Un Natale colmo di emozioni
Tokio.
In una graziosa villa, una ragazza era chiusa da ore nella sua stanza, sdraiata
sul letto a fissare un indefinito punto sul soffitto.
“Sei
solo un diavoletto, ecco che cosa sei!”
Quelle parole le rimbombavano in mente come un eco tra le montagne e non facevano altro che rievocarle una miriade di pensieri, tutti strettamente collegati ad una persona. Di nuovo, le lacrime ripresero a sgorgare dagli occhi di quella ragazza , inumidendo il cuscino del letto ricoperto dai suoi lunghi capelli castano-rossicci. - “Non potevo farti questo, Heric…non potevo proprio…”- disse. Poi, alzandosi dal letto, si diresse verso la finestra della camera, che era situata vicino ad una scrivania sulla quale era poggiato un copione. Lo prese in mano, e come se fosse tornata indietro nel tempo rivide sé stessa che, arrivata a recitare proprio quella battuta si era bloccata di colpo, non riuscendo più nemmeno a pensare. Dopo essere rimasta a fissare quel piccolo blocco rosa per un po’, lo scaraventò nel cestino dei rifiuti, per poi tornare a guardare qualcosa di imprecisato fuori dalla finestra. Aveva provato in tutti i modi a dimenticarlo, a convincersi che ormai lui non era più suo. E piano piano c’era riuscita, fino a quando un pomeriggio, al doposcuola, Funny le aveva detto che tra loro era finita. Fu in quel preciso istante che nel suo cuore si riaccese la fiamma della speranza, che però fu spenta poco tempo dopo da uno sceneggiatore che aveva distrutto in una battuta, inconsapevolmente, la carriera di Rossana. Il non riuscire a pronunciare quelle maledette parole fu la prova inconfutabile che Sana era ancora innamorata di Heric. Quando il regista dello sceneggiato decise di toglierle la parte, Sana non aveva protestato in alcun modo.
-“La
prego di scusarla signore, non so cosa le sia preso.”- continuava ad implorare
Robby, senza ottenere nessun risultato. Il manager della giovane attrice cercava
in tutti i modi di farle riottenere la parte, anche perché non voleva che Sana
sfigurasse davanti al suo pubblico per la sicuramente eccellente recitazione di
Charles. Dal canto suo, il ragazzo aveva capito che il rifiuto di Sana era
fondato su qualcosa, o per meglio dire, qualcuno che a lei stava a cuore più di
ogni altra cosa. Così, prendendo da parte Robby gli disse:
-“Robby,
forse è meglio che tu non insista più con il regista. Anche se Sana riuscisse
ad ottenere di nuovo la parte non credo che sarebbe capace di recitare quella
maledetta battuta…”-
-“Sì,
forse hai ragione. Hanno già trovato la sostituta?”- chiese Robby,
l’espressione rassegnata coperta dagli occhiali da sole.
-“Sì,
è una giovane attrice in erba, ma non sarà mai all’altezza di Rossana…”-
rispose Charles, cercando di tirare un po’ su di morale Robby. Dopo aver
salutato il giovane attore, Robby decise di tornare a casa. Forse, parlando con
Sana, sarebbe riuscito a convincerla a tornare sul set. Però poi decise di
lasciar perdere. D’altra parte, le riprese erano quasi a fine e lo sceneggiato
sarebbe andato in onda il giorno dopo…
Intanto,
in un quartiere vicino alla villa dove abitava Rossana, un ragazzo biondo e con
gli occhi ambrati stava finendo il suo giro d’allenamento intorno
all’isolato. Arrivato finalmente davanti a casa sua, prese le chiavi da una
tasca della tuta e aprì il cancello ancorato ad una colonnina di cemento sulla
quale una targhetta d’ottone recitava “HAYAMA”. Appena entrò, una voce
femminile lo chiamò:
-“Heric?
