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Autore: beeEnene    03/08/2012    2 recensioni
Altre 5 drabble per le #Gaylimpiadi!
Prompt vari, paring vari e parole scritte nel testo.
Nene.
Fulmine, stella, nuvola, pioggia, vento.
Genere: Demenziale, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Crack Pairing, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'THEGAYS, 3 Agosto'
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Altre piccole drabble per la terza giornata delle #Gaylimpiadi, con prompt vari e random.
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Nene
 
 
#Fulmine
Nosh: 148
Da piccolo Niall aveva paura dei fulmini, scappava sempre sotto il suo letto e si rannicchiava, mentre suo fratello Greg lo prendeva in giro. Credeva che potessero entrare nella sua camera e ucciderlo, perché una volta Sean gli aveva raccontato una storia irlandese in cui succedeva, aggiungendo persino che era vero: lui era presente.
Niall ora ha diciannove anni, i capelli biondi e una camera da letto grande almeno il doppio di quella che ha a Mullingar, illuminata di tanto in tanto da qualche saetta dovuta al temporale di Londra, con le lenzuola stropicciate sotto la schiena pallida.
«Avevi davvero paura?» ansima Josh contro il suo orecchio.
«Sì, ma ora i fulmini li sento dentro» geme mentre si inarca sotto di lui e ride, scorgendo con la coda dell’occhio i bagliori lontani che rendono la notte inglese ancora più bella.
 
#Stella
Zarry: 106
Quando Zayn guardava negli occhi di Harry, gli venivano in mente le stelle. In realtà non erano brillanti o particolarmente sgargianti, ma erano particolari quasi quanto loro. Le stelle non sono come le vedi, sono imperfette, però illuminano il buio in un modo dolce, a volte impertinente.
Gli piaceva osservare i piccoli dettagli attorno all’iride, vedere come cambiavano sfumatura a seconda della luce, dell’umore, dell’eccitazione. A volte sorrideva a se stesso quando si perdeva dentro il loro colore mutevole, e lui rideva perché capiva; una volta, stretti sul letto di Liam durante una festa, gli aveva detto di trovare esattamente le stesse stelle nei suoi occhi.
 
#Nuvola
Niam: 142
«I tuoi capelli mi ricordano le nuvole» mormorò Niall. Liam alzò la testa verso di lui e sorrise dolcemente.
«Perché?» chiese osservando le ombre che i rami dell’albero dietro di loro creavano sul suo viso.
«Perché sono morbidi» rise passando le dita bianche tra le ciocche color castagno.
«E tu che ne sai? Magari le nuvole non sono morbide» disse con espressione corrucciata.
«Come sono fatte le nuvole?» aveva chiesto scivolando accanto a lui e sporcandosi i jeans con l’erba fresca.
«Ruth dice che sono fatte di lacrime».
«Le lacrime sono tristi» mugugnò lui.
«Anche lei era triste quando me l’ha detto, ha anche aggiunto che non sono cose che un ragazzino di undici anni può capire» disse sbuffando.
«Ci sono cose degli undici anni che lei non capisce, come le nuvole» replicò fieramente il ragazzo con la tinta fatta in casa.
 
#Pioggia
Lilo
A Louis la pioggia non piaceva per niente, metteva malinconia e gli impediva di uscire.
«Andremo dopo a comprare le scarpe, Tommo» disse Liam vedendolo imbronciato. Louis gli sorrise e si avvicinò con passo felpato.
«Potremmo anche prendere la mia macchina, se tu non dicessi niente a Paul» sussurrò nel suo orecchio. Liam ebbe un piccolo fremito e lo guardò irato, anche le sue gote erano già più rosse.
«Non lo farò di nuovo!». Ma Louis sapeva che sarebbe capitolato, soprattutto se la pioggia lo spronava a dare il meglio di sé.
«Ti prego, Lee» mormorò sfiorandogli il collo con le labbra e accarezzandogli dolcemente il ventre da sotto la maglia. Liam sbuffò sonoramente e lo scostò.
«E’ l’ultima volta!». Si era arreso come sempre, pensò lui con un sorriso.
«Grandioso! Pioggia, a noi!» esclamò prima di prendere la giacca e le chiavi.
 
#Vento
Zouis: 146
Per Zayn, Louis era un po’ come il vento: poteva essere calmo, dolce, imperioso.
Era imprevedibile, un po’ come quello estivo che solleva la sabbia nei giorni di luglio, indispettito da chissà quale comportamento.
 A volte era freddo, raggelava i muscoli con uno sguardo e ti faceva sentire male.
Spesso era torrido, ti scaldava con una carezza quasi insopportabile da quanto emanava calore.
Per Zayn, Louis era anche indispensabile proprio come il vento lo era per la vita.
«Chiudi la finestra? Entra corrente!» mugugnò Louis, con solo i boxer addosso e i capelli scarmigliati. Il moro rise e si alzò, chiuse la finestra godendosi le ultime tracce della brezza notturna e tornò sul letto.
«Meglio?» mormorò sui suoi capelli. Louis annuì distrattamente e si rannicchiò sul suo petto.
Zayn si sentì un po’ come davanti alla finestra, con i brividi piacevoli lungo la schiena, e sorrise.
 
 
  
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