<<
Ah, cosa c’è di meglio. Sole, mare.. ragazzi, vero Kathleen. È uno sballo
questo posto, ripetimi perché non sono mai venuta in vacanza con te, da sola..?
>> mi domandò con sarcasmo la mia migliore Paige amica provandosi l’ultimo
vestitino, che le stava anche quello d’incanto. Dopo tutto chi se non lei
poteva permettersi di mostrare il suo corpo così dannatamente sexy, il suo bel
seno sodo, la sua pancia piatta, un sedere rotondo accompagnato dalle sue gambe
lunghe e snelle comprese in 1.75 di altezza. Per non parlare del suo viso a
cuore, un sorriso perfetto, i suoi occhi erano di un verde chiaro che i suoi
capelli ricci di un biondo platino, poco sotto le spalle, facevano risaltare
ancora di più. In confronto a lei la mia bellezza era nulla. Ero, qualche
centimetro, più alta di lei, fisico altrettanto simile. Gli occhi di un marrone
chiaro, capelli mossi castano chiaro.
<< Perché quel “bastardo” del tuo ex fidanzato non ti lasciava venire..
>> risposi divertita.
<< Già ma ora non pensiamoci! >> disse sbuffando avviandosi verso
lo specchio. Non la vedevo sorridere a quel modo da quando il suo ex fidanzato
Peter l’aveva tradita, ma i suoi occhi ingannavano quello splendido sorriso.
<< Questa sera andremo in discoteca e ci divertiremo solo tu ed io!
>> dissi portando le mani sulle sue spalle per consolarla.
<< E questo vestitino ti sta che una meraviglia perciò basta provare!!
>> conclusi, sorridente. Era vero, quel vestitino bianco con un top a
cuore, lungo metà coscia con una fascia nera in vita le stava davvero bene. Mi
sorrise e iniziò ad adocchiarmi da capo a piedi.
<< Non avrai intenzione di venire conciata così?? >> disse
scrutandomi.
<< Perché?! >> domandai curiosa, osservando la mia figura allo specchio.
<< Tieni indossa questo!! >> disse uscendo un vestitino grigio
scuro lungo fino a metà coscia a bretelle.
<< Ok, come sto?! >> domandai dando le spalle allo specchio dietro
di me, sapevo, che non mi sarebbe piaciuta la mia figura con quello splendido
vestitino. Paige rimase a bocca aperta, disse che era magnifico e che avrei
dovuto lasciare i capelli liberi e mossi senza fare troppe acconciature.
Annuii, presi le chiavi della macchina e uscimmo dalla camera d’albergo.
<< Ripeto.. è tutto uno sballo qui e pensare che sei venuta per tutti
questi anni! >> disse lei entusiasta entrando in discoteca.
<< Paige ricorda ciò che ho detto, non troppi alcolici.. >> le
ricordai vedendola raggiungere subito il bar. Era un vero uragano, un attimo la
vedevi vicino a te e un attimo dopo aveva già combinato qualche guaio.
<< Sta tranquilla Kate! E poi domani si ritornerà a fare la vita di
sempre, casa-lavoro lavoro-casa, perciò divertiamoci questa sera.. allora ci
stai?! >> mi chiese sorridente, beh vedendola non più triste, non potei
che annuire e divertirmi al suo fianco.
<< Fate buon viaggio ragazze e mi
raccomando Kate, guida piano.. >> mi rassicurò Ellen, sulla cinquantina,
era la madre del proprietario dell’albergo. Erano così tanti anni che
alloggiavo lì per le vacanze, che era diventata come una seconda mamma per me ed
io le volevo molto bene.
<< Sta tranquilla Ellen farò attenzione e poi a Paige deve ancora passare
la sbronza di ieri non vorrei macchiarmi l’auto nuova.. >> le sussurrai
divertita indicando Paige dentro la macchina.
<< Kate, ma dove sei finita? >> mi urlò lei col capo fuori il
finestrino.
<< Arrivo sta buona in macchina Paige! >> la sgridai.
<< Venga a farmi visita quando torna in città.. >> dissi salutando
Ellen ed entrando in macchina.
<< Non mancherò, promesso.. >> ci salutò lei con un gesto di mano.
Ingranai la marcia e partimmo dirette all’aeroporto.
<< Si torna a Londraa! >>
urlò di gioia Paige occupando posto in aereo.