Sei tu?”-
Dopo
essersi tolto le scarpe disse:
-Sì,
Nelly. Sono tornato. Vado a fare una doccia.”- e senza neanche badare alla
sorella che ancora gli stava parlando andò al piano di sopra e si chiuse in
bagno. Si preparò per la doccia, ma prima accese una piccola radio,
sintonizzandola sul suo canale preferito. Ascoltare la musica mentre faceva la
doccia era una delle poche cose che lo facevano sentire a suo agio. Tranne lei,
ovviamente… Era strano il potere che lei riusciva ad esercitare su di lui:
quando era in sua compagnia, sembrava che tutto fosse insignificante, senza
peso…Ma quando lei non c’era, sembrava che dentro di lui si creasse un
enorme vuoto. Assorto ormai da qualche minuto nei suoi pensieri, Heric si
riscosse bruscamente quando una scrosciata di acqua gelida gli piombò sul
corpo, facendolo ridestare completamente.
-“Nelly,
accidenti, vuoi chiudere quel dannato rubinetto?”- urlò, uscendo poi irritato
dalla doccia per asciugarsi.
Proprio
in quel momento, iniziò il notiziario alla radio, che si aprì con una notizia
che fece gelare il sangue nelle vene ad Heric:
-“Buonasera,
gentili ascoltatori. Apriamo il notiziario di oggi con una notizia riguardante
la giovane attrice Rossana Smith. Pare che lo sceneggiatore del telefilm a cui
la ragazza stava lavorando abbia deciso di toglierle definitivamente la parte
per motivi ancora non chiari ai media; ci è solo giunta voce che si sia
rifiutata di dire una battuta. Che la giovane Rossana si sia montata un po’ la
testa dopo il successo avuto a New York? Passiamo adesso ad altre notizie…”-
Heric
scaraventò d’istinto la radio verso il muro, rompendola. Come potevano
accusare Sana, la sua Sana, di essere diventata una primadonna? Ancora più
irritato di prima, si vestì e scese giù in cucina a prendere qualcosa da
mangiare, per poi tornare in camera sua al piano superiore. Dopo aver finito
anche l’ultimo boccone del suo panino, si lasciò cadere pesantemente sul
letto, gli occhi chiusi in una turbolenta riflessione: –“Perché lo hai
fatto, Sana? Adesso tutti credono che tu ti sia montata la testa… Ma io so che
non è così. Deve esserci un motivo, se hai abbandonato il set.”- Così,
ancora assorto nei suoi pensieri si addormentò, quasi simultaneamente a Sana
che, ancora con gli occhi inondati di lacrime, chiuse la sua mente per entrare
nel mondo dei sogni.
La
mattina dopo un cielo bianco copriva la città, minacciando di scatenare una
forte nevicata. Sana uscì dalla sua camera solo per mangiare a pranzo ma poi,
come il giorno precedente, si chiuse in camera sua, cercando di non pensare al
suo ormai irrimediabilmente compromesso futuro di attrice. Ma in fondo, questo
non le importava un granché; i suoi pensieri adesso erano completamente rivolti
ad Heric.
Il
ragazzo quella mattina si svegliò di soprassalto, quasi come se i pensieri di
Sana fossero arrivati a toccare la sua mente. Anche lui, come lei, scese solo
per pranzo, non prestando la benché minima attenzione al padre che stava
programmando la serata, la tanto attesa vigilia di Natale.
Intanto,
agli studi televisivi, le riprese dello sceneggiato si erano concluse già da
qualche ora ed i giornalisti non avevano tardato ad arrivare. Subito si
fondarono su Charles e la ragazza che aveva sostituito Sana nella parte che lei
doveva recitare ed iniziarono a tempestarli di domande sul lavoro appena
concluso, senza escludere la vicenda di Sana. Charles decise così di salvare
per l’ennesima volta la sua amica:
-“Ho
sentito dire che girano voci sul fatto che Sana si è montata la testa. Vi
assicuro che questo non è affatto vero, c’è un motivo ben preciso che l’ha
portata a rinunciare a questo lavoro. Ma per favore, adesso basta parlare di
lei, i protagonisti dello sceneggiato siamo noi.”-
E
così, gelando il fervore dei giornalisti, Charles continuò l’intervista
senza più fare riferimenti a Rossana. A pomeriggio ormai inoltrato, Charles
riuscì finalmente a scrollarsi di dosso i giornalisti, così salì in macchina
insieme alla sua manager e si diresse verso l’Istituto Lones, dove avrebbe
passato la vigilia di Natale. Appena ebbe ripreso un po’ d’energia, prese il
suo cellulare dalla tasca del giubbotto e compose il numero dell’ultima
persona al mondo che avrebbe voluto chiamare.
