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Autore: xBooBenny    04/08/2012    5 recensioni
« Che decisione Lou? » gli chiese, timoroso. Louis portò il suo sguardo sul piccolo e prese un lungo respiro.
« Ho deciso di andare a vivere con Eleanor. »
[Larry]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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~Before You Leave Me Today


Era successo così, senza neanche rendersene conto. Lui, quello divertente, sempre scherzoso, sempre con il sorriso sulle labbra, si era lasciato prendere troppo dalle emozioni ed eccolo li, a baciare il suo migliore amico mentre si rincorrevano per casa, la loro casa. Aveva sbarrato il più piccolo contro il muro, sussurrando un “Preso” a pochi centimetri dal suo viso e i suoi occhi cielo si erano mischiati con il verde smeraldo del riccio, non riuscendo più a rompere quel contatto. Era strano – molto strano; si erano spesso guardati negli occhi, fissandosi anche per diversi minuti, sorridendosi sinceramente, ma mai, mai come quella volta, l’intensità di quello sguardo aveva raggiunto un limite irraggiungibile, un limite che Louis non aveva mai varcato, neanche con la sua fidanzata ufficiale Eleanor. 
Harry ricambiava lo sguardo innocentemente, ormai abituato a quegli intrecci, accennando un sorrisino. Era calmo, innaturalmente rilassato, anche se poteva sentire il respiro caldo del maggiore sul suo collo e un brivido inaspettato gli percorreva la schiena leggermente sudata per la corsa. 
Fu quindi in un attimo che il castano varcò quel limite e, chiudendo gli occhi, portò le sue labbra su quelle del piccolo, continuando a bloccarlo con le braccia. Harry non oppose resistenza, anzi, sembrava starci. Louis poté giurare di aver percepito anche un vago sorriso sulle sue labbra sottili. Quel contatto fu veloce, quasi fulmineo, era come se il castano avesse voluto collaudare un nuovo giocattolo e, provata la novità, lo avesse lasciato perdere.  Si staccò e un ghigno divertito gli si dipinse sul volto.
« Ho vinto! » soffiò. 
Anche Harry sorrideva, ma in modo particolare.
« Ok, campione, hai vinto tu per questa volta. Che premio vuoi? » gli chiese. I due non si erano allontanati di un centimetro. Louis assunse la sua espressione da pensatore.
« Dovrai lavare i piatti per un’intera settimana! » rise Louis, liberando Harry dalla sua morsa e allontanandosi.
« Tutto qui? » chiese, leggermente deluso, Harry.
« Certo, tutto qui. Non è mica poco, sai? Io mi sarei ribellato! » rispose il maggiore con una smorfia divertita, salendo le scale per dirigersi in camera sua.
Harry rimase immobile, ancora appoggiato al muro. Era tutto uno scherzo. Per Louis era stato tutto uno scherzo, un gioco, una piccola avventura. Lo aveva fatto solo per fare qualcosa di nuovo, non perché lo volesse davvero. Harry si portò istintivamente due dita sulle labbra, il cuore che batteva all’impazzata. No, decisamente per lui non era stato solo un gioco. 
 
