofferto, fingere che non esista, fingere di non essere sposato si, questo la aiuta di certo” sbottò ironico piantando gli occhi nei suoi “Le hai dato un motivo per allontanarsi da te perché altrimenti avresti dovuto farlo tu! Avresti sofferto lasciandola sola passare per un mostro cattivo che prende a schiaffi le povere bambine ha reso tutto più semplice ma ora ...” si fermò qualche secondo, la mano piantata sulla scrivania e gli occhi ancorati ai suoi “ ... io ti do un motivo per riportarla indietro” “Non voglio riportarla indietro Derek!” “Te la stai perdendo!” urlò alzandosi di colpo “Ti stai perdendo tua moglie, il suo cambiamento, ti stai perdendo tuo figlio! Lui si sta muovendo ora, respira, gioca, dorme dentro di lei e tu te lo stai perdendo!” lo vide sorridere appena “Lui?” “Avrai un bel bambino capo ma non puoi vederlo se resti qui!” un bel respiro per calmare i battiti del cuore “Ti do un motivo per andare a riprenderla Owen” posò le mani sul ripiano gelido inclinandosi leggermente verso di lui “Tua moglie ha una persona vicino che si prende cura di lei!” il cuore mancò un colpo mentre tutto attorno il silenzio aveva invaso prepotentemente i pensieri “Quell’uomo è lì con lei, ordina i mobili per la cameretta di tuo figlio, la riporta a casa la sera, pranza con lei, l’accompagna a fare le ecografie, opera con lei e la notte resta a casa sua quando le troppe ore di intervento l’hanno costretto a correrle dietro. Quell’uomo è il suo capo, il suo migliore amico, il suo confidente, quell’uomo è esattamente quello che era Burke ...” un sospiro a spezzare le parole “ ... non lasciare che diventi  troppo importante per lei perché altrimenti, tutto quello che di buono avete costruito fino ad ora crollerà e tu la perderai!” ma come poteva riportarla indietro adesso? Come poteva costringerla a ripartire da zero un’altra volta? Come poteva cancellare tutto il male che le aveva fatto? Troppe domande, troppi pensieri, troppe lacrime trattenute che ora, non vedevano l’ora di esplodere.
  
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