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Autore: Selis    03/08/2012    1 recensioni
Ed è proprio a causa sua, o per meglio dire; a causa di una scommessa che ho perso contro di lui, che mi trovo costretto a scrivere questa raccolta. Sarà alquanto imbarazzante e per certi versi personale...
Un'intera raccolta di scemenze.
Una per ogni lettera dell'alfabeto.
Genere: Comico, Demenziale, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jonghyun, Key, Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Salve a tutti! Questa è la seconda FF che scrivo sugli shinee! xD 

Vi avvero subito che Saranno tutte fash fitc. 

E che ho saltato alcune lettere dell'alfabeto, perchè davvero non sapevo cosa inventarmi!! xDD

Questo è il primo pezzo. Per il secondo dovrete aspettare un pò! 

Bye bye <3

Se prende una decisione, lo fa subito senza pensare. Perde sempre qualcosa. È testardo, irresponsabile, ed estremamente geloso. Questo e molto altro ancora è il nostro compagno JongHyung. Il dinosauro di casa. Ed è proprio a causa sua, o per meglio dire; a causa di una scommessa che ho perso contro di lui, che mi trovo costretto a scrivere questa raccolta. Sarà alquanto imbarazzante e per certi versi personale...

Un'intera raccolta di scemenze.

Una per ogni lettera dell'alfabeto.


A: Almighty Key ㅎㅅㅎ

Come poteva iniziare una qualsiasi cosa se non con una magnifica persona?

Sì, avevo sentito parlare di quella cosa chiamata modestia, ma ancora adesso non riuscivo a capirne appieno il significato. Mi spiace.

Essendo io l'autore di queste cose, perché solo così si possono definire, sono libero di scrivere quello che più mi aggrada. E poi, sinceramente; io sono Almighty Key! Sono magnifico qualunque cosa io faccia.


B: Bling Bling JongHyun

Scimmione, dinosauro e maniaco. Tre parole una persona.

Un metro e settantatré centimetri di stupidità.

Settantacinque kilogrammi di ingenuità.

Ed una voce da infarto.

Sono felice di presentarvi signore e signori il nostro Vocalist Kim (Kong) JongHyun.

Potrei stare delle ore a parlarvi di Jongh, ma non basterebbero nemmeno tutte le ore di questo mondo per descriverlo. Dovreste viverlo sulla vostra pelle, solo allora capireste chi è realmente. Ma questa non è una cosa possibile per molte persone, e non centra nulla la distanza che separa una persona qualsiasi a Jongh.

Semplicemente io non intendo permetterlo. ㅎㅅㅎ


C: CD

- Omma! Non trovo più il mio cd! Lo hai visto?- Urlò il Maknae dalla cucina.

Sospirai esasperato, questa era la quarta volta in 2 giorni che quel piccolo fungo sbadato perdeva qualcosa. Prima il portafoglio, che si era dato per disperso nella tasca dei pantaloni, che ovviamente aveva messo da lavare solo pochi minuti prima. Successivamente, l'orecchino preferito che quel troglodita di Minho gli aveva regalato il natale passato. La sorte poi toccò poi al pettine, che non era sparito ma semplicemente lo stava usando Onew nella sua stanza. Ancora mi chiedo perché se una cosa deve stare in bagno non c'è mai; ma sorvoliamo.

- Hai guardato dentro lo stereo in camera tua? - Chiesi distrattamente.

- Non c'è Omma, ho già guardato! - Mi rispose la piccola peste.

- E nello stereo in bagno?- Chiesi ancora; sentii i passi veloci del Maknae dirigersi verso il bagno.

- Grazie Omma! - Urlò quello dal bagno.

Mistero risolto.


