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Autore: moonbeam    04/08/2012    1 recensioni
MI SCUSO, MA NON RIUSCIRO' AD AGGIORNARE ALMENO FINO A FINE OTTOBRE, ABBIATE PAZIENZA!
Dal cap 3: " Nessuno fece caso alla figura che camminava tra le macchine posteggiate. Silenziosamente, e con estrema precisione, tagliò la guarnizione che proteggeva il finestrino dell’utilitaria scura lasciata al riparo di un albero. Appoggiò il vetro sul sedile posteriore, poi lasciò cadere sul posto del conducente una pagina strappata ad un libro, dove, evidenziata, saltava subito agli occhi una frase: “Chi accresce il sapere, aumenta il dolore”. Nel margine, in inchiostro rosso brillava, con una calligrafia indistinguibile dai caratteri stampati, chiara, la lettera A."
Da fan delusa dal finale della seconda serie, ritengo che gli sceneggiatori abbiano sprecato un milione di occasioni scegliendo chi hanno scelto per fare A.
Quindi ho deciso di debuttare come "fanfictioner" e scrivere come sarebbero potute andare le cose in una delle tante strade che gli sceneggiatori avrebbero potuto prendere, in questo caso, la mia :)
Preparatevi a scoprire tutti i misteri che Rosewood nasconde...spero vi piaccia!
NB: la vicenda parte da circa le puntate 2x23-24, naturalmente
Genere: Drammatico, Mistero, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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FanFiction

Ciao a tutti!
Scusate scusate scusate per l'incredibilmente lunga pausa, non mi metterò a sciorinare tutte le motivazioni per cui ci ho messo tanto, l'importante è che il nuovo capitolo sia qui!!!
Vi auguro buona lettura, vi ringrazio di essere su questa pagina e... commentate!
dai su su lasciatemi una recensione, che fanno un sacco piacere! :)
Se addirittura ne aveste voglia mi piacerebbe sentire se avete delle teorie riguardo A in questa storia...o forse è ancora troppo presto?

*Le citazioni seguite da asterisco sono prese dall'opera teatrale di Romeo e Giulietta, scritta dal grande W.Shakespeare, di cui naturalmente non mi sogno minimamente di possedere i diritti e compagnia bella

Segreti e Bugie (pt.1)

Venti giorni dopo aver scoperto una parte degli eventi legati alla morte di Alison i telefoni ancora tacevano. Aria, Hannah, Emily e Spencer mai avrebbero pensato che l'assenza di A potesse essere spaventosa quanto la sua presenza.

L'ultimo messaggio che avevano ricevuto, la notte della confessione di Melissa Hastings, si concludeva con una sibillina promessa di ritorno, ma il fatto di non sapere quando ciò sarebbe avvenuto e il senso di impotente attesa rendeva le quattro ragazze molto inquiete.

Era un sabato mattina quando Aria Montgomery, nel tentativo di smuovere le acque e trovare qualche spunto, riaprì la scatola contente vecchi oggetti di Alison che le aveva dato Jason.

La posò sul suo copriletto, accanto alla copia di Romeo e Giulietta appartenuta all'amica che aveva trovato durante la sua ultima visita a Brookhaven e che aveva appena terminato di leggere per la seconda volta senza trovarvi niente di rilevante, poi iniziò a svuotarla lentamente, disponendo ordinatamente gli oggetti sul letto.

Seduta a gambe incrociate, con la schiena appoggiata alla testiera, guardò la composizione che si trovava davanti a lei: un braccialetto di perline di plastica, dei disegni di una mano infantile, una collana con un ciondolo di metallo cesellato a forma di cuore, una bambola con i capelli biondissimi e arruffati, una boccia di plastica contenente un paesaggio invernale che molto tempo prima doveva essere piena di acqua e una serie di pezzettini e cianfrusaglie con cui Aria aveva creato una montagnola… tutti oggetti che certamente avevano un significato per Alison, ma che per lei restavano inesorabilmente muti.

Non trovando un senso a quelle cose, scoraggiata e soprapensiero prese in mano il ciondolo a forma di cuore, ne seguì i profili bombati con l'indice e ripercorse i disegni incisi nel metallo, mentre la sua mente si rivolgeva a tempi lontani. All’improvviso il rumore sordo di qualcuno che bussava sullo stipite della porta aperta la fece sobbalzare. Alzó gli occhi e vide che sua madre la stava osservando dal corridoio antistante la stanza.

Senza pensarci, richiuse rapidamente gli oggetti nella scatola e indossò la lunga collana sotto lo sguardo attento di sua madre, che, al cenno di assenso della figlia, attraversò la camera e raggiunse il fondo del letto, dove si sedette, in silenzio.