-“Pronto,
casa Hayama. Chi è?”-
-“Ciao
Heric, sono Charles. Tu
non sai per quale motivo hanno sostituito Sana, vero?-
-“No,
non lo so.”-
-“Bene,
allora ti consiglio di non perdere lo sceneggiato che va in onda stasera alle
21:00. Mi raccomando guardalo, così capirai tutto.”-
-“Che
stai dicendo? Pronto, Charles?”- replicò inutilmente Heric al telefono ormai
muto. Riabbassò la cornetta, rimanendo a fissarla per qualche secondo. Le
parole del giovane attore lo avevano lasciato di stucco. A che si riferiva?
Sempre più tormentato da strani pensieri, Heric andò in camera sua. Appena si
sedette sul letto la sua attenzione fu catturata da due pupazzetti a forma di
dinosauro sistemati sulla scrivania. Uno glielo aveva regalato suo padre quando
era piccolo, l’altro… Era già passato un anno da quando proprio il 24
Dicembre lui, Sana e gli altri amici avevano festeggiato il giorno di metà
compleanno suo e della ragazza. Lui non era riuscito a trovarle un regalo,
mentre lei appena era arrivato gli si presentò davanti con un pacchetto che
conteneva un piccolo pupazzo a forma di dinosauro. Heric non poté fare a meno
di ricordarsi che le fece un pupazzo di neve per farsi perdonare e che poi,
lentamente, aveva posato le sue labbra su quelle di Sana dandole un bacio.
Abbandonato a quei pensieri, non si accorse che aveva iniziato ad accarezzare
quel pupazzo, quel piccolo regalo che gli aveva dato la conferma di essere
innamorato di lei.
Erano
già le 20:30, e in casa Smith si stava già festeggiando la vigilia di Natale
con il delizioso buffet preparato dalla Signora Patricia.
-“Buon
Natale a tutti!”- gridò Robby già mezzo arzillo, con la Signora Smith che lo
seguiva a ruota. Anche Oliver era alla festa, dimenticandosi che la sua presenza
era motivata dal fatto che doveva ritirare l’ultimo manoscritto della Signora
Smith, la cui data di consegna era prevista il giorno dopo. Anche Sana si stava
divertendo: vedere la sua famiglia così allegra le fece dimenticare per un
attimo perfino il fatto che Charles l’aveva lasciata durante le riprese di
quel maledettissimo sceneggiato. A dir la verità, Sana non aveva considerato il
suo rapporto con il giovane attore un rapporto veramente serio, ma solo come un
profondo affetto fraterno. La persona con cui avrebbe volentieri condiviso la
sua vita era un’altra. Era Heric. Inconsciamente, Sana si avvicinò alla
grande finestra che dava sul giardino ormai interamente coperto di neve. I
ricordi iniziarono ad affollarle la mente…L’anno precedente, la sera del 24
Dicembre, aveva dato una festa a casa sua per festeggiare, insieme alla vigilia
di Natale, anche il giorno di metà compleanno suo e di Heric. Ricordò la
grande cena tutti insieme, i giochi in giardino sotto la neve che cadeva, Heric
che le faceva un grazioso pupazzetto di neve e poi…la baciava. Sana chiuse per
qualche secondo gli occhi, riassaggiando di nuovo, anche se per un attimo, il
sapore delle labbra di Heric. Il forte suono dell’orologio a pendolo che era
in salotto la fece sobbalzare, facendola ritornare alla realtà. Si girò e vide
che erano già le 21:00. mancavano solo pochi istanti alla messa in onda del
film da cui l’avevano cacciata…
Nello
stesso momento, in molte altre case si stavano accendendo i televisori, così
come a casa di Terence dove il ragazzo era in compagnia di Alyssa, Margareth e
Gorge.