Louis si chiuse la porta alle spalle e sbuffò forte, sedendosi per terra e prendendosi la testa con le mani. Che cazzo ho fatto?, si ripeteva, come se un vecchio cd si fosse impallato e non andasse più avanti. Aveva baciato il suo migliore amico, e gli era piaciuto. Era proprio questo che lo terrorizzava. Come poteva pensare a una cosa del genere? Lui stava con Eleanor, l’amava, non gli poteva essere piaciuto un bacio con un’altra persona. Ma se questa persona fosse stata una delle più importanti della sua vita? Sarebbe cambiato qualcosa? Era una scusa plausibile? Lui voleva bene ad Harry, questo era scontato, ma non lo aveva mai visto più di così, più di un semplice migliore amico. E allora perché i suoi occhi smeraldini lo inchiodavano ogni santissima volta che lo guardava? Perché non riusciva a evitare il desiderio di sentire la morbidezza dei suoi ricci fra le dita? Perché si sentiva morire dentro ogni volta che Harry gli mandava un sorriso e gli spuntavano quelle adorabili fossette? Qualche scusa poteva trovare per giustificare quella voglia di afferrarlo e baciarlo che cercava testardamente di reprimere ogni volta che stava a meno di un paio di centimetri dalle sue labbra?
E oggi era successo. Il desiderio di esplorare, di assaporare le labbra del riccio aveva preso il sopravvento, aveva raccolto troppa forza ed era esplosa, mandando al diavolo la ragione e conducendolo verso l’oggetto sognato. E il guaio era stato fatto.
Non l’aveva dato a vedere a Harry quanto gli era piaciuto quel bacio e, in un batter d’occhio, aveva deciso di buttare tutto sullo scherzo, come al suo solito, cosicché Harry potesse pensare che quello era solo un gioco. Non sapeva bene il perché, ma non voleva che il più piccolo potesse sospettare qualcosa, qualsiasi essa fosse. 
Louis si alzò da terra e guardò l’orologio. Tra poco sarebbe dovuto andare a prepararsi per l’ennesima noiosa festa a cui la band era stata invitata ma quella volta Louis fu felice di andarci, così magari avrebbe affogato quei pensieri nell’alcool. Uscì dalla camera e scese le scale, trovando Harry sul divano a guardare al tv. 
« Hazza ti ricordi che questa sera abbiamo quella festa a Piccadilly Circus? »
Harry mugugnò qualcosa che somigliava vagamente a un segno di assenso.
« Bhè, è arrivata l’ora di andarsi a preparare. Chi fa la doccia per primo? »
Il riccio chiuse la televisione e si alzò, gli passò accanto e gli sorrise, oltrepassandolo per dirigersi in bagno. Louis lo seguì con lo sguardo accigliato. Lo aveva riconosciuto: quello era l’inconfondibile sorriso che Harry sfoggiava ogni volta che qualcosa non era andata come voleva e che usava per mascherare quella delusione. Ma stranamente, quella volta, Louis non aveva voglia di indagare su cosa gli fosse successo e si stese sul divano, aspettando che finisse, mentre altri pensieri gli percorrevano la mente.
 