<< Shh Paige, non urlare! >> la richiamai.
Finalmente si tornava a casa e soprattutto si ritorna alla vita quotidiana.
Entrambe frequentavamo l’università per laurearci, il pomeriggio invece Paige
era impegnata come baby-sitter mentre io giocavo a calcio. Avevo coltivato questa piccola passione sin da quando avevo
sei anni, ricordo ancora quando mio padre m’iscrisse alla squadra femminile
della città, ci chiamavano le Pantere perché eravamo agili e veloci nel rubare
la palla e fare goal.
Poi crescendo ho dovuto cambiare parecchie squadre fin quando non mollai tutto.
Ero adolescente e nel mio college ero l’unica ragazza a giocare a calcio, non
ero ben accettata tra le altre e quando venni a sapere che mi avevano
soprannominato il “maschiaccio con le tette”, decisi di abbandonarlo per sempre.
Ma il calcio era la mia seconda vita così qualche anno dopo, finito il college
e raggiunta la maggiore età, m’iscrissi nuovamente sempre nelle squadre
femminili. Anche in quegli anni tra le
cinque squadre femminili le “Pantere” erano rimaste imbattute. Ma quest’anno
avevo in mente qualcosa di diverso.
<< Kate chiama terra.. Kate sei entrata già nel mondo dei sogni?!
>> mi chiamò Paige sventolandomi una mano in volto.
<< Eh? No Paige.. dimmi.. >> scossi il capo rivolgendoli la mia
completa attenzione.
<< A che stavi pensando?! >> domandò scrutandomi.
<< Al .. al calcio >> confessai, la sentì sbuffare e non era buon
segno.
<< Ancora con quell’idea, Kate non ti accetteranno mai!! Salvo che tu non
ti rasi a zero, copra quelle tette enormi e faccia qualche ritocchino qui e
la.. >> mi confessò amara.
<< Io non ho delle tette enormi!! >> dissi a braccia coprendomi il seno in imbarazzo. << E
poi ho voglia di tentare, sono stanca di giocare contro squadri femminili,
voglio andare oltre.. >> dissi sognante.
<< Beh se i ragazzi non ti prendono come giocatore, ti prenderanno sicuro
come raccattapalle.. Kate io ti ho visto giocare da quando hai ricominciato qualche anno fa,
sei la giocatrice più brava che io abbia mai visto ma la tua idea è una vera
pazzia! >> finì il discorso aprendo un libro, probabilmente stanca di
dover litigare per la mia idea. Ero una tosta e difficilmente cambiavo idea.
<< Quando faremo ritorno a Londra, andrò a fare il provino >> ero
testarda e Paige dovette ammetterlo tanto che si limitò a sbuffare nuovamente.
<< Paige allora io vado.. >> urlai
dal salotto. Io e Paige condividevamo lo stesso appartamento composto di due
stanze da letto, due bagni, una cucina abbastanza grande e un salotto tutto in
stile moderno.
<< D’accordo chiamami quando hai finito! >> urlò lei di rimando
dalla sua stanza. Dopo tutto ci teneva a me e alle mie idee folli e mi
appoggiava.
Uscii da casa presi l’autobus e raggiunsi il club. Quando varcai la porta,
sentì le gambe tremare, tutti gli occhi erano su di me, per diamine sono un
essere umano non un alieno. Nessuno che si affrettava ad aiutarmi, nella parte
di club femminile eravamo molto più.. sociali.
Quando finalmente i miei occhi videro scritto su un cartello “commissario
tecnico”, mi affrettai a bussare. Una voce possente mi disse che potevo
accomodarmi e quando aprì la porta, fui travolta da un odore forte ma
sgradevole.. sigaro ecco cos’era. C’erano tre uomini, uno dalla stazza non
molto grossa, sulla sessantina, dal bianco dei suoi capelli ed era seduto
dietro la scrivania. Gli altri due erano giovani, di qualche anno più grandi di
me. Il primo era un ragazzo alle prime armi, se ne stava accanto al commissario
tecnico aspettando qualche suo comando. L’altro era alto e biondo, occhi sul
verde-celeste una mascella abbastanza pronunciata, il suo sguardo era
incantatore, continuava a fissarmi sorridente adocchiandomi da capo a piedi
come se riuscisse a svestirmi solo con gli occhi. Con il suo sorriso così
perfetto che mostrava gli zigomi, sarei rimasta per ore a guardarlo.