La donna prese delicatamente in mano il libro, che era rimasto sul copriletto, e con lentezza aprì la copertina, soffermandosi ad osservare il frontespizio. Lo richiuse, lo appoggiò sulle sue gambe e con un sospiro si voltò verso la ragazza, dicendo: “Ancora le cose di Ali?”

“Sì… tirarle fuori ogni tanto mi fa sentire come se fosse ancora qui”

Ella Montgomery guardò la figlia con affetto, con una mano le accarezzò il viso e poi scese a prendere il ciondolo, ancora caldo. Lo fissò per un istante, poi alzò gli occhi sulla figlia e, preoccupata, le disse, facendo attenzione a soppesare ogni parola:

“Tesoro, sei sicura che ti faccia bene?

So che la dottoressa Sullivan è dovuta andare via, ma se hai bisogno di parlare posso chiedere al terapeuta di tuo fratello se conosce qualcuno…”

“No!” La interruppe la giovane “Grazie mamma, ma no, non mi serve uno strizzacervelli e non è per la morte di Alison che ho iniziato a uscire con Ezra!”

Sentendo nominare l’ex collega, l’espressione della donna si indurì, strinse nervosamente le mani attorno al libro e Aria capì di aver fatto un passo falso.

“Dov’è che vai a studiare oggi pomeriggio?” tagliò corto Ella.

La ragazza tentò di ammorbidirla: “da Spencer, ma sul serio, non c’è bisogno che mi accompagni, sono solo pochi isolati…”

“Per me e tuo padre va bene così” replicò piatta sua madre “tra un quarto d’ora usciamo, d’accordo?” disse, poco prima di uscire dalla stanza, il tomo ancora stretto nelle mani.

Aria annuì e mandò un messaggio all’amica. Fortuna che i suoi genitori erano da Melissa.


Appena fuori la camera della figlia, Ella si appoggiò al muro del corridoio, con lo sguardo rivolto al soffitto.

Perché ogni conversazione con Aria si trasformava in un conflitto? Che cosa era stato a incrinare il bel rapporto che avevano avuto da sempre? Aprì di nuovo la prima pagina per andare a leggere l’ex libris scritto sul frontespizio.

Doveva andare in fondo a quella storia e riportare le cose alla normalità, a qualunque costo.

***

Quando Spencer sentì suonare il campanello sapeva perfettamente chi avrebbe trovato alla porta e scese le scale dalla sua stanza con calma.

Aria le aveva mandato un messaggio sbrigativo, di sicuro doveva aver dovuto raccontare una storia ai suoi. Rise fra sè e sè dell'assurdità della situazione e aprì la porta con ancora il sorriso sulle labbra, che peró si spense subito per lasciare spazio allo stupore quando vide chi aveva suonato.

Davanti a lei si trovava un bel ragazzo, biondo, occhi chiari, il fisico modellato da un passato difficile e lavori pesanti, con un'espressione seria e determinata sul volto.

"Toby?!" esclamó lei.

***

Aria viaggiava in silenzio nella macchina guidata da sua madre. Non sapeva come fossero arrivate a quel punto; una volta, fino a poco tempo prima, erano come buone amiche, mentre ora ogni parola che si rivolgevano diventava una valvola di sfogo per frustrazione e risentimenti accumulati di fronte ai segreti che le avevano divise, ai segreti che lei stessa era stata obbligata a tenere. Era decisamente stufa di tutto quello che era accaduto, era stufa di A, dei segreti, di mentire.

Al momento di lasciare l'auto si voltò per salutare la madre con uno sguardo carico di tutto il dolore che quella situazione le faceva provare, a cui Ella rispose con un'occhiata comprensiva e piena di affetto. Conclusa la silenziosa e profonda conversazione, la ragazza si rivolse verso l'abitazione degli Hastings, pronta ad andare verso l'ennesima bugia.

Suonò alla porta dell'amica, cui non lasciò modo di parlare, investendola con un fiume di parole: "Ciao Spence, saluta mia mamma per favore così se ne va" salutando con un gesto Miss Montgomery, la ragazza, allibita, si fece da parte per far entrare in casa l'amica, che aveva subito ripreso, camminando nelle stanze: "Non ce la faccio più, questo silenzio mi sta uccidendo, ogni volta che arriva un sms, una lettera, un'email mi viene un colpo perche ho paura sia A, salto al minimo rumore, perdo la testa per niente! cosa sta architettando? perchè non l'abbiamo più sentita? Volevo giocare d'anticipo, ho cercato nella scatola di Jason ma -" Aria si interruppe, vedendo che nel salotto di casa Hastings era seduto Toby, che le fece un cenno come per dirle di continuare pure, lasciando poi cadere il suo sguardo sul ciondolo al collo della ragazza.

Alle sue spalle, la seguiva una sgomenta Spencer che non era riuscita a zittire in tempo l'amica e che ora non sapeva come spiegare al suo ex-ragazzo-ricomparso-dal-nulla il significato delle parole di Aria.