Alcuni giorni dopo, il Louis buffo e spiritoso era stato rapito e scambiato con un Louis serio e taciturno. I ragazzi della band, dopo ormai due anni che stavano insieme, avevano imparato a conoscere gli altri componenti e sapevano che quando il più grande entrava in quella fase silenziosa era meglio prepararsi a qualcosa, perché il castano avrebbe sparato una notizia da li a poco. Harry avevano notato questo cambiamento ma non gli aveva dato molto peso. All’inizio pensava fosse un po’ colpa sua, perché dopo l’evento del bacio – di cui non fecero più parola, neanche per sbaglio – aveva mantenuto la sua espressione leggermente cupa per pochi giorni, come se volesse colpire Louis, ma il castano sembrava non averci fatto caso e così Harry aveva rinunciato all’idea ed era tornato quello di prima. Si era messo anche l’anima in pace, ripromettendosi di non pensare più al bacio fra i due e di andare avanti, proprio come sembrava aver fatto il suo Boo Bear. Ma Louis aveva continuato a rimanere chiuso nella sua gabbia silenziosa e Harry, ormai stufo, aveva iniziato a prepararsi mentalmente per la notizia che sarebbe presto arrivata, cercando di non pensare al peggio. Però, il fatto che non avesse neanche una piccola idea su quella che era la notizia più attesa della settimana lo innervosiva molto, doveva ammetterlo. Aveva sempre avuto un buon rapporto con Louis, parlavano sempre e non avevano segreti ma sembrava proprio che quella volta il castano avesse intenzione di tenersi tutto per sé fino all’ultimo, senza aggiornare il più piccolo. E questa, pensava Harry, era un’ingiustizia, perché Louis sapeva quanto era curioso e quando odiasse aspettare, soprattutto quando il suo migliore amico c’entrava qualcosa con la questione.
L’attesa, fortunatamente, non durò a lungo, così un giorno che sembrava essere un giorno qualunque, Louis rincasò, accompagnato da un’espressione apparentemente neutra e rilassata. Harry stava giocando ad un video game con Niall e quando sentì la porta chiudersi si girò, sorridendo raggiante solo dopo aver constatato che la fase taciturna era finita.
« Vedo con piacere che Louis sto-pensando-lasciatemi-solo è andato via! Peccato, dovevi lasciarmelo salutare. » disse Harry, mentre Louis si avvicinava al divano e si sedeva accanto all’irlandese. Quello mise in pausa il gioco e chiamò urlando gli altri due ragazzi della band.
« Allora, la notizia eclatante che hai partorito dopo giorni di riflessione? » gli chiese, agguantando una patatina dal pacchetto affianco a lui nel momento in cui Zayn e Liam fecero la loro comparsa in salotto.
Louis li guardò e li salutò con un cenno che i due prontamente ricambiarono.
« Vogliamo saperlo, ci hai fatto aspettare troppo e il Louis muto non si sopportava più. » fece Zayn con una linguaccia.
« Non è una notizia così eclatante, ragazzi. E’ solo una decisione. » rispose il più grande, tremendamente serio. Niall si zittì, avendo notato il tono usato da Louis. Poi guardò Harry, che a quanto pareva lo avevano notato anche lui.
« Che decisione Lou? » gli chiese, timoroso. Louis portò il suo sguardo sul piccolo e prese un lungo respiro.
« Ho deciso di andare a vivere con Eleanor. »