<< Ragazzina! Se cerca il club femminile,
si trova dalla parte opposta!! >> mi rimproverò l’uomo stanco,
seduto dietro la scrivania sulla sua comoda sedia rossa.
<< No! Cercavo lei, a dire la verità. >> mi ripresi e cercai di
essere più formale e diretta possibile dopo che il biondo mi ammaliò col suo
sguardo. Che maleducato non mi concesse neanche il permesso di accomodarmi.
<< Dritta al punto.. bene, cosa vuole?! >> continuò il vecchio
scrutandomi.
<< Voglio fare il provino, so che cercate un giocatore.. >>
continuai seria, tralasciando la risata fragorosa del biondo alla mia destra.
<< Tu.. vorresti fare il provino.. in una squadra maschile?! >>
domandò divertito il biondo. Annuì seria, quasi irritata per quel
comportamento. Cosa c’era di male??
<< Hai sentito Joe?? Questa ragazza
vorrebbe far parte della tua squadra!! >> continuò il vecchio. Allora
anche il biondo aveva un nome e si chiamava Joe, cosa che invece ancora non
sapevo del vecchio.
Joe si alzò dal comodo divano di pelle, quella camicia bianca aderente che li
rifiniva tutti i muscoli compresi quelli delle braccia, mi lasciò a bocca
aperta. Continuava a scrutarmi da capo a piedi con sguardo malizioso ma anche
divertito.
<< Allora??! >> domandai curiosa e fiduciosa, rivolgendo lo sguardo
al vecchio.
<< Allora cosa? >> chiese curioso Joe.
<< Posso fare il provino?! >> domandai ovvia.
<< Forse non ci siamo capiti.. le ragazze giocano con le ragazze e i
ragazzi con i ragazzi!! Non te l’hanno mai spiegato questo al tuo club?!
>> chiese Joe corrugando la fronte. Dannatamente sexy e bastardo, le cose
che odiavo di un maschio. Proprio come Peter e questo mi portò a odiare anche
lui in quel momento.
<< Sì.. ma.. >> cercai di spiegare ma il vecchio mi bloccò.
<< Niente ma! Non posso prenderti in squadra.. dovresti tagliarti i
capelli.. >>
No, mai!
<< .. portare una fascia per ridurre il tuo seno, ma non potrei comunque
non hai la resistenza fisica di un giocare maschio! >> mi confidò
portando in bocca il suo sigaro.
Che maschilista!!
<< Ci dispiace mmh.. >> iniziò Joe
<< Kathleen.. >> continuai sbuffando.
<< .. Kathleen ci dispiace, ma vedi sei una donna, avrai anche avuto
esperienze con il calcio, ma come ha detto anche il mister, non hai la forza
fisica di un maschio, potresti slogarti una caviglia, o romperti qualcosa..
>> disse Joe osservando il mio corpo.
Fissai il vecchio annuire parola dopo parola.
Imprecai tra me e me e uscì irritata dalla stanza liquidandoli con un semplice
saluto e ringraziandoli comunque. Stupida che non sono altro, come potevano
accettarmi, sono una femmina! Inspirai a fondo riprendendo a camminare per
uscire da quel posto infernale dove tutti mi guardavano come se vedessero una
creatura a loro sconosciuta.
<< Ehy.. tu aspetta.. >> urlò una voce maschile alle mie spalle,
non le diedi retta e continuai a camminare allungando il passo. Quando mi
sentii una mano sulla spalla, mi spaventai. Mi voltai e vidi il ragazzo che era
dietro del vecchio a fiato corto dinanzi a me.
<< Finalmente.. senti mi dispiace per prima, Joe ha esagerato un po’..
>> mi confessò sorridente.
<< Già anche a me dispiace. Devi dirmi solo questo!? >> domandai
accigliata.
<< No. Ho parlato con lui quando sei uscita, ho detto che non mi sembravi
una ragazzina che si stanca subito.. da quando giochi a calcio?! >> mi
domandò curioso.
<< Da quando avevo sei anni.. >> risposi, ero curiosa di sapere,
dove volesse andare a parare.
<< Bene, domani pomeriggio alle cinque al campo, ci sarà tutta la squadra
è stato faticoso ma Joe vuole vederti all’opera! >> mi confessò
sorridente
<< Davvero?!? >> chiesi incredula, saltandoli addosso in un
abbraccio.