D: Divano

Tutte le sere la stessa storia. La lotta per il posto più comodo al centro del divano iniziava come da programma alle ventuno in punto, i concorrenti erano come sempre cinque ragazzi; e l'obbiettivo era uno solo. Non doversi accontentare del pavimento. Appena finita la cena, le poche volte che riuscivano a essere tutti a casa ed a cenare ad un orario decente, ognuno si dirigeva nella propria stanza fingendo indifferenza verso l'ormai quotidiana sfida mortale; ma non appena l'ora stabilita scattava si scatenava l'inferno. Cuscini che volavano in ogni direzione, sedie che venivano brutalmente spostate per impedire il passaggio agli altri concorrenti, imprecazioni varie, insulti e piagnucolii. Potevano benissimo cambiare divano per prenderne uno più grande in cui ci sarebbero stati tutti, lo sapevano; ma nonostante i vari insulti che volavano durate quella interminabile battaglia non avrebbero mai rinunciato all'adrenalina che metteva loro in circolo. Senza contare che erano affezionati a quel divano, lo avevano preso poco dopo aver formato il gruppo, ed era stato loro compagno nelle notti passate in bianco a imparare i testi delle canzoni, e non solo. Ma questo era meglio evitare di farlo sapere agli altri componenti del gruppo.


E:Equilibrio

Equilibrio, una cosa di cui il nostro Leader era sprovvisto evidentemente. Non si riuscivano ancora a capire le dinamiche dell'ultimo incidente domestico; ero certissimo dell'innocenza delle scale, avevo assistito all'incidente e potevo testimoniare per loro, non si erano mosse di un mattone. Ma non ero altrettanto sicuro dell'innocenza dello straccio, che al momento sembrava l'unico a non avere un alibi per l'ora stabilita. Ero assolutamente sicuro che non ci fosse un vero colpevole, il loro leader era ormai conosciuto per le sue inusuali cadute, ma era meglio accusare un oggetto inanimato piuttosto di doversi ascoltare due interminabili ore sull'esistenza dei folletti. Quindi a discapito di ogni testimone oculare e non lo straccio fu dichiarato: Colpevole.


F: Flaming Charisma Minho

La piaga della mia vita. Volevo bene a quell'armadio obeso e senza cervello, ma certe volte non lo sopportavo proprio. Ad esempio quando lasciava i miei preziosissimi libri in tutti gli angoli della casa, oppure quando usava il mio pettine. Nessuno poteva toccare il mio pettine; nemmeno il piccolo minnie, e tutti lo sapevano; ma certe volte quel menomato mentale si dimenticava di quel semplice concetto e allora bisognava ricorrere alle maniere drastiche.

Un urlo disumano, che assomigliava stranamente al mio nome seguito da diversi insulti, provenne dal bagno, e fece sospirare tutti i componenti della casa.

Chiudere l'acqua calda proprio quando il bestione era sotto la doccia era una maniera perfetta per ricordargli le cose.


G: Giapponese

Imparare il giapponese non era stato troppo difficile per alcuni di loro; per altri era stata una vera e propria tortura. Jongh aveva sentito dire da parecchie persone, che il giapponese fosse in molte parti simile al coreano; ma dopo aver passato quasi un mese chino sui libri, e non aver capito quasi un accidente, iniziava a pensare che la gente si inventasse le cose. Più del solito.

Il fatto che Key lo avesse appreso prima degli altri e senza il minimo sforzo, lo demoralizzava ancora di più. Voleva fare una bella impressione sul biondino, ma sembrava che il fato si fosse accanito contro di lui in tutti i modi; impedendogli di imparare quella dannata lingua.

« Vuoi che ti dia una mano scimmione? » Glii chiese il biondo, ricevendo in cambio un'occhiata truce.

« Non c'è verso che io impari questa dannata lingua! » Replicò, ormai arreso.

« E' perché non hai ancora trovato il metodo di studio adatto a te. »

« E cosa pensi che dovrei fare? »

« Ora io ti faccio delle domande, e per ogni risposta esatta ti darò un premio. » Rispose malizioso il biondo, leccandosi le labbra.

« Ci sto! » Acconsentii subito.

Il giapponese stava iniziando a piacergli.