Tutti e quattro i ragazzi sbarrarono la bocca, increduli. Il primo a ritornare in sé fu Niall che gli diede una pacca sulle spalle e gli fece le congratulazioni. Zayn e Liam si mandarono un’occhiata perplessa ma poi sia avvicinarono all’amico per mostrargli il loro appoggio. Harry, al contrario di tutti, si era pietrificato. Era immobile, ancora con le gambe sul divano e il joystick tra le mani. Forse non ho capito bene.
« V-vai a vivere con Eleanor? » chiese Harry, con voce tremolante e il corpo ancora congelato. Tutti lo guardarono.
« Si, Harry. » gli rispose calmo Louis.
« Ed io? A me non pensi? » domandò ancora il più piccolo, mentre gli occhi iniziarono a riempirsi di lacrime.
Zayn, Liam e Niall si inviarono un’occhiata complice e con una scusa uscirono di casa, lasciando i due amici da soli. 
Appena la porta di casa “Stylinson” si chiuse, un silenzio pesante riempì il salotto, bloccando Harry come in una morsa. Faceva fatica a respirare e le lacrime spingevano sempre di più per uscire. Louis lo guardava, ora addolorato.
« Mi dispiace Harry, ma è meglio così. »
« E’ meglio così? E’ meglio di cosa? » urlò quasi il riccio, scostando lo sguardo da Louis. Il castano non sembrava avere una risposta. 
« Può sembrarti strano, ma penso che sia meglio se vada a vivere con Eleanor… »
« E perché? «
« Perché… ci amiamo. « Quelle parole furono difficili da digerire per Harry. Una lacrima riuscì a scappare e ad allontanarsi dai suoi occhi arrossati.
« H-ho capito. Se è la cosa che vuoi, va bene. Ora scusami, ho da fare. » detto questo, Harry si alzò, prese il cappotto e uscì. 
 
Nei giorni seguenti, l’amicizia tra Harry e Louis, che molti avrebbero pensato fosse arrivata al capolinea, continuò quasi normalmente. Quasi, perché i due ragazzi erano diventati estremamente gentili fra di loro. Harry aveva accantonato ogni avversione verso la decisione presa dal castano, mentre quest’ultimo, anche se sorpreso dalla situazione, aveva deciso di assecondarlo, continuando a vivere come se niente fosse accaduto. Harry si offrì volontario anche per aiutarlo a fare i bagagli e Louis fu più che felice di accettare il suo aiuto. Sembrava davvero che tutto andasse rose e fiori, ma c’era qualcuno che la vedeva come se fosse passato un uragano che aveva distrutto la quiete di prima. 
Zayn, Liam e Niall, infatti, osservavano quelle scene semplicemente con disgusto. Vedere Harry e Louis comportarsi così faceva male perché anche se i due continuavano a parlare e a vivere pacificamente fra di loro, quel filo che li legava e li faceva sembrare un’unica anima in due corpi era inevitabilmente distrutto. I due si comportavano come si comportano due estranei educati, ponderavano le parole facendo attenzione a non dire niente di spiacevole e soprattutto, la cosa peggiore è che avevano smesso di giocare e scherzare insieme, e i loro rapporti fisici si erano ridotti a degli abbracci obbligati durante i concerti che duravano una frazione di secondo e qualche piccola pacca leggera sulle spalle. Niente di più. Per i tre quel cambiamento fu abbastanza sconvolgente e non riuscivano a negare quanto gli mancasse il casino che facevano quei due quando erano insieme. Quelle parole gentili e quell’aria anormalmente tranquilla era insopportabile e ancora di più era la convinzione che non potevano fare niente.
« E’ inutile, devono vedersela da soli, peggioreremo solo le cose. Abbiate fiducia, anche loro non sopportano questa situazione, tutto tornerà normale. » diceva Liam, più a se stesso che agli altri, che si limitavano ad annuire. 
 
