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Autore: suzako    18/02/2007    15 recensioni
Siamo morti di nuovo, non è vero? [NaruSakuSasu][Nonsense]
Genere: Generale, Dark, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Naruto Uzumaki, Sakura Haruno, Sasuke Uchiha
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: Contenuti forti
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Era l’ultima notte, per loro.
La fine della storia. L’epilogo. L’ultimo atto di una stanca commedia.
Di nuovo.

<< E’ passato molto tempo, Sasuke. >>, aveva mormorato Naruto, guardandolo da lontano, e per una volta, non sorrideva.

<< Dovremmo combattere, non fare conversazione. >>

Il ragazzo, in tutta risposta, aveva fatto qualche passo in avanti, poi aveva scrollato le spalle, e si era seduto a terra con naturalezza.

<< Non vedo che fretta possa esserci. >>

<< Non mi piace perdere tempo. >>

<< Peccato. Io ne ho perso tantissimo. Potresti anche restituirmelo, non trovi? >>

<< Io non ho niente che ti appartenga. >>

<< Sbagliato. Tu non hai niente e basta. >>

Il cielo, di un azzurro spento, aveva incominciato a tingersi di un vivo color porpora, nuvole sfatte che si allungavano nell’aria, invadendola.

Lui aveva estratto la spada.

<< Credo che sia arrivato il momento che tu muoia, Naruto. >>, aveva detto con aria di sfida.

Il ragazzo aveva alzato un sopracciglio, guardandolo con aria di sufficienza.

<< E chi è che l’ha deciso? Tu?! >>

Sasuke, invece di rispondergli, si era voltato di scatto, lo sguardo fisso su un punto della selva che li circondava.

<< Credevo fosse morta. >>, aveva detto, storcendo la bocca.

<< Tu non hai mai ucciso nessuno, Sasuke. >>, aveva mormorato stancamente l’altro, alzando gli occhi al cielo.

Altre nubi incominciavano a formarsi, ma questa volta di un rosa tenue, delicato, in sciocco contrasto con l’intensità dello scuro porpora. Tuttavia, aveva imposto la sua sfumatura con ferocia, sovrapponendola all’intenso vermiglio.

<< Ehi, Sakura-chan. >>

<< Naruto. >>, aveva detto semplicemente la giovane kunoichi, apparendo come la visione di un sogno, materializzandosi all’improvviso dalle sterpaglie, e avvicinandosi così a loro.

Sasuke teneva gli occhi fissi su di lei.

Sakura si era tolta i guanti che coprivano le mani sporche e graffiate, prima di lanciare una breve occhiata al compagno traditore.

<< Allora? Vogliamo incominciare? >>, aveva detto lentamente.

Naruto aveva sbuffato, rialzandosi.

<< Ne, anche tu adesso! Che fretta c’è, che fretta c’è? >>

<< Sei tu, piuttosto, il solito perditempo! >>

<< Ehi, Sasuke, non dici niente? Per una volta tu e Sakura-chan siete d’accordo! >>

La ragazza allora si era voltata verso di lui, gli occhi verde cupo appena spalancati. Dopo un attimo di esitazione, gli aveva sorriso dolcemente.

<< Sakura. >>

<< Ciao, Sasuke-kun. >>

Il cielo, adesso era davvero scuro. Lingue infuocate si spandevano nell’etere, suturando l’aria di polveri e raffiche di vento bollente. Il sole pallido ne era completamente coperto, e l’azzurro precedente si intravedeva appena, come un misero sfondo all’imponente composizione. Il viola, il rosso e i toni dolci del rosa si incrociavano ed alternavano, soffocandosi l’un l’altro continuamente, intrecciandosi come le spire di un feroce serpente.

Naruto aveva recuperato il coprifronte, e ripulitolo malamente dal fango e dal sangue, se l’era stretto attorno alla fronte.

<< E il maestro Kakashi? >>, aveva chiesto alla compagna, con casualità.