Per tutta risposta al suo cenno, Aria gli rivolse un sorriso forzato e sorpreso, prima di prendere l'amica per un braccio e trascinarla nell'ingresso dell'abitazione.

"Potevi avvisarmi che c'era lui!!! ma cosa ci fa qui?" esclamò sottovoce.

La padrona di casa rispose, a tono: “Non me ne hai dato modo! Hai cominciato a sbraitare senza nemmeno salutarmi! È venuto a chiedermi spiegazioni... deve aver intuito qualcosa e dopo aver sentito quello che hai detto non so come cavarmela…"

Aria ammutolì, sentendosi colpevole per quella leggerezza... poteva controllare che l'amica fosse sola prima di parlare così apertamente di A, che errore stupido!

Tacque un attimo, sospirò e poi disse, seria: "Spence, lo sai che Toby ti ama, non sarebbe qui altrimenti... se è quello che vorresti fare, digli la verità su A... Alison diceva che i segreti uniscono le persone, ma ho capito a mie spese che ti dividono da quelli a cui vuoi bene..." fece una breve pausa, come se la sua attenzione fosse stata attratta da un pensiero importante, poi all'improvviso si riscosse e riprese: "devo scappare, ho un appuntamento con Ezra, torno qui nel pomeriggio... fai quello che ti senti, mi raccomando... "
Detto questo, uscì dalla porta sul retro e si incamminò verso l’appartamento del suo ragazzo.

Spencer la seguì con lo sguardo, riflettendo sulle sue parole. Quando fece scattare la serratura, aveva preso la sua decisione.

***

Ella Montgomery aveva deciso di sfruttare il tempo che aveva a disposizione per approfondire la situazione in cui si trovava.  Tutto il suo mondo, la sua famiglia, aveva iniziato a cadere in pezzi da quando? Era stato prima o dopo la sparizione di Alison? O piuttosto quando era stato ritrovato il suo corpo? O invece i primi segnali si potevano già avvertire quando Aria era diventata sua amica?

Non sapeva dare una risposta esatta a queste domande, l’unica cosa certa era che un filo rosso le legava inesorabilmente, un filo che aveva il nome di Alison Di Laurentis. In mancanza di altri elementi a portata di mano, si immerse nella lettura del volume che recava il suo nome in prima pagina… se non altro, da qualcosa si doveva pur iniziare:

Due casate, pari entrambe in dignità,
nella bella Verona, dove la nostra scena s’apre.
da antichi rancori giunge nuova rivalità
che di sangue fraterno mani fraterne copre
E dai lombi fatali di questi due nemici,
due amanti sfortunati vengon fuori
Le cui disavventure e casi infelici,
con la loro morte l’odio seppelliran dei genitori *

***

Spencer camminò decisa nel corridoio che portava al salotto, dove Toby la stava aspettando, paziente.

Attraversò a passo svelto la porta e si sedette sulla poltrona bianca esattamente di fronte al divano dove era seduto il ragazzo. Tra loro, solo un tavolino di vetro e ottone.

Si guardarono in silenzio per alcuni lunghi istanti, ciascuno studiando chi aveva di fronte, cercando di decifrare quali fossero i rispettivi pensieri e combattendo con i sentimenti in contrasto nel proprio cuore. Alla fine, Spencer ruppe il ghiaccio, dicendo: “Allora, mi vuoi dire esattamente perché sei qui?”

“Mi vuoi dire cos’è A?” chiese lui alzando le sopracciglia, gli occhi celesti fissi in quelli scuri della sua ex-fidanzata.

“Cosa sai su A?” tentò di difendersi la ragazza

“Cos’è che nascondi?” affondò ancora Toby

“Perché sei comparso proprio ora, dopo essere sparito per un pezzo?” chiese Spencer

“Qual è il vero motivo per cui mi hai lasciato?” se voleva andare sul personale, lui era pronto.

“Dove sei stato?”

“Ti importa?”

“Hai accompagnato ad operarsi la tua spaventosa sorella?”

“Vogliamo parlare del figlio di un assassino che aspetta Melissa?” Spencer abbassò lo sguardo, che fino a quel momento aveva sostenuto fieramente, ferita.

Toby si dispiacque, non voleva farle del male, ma le loro discussioni finivano sempre così, con uno dei due colpito. Entrambi orgogliosi, nessuno mollava fino a che qualcuno non sfoderava il colpo basso che convinceva l’altro a desistere.

Ora che la raffica di domande si era esaurita, erano pronti per le risposte.

Spencer guardò di nuovo il ragazzo, sospirò e disse: “D’accordo. Cosa vuoi sapere?”

Toby delicatamente rispose “Voglio saperne di più su questa A, che cos’è, perché me l’hai nascosto, cosa sta succedendo?”

