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Autore: justinbieber    03/08/2012    7 recensioni
' Il ragazzo smise di cantare ma continuando a far scorrere le dita sulle corde. '
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Emma’s pov. 
Mi ghiacciò con quella frase. 
“Ma se quello che sento io è essere innamorati, allora credo di esserlo verso i tuoi confronti.” 
Trattenni un sorriso, abbassai lo sguardo e sentii le guance avvampare. Alzai la testa «Secondo te cosa si prova ad essere innamorati?» mi chiese. 
Lo guardai per qualche secondo, quei pochi secondi per trovare una risposta. 
“Cos’è l’amore? Mi chiedi cos’è l’amore? L’ho chiesto a tante persone e tutte mi hanno dato una risposta diversa. Dicono che sia il sentimento più forte del mondo, quel sentimento per il quale la Terra continua a girare e a muoversi. Hanno paragonato l’amore alla colla, dicono che sia così appiccicoso che faccia unire due persone. Hanno aggiunto che l’essere uniti ad una persona è come toccare il paradiso. 
Poi ho chiesto ai pessimisti, loro mi hanno detto che appiccica così tanto che alla fine uno dei due si stanca e che perciò dal toccare il paradiso finisci in ginocchia all’inferno.”
«Non lo so.» mugolai mentendo. Conoscevo quel sentimento l’avevo venduto a così tante persone non curante dei dolori che sarebbero venuti una volta che quella persona si sarebbe stancata. 
Mi guardò annuendo «Ti piacerebbe sperimentarlo?» mi chiese. 
Tutto questo non doveva essere detto, tutto questo non doveva essere qualcosa che ci riguardasse. Justin era fidanzato con una ragazza mentre io ero solo una ragazza con un polso rotto.
Mi alzai lentamente «Nicholas dov’è andato?» chiesi notando il silenzio del piano di sotto. 
«Intendo sperimentarlo con me. Provarlo.» insistette ignorando la mia domanda. Sospirai cercando di far ossigenare il mio cervello. Non volevo essere la causa del cuore spezzato di una ragazza che fino a pochi minuti fa mi aveva abbracciato. Sospirai nuovamente più forte, cercando di far uscire tutti i pensieri che aveva elaborato il mio cervello. No, Justin. 
Si alzò e si avvicinò a me, mi afferrò la mano e se la portò al petto. Potevo sentire il suo cuore battere irregolarmente. 
 
Mi sedetti a tavola. Papà e mamma erano tornati quella sera. Nicholas raccontò dei suoi grandi successi a scuola e di come fosse diventato capitano della squadra di Hockey in questi pochi giorni. Io mi limitai a mangiare il purè nel piatto. 
«E tu tesoro?» papà chiese guardandomi e sorridendomi. Alzai le spalle «Niente di che. Mi sono rotta un braccio e Nicholas mi ha disegnato sopra.» sorrisi indietro. 
Nicholas sghignazzò «E del tuo nuovo ragazzino?» 
«Emma! Hai un fidanzatino? Come si chiama? E’ carino? E’ un bravo ragazzo? Dove l’hai conosciuto? Da quanto state insieme?» mia mamma partì con domande, domande e domande. Come faceva mio fratello a sapere di Justin? Ovviamente sapeva benissimo che non era il mio fidanzato ma so a cosa stesse puntando.  
Alzai gli occhi al cielo «Non ho nessun “fidanzatino”, mamma.»
«Mamma, è Justin.» Nicholas rise di nuovo. 
«Ma non è vero!» ribattei. 
Finita la cena andai in camera mia, mamma si addormentò sul divano mentre papà sulla poltrona. Nicholas entrò silenziosamente e si sedette sul letto, distese le gambe e mi guardò. 
«Beh?» chiesi chiudendo il libro e buttandolo sul letto. 
«Justin si è lasciato con Selena. E comunque sia, so tutto di oggi pomeriggio.» aggiunse facendo l’occhiolino. Justin aveva lasciato Selena!?! 
Scossi la testa pretendendo di non sapere cosa fosse successo oggi pomeriggio. Era successo qualcosa che non doveva succedere. Era scattato un bacio che successivamente si trasformò in qualcosa di più, avevamo superato il limite che divide l’amicizia da qualcosa di più. Niente di clamoroso, le lenzuola non erano state toccate. I pantaloni, la zip e i bottoni, purtroppo, sì. 
Lo guardai sentendomi leggermente le guance avvampare «Pensi che io non l’abbia già fatto?» rise, «E’ normale. Justin mi ha raccontato. Fa un po’ effetto perché tu sei mia sorella ma sei adolescente.»
«Nicholas, che vuoi?» chiesi cercando di rompere l’imbarazzo. 
«Niente. Volevo solo vederti in difficoltà, onestamente. E poi volevo sapere cosa pensi di fare adesso che hai strada libera verso il tuo Justin.»
Alzai le spalle «Dopo tutto questo credo che un amicizia non possa più esserci. Domani cercherò di parlare.» aggiunsi. Nicholas sorrise e uscì dalla stanza. Promisi che l’indomani avrei chiamato Justin. 

---

Guardai Meredith girarsi sul letto «Dai Meddi, è ora.» sussurrai uscendo dalla stanza. Scesi le scale lentamente, ancora un po’ assonnata. Sentii dei passi saltellare dietro di me, poi una voce sussurrare qualcosa ridendo. Poi una risata di cuore. Sorrisi sapendo già cosa stava succedendo. 
«Frittelle!» Meredith urlò sedendosi in ginocchio sulla sedia accanto alla finestra che dava sul giardino. 
«Come stanno le mie principesse?», mi girai sorridendo spengendo i fornelli. Ricambiò e guardammo Meredith, «Io stò benissimo, mio cavaliere.» scese dalla sedia e fece un inchino. 
Justin sorrise e l’abbracciò portandola in aria, se la strinse a se. Erano soliti giocare questa parte ogni mattina, Meredith chiamava Justin ‘il suo cavaliere’ e Justin la chiamava ‘principessa’. 
Justin la rimise a sedere come io versai dalla padella la frittata ricoperta di cioccolata: la sua preferita. Mi sedetti accanto a Meredith, Justin mi anticipò e inizio a tagliare il piatto di Meddi. Sorrisi fra me e me, non potevo chiedere di meglio; Meredith, una bambina di 3 anni. Naso, bocca, capelli e agilità di suo padre, occhi e mani di sua madre. Un sorriso che illuminava le giornata, una risata che dava la forza di svegliarsi ogni mattina e il dispiacere di andare a dormire la sera.
Meredith era tutto l’amore che io e Justin avevamo dato al mondo.
 


Ho tutti questi capitoli pronti da Maggio ma non ho mai avuto voglia di pubblicarli :) The end. 
  
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