-“Forza
ragazzi, accendete il televisore! C’è il film di Charles!”- disse eccitata
Margareth. A casa Hayama, Heric stava pensando se seguire o meno il consiglio di
Charles. La sua decisione arrivò quando suo padre, vestito da Babbo Natale con
delle renne finte vicino iniziò a cantare delle canzoni natalizie abbastanza
banali. Il ragazzo prese il telecomando e accese la televisione. Proprio in quel
momento il film era giunto al punto in cui Sana avrebbe dovuto recitare QUELLA
battuta:
-“Adesso
basta! Tu non capisci e non capirai mai quello che provo!”- urlò un ragazzo
buttando in terra un vaso di fiori, rompendolo. In risposta, una ragazza gli
disse:
-“Sei
solo un diavoletto, ecco che cosa sei!”-
Ad
Heric sembrò che il cuore gli si fosse fermato. Ecco qual era il motivo che
aveva spinto Sana a non recitare…Sapeva che se avesse detto quella battuta
lui ne avrebbe sofferto…
-“Scusa
papà, vado a fare una corsa.”- disse Heric al padre, prima di infilarsi le
scarpe ed uscire di casa. Iniziò a correre senza una meta precisa, con i
pensieri ancora offuscati dalle parole che aveva appena udito. Non poteva
credere che lei avesse messo a rischio la sua carriera solo per non fargli del
male. Come se non bastasse, si ricordò di quando lei era a girare “La Casa
nel Bosco” e lui per telefono le disse di essersi innamorato di Funny, di
quando era tornata e i suoi amici, lui compreso, le avevano detto che credevano
che lei stesse con Charles, della sua brusca reazione seguita subito dopo da
lacrime che solo lui aveva visto scendere dagli occhi di Sana…E ancora una
volta la sua mente, o meglio, il suo cuore gli urlò silenziosamente che era
stato uno stupido a farsela scappare di nuovo quando lei gli disse che sarebbe
partita per New York. Ripensare quelle cose gli fece capire di aver provocato
una grande sofferenza all’ultima persona al mondo che avrebbe voluto far
soffrire. Heric si fermò ansimante, ritrovandosi nel luogo che più di tutti lo
aveva visto vicino a Sana: il parco. Il loro parco. Pensando che anche quest’anno
lei gli aveva fatto un bellissimo regalo di Natale, decise di farle di nuovo un
pupazzetto di neve, visto che era arrivato anche a questo Natale a mani vuote.
Nel frattempo, anche Sana era uscita di casa; non sopportava l’idea di stare a
vedere il film con la sua famiglia e di sentire Robby inveire contro il
televisore, ancora offeso perché le avevano tolto la parte. Anche lei iniziò a
camminare per le strade di Tokio, tenendo in mano un ombrello aperto per non
riempirsi di neve. Non riusciva a pensare a niente, se non ad Heric.
Inconsciamente, si ritrovò nel parco, interamente coperto di neve, dove scorse
una figura inginocchiata, intenta a costruire qualcosa. Anche se stava
nevicando, riuscì ad intravedere una folta chioma bionda che la fece rimanere
immobile, con il cuore che stava iniziando ad accelerare i suoi battiti. Sana
respirò profondamente, si fece coraggio e si avvicinò ad Heric, che non si era
ancora accorto di lei.
-“Ciao,
Heric.”-
Il
ragazzo si arrestò, riconoscendo la voce della ragazza che gli aveva cambiato
la vita. Si girò verso di lei e ricambiò il saluto:
-“Ciao
Sana. Come va? È tutto a posto?”-
Sana
rimase un po’ sorpresa da quella domanda, e con tono flebile rispose:
-“Sì,
non c’è…”- Non ebbe il tempo di finire che Heric la interruppe:
-“Ho
visto il film.”-
Subito
lo sguardo di Sana si rabbuiò. Il ragazzo continuò:
-“Hai
compromesso la tua carriera per non farmi star male, sapevi che se tu avessi
recitato quella battuta ne avrei sofferto. Per me è stato come un regalo di
Natale, e per questo ti devo ringraziare. Però devi scusarmi, io ti ho causato
molti problemi e non ho mai saputo fare qualcosa per te. Scusami…”-
Udendo
quelle ultime parole Sana alzò di scatto lo sguardo e disse:
-“No
Heric, questo non è affatto vero. Tu mi sei sempre stato vicino, e mi hai dato
il tuo appoggio in moltissime occasioni. Tu sei davvero il mio più grande
amico.”-
Poi
il silenzio. I due rimasero a fissarsi negli occhi senza parlare, mentre nelle
loro menti si formavano due pensieri identici. Heric pensò: -“Devo dirle
quello che provo per lei, senza paura né risentimento.”- Sana pensava: -“È
arrivato il momento di dirgli quali sono i miei sentimenti per lui, adesso e
proprio qui.”- Seguì ancora qualche istante di silenzio e poi,
contemporaneamente i due dissero:
-“Sana,
io…”-, -“Heric, io…”-
-“Ti…”-
-“Ti…”-
Sana
sentì tutto ad un tratto il corpo di Heric contro il suo, le braccia forti che
le cingevano la schiena. Anche lei lo abbracciò, tremante per l’emozione.