“Che cosa sai?”

“Non dovevi spiegare?”

“Non ricominciamo con le domande, voglio capire cosa sai tu, come ci sei arrivato, per darti meglio la mia versione”

“La tua versione?”

“Per spiegarti.”

“Va bene.” Toby iniziò il suo racconto “Mi ero accorto che c’era qualcosa che mi nascondevi più o meno dalla sera del campanile, poi c’e stato quando avete ritrovato l’arma del delitto, quando sono caduto dall’impalcatura, quando mi hai fatto dire da Emily che stavi con un altro, l’incendio alla casa di Jason…”  fece una pausa, poi riprese “Era palese che tu fossi in mezzo a qualcosa di grosso. Capivo che tu non potessi parlarne e ho cercato di starti vicino e aiutarti al meglio delle mie possibilità, ma poi mi hai tagliato fuori dalla tua vita e non ho più potuto fare niente.

Poi ho incontrato Caleb. Non so, sarà stato un mese fa, e mi ha confermato che siete in mezzo a un bel casino. Vi sta aiutando a indagare sull’assassinio di Alison, vero? No, non ti arrabbiare con lui!” si affrettò a dire, dopo che Spencer aveva mutato espressione “Mi ha rivelato qualcosa che non avrebbe dovuto, lo so io e lo sa anche lui. È convinto che voi abbiate avuto in mano il cellulare dell’assassino, ma ha capito, come sembra voi non abbiate fatto, che è qualcosa che da sole non potete affrontare. Me l’ha detto perché vuole proteggere Hanna, e proteggervi tutte.”

“Toby, io…” provò a dire Spencer, spaesata, cercando un punto da dove iniziare, ma il ragazzo ancora non aveva terminato la sua storia: “Aspetta. Tutto questo è successo circa un mese fa. E io ho passato l’ultimo periodo a convincermi che ormai non facevo parte della tua vita, che tu stessa mi hai escluso da essa e quindi non c’era bisogno che io mi intromettessi nei tuoi affari.”

“E cosa ti ha fatto cambiare idea?”

“Beh… A.”

“A???” Spencer strabuzzò gli occhi, terrorizzata

“Ho ricevuto un messaggio. Un po’ strano a dire il vero.. diceva qualcosa come “Mi dispiace avervi fatto lasciare, colpa mia. –A” ho creduto che fosse uno scherzo, che non significasse nulla, ma questa mattina questa A mi ha scritto di nuovo, dicendo che se non avessi capito, c’era ancora una possibilità per noi, e così…eccomi qui”

Spencer non credeva alle sue orecchie, A li stava facendo riconciliare? Perché? Dove era la trappola? A non faceva niente senza un secondo fine, l’avevano imparato bene… e ora questo gesto cosa stava a significare?

La mente razionale della ragazza si lasciò andare per una volta e in pochi passi aggirò il tavolino rettangolare e si buttò sul divano, cogliendo Toby stesso di sorpresa, mentre con un balzo avvolgeva le braccia intorno al collo di lui e annullava le distanze tra le loro labbra come se gli ultimi mesi non fossero mai accaduti, come se A non fosse mai esistita.

Ci sarebbe stato un tempo per le spiegazioni, ma non era quello il momento.

***

Sulla panchina nel parco dove si era seduta, Ella richiuse il libro che aveva appena completato.

Le girava la testa e il cuore batteva all’impazzata, nel tentativo di rincorrere il turbinio dei pensieri accelerato dall’adrenalina.

Era mai possibile? Tutte quelle citazioni: “Mostruosa è la nascita di questo amore”, “La gioia che provo è avventata, sconsiderata”, e ancora “La virtù stessa diventa vizio se mal indirizzata e il vizio talvolta può essere riscattato”. *
Poi Giulietta di quattordici anni... Sembrava... No, che cosa mai stava andando a pensare.. e se... Aria?!

Il pensiero di sua figlia la aiutò a riprendere lucidità. Con alcuni lunghi sospiri riprese contatto con la realtà, aiutata dal calore del sole e dal vento sul viso.

Guardò l’orologio che portava al polso: la segreteria della Rosewood High School era aperta per solo un’ora ancora, ma era l’unico luogo dove poteva verificare i suoi sospetti.

***

Un trita documenti stava macinando per la seconda volta quello che era stato un foglio di carta.
Lavorava velocemente, mentre qualcuno stava finendo di comporre un messaggio con allegata l’immagine del documento distrutto.
Accadde tutto nel giro di pochi attimi: il trita documenti si zittì di colpo, la persona premette alcuni tasti del telefono e il campanello suonò. La figura non si fece prendere dalla fretta, con flemma appoggiò il telefono accanto al trita documenti, richiuse a chiave l’armadio e uscì dal ripostiglio, avviandosi con calma alla porta.

  
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