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Autore: ElizabhetCooper    04/08/2012    1 recensioni
Un semplice provino per una delle più prestigiose scuole di canto del mondo. Ma quello che la piccola Demi non sa, è la svolta che questo passo darà alla sua vita.
Genere: Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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-Ma quella lì non è la ragazza di Louis?- chiese Isolde indicando una ragazza a caso tra la folla di Londra. Chi sono io? Oh salve mi chiamo Demi Lovato, ho sedici anni, e sono italiana. Ora mi trovo qui a londra per..bhe per tentare la fortuna. Un provino per una delle scuole di canto più prestigiose del mondo, ossia quella di Londra. 
-Oddio è davvero lei...- dissi con l'adrenalina a mille. Mi avvicinai con fretta per paura di perderla di vista.  Arrivai dinanzi a lei tremante, dio quanto era bella. 
-Ciao- mi disse vedendomi arrivare. Credo abbia dedotto dalla mia tremarella e dalla mia faccia bianca a mò di cadavere che sia una fan. 
-Ciao- tentai di balbettare. Rise. 
-Io sono Eleanor ma tu questo lo sai già, tu sei?- 
-Demi, Demi Lovato- 
-Oh è un piacere conoscerti bellezza- 
-Il piacere è mio- dissi ancora incerta se tutto ciò stesse accadendo per davvero. -Posso?- dissi mostrandole la macchina fotografica. 
-Certo- rispose facendo segno di avvicinarmi. Facemmo una foto poi parlammo un pò. 
-Oh quindi tu vieni dall'Italia, per questo provino- 
-Esatto, e credo di dover scappare...sai tra un pò è il mio turno- dissi nel panico. 
-Sarai grandiosa ed ios arò qui a fare il tifo per te...- 
-Grazie- dissi abbracciandola. Corsi ai piedi del palco, afferrando la mia chitarra, e cominciando ad accordarla. Si inizia, salii le scale del palco col fiatone, mi sedetti sulla sedia, chiusi gli occhi e cominciai a cantare One thing. Non li aprii neanche per un secondo, l'ansia il panico, nel vedere tutte quelle persone dinanzi a me, dio solo al pensiero rabbrividisco. Finita la canzone si sentì un apprlauso generale, aprii un occhio e notai tutte le persone inpiedi.
-Puoi cantarci qualcosa senza base?- chiese uno dei giudici. 
-Certo emh- cantai il tirornello di Total eclipse to the heart.
-Okay grazie mille le faremo sapere- disse un'altro. Annuii e scesi, il tono freddo e distaccato nella voce di quella donna mi fece capire che era inutile provare ancora. Non ce l'ho fatta, ma come hai pensato di piacere a qualcuno, guardati, sei una nullità. Mi sentii circondare in un abbraccio caloroso, mi voltai e vidi El, cosa ci faceva qui?
-Sei stata grande comlimenti- 
-Grazie- dissi emozionata. Decidemmo di fare un giro, fino a quando non dovettimo tornare sotto al palco per sapere il vincitore, io non volevop neanche tornare ma El ha voluto. Che l'umiliazione abbia inizio. Prese la mia mano e con un enorme sorriso mimò un "andrà tutto bene" sorrisi, un sorriso al quanto finto. 
-Okay signori e signori in questa busta ho il nome della ragazzo e del ragazzo che entrerà a far parte della London royal talent, inutile ribadire l'importanza di questa scuola- dopo un mucchio di chiacciere a bando. Ecco che la busta viene aperta e il risultato letto. -DEMI LOVATO- il mio nome, gli applausi, El che mi abbraccia felice, il mio cuore fermo, vengo spinta fin sul palco dove mi viene fatto firmare un contratto. E' ancora tutto surreale, non è possibile che su miller agazzi abbiano scelto me. Tutto questo è impossibile. 
-Ce l'hai fatta, visto te lo avevo detto- disse El alquanto orgogliosa. La abbracciai di scatto. 