Harry era chiuso in camera sua. Aveva sbarrato tutto, tende e finestre, e si trovava quasi al buio, anche se la luce continuava a passare fiocamente dalle tende e dalla fessura della porta. Era pomeriggio presto ed Harry aveva da poco finito di preparare uno scatolo con tanti oggettini inutili di Louis che neanche quest’ultimo pensava più di avere. Conoscendo il disordine di Louis, il riccio non si stupì di trovare oggetti di ogni natura sparsi per la camera, ma non pensava di certo che in quel poco tempo che avevano vissuto insieme – perché era troppo poco, per lui – Louis si fosse portato dietro praticamente tutto quello che aveva avuto in 20 anni di vita. 
Mentre liberava un cassetto, Harry aveva trovato un piccolo pacco di foto sfuse e, senza farsi vedere dal maggiore, aveva iniziato a guardarle molto velocemente. Sentì quasi una morsa al cuore: erano foto loro, sue e di Louis, immortalati in diversi momenti trascorsi in quei due anni da band. Gli occhi gli iniziarono a pizzicare, notando che nessun altro ragazzo della band appariva, perché tra due foto, che li vedevano in una per terra intenti in una strana lotta e nell’altra su un aereo abbracciati a dormire, aveva trovato un piccolo foglietto di carta su cui c’era scritto “Boo Bear e il suo piccolo Hazza” e in un angolo la parola “forever”. Sempre di nascosto, Harry aveva preso le foto e le aveva messe in tasca, continuando come se nulla fosse a riempire lo scatolo, mentre una piccola lacrima gli rigava il volto che prontamente asciugò con il pollice.
Entrato in camera aveva ripreso le foto e aveva cominciato a contemplarle tutte, una ad una, soffermandosi a osservare i loro volti felici e sorridenti. Quanti bei momenti avevano passato insieme. Aveva sparso le foto tutto intorno a sé e aveva chiuso tutto, come se avesse voluto separarsi completamente dal mondo esterno e rimanere da solo con quelle foto e quei ricordi che ora erano tremendamente dolorosi. 
Come erano finiti così? Erano praticamente due estranei, non scherzavano più insieme, non si guardavano più come una volta, non si toccavano più, evitavano di farlo. Harry aveva deciso di accettare quella situazione, ma ora non ce la faceva più. Gli mancava terribilmente il suo Boo e sapeva che se lui se ne fosse andato, il loro rapporto non avrebbe più avuto modo di ricostruirsi e ritornare come prima. E cosa poteva fare allora? Impedirgli di andare via con la forza? E poi come si sarebbe giustificato? Si sentiva abbastanza egoista in quel momento. Se Louis voleva andare a vivere con Eleanor, chi era lui per impedirglielo? Il suo migliore amico, pensava, ma il suo cervello prontamente gli rispondeva con un “Non è abbastanza”. Ma non ci poteva fare niente, sentiva che non sarebbe stato bene senza Louis in quella casa, sarebbe mancato qualcosa. Quella era casa loro, no di Harry; era casa Stylinson, no Styles. 
Harry si portò le mani sul volto, sbuffando. Di sicuro, non avrebbe più continuato quella recita di parole gentili e stop; Louis poteva continuare da solo se voleva, ma lui no. Glielo avrebbe detto, avrebbe preso coraggio e lo avrebbe affrontato. Ma il castano sarebbe andato via il giorno dopo e quindi il tempo stringeva. Domani.
Come se avesse preso una scossa, il riccio si alzò di colpo e scese dal letto, correndo giù in cucina alla disperata ricerca di Louis, ma questa era vuota e allora corse in salone, anch’esso vuoto. Harry iniziò a cercare per tutta la casa, spalancò la porta di camera di Louis e vederla quasi completamente vuota e solo con qualche scatolo e una grossa valigia ancora aperta sul letto, gli provocò un senso di vuoto che iniziò a riempirgli il cuore. 
Cercò per tutta la casa ma di Louis nessuna traccia e così, triste, ritornò in salotto e si sedette sul divano, ma un rumore di carta schiacciata gli arrivò alle orecchie e alzandosi trovò un foglio di carta stropicciato. Lo prese e lo lesse ad alta voce, nonostante fosse solo in casa. “Sono andato a sistemare alcune cose, non aspettarmi per cena, non torno stasera. A domani, Louis.”
Non aveva neanche finito di leggere la firma dell’amico che il riccio iniziò a strappare in mille pezzi il foglio, buttando i pezzi per aria, accompagnando a ogni strappo un insulto verso il maggiore. « Brutto… idiota… stronzo… bastardo…» diceva, provando quasi un piacere malsano e sfogatorio nel farlo. 
Finito di martirare la carta, Harry ritornò in camera sua, sbattendo la porta e scoppiando a piangere, per l’ultima volta si disse, perché il giorno dopo, volente o nolente, avrebbe fatto qualcosa.
 