<< Sì perciò riposa che domani ti aspetterà un duro lavoro! Oh un’ultima
cosa.. come ti chiami e quanti anni hai?! >> domandò curioso estraendo
dalla borsa un blocchetto e una penna.
<< Mi chiamo Kathleen Evans e ho ventidue anni.. >>
<< Piacere Kathleen, io sono Austin. Bene ci vediamo domani alle cinque
mi raccomando sii puntuale >> e mi liquidò con un sorriso. Forse dopo tutto
non era stata una cattiva idea tentare.
Non mi restava che tornare a casa e
raccontare tutto alla mia migliore amica.
<< Quindi sei dentro?!? >> mi
domandò esultando Paige.
<< Non proprio, devo prima passare il provino.. >> confessai.
<< Sta tranquilla Kate lo passerai, e dimmi come sono i giocatori??
>> mi domandò curiosa.
<< Come vuoi che siano, Paige come tutti i ragazzi.. >> confessai
ovvia, rivolgendo lo sguardo alla tv accesa.
<< Kate!! >> mi sgridò con lo sguardo.
<< Ok, ok ci sono dei calciatori davvero carini, ma come tutti i ragazzi
sono.. beh ecco.. >> cercai una parola adatta.
<< Stronzi! >> finì Paige per me, sbuffando.
<< Mi accompagnerai domani pomeriggio?! >> domandai curiosa
cambiando argomento.
<< Mi dispiace Kate, ma i signori Marshall mi hanno assegnato i gemelli,
quelle pesti. E sono impegnata fino alle dieci.. >> continuò amareggiata.
<< Oh sta tranquilla Paige me la caverò anche da sola.. >> la
rassicurai sorridente. Già dopo tutto avevo un importante provino, per essere
presa in una squadra maschile, con dei soggetti che ti vedevano come alieno,
cosa avevo da preoccuparmi??
<< Oh.. mi dispiace tanto non poter essere lì, ma ti chiamerò per sapere
com’è andata, d’accordo? >> mi chiese sorridente. Annuii ricambiando il
sorriso.
<< Bene sono le cinque è della squadra
non si vede neanche l’ombra, inizio a dubitare che mi abbiano preso in giro..
>> sussurrai tra me e me. Avevo la mia divisa femminile, maglia rossa,
pantaloncino bianco e scarpette nere.
<< Ehy Kate.. >> mi urlò Austin venendomi in contro sorridente.
Sorrisi a mia volta.
<< Austin ciao, pensavo non veniste più.. >> dissi adocchiando la
squadra raggiungerci.
<< Sei pronta? Ti sei riscaldata?! >> mi domandò premuroso. Quindi
anche Austin era nella squadra, magnifico.
<< Sì Austin ho fatto tutto sta tranquillo non è il primo provino che
faccio.. >> lo rassicurai.
<< Non ne dubitiamo.. bella divisa.. >> disse Joe chiudendo la
borraccia del gatorade e portando un asciugamano sulla spalla sinistra.
<< Grazie.. >> risposi osservandolo dirigersi col suo solito ghigno
verso la porta. Tutta la squadra aveva una divisa nera per gli allenamenti
mentre a Joe era verde.
<< Così Joe è il portiere.. >> commentai osservarlo piegarsi per
riscaldarsi.
<< Sì io sono difensore, ma questa non sarà una vera partita.. cinque
contro cinque per vedere come te la cavi in campo tutto qui.. >> mi
riprese Austin.
<< Tu sarai in squadra come me, vero?! >> domandai preoccupata
vedendo lo sguardo di tutti gli altri ragazzi osservarmi come affamati vedendo
una ragazza.
<< Sì sta tranquilla.. >> mi tranquillizzò sorridente. Feci una coda
di cavallo ai lunghi capelli e ci ponemmo ognuno ai propri posti, io ero a
centro campo con Austin mentre Joe era dalla parte opposta nella sua porta.
Avrei fatto goal e avrei fatto vedere a quello sbruffone di che pasta ero
fatta, mi promisi.
<< Ehy bambola, dopo la partita che ne dici di venire negli spogliatoi
con me e mi fai guardare cosa c’è oltre quelle gambe lunghe?! >> disse
divertito un ragazzo alle mie spalle. Inspirai girandomi per osservarlo e lo
vidi ridere con altri ragazzi.
