Serie TV > The Vampire Diaries
Segui la storia  |       
Autore: amanda91    03/08/2012    4 recensioni
Dal prologo: La luce … poi un ritorno al buio. Elena dischiuse gli occhi ritrovandosi d’un tratto strappata al paradiso. Un lungo sonno, estraneo alla vita, e poi … tutto era svanito. Si trovò distesa su un rettangolo d’acciaio, respirò a fatica ingurgitando con prepotenza l’aria tutta intorno, che entrò feroce in lei, come se fosse respirata per la prima volta. Che fosse il paradiso? Una sorta di ritorno alla vita?
Non aggiungo altro, se non l'augurio di una buona lettura!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Damon/Elena
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
POV ELENA

La nottata andò addirittura peggio di quanto avesse immaginato andando a dormire dopo il pessimo risvolto della serata.
Dalla camera di Stefan, nella solitudine più totale, poté ascoltare ogni singolo sospiro o gemito, poté immaginare ogni singola espressione di piacere dipingersi sul volto del vampiro. Aveva percepito ogni singolo fruscio di lenzuola, o di corpi intrecciati.
Evidentemente Damon si era dato da fare, com’era stato facile prevedere dopo l’ennesima batosta che gli aveva inflitto. Infondo sapeva come avrebbe reagito: come aveva sempre fatto prima di allora.
Si era rigirata tra le lenzuola senza prender sonno neanche pochi minuti. Dalla sua stanza non aveva tralasciato nulla di quella notte, neanche quando lui aveva ammaliato l’umana per morderla fino a sfinirla, per poi rianimarla con il suo stesso sangue e costringerla a dimenticare tutto.
Quello scambio di sangue l’aveva infastidita più del sesso stesso.
Aveva pensato più volte di dirigersi in quella camera e chiedergli un attimo di tregua e di silenzio,  per poter essere lasciata in pace, in grado di dormire. Ma non lo fece.
Aveva ascoltato tutto maledicendo i suoi stupidi sensi così affinati, e l’incapacità di distaccarsi da quei suoni. Aveva ripensato a quante volte lei e Stefan, in quello stesso letto che adesso le parve così vuoto e freddo, avevano fatto l’amore con trasporto. Si chiese se anche Damon li avesse ascoltati immaginandosi lì con lei, al posto del fratello. Come lei si era ritrovata a fare più volte senza volerlo dandosi subito dopo della stupida, e dell’ipocrita.
Venne presa dalla voglia di guardarla negli occhi, la persona che aveva goduto senza ritegno tra le braccia del vampiro.
Dopo l’ennesimo tentativo mal riuscito di riposare si decise finalmente ad alzarsi, incoraggiata anche dall’alba che cominciava a rischiarare l’abitazione.
Si diresse in cucina presa da un urgente bisogno di caffè e di sangue. Sentiva che era il caso di starsene un po’ da sola o rischiava di sbottare e far danni.
Come se Damon le avesse letto il pensiero e avesse deciso di fare il contrario, non appena mise piede in cucina se lo ritrovò di spalle, intento a fare chissà che, già perfettamente vestito.
Se fosse stata viva il cuore avrebbe perso un battito dallo spavento di trovarlo lì, ma nel medesimo istante dalla meraviglia del suo corpo slanciato e illuminato appena dalla luce del mattino.
Sbuffò sonoramente e lui dovette sentirla perché si voltò sorridente porgendole una tazza di caffè fumante.
Gliela strappò dalle mani portandosela alla bocca, e non aggiunse altro se non uno sguardo torvo.
“Buongiorno anche a te!” la canzonò lui poggiandosi al mobile della cucina, e spavaldo le mostrò un sorrisino strafottente che la irritò ancora di più.
“Se avessi dormito lo sarebbe sicuramente”
“A proposito – le si avvicinò fino a bisbigliare – perché Stefan dorme sul divano?”
“Non sono affari che ti riguardano” tagliò a corto nel tentativo di ferirlo, troppo arrabbiata per sopportare ancora la sua presenza. Il vampiro alzò un sopracciglio confuso, impassibile e freddo come una macchina. La sua totale indifferenza la fece infuriare ulteriormente, se ciò fosse possibile.
“Come vuoi… non sono un consulente matrimoniale” fece spallucce, ed era pronto ad andar via quando lei come temeva, sbottò furibonda.
“Convivi con due vampiri, potresti evitare di portare le conquiste a casa”
Con totale nonchalance e completo disinteresse lui si affacciò in salone.
“Non mi sembra che Stefan abbia avuto problemi di insonnia”
“Beh io si!” sputò senza ritegno.