<< Niente da fare. >>

<< Non ce l’hai fatta, eh, Sakura-chan? >>, aveva domandato con un sorriso malevolo.

I suoi occhi si erano ridotti a due fessure, oscurati dallo stesso ghigno: << E’ lui che non ce l’ha fatta, Naruto. >>

Il ragazzo non aveva detto nulla.

<< Beh? Incominciamo? >>

Sasuke aveva alzando lo sguardo d’identico rosso verso il cielo.

<< E’ da prima che non faccio che ripeterlo, idiota. >>, ghignò, alzando la spada.

<< Oh, perdonami, probabilmente non ti stavo ascoltando. >>, aveva risposto con tono sarcastico Naruto.

Sasuke aveva così estratto la katana, e i colpi di quei fendenti si erano subito fatti sentire, anche a metri di distanza. Il sangue aveva incominciato a uscire immediatamente, sgorgando da ogni più piccolo taglio.
Naruto, non l’avrebbe mai detto che nel suo corpo potesse essercene così tanto.
E anche se vedeva davvero solo rosso, anche menando colpi alla cieca, avevano continuato a combattere: certo, senza un braccio era parecchio più difficile, ma la forza di Sakura sembrava inesauribile.
Adesso sul suolo c’era talmente tanto sangue, che Sasuke era pure scivolato a terra, e in maniera neanche tanto aggraziata. Naruto l’aveva trovato davvero stupido, così stupido che aveva riso, e Sakura si era accorta che anche la sua bocca era rossa.
E mentre lottavano, e mentre si uccidevano dieci venti trenta volte, il cielo mutava forma, si deformava e modificava a suo piacimento. Masse scure e cariche di tuoni stavano incominciando a divorare le sfumature di viola e di rosso e di giallo che balenavano di tanto in tanto.
L’oscurità era fitta, fitta, e anche il sangue diventava nero inchiostro.

Ben presto non riuscirono a vedere neanche più dove colpivano.

<< Sakura-chan? Dove sei? >>

<< Qui. >>

<< Qui dove? >>

<< Davanti a te, scemo! >>, aveva sibilato lei, parecchio irritata, agitando il braccio davanti a sé, e arrivando così a sfiorarlo sul volto.

Lui aveva afferrato quella mano, in un gesto improvviso, ma lei si era divincolata facilmente dalla sua presa.

<< Sasuke? >>, aveva sussurrato.

<< Qui. >>

La voce era davvero vicina. Sicuramente, con un colpo ben assestato del polso, avrebbe potuto tagliarle la testa, o tranciarle di netto l’addome.

Invece, la mano umida di sangue della kunoichi aveva tastato alla cieca, incontrando la superficie scivolosa della spada, risalendola lentamente, arrivando alla sua mano, il tessuto intriso del vestito, la spalla, il collo, una ciocca di capelli sporchi.
Il suo tocco non era né gelido né caldo, il sangue che copriva ogni possibile sensazione tattile. Sakura Riuscì a malapena a sentire la sua pelle, e si ritrovò a stringere quella spalla, affondando le unghie in un taglio profondo, temendo di veder la figura del ragazzo dissolversi nell’aria.

<< Sakura. >>, la sua voce era roca e graffiata, infastidita.

Lei aveva subito ritirato la mano, aspettandosi il colpo da un momento all’altro.

<< Questo è davvero un problema. – aveva parlato tranquillamente Naruto – Come facciamo adesso? >>

<< Non è un problema. Io posso ammazzarvi anche senza luce. >>

<< Ah, non ti preoccupare, lo sappiamo benissimo quanto sei bravo. Però non sarebbe affatto divertente. Io voglio vederti, lo capisci? Voglio guardarti mentre muori. >>

<< Ci tenete così tanto a morire oggi? >>, aveva sbuffato Sakura, passandosi una mano nella massa sanguinolenta dei capelli.

<< A dir la verità no. Ma un giorno vale l’altro. >>

<< Oggi è quello dell’eclissi, Naruto… >>, aveva mormorato la ragazza.