<< C’è un cazzotto diritto in faccia se mi chiami di nuovo bambola!
>> risposi irritata portandomi diritta.
<< Ehy Sam, lasciala in pace! >> urlò Joe dalla sua porta
osservando la scena. Mi voltai verso di lui e lo guardai stranita.
<< Grazie.. ma so difendermi anche da sola! >> finì ritornando al
mio posto.
<< Ragazzi basta! Siete pronti? Via! >> l’arbitro fischiò e
iniziammo la partita.
Dopo novanta minuti estenuanti con cinque di
pausa, l’allenatore mi disse che dovevo aspettare qualche altro minuto in
attesa della risposta.
<< Te la sei cavata piuttosto bene, sta tranquilla Kathleen.. >> mi
sussurrò Austin portando una mano sulla coscia carezzandola. Annuì fiduciosa.
<< Kathleen Evans, Il mister ti vuole nel suo ufficio! >> mi disse
la segretaria del vecchio. Mi alzai e mi diressi verso l’ufficio.
La porta era semi-aperta e così entrai, c’era solo Joe ancora un po’ sudato con
la sua divisa seduto sul divano in attesa.
<< Ehilà.. >> dissi entrando.
<< Ciao.. >> rispose con un mezzo sorriso e calò nuovamente il
silenzio nella stanza.
Mi accomodai sulla sedia e che mi avrebbero detto anche qualcosa, non mi sarei alzata.
<< Sei stata.. ecco, brava oggi.. hai mai giocato a calcio!? >> mi
domandò curioso Joe spezzando finalmente il silenzio.
<< Sì.. da quando avevo sei anni.. >> confessai quasi sentendomi a
disagio.
<< Caspita, davvero?! >> domandò curioso quasi incredulo. Annuii,
aprì la bocca come se volesse dire qualcosa, ma si bloccò e calò nuovamente il
silenzio.
<< Oh ragazzi siete già qui.. bene perfetto, Joe accomodati qui..
>> disse scattante il mister indicando a Joe di accomodarsi su l’unica
sedia libera al mio fianco.
<< Bene! Ora che siamo tutti qui, Kathleen devo dirti ciò che penso..
>> iniziò quasi sorridente ma poi si fece serio. Annuì preoccupata
guardando lui e solo lui nella stanza.
<< Sei una giocatrice davvero forte, ho saputo che da tanti anni che
giochi a calcio, oggi hai avuto un controllo e possesso palla davvero niente
male, certo non hai fatto goal, perché il nostro Joe qui è come una barriera..
>> confessò sorridente. Ma non ricambiai ero troppo agitata e l’unica
cosa che mi veniva da fare era sbattere
il piede nervosamente.
<< Ma il punto è che.. è stata una decisione difficile e la prima volta
che in una squadra di calcio si presenta una ragazza e la cosa ci preoccupa
parecchio.. ma vogliamo rischiare, sei dentro! >> disse infine porgendomi
la mano sorridente.
<< Che cosa?! >> boccheggiai incredula.
<< Sei dentro la squadra, complimenti! >>. Li strinsi la mano
ricambiando finalmente il sorriso, gioiosa.
<< Grazie, davvero grazie, non vi deluderò! >> dissi felice.
<< Lo spero, ma per prevenire, ti affido nelle mani del nostro portiere..
>> continuò sorridente osservando Joe. In effetti, non capivo perché
stesse anche lui con noi nella stanza.
<< Che cosa?! >> domandammo contemporaneamente Joe ed io increduli.
<< Sì, hai bisogno di un allenamento speciale, poiché Joe è il capitano,
sarà lui il tuo mentore.. >> concluse alzandosi in piedi.
<< Mi scusi Mister non capisco.. >> continuò Joe.
<< Cosa c’è da capire?? Ti allenerai insieme alla ragazza, solo voi due,
vi metterete voi d’accordo e ogni mese ti vedrò all’opera per vedere i tuoi
risultati.. >> finì uscendo dalla stanza indicandomi, lasciandoci soli
nel nostro silenzio.
Joe ed io da soli ad allenarci, questo è uno scherzo vero??
<< Questo non accadrà mai, cerco il mister per rifiutare! >>
sbottai alzandomi di scatto dalla sedia.
<< Mister!! Dobbiamo parlare! >> urlai raggiungendolo.
<< Si Kathleen? >> chiese in tono di sfida.