Il mattino seguente e quasi due settimane dopo il grande annuncio, Louis era finalmente pronto per trasferirsi dalla sua fidanzata. Stava controllando la sua valigia rossa ancora aperta sul materasso verificando di non essersi dimenticato niente, quando notò la mancanza di una felpa a lui cara. Alzò lo sguardo sulla stanza, cercando di ricordare dove potesse essere andata a finire, e un po’ di malinconia lo travolse. La sua stanza era quasi vuota, molte cose c’erano ancora ma sarebbe venuto a prenderle successivamente. Ora, l’unica cosa che gli premeva era andarsene. Prendere quella decisione lo aveva abbattuto molto, perché proprio non gli andava di andare a vivere con Eleanor e soprattutto di allontanarsi dal piccolo Hazza. Durante i giorni di riflessione, era giunto a una verità che lo aveva inizialmente turbato ma che poi era stato costretto ad ammettere perché troppo ovvia. E si era preoccupato, perché essersi preso una bella cotta per il suo migliore amico non era una cosa da niente. Sapeva che era sbagliato, per lui, per Harry, per Eleanor, per la band, per tutto, e che quindi doveva assolutamente evitare che quella cotta si trasformasse in qualcosa di più vero e profondo, cosa che probabilmente era già successa. Così, aveva pensato di trasferirsi dalla sua fidanzata, pensando che stando meno tempo a contatto con il riccio gli sarebbe passato tutto e che ogni cosa sarebbe tornata come era prima, anche perché quella situazione non gli piaceva per niente. Odiava aver perso quel rapporto speciale che aveva con Harry, ma era stata una fase necessaria e suo malgrado aveva dovuto accettarla. E sembrava che anche ad Harry andasse bene così. 
Louis iniziò a cercare negli armadi e nei cassetti, ma della felpa non c’era traccia. Stava per andarla a cercare in bagno quando la porta si spalancò ed entrò Harry, ancora un po’ assonnato, che stringeva qualcosa a sé. Il minore mostrò la cosa che aveva tra le mani al castano, che sorrise. 
« La stavo giusto cercando, grazie. » gli disse, mentre Harry gli porgeva la felpa, rigorosamente a righe.
« L’ho trovata adesso mentre cercavo qualcosa da mettermi. Non te l’ho mai ridata. »
Era vero: Louis aveva prestato quella felpa ad Harry qualche mese addietro e il piccolo non gliela aveva mai ridata, non perché se ne fosse dimenticato, ma perché aveva avuto il bisogno di tenersi qualcosa che apparteneva all’amico e Louis, nonostante fosse una delle sue preferite, non aveva detto niente. Strano che avesse dimenticato quel dettaglio.
« Non ti preoccupare» disse, mentre riabbassava le mani « tienitela pure. Ormai è tua.» 
Harry sembrava perplesso. « Ma è una delle tue preferite. »
« Sta meglio a te » gli rispose il maggiore stringendosi nelle spalle. Poi si voltò e tornò a dare attenzione alla valigia.
Basta così, pensò Harry, buttando da parte la felpa e avvicinandosi al letto, sedendosi affianco alla valigia, incrociando le braccia e guardando male Louis. Il castano alzò lo sguardo su di lui, confuso.
« Cosa c’è? » gli chiese.
Harry, di tutta risposta, prese il primo capo che trovò nella valigia e lo buttò affianco a se.
«Hey, sei impazzito?» fece ancora il maggiore, riprendendolo e risistemandolo al suo posto. Ma Harry lo riprese e lo gettò di nuovo affianco a sé. Anche Louis lo guardò male.
« Harry, finiscila. » gli disse, prendendo ancora una volta il maglione. Ma Harry, veloce, lo riprese prima che Louis lo posasse e lo gettò, questa volta per terra.
« La smetti, idiota? Che cazzo vuoi? » gli urlò Louis, senza preoccuparsi di recuperare ancora una volta l’indumento.
« Voglio » fece Harry, rincrociando le braccia « che tu rimanga qui. »
Si guardarono per qualche secondo, poi Louis sospirò, recuperando il maglione.
« Questo non è possibile » disse a voce bassa. 
« Perché? » gli chiese Harry, crucciato.
« Non c’è un perché, è così e basta. »
« Non mi convinci. » 
Louis lo guardò, fermandosi di nuovo.
« Harry ti prego, non rendere le cose ancora più difficili di quanto già sono. » fece il castano.
« Perché, cosa c’è di tanto difficile nell’andare a vivere con la tua ragazza? Non dovrebbe essere la cosa più facile del mondo? » urlò il riccio, stringendo ancora di più le braccia.
« Non capisci. » fece Louis, distogliendo lo sguardo.
« Certo, io non capisco mai nulla, vero Louis? Sono solo un idiota che non riesce mai a capire un cazzo! » gli occhi di Harry divennero lucidi. Louis non parlò e continuò a fissare il pavimento.
« Non dici niente, eh? Neanche se faccio così? » urlò, poi prese due magliette e le gettò per terra, alzandosi. Louis non reagì.  
« Niente. Cazzo Louis reagisci! Dammi un pugno, fermami, fai qualcosa! »  gli sbraitò contro Harry, prendendo altre cose e gettandole come una furia per tutta la camera. Finalmente Louis si mosse e lo bloccò in un abbraccio fortissimo, uno di quelli che non si davano da ormai troppo tempo. Harry cercò di divincolarsi ma si arrese quasi subito, scoppiando a piangere e ricambiando l’abbraccio, stringendosi forte al petto del maggiore. Quello prese ad accarezzargli i capelli – Dio, quanto tempo che non lo faceva – per calmarlo mentre gli sussurrava degli “ssh” dolcemente. Sentire Harry fra le sue braccia però gli provocò un senso di benessere che non sentiva da troppo tempo e sorrise, ormai rassegnato all’evidenza.
