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Autore: misslittlesun95    04/08/2012    2 recensioni
Elena è distrutta, la sua vita è "giunta al termine" quando anche il compagno Davide è morto.
E quando la tristezza diventa depressione si va in contro a qualcosa di tremendo.
Ma, forse, appena prima della fine qualcosa la può ancora salvare.
Genere: Drammatico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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V. - Epilogo. 

Il rumore delle macchine collegate al corpo della donna era sempre lo stesso, sempre uguale..
ogni suo minimo cambiamento provocava ansia nelle persone che la vegliavano.

Amici e colleghi passavano tutti i giorni con la speranza di ricevere notizie positive dai medici che l'avevano in cura, ma niente.
Da più di due mesi Elena Argenti era in coma e nessuno poteva fare niente per cambiare quella situazione.
Chi l'andava a trovare era convinto di essere sentito dalla donna ma di certo non ascoltato, perché altrimenti, con tutte le volte che le era stato chiesto di svegliarsi, avrebbe dovuto aver aperto gli occhi già da tempo.
Invece lei non si svegliava, anzi. Stando a ciò che dicevano i medici le sue condizioni andavano nella direzione opposta.
Un ragazzo alto dai capelli mori ricci e disordinati passava accanto al capezzale della donna tre ore la settimana in un giorno prestabilito perché diversamente non poteva fare.
Fosse stato per lui si sarebbe trattenuto vicino a quel letto tutti i giorni e tutte le notti, ma non poteva.
La legge parlava chiaro, ed era già tanto se gli era concesso di uscire dal carcere per andare a trovarla in quell'occasione.
Insieme a lui, quel pomeriggio come tanti altri dall'inizio di quella situazione, c'era un uomo.
Benché non si somigliassero minimamente dall'età poteva essere suo padre
e, ovviamente, poteva essere anche il padre di Elena.
Inizialmente i due, quando si incontravano, non si scambiavano che un rapido saluto.
Poi, poco a poco, avevano iniziato a conoscersi.
Certo, potevano vedersi solo in quell'occasione e sempre guardati a vista dal poliziotto che scortava il ragazzo, ma intanto si incontravano e si parlavano.
Nessuno dei due lo aveva mai detto apertamente, ma lo facevano perché avevano paura che lei presto spirasse, e trovarsi in due ad affrontare quel lutto sarebbe stato meglio.
Quel giorno, stranamente, il ragazzo iniziò a piangere e poi a parlare.
- E' colpa mia, tutta colpa mia.-
- No.- Rispose l'uomo. - Non lo è, e devi smettere di sentirti in colpa.-
- Si è buttata per causa mia.-
- Si è buttata per proteggerti, Marco. Si è buttata e ha preso quel proiettile solo per salvarti la vita. Se hai colpe ne hai altre, non questa. Lei hai solo fatto solo quello che avrebbe fatto chiunque per una persona a cui vuol bene.-
Il ragazzo non rispose e i due rimasero in silenzio.
Guardò verso l'orologio. Ancora una mezzora e poi se ne sarebbe dovuto andare, per passare un'altra settimana in cella sperando solo che in quei sette giorni non le accadesse nulla di male.
Tempo prima Elena aveva avuto una crisi cardiaca, aveva rischiato di morire.
Era stato sotto i loro occhi e quelle scene a volte non lo lasciavano dormire, lo tormentavano tutta la notte.
Ormai era passato un quarto d'ora, Marco si doveva iniziare a preparare.
Si avvicinò alla sorella per darle un bacio in fronte, ma proprio in quel momento sentì un sussurro e vide gli occhi marroni di Elena aprirsi.
- Fabio... Fabio, Fabio dove sei...- Elena sollevò di colpo il busto dal letto e iniziò ad agitarsi.
Istintivamente Marco si buttò su di lei per placarla e farla rilassare un attimo, perché vedeva che la frequenza cardiaca stava aumentando.
- Calmati Elena, calmati.-
Intanto tornò nella stanza Davide che era uscito per chiamare un'infermiera o un medico.
Il medico, fortunatamente era quello che la seguiva, fece uscire i due dalla stanza e visitò Elena.
Mentre aspettavano fuori Castelli decise di avvisare al X e poi parlò con il poliziotto penitenziario che si occupava dei trasferimenti di Marco.

Mancava poco al suo ritorno in carcere ma riuscì a prorogare almeno di un poco la sua permanenza in ospedale almeno per quel giorno.
Il medico uscì dalla stanza con le migliori notizie, e i due furono fatti rientrare.
Marco però decise di aspettare fuori.
Davide non faceva parte della vita di Elena prima della sparatoria, ed era il caso che i due prima si chiarissero.
Era tornato per lei e lei doveva scegliere se farlo rimanere.
La risposta Marco la conobbe quando, sorridendo, Castelli lo fece entrare.
Il ragazzo corse ad abbracciare e baciare la sorella.
Poi le fece l'unica domanda che aveva in testa. - Elena, chi è Fabio?-
L'ispettrice sorrise e rispose. - Credo fosse stato la proiezione di voi due nella mia testa. In fondo non mi avete mai abbandonata, anche se pensavo foste morti.-
Marco rise. - Ci avrai allungato la vita.-
- Non credo conti quanto sia lunga.- Sentenziò Davide. - L'importante è passarla insieme a chi si ama, sempre.-
E, dicendo questo, baciò Elena.  

 

Fine
;Sunny

   
 
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