<< Rinuncio all’allenamento con Joe! Non potrei allenarmi da sola? O
magari con Austin!! >> dissi sicura di me.
<< Senti Kathleen, la mia decisione è stata presa punto. Se rinunci a questo,
dovrai abbandonare l’idea di far parte della squadra! >> mi spiegò
brevemente. Rinunciare a tutto?? No questo mai, avevo raggiunto un traguardo
personale entrando in una squadra maschile e non avrei rinunciato per.. un
ragazzo che si crede chissà chi.
<< Perché con Joe?! >> domandai nuovamente
<< Senti dolcezza queste sono le regole non stanno bene neanche a me
fidati, perciò fa quello che ti dice il mister! >> finì Joe
raggiungendomi da dietro. M’irritava il suo comportamento, e sapevo che non
avrei resistito a lungo nei pomeriggi a venire!
<< Non chiamarmi dolcezza!! >> sbottai alzando di poco la voce.
<< Beh vedo che non andiate molto d’accordo perciò inizierete da domani
stesso!! E ora andate a riposare! >> ci liquidò il mister.
Sbuffai e tornai al campo, per prendere il borsone e incontrai Austin.
<< Allora Kathleen?? Sei dentro?? >> mi domandò lui quasi pauroso
di una mia risposta negativa. Scossi il capo in segno negativo portando il
broncio.
<< Che cosa?? Il mister mi sentirà!! >> imprecò alzandosi dalla
panchina.
<< Dove vai?? Austin sono dentro, saremo compagni di squadra!! >>
urlai contenta. Rimase a bocca aperta mentre sulle labbra si disegnava un
enorme sorriso, si avvicinò furtivo mi cinse la vita con le braccia e mi
sollevò da terra, gioioso girando su se stesso.
<< Quanta allegria ragazzi, ma non vi sembra di stare esagerando??
>> sbottò Joe raggiungendoci. Austin mi rimise a terra e ci liquidò con
un saluto dicendoci che doveva fare delle commissioni urgenti.
<< Beh non tutti sono irritati dalla presenza di una ragazza nella
squadra.. >> dissi prendendo la
borsa non curandolo e avviandomi verso l’uscita.
<< Aspetta Kate.. mi dispiace per prima se è questo che vuoi sentire,
ok?! >> mi confessò Joe raggiungendomi in pochi secondi.
<< Ehy io per te sono semplicemente Kathleen, ok? >> dissi fredda
voltandomi verso di lui e puntandogli l’indice contro il petto. Beh era decisamente
alto.
<< D’accordo, allora per domani facciamo alle cinque? >> mi chiese
sorridente. Che sfacciato continuava a rivolgermi quel sorriso che mi mandava
su di giri.. ma era così bello. Annuì solamente abbassando l’indice senza
cambiare espressione.
<< D’accordo Kathleen, allora a domani! >> sottolineando “Kathleen”
e se ne andò col suo solito ghigno. Portò la borraccia alle labbra bevendo un
po’ del liquido all’interno e sentì un brivido percorrermi la nuca e tutta la
spina dorsale.
Ok mi serviva una doccia all’istante.
NOTE
FINALI
Bubu.. settetee ^-^
Ciao ciao ragazzee mi siete mancate :D come state?? Spero bene ^-^
1..2..3 ecco la mia nuova storiella fresca fresca J
Falling in love.
Che ne pensate?? :D
sono curiosa di sapere!
Beh come avrete capito la trama della storia, è basata sul calcio, amo questo
sport e ho voluto fare una storia proprio con questa idea J.
Pensavo da qualche tempo come impostarla e non avevo le idee ben chiare ma poi
guardando gli Europei di calcio 2012, ho detto: E’ deciso farò una storia d’amore
su due compagni di squadra. Nel capitolo d’esordio vi ho presentato un po’
tutti i personaggi, in particolare Kathleen Evans ^-^ giocatrice prodigio che
decide di passare in una squadra maschile per aprire i suoi orizzonti e Joe
Hart ^-^ nonché capitano e portiere della squadra di cui la nostra Kate farà
parte :D
Grazie all’aiuto di una splendida ragazza ella2412 sono riuscita a
fare anche la copertina, spero sia di vostro gradimento. Grazie bellaa :*
Spero vi piaccia come esordio e soprattutto che questi nuovi personaggi vi
facciano divertire ;)
Aspetto i vostri commenti, un bacio!
Elisabetta