Heric, come al solito, aveva preferito agire anziché parlare. Strinse ancora di
più Sana a sé, come se avesse paura di perderla di nuovo. Ad un certo punto,
riuscì a raccogliere tutto il coraggio che aveva in corpo e pronunciò due
parole. Due parole che fecero sussultare il cuore della giovane attrice:
-“Ti
amo.”-
Sana
restò immobile, senza riuscire a fare o dire niente, tanto che non riuscì a
trattenere le lacrime. Heric pensò per un terribile attimo di aver fatto la
cosa sbagliata, ma dopo qualche secondo si ricredette, dopo aver sentito Sana
dirgli:
-“Anche
io.”-
Il
ragazzo allora si scostò leggermente dal corpo di lei, la guardò fisso negli
occhi e lentamente avvicinò le sue labbra a quelle di Sana, per poi posarcele
dolcemente. Inizialmente Sana restò come incantata, ma poi iniziò a rispondere
a quel bacio così intenso, dolce, desiderato, vero, che avrebbe fatto sognare
chiunque. Finalmente si erano dichiarati, avevano trovato la forza di esprimere
i loro sentimenti senza paura.
Da
una stradina che passava vicino al parco si levarono dei singhiozzi:
-“Oh,
finalmente ce l’hanno fatta! Come sono contento!”-
-“Zitto
Terence, non vorrai interromperli, vero?”- lo ammonì Alyssa, mettendosi un
dito sulle labbra.
-“Come
sono carini, ho sempre sognato di vederli insieme…”- disse Margareth
sussurrando. Gorge poi disse, quasi urlando:
-“E
bravo Heric, sei davvero un grande…AHIA!”- Il ragazzo venne colpito in testa
dagli altri tre con un buffo
martello rosso fatto di gomma:
-“Stai
zitto Gorge!”-
-“E
va bene, scusate…”- rispose lui massaggiandosi la testa.
Dopo
quel lungo bacio, Heric e Sana si staccarono, abbracciandosi di nuovo. Lei
sussurrò:
-“Oh
mio Dio, non mi sembra vero…Non sai da quanto tempo sognavo questo
momento…”-
Heric,
per tutta risposta, iniziò di nuovo a baciarla, ma si interruppe quando lei si
mise a ridere:
-“Che
hai da ridere? Non vuoi che io ti baci, per caso?”-
-“No,
non è questo…È che ancora non ti ho ringraziato per il tuo regalo di
Natale…”-
Heric la guardò incuriosito, ma appena vide che Sana stava guardando il piccolo pupazzetto di neve che stava sotto il suo ombrello si girò e arrossì. Sana gli strinse la vita e, avvicinandosi all’orecchio del ragazzo, sussurrò:
-“Grazie, amore mio…”- e dopodiché gli diede un tenero bacio, che lasciò Heric sorpreso. Quando si staccò, lui la guardò e non poté fare a meno di sorridere. Un sorriso che fece scaldare ancora di più il cuore di Sana. Anche lei sorrise, finalmente con la mente libera da ogni pensiero. Così i due si presero per mano ed cominciarono ad incamminarsi insieme verso casa. Prima di girare l’angolo però Heric disse:
-“Hey, Terence, ricorda di asciugarti le lacrime e di soffiarti il naso…”-
E dopo aver sentito un forte tonfo provenire da dietro i cespugli che circondavano il parco lui e Sana si misero a ridere. Poi Heric tirò Sana a sé, la baciò di nuovo e le mise un braccio intorno alla spalla, mentre lei gli avvolse la vita prima di riprendere a camminare stando dolcemente abbracciati. I due ragazzi non potevano essere più felici di così, ed erano certi che niente e nessuno avrebbe potuto separarli un’altra volta.
Finita! Allora, che ve ne pare? Fa Schifo? Mi conviene darmi all'ippica invece di scrivere fanfic? Fatemi sapere cosa pensate, sia positivamente che negativamente! Un grazie speciale a chi legge, e un grazie ancora più speciale a chi recensisce!
Un bacione... Lady Anderson