I: Indesiderato


A casa sua, fin da piccolo, si era sempre sentito indesiderato. Una parte di troppo nella famiglia perfetta che i suoi genitori volevano per loro; a tavola nessuno gli rivolgeva la parola, se tornava troppo tardi la sera nessuno se ne preoccupava, se rompeva un piatto nessuno si arrabbiava con lui. Era come un fantasma in quelle quattro mura.

Abbandonare casa sua non era stato per niente un peso, come molte persone pensavano; era stata una liberazione. Dove viveva ora le persone gli volevano bene, gli rivolgevano la parola quando lo incrociavano nei corridoi, si preoccupavano quando rientrava tardi la sera, si arrabbiavano con lui. Lo sgridavano quando tornava a casa ubriaco, lo coccolavano quando si sentiva triste.

Entrare a far parte degli Shinee era stato un vero e proprio miracolo per lui.

Ora aveva la famiglia che non aveva mai avuto.

Ora era finalmente felice.



J: Juliette

Giulietta stava affacciata al balcone ad attendere l'arrivo del suo amato, guardava la luna nel cielo e sospirava affranta per un amore impossibile. Ma a lei non importava se il suo nome era sbagliato, e nemmeno che le loro famiglie erano contro quell'unione. L'importante era stare insieme.

Mi sentivo molto come Giulietta in quel momento. Eravamo tornati ognuno a casa propria dopo parecchio tempo, e il mio paesino sperduto mi sembrava vuoto senza tutto il caos della città a cui ormai avevo fatto l'abitudine. La mia stanza era fin troppo vuota, la cucina e il salotto desertici. Mi mancavano i miei quattro casinisti. Il piccolo Teamin, che a piedi scalzi zampettava verso la cucina di nascosto alla ricerca dei dolci. I rimproveri materni di Onew quando litigavo con Minho per qualsiasi cosa. Lo stesso Minho, il quale mi faceva sempre arrabbiare per i suoi modi di fare. E il casino che si lasciava dietro, questo è da sottolineare. Ed infine quell'invasato del vocalist, il mio compagno di stanza, JongHyun. Ero affacciato anch'io alla finestra a guardare la luna e le stelle come Giulietta; ma non avevo la stessa speranza che il mio amato sarebbe arrivato sotto la mia finestra confessandomi il suo amore, incurante degli ostacoli che ci separavano.

Non ero così ingenuo.

Chiusi la finestra e mi misi sotto le coperte; stavo per impostare la sveglia quando mi arrivò un messaggio da quello scapestrato casinista del mio compagno di stanza.

Affacciati alla finestra dolce sogno; e se prometti di rinunciare al tuo nome giurerò di essere il tuo amore.” Lessi velocemente quelle poche righe e mi fiondai alla finestra che avevo abbandonato solo poco prima. Grazie ai pochi lampioni che c'erano e che illuminavano la strada riuscii a scorgerlo appena fuori dal cancello di casa, in sella alla sua moto blu elettrico.

- Scenda principessa la sua carrozza la attende. - Mi urlò dalla strada, scoppiando poi in una risata divertita.

- Sei un idiota Kim JongHyun! - Gli risposi di rimando per poi correre felice giù dalle scale tra le braccia del mio principe ranocchio.



K: Kiss Kiss Kiss

Ti darei un milione di baci quante sono le stelle del cielo. O semplicemente di darei un bacio ogni volta che il mio cuore perde un battito non appena ti scorgo in mezzo alla gente. Cosa che accade abbastanza spesso ultimamente.

Non so quale strana magia tu mi abbia fatto stupido dinosauro, ma so che il mio cuore ora ti appartiene. Vorrei richiedertelo indietro, perchè ho paura che tu non ti sia accorto di quello che provo ogni volta che tu non ci sei. Di quanto io stia male ogni volta che la tua attenzione è rivolta a qualcosa che non sia io. Ma allo stesso tempo spero che tu non me lo restituisca mai.

   
 
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