-Grazie- 
-Eh di che piccola- passammo la serata insieme, poi mi accompagnò fino al mio hotel, dove ci scambiammo i numeri e ci diedimo un appuntamento per il pomeriggio seguente deato che la mattina El avrebbe dovuto dare l'ultimo esame prima delle vacanze. Chiamai i miei genitori, che erano fieri di me, e che subito pensano di comprarmi una villa qui, dove trasferirmi. Odio il fatto che mio padre con tutti i suoi soldi cherchi sempre di non farmi mancare niente. Può sembrare una cosa stupida, ma è brutto quando ogni volta che apri bocca vieni accontentata, è brutto quando cercano di rimpiazzare l'affetto con il denato i regali le ville. Non voglio vivere da sola ho solo sedici anni cazzo, non sono pronta a vivere da sola a Londra, una città che si amo da morire, ma che non conosco. Il display del telefono si illumina, un messaggio El. 
-Cazzo non riesco a dormire ho paura per domani- 
-Vedrai andrà tutto alla grande, sai ho chiamato per raccontargli di oggi- 
-Cosa ti hanno detto?- 
-Che mi hanno comprato una casa, qui nelle vicinanze- 
-Quindi ti trasferirai qui con la tua famiglia- 
-Ehm, ti chiamo?- 
-Okay- composi il numero dopo nenahce tre squilli rispose. 
-Hey- 
-Hey, dicevo che mi hanno comprato una casa, dove andrò a vivere- 
-Da sola?- 
-Si purtroppo- 
-Davvero, e non, cioè te lo hanno proposto loro?- 
-Si, e devo confessarti che ho una paura...-
-Se vuoi posso farti compagnia io, per qualche giorno..-
-Aspetta,cosa ne dici di venire a vivere con me? Sempre se ti va eh- dissi con una luce negli occhi. Inutii un suo sorriso. 
-Certo che mi và- 
-Oddio davvero sono così felice- 
-Sarà grandioso vivere insieme- 
-Domani pomeriggio devo andare a vedere la casa, vieni con me?- 
-Certo, anzi ho un'idea domani dopo l'esame ti passo a prendere e andiamo a pranzare insieme- 
-Okay, ora però va a dormire altrimenti sembrerai uno zoombie domani- 
-Hhahahahaha, mi sa che è meglio. Notte piccola- 
-Notte- stacchai. Vivere con lei, è una pazzia, ci siamo appena cnosciute, ed è per questo che mi piace. Sarà grandioso. Ci misi un pò prima di addormentarmi, ma alla fine crollai. 
-Svegliati- urlò guido entrando. Con uno scatto saltai in piedi sul letto spaentata. Ci guardammo e scoppiammo a ridere. -C'è un problema- 
-Quale?- 
-Io e Iso dobbiamo andare via, ora- 
-Cosa? Perchè?- 
-Perchè dobbiamo raggiungere i nostri genitori in spagna- 
-Sono già partiti?- annuì. -Dammi il tempo di vestirmi e vi accompagno all'aereoporto- disis entrando in bagno. Presi un pantaloncino tutto colorato con delle borchie sulle tasche ed una camicia bianca abbatsa larga. I capelli sciolti, sandali ed ero pronta. Presi a volo la bosra e ci dirigemmo verso l'aereoporto centrale di Londra in taxi. Non una parola per tutto il viaggio. Ora mi sarei trasferita qui, e loro resteranno in italia. Forse sarà la fine per noi. Oh non voglio neanche pernsarci. Scendemmo dal taxi, e ci affrettammo ad entrare mancava poco. Troppo poco. 
-Allora ciao- fece Iso abbracciandomi. Delle lacrime rigarono i nostri volti. Poi abbracciai Guido. 