<< Cavolo, me ne ero dimenticato. Non mi va che sia un giorno speciale. Il giorno in cui morirò deve diventare in giorno speciale. Se lo è già, che gusto c’è? >>

<< Siete i soliti perdenti. >>

<< Fino a prova contraria, qui non ha vinto nessuno, Sas’ke. >>

<< Per ora no. >>

Se Naruto avesse potuto vedere, avrebbe notato il suo sorriso.

<< Te ne vai, quindi? >>, aveva morato Sakura, cercando di scrutare nella direzione dove pensava lui fosse.

Ma fu una domanda che cadde nel vuoto, e senza neanche troppo fragore.
Lui se ne era già andato, e finalmente, poterono rivedere le stelle.

Naruto alzò gli occhi rossi al cielo, sobbalzando.

<< Ma è tardissimo! Kakashi-sensei si arrabbierà un sacco! >>

<< Lui è morto, idiota. >>

<< Ah già. Beh, se fosse vivo si sarebbe arrabbiato sicuro. >>

<< Ne dubito. >>

<< E che importanza ha? E’ morto! Posso immaginare qualsiasi cosa. E comunque, la vecchia Tsunade si arrabbierà di sicuro! Lei sì! >>

Lei aveva sorriso stancamente.

<< Questo è vero. Ma è morta anche lei. >>

<< Ah, già. >>

Il ragazzo si era rialzato, tentando di ripulirsi un po’ le mani, inutilmente: tutto era sporco, tutto era contaminato.

<< Sono morti tutti, non è vero Sakura-chan? >>

<< Sì. Non è rimasto nessuno. >>

<< Ecco perché c’è così tanto sangue. >>

<< Che intendi? >>

<< E’ un po’ come fosse il loro. >>

<< Che idiozia. >>

Si erano diretti entrambi verso le rovine di Konoha, camminando lentamente, in silenzio, mentre l’erba alta graffiava loro le caviglie.

<< Ehi, Sakura-chan… >>, aveva incominciato lui, in un debole sussurro.

<< Che c’è? >>

<< Ma ce la faremo mai? >>

<< A morire, intendi? >>

<< Sì. Insomma, quello. >>

<< Certo che ci riusciremo! L’abbiamo promesso, no? >>

<< Sì, l’abbiamo promesso. >>

Il cielo si stava rischiarando. Dei bagliori di viola e porpora, non rimaneva che il riflesso delle pozze di sangue, che s’allargavano per la via. Percorsero un lungo tratto di strada in silenzio: era l’alba, e se le cicale fossero state ancora vive, avrebbero cantato sicuramente.

<< Quanto sangue! >>, aveva commentato Naruto, guardandosi le mani disgustato.

<< Ci credo. Siamo morti almeno tre volte. >>

<< Però il cielo non sanguina… >>, aveva borbottato lui, mettendo il broncio.

<< Scemo! Il cielo non vive! >>

<< Ma neanche noi, se è per questo! >>

Lei aveva spalancato gli occhi, e tirato fuori la lingua, indispettita.

<< Ne abbiamo perso abbastanza di sangue, ti immagini se ci si mettesse anche il cielo? >>

<< Sarebbe davvero grandioso! >>, aveva urlato lui, alzando le braccia al cielo.

<< Il solito esaltato… >>, sospirò Sakura, scuotendo la testa.

E l’ultima notte arrivata, come sempre.
La fine. L’epilogo. L’ultimo atto della stanca commedia.

Di nuovo.


* * *

"Il cielo non sanguina, il cielo non vive', è una citazione da Lucky, non mia. Tenetelo bene in mente.

E, non so proprio cosa sia. Era tanto tempo che non scrivevo così. Il che...

Oh, non è una bella cosa. Per nulla.

EDIT: Ho dimenticato di specificare, ma pensavo fosse sottointenso. Si tratta di una fanfiction nonsense.

  
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