“Guarda che puoi controllarlo il super udito – mimò le virgolette con le dita a quest’ultima parola – nessuno ti costringe ad ascoltare”
“Non è un interruttore che puoi spegnere e accendere a piacimento”
Lui sorrise come a volerla beffeggiare, mandandola in bestia.
“Sono vampiro da un tantino di tempo più di te, e ti dico che lo puoi fare!”
“Non so farlo” si giustificò sentendosi a quel punto attaccata.
“Non vuoi farlo!”  le palesò ovvio.
“Questo non è vero!”
“Sei gelosa Elena! Ammettilo e facciamola finita”
“Mai!”
Lo sguardo del vampiro si inasprì, diventando gelido , e spento. Le sembrò che leggervi delusione e rabbia, tanta rabbia.
“Beh allora lasciami in pace e rifatti una vita” ringhiò furibondo tanto vicino al suo volto che Elena poté riconoscerne ogni singolo spostamento d’aria che le sue parole crearono,  e l’ombra che le lunghe ciglia nere concedevano ai suoi enormi occhi blu.
Si perse nella perfezione di quei lineamenti morbidi e armonici.
Continuarono a fissarsi orgogliosi, inflessibili, e infuriati, finché qualcuno fece capolino in cucina. La vampira riconobbe l’odore nuovo mai sentito prima, e l’andatura leggera di una donna. Si voltò e vide la biondina scarna della sera precedente. Divenne paonazza di rabbia.
“Perché non te ne vai? Stiamo parlando, non lo vedi?” le intimò fuori controllo.
“Vai così mi piaci! Grintosa!” la schernì Damon, senza dare minimamente attenzione alla donna ferma immobile sul ciglio della porta, che lo scrutava infastidita e confusa. A quanto pare non gli interessava poi molto di quella nuova conquista… sapeva mostrare un cuore di pietra alcune volte.
La biondina stava per dire qualcosa al vampiro, con aria offesa, quando Elena le si accostò con velocità vampiresca spaventandola. Non le ci volle molto per ottenere i suoi occhi terrorizzati e quando ebbe il contatto visivo parlò.
“Questa notte è stata una delle peggiori della tua vita… anzi potremmo dire che la sola vista di quell’individuo lì giù ti faccia tanto ribrezzo da indurti ad urlare come una pazza isterica… fuggi!!”
Le ordinò. Soggiogarla le venne naturale, come se lo avesse fatto da tutta una vita. Sorrise compiaciuta voltandosi verso Damon con aria di sfida, quando la sconosciuta prese a gridare emettendo suoni acuti e terrorizzati. La osservarono entrambi correre in salone in preda al panico.
Sembrava un tono in gabbia, notò la vampira compiaciuta, mentre continuava a spostarsi di qua e di la alla ricerca del portone di ingresso, che trovò in pochissimo tempo.
Lo spalancò gettandosi in giardino. Le urla che avevano invaso l’abitazione continuarono a ridondare tra le pareti fin quando non fu abbastanza lontana.
Anche Stefan fu destato dal sonno in cui versava, e scattò in piedi terrorizzato, mentre Damon la fissava con occhi sgranati, pieni di collera, e incerti, confusi.
“Mi dici che cazzo ti è preso? Ma che problema hai ragazzina?”
Fu come svegliarsi da un sogno, e ritrovarsi tra le urla furiose di Damon e lo sguardo irritato di Stefan.
Questa volta l’aveva fatta grossa, aveva agito guidata da una natura che ancora faticava a riconoscere, e dalla folle e pura gelosia.
Non poté più negarlo, l’aveva appena mostrato nel peggiore dei modi. Si era servita di una ragazza indifesa. Provò vergogna, e terrore nei confronti di sé stessa, di ciò che era diventata, di ciò che era capace di fare.
“Mi dispiace…io…”
“Mi dite che succede?” intervenne Stefan, sempre più confuso.
“Succede che la tua ragazza ha deciso di farmi incazzare di brutto – si voltò verso di lei – da oggi in poi stammi lontana!!” le ordinò scandendo calmo le ultime parole. Non le urlò, non si impose, era stanco anche di gridare se poi lei comunque non avrebbe ascoltato.
Elena abbassò lo sguardo, non rispose semplicemente. Non avrebbe saputo come giustificarsi, se non raccontando quella verità che proprio non voleva ammettere al mondo.
Damon la studiò attento, e quando capì che non avrebbe avuto alcuna risposta si dileguò, lasciandola sola, persa nella luce del mattino.
“Non si può sapere cos’hai combinato?” domandò ancora il minore, incuriosito .
“Devo andare” rispose soltanto, lasciando anch’essa la stanza. Non era il caso né il momento di affrontare anche lui. La collera di Damon era già abbastanza dura da scontare.
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > The Vampire Diaries / Vai alla pagina dell'autore: amanda91