-Mi raccomando, venite a trovarmi presto vi prego- dissi riportandoli a me con un abbraccio di gruppo. Si staccarono e corsero verso la porta rossa che li avrebbe portati sulla pista. Prima di chiudersi vidi le loro mani posarsi sui loro cuori feci lo stesso. Poi *boom* la porta si chiuse ed io scoppiai in lacrime, mi sedetti su delle sedie, affondai la faccia nelle mani cercando di nascondere le lacrime.Forse non sono pronta a tutto questo. A cambiare vita, ma infondo è il mio sogno no? E devo fare di tutto perchè si realizzi. Mi trascinai fuori l'aereoporto, con il cuore in mille pezzi, cominciai a camminare verso l'hotel mi avrebbe fatto bene camminare un pò. Dovevo schiarirmi le idee. Mi fermai ad uno starbucks lungo la strada, dovevo costringemri a mangiarmi qualcosa ma fu inutile. 
-Pronto- dissi portanto il telefono all'orecchio. 
-Dove sei? Sono fuori il tuo hotel- 
-El, dio scusa, l'avevo dimenticato dammi un attimo e arrivo- cominciai a correre arrivai in un lampo. Lei era lì appoggiata all'auto ad aspettarmi con un enorme sorriso, vedendo la mia espressione si insurì un attimo. La abbracciai. 
-Piccola cosa è successo?- 
-Sono tornati in Italia- dissi con una voce rotta dal dolore. 
-Mi dispiace davvero- 
-Grazie, ma non pensiamoci- dissi fingendo un sorriso. -Com'è andata?- 
-Oh alla grande ho preso trenta- 
-Davvero? Sono così felice per te- 
-Grazie, dai sali, ho una fame- salii in macchina. Magiammo qualcosa al volo e poi andammo a vedere la casa. Dopo molte strade sbagliate arrivammo dinanzi ad una villa stile californiano, come quelle dei film. Al nostro arrivo il portone si aprì, e noi entrammo, c'era un immenso giardino con qualche fontana qua e la, c'erano panchine, gazebi, viali, era tutto stupendo,poi c'era la casa dio era immensa. El mi guardò stupita. Ci venne incontro una signorina più o meno sulla trentina. 
-Buon pomeriggio signorina Lovato, venga le mostro la casa- Entrammo era stupenda, c'era una "sala d'ingresso" con un tavolo al centro della stanza, con un enorme vaso stracolmo di rose blu. Poi c'era un divano con una televisione enorme, una porta che portava in giardino una in cucina, e le scale che portavano di sopra. Visitammo la cucina era immensa attrezzatissima, poi salimmo di sopra c'erano tre stanze da letto matrimoniali ed una singola più una stanza degli ospiti, c'rea un bagno in ogni stanza munito di doccia o vasca, poi c'era il bagno del pianod i sopra e quellod el piano di sotto. C'erano altre miglia di stanze attrezzate con le cose più assurde, c'era la stanza "del divertimento", "della merenda", "dei party"; "della lettura". Quella non era una casa era un universo. La signora dopo averci mostrato partde della casa ci lasciò due copie delle chiavi e sparì.
-Oddio non ci posso credere ma è stupenda- disse guardandosi intorno El.
-Si è grandiosa- dissi felice. 
-Oh ehm, stasera vengono a trovarci i ragazzi sai...- disse avenfo paura in una mia risposta. Okay no ti prego c'erano scatoloni con le noste cose dentro ovunque e i ragazzi sarebbero stati qui stasera? Dio. 
-Cosa? E casa nostra è in queste condizioni? No,forza a lavoro- Sembravamo saette in giro per la casa, in un paio d'ore era tutto pronto, e noi stemate.Una doccia soloq uest dovevo fare ora, ma appena mi "sedetti" sul divano crollai.Oddio mi sono addormentata, ma per quanto tempo? Cazzo la doccia non posso farmi vedere così. Scattai in piedi. Vidi un ragazzo seduto dinanzi a me che sgranocchiava un panino, alla vista di me sveglia sorrise. 
-Buongiorno stellina-
  
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