Alcuni minuti dopo, Harry si staccò, asciugandosi le lacrime.
« Scusami, è vero, sono un’idiota. Ti aiuto a sistemare, ti ho fatto perdere già troppo tempo. »
Il riccio prese una maglietta da terra – ne aveva buttate così tante che si era formato quasi un secondo strato di pavimento – e la sistemò nella valigia.
« Fermo. » disse Louis. Harry, confuso, si girò. Il castano lo guardava, sorridente. « Stai fermo. » ripeté, avanzando lentamente verso di lui. Harry non riusciva più a muoversi da quella posizione, i muscoli non rispondevano più ai comandi, gli occhi non riuscivano a staccarsi da quei due pozzi di cielo. 
Appena Louis gli fu vicino, talmente vicino che i loro nasi si sfioravano, il castano gli prese la mani e le strinse forte. «Tu non poserai niente. » sussurrò.
«P-perché?» chiese, anche lui sussurrando, Harry, dandosi mentalmente dell’idiota per la domanda che gli era appena scappata.
« Perché io non vado da nessuna parte. Non senza di te. » rispose l’altro, e un secondo dopo lo baciò. All’inizio fu un bacio casto, poi si trasformò in un bacio vero e proprio, di quelli pieni d’amore e di complicità. Harry rispose subito con foga, liberandosi dalle mani di Louis per cingergli i fianchi, mentre le altre salivano verso il viso del minore, una sulla guancia e l’altra sulla nuca, per spingerlo più vicino alle labbra dell’altro. Finalmente, la malinconia, la tristezza, il vuoto che entrambi avevano sentito in quei giorni svanì in un colpo solo, lasciando spazio alla felicità, alla gioia, alla perfezione di quel gesto e alla consapevolezza di non riuscirne più a fare a meno. L’inferno e la desolazione di quei giorni avevano alla fine lasciato il posto al paradiso, il buio che aveva riempito le loro giornate era stato sconfitto e la luce aveva prevalso, illuminandoli con tutto il suo splendore.
Quando si staccarono, due sorrisi sinceri avevano preso il posto di due linee dritte senza espressione, e i loro sguardi erano tornati vivi e intensi. 
« Allora non mi lascerai? » chiese in un sussurro Harry.
« Ovvio che no. Non ti libererai di me così facilmente. »
« Ed Eleanor? »
« Sistemerò con lei le cose più tardi. Ora voglio solo fare una cosa. »
« Cosa? » Harry e le sue domande stupide. Louis lo spinse di nuovo verso di sé e riprese a baciarlo, ma le sue mani questa volta vagarono per il corpo del minore, passando sotto la maglia. Harry rise.
« Oh, ho capito. » disse, staccandosi e allontanandosi un po’. Louis si accigliò, continuando a sorridere. Ma Harry non gli diede il tempo di fare nient’altro, perché si buttò su di lui con violenza tale che persero l’equilibrio e caddero per terra, uno nelle braccia dell’altro. Scoppiarono a ridere.
« Meno male che c’erano i vestiti! » disse Louis, mentre Harry, preso ancora dalle risate, si stringeva ancora più forte a lui.
« Hai visto, non ho fatto una cosa cattiva allora. » disse il minore.
« Tu non fai mai niente di cattivo, piccolo. » 
Hazza alzò lo sguardo su di lui e poi lo baciò velocemente. Continuò a fissarlo, intensamente, di colpo serio. 
« Boo. » sussurrò.
« Dimmi, amore. » disse l’altro, aggiustandogli qualche riccio ribelle che gli ricadeva davanti.
« Ti amo, Boo Bear. » 
Louis rimase qualche secondo in silenzio, continuando ad aggiustargli i capelli.
« Anche io, Hazza. Ti amo più della mia stessa vita e sono stato un idiota a pensare di potermi allontanare da te e dimenticarti. Non ci sarei mai riuscito. »
Si guardarono ancora una volta e poi si baciarono, insieme, e si lasciarono andare completamente. Si spogliarono e fecero l’amore, senza fregarsene di niente e di nessuno, pensando solo al loro amore e alla voglia di stare insieme, di sentire l’altro sulla proprio pelle, di sentirne il sapore e di bearsi dell’odore. 
Venne tutto così, naturale e spontaneo, poiché finalmente insieme si sentivano completi e pieni come mai si erano sentiti in vita loro e mai si sarebbero sentiti, perché consapevoli della profondità del loro amore e dei loro sentimenti. 
Erano una sola anima divisa in due corpi, e niente e nessuno, né i pregiudizi, né la cattiveria del mondo, li avrebbe mai separati.
 
 
ANGOLO DELL'AUTRICE

Ciaaaao, rieccomi a voi, questa volta nientepopodimeno che con una Larry! *si applaude da sola, perché attorno a sé ha solo polvere che rotola* 
Ehm, dicevo… una Larry! Eh già, io AMO questa coppia *WWW* 
Che ne pensate? Siate clementi mi raccomando, vi ricordo che sono ancora alle prime armi u.u Vi prego di farmi sapere le vostre opinioni con una recensione, anche piccola piccola! Con la Ziam non ho avuto fortuna D:
 
Faccio uno shoutout veloce a @_ItsSnixBitch_ perché è stata la prima a leggere questa FF! <3
 
Un saluto e un grosso bacio a voi che siete arrivati fin qui, che coraggio !
 
Benny
 
LarryIsOn!
 
P.s.: quasi dimenticavo! Se volete seguirmi su Twitter anche solo perché avete bisogno di un follower in più, sono @xpuffskein , ricambio sempre e inoltre regalo ornitorinchi (?) u.u
  
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