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Autore: MissGilbert    05/08/2012    1 recensioni
«Nina?»
«Mmm?»
«Non dormi?»
«Non riesco a dormire con te che mi accarezzi.»
«Vuoi che smetta?»
«No, non voglio.»

Genere: Sentimentale.
Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev.
Rating: Arancione.
Genere: Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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NIAN - ESSENCE OF LOVE

Nian - Essence of love

Pov Ian
Sentivo un dolore acuto alla testa. Ero sdraiato non so dove. E quando aprii gli occhi, incontrai il dolce sguardo di Nina.
La osservai, confuso. Lei teneva i capelli raccolti. Aveva gli occhi rossi. Tremava appena mentre mi passava una pezza sul capo. Sobbalzai sentendo quella cosa fredda posarsi nella parte che mi bruciava e fu allora che Nina si accorse che avevo appena aperto gli occhi.
Mi guardò, ansiosa, prendendomi di scatto la mano «Ian...» Sussurrò «Ian, stai bene?»
A parte il dolore alla testa, non sentivo altro male. Volevo tranquillizzarla, fargli capire che era tutto okay.
«Si, sto bene.» Cercai di sedermi, ma mi girò improvvisamente la testa.
Nina notò il mio disagio e mi aiutò a sdraiarmi nuovamente «Non provare ad alzarti, Smolder.»
«Cos'è successo?» Mormorai confuso, passandomi una mano fra i capelli.
«No, Ian. Leva questa mano.» Rispose Nina, prendendomi il braccio.
Mi pulì velocemente la mano con la pezza bagnata, ma io feci in tempo a vedere il rosso vivo del mio sangue.
Tutto mi ritornò in mente. Le mani di quel francese addosso alla mia Nina. Il terrore negli occhi della mia piccola, che cercava di liberarsi da quel bastardo. Non ci avevo visto. Avevo giurato a me stesso di ucciderlo. Avevo subito pensato "Sta succedendo di nuovo, ma questa volta ci sono io. Non le farà del male".
E intanto avevo fatto la figura del cretino. Ero finito a terra come un emerito idiota.
Sbuffai, chiudendo gli occhi «Mi sono lasciato mettere al tappeto da un francese, che stupido.» Mormorai.
Sentii le dita di Nina sfiorarmi il viso «Si, sei veramente uno stupido. Non avresti dovuto attaccarlo! Poteva succederti di peggio.»
Riaprii gli occhi, fulminandola «E cosa dovevo fare?! Guardarlo mentre ti violentava?!»
«No, però... avresti potuto chiamare qualcuno... poteva pure ammazzarti.»
«Ma non è successo.»
Notai i suoi occhi diventare lucidi, e aggrottai le sopracciglia.
Nina mi scrutò, addolorata, poi si alzò, girandosi. Non voleva che la guardassi.
Presi tutte le forze che mi erano rimaste in corpo e mi alzai anch'io. La testa mi faceva meno male.
La raggiunsi silenziosamente, poggiai le mani sulle sue spalle e la girai verso di me.
Sgranai gli occhi... Stava piangendo.
Con il palmo delle mani cercò di asciugarsi velocemente le guancie «Vai a letto, Ian. Non stai bene... Devi riposare...»
«Prima mi dici che cosa ti prende... Insomma, sto bene, Nina. Non è successo nulla!» Esclamai.
Lei mi fissò negli occhi. Rimase in silenzio per qualche secondo, poi si portò le mani davanti al viso e scoppiò a piangere.
Scioccato, la strinsi a me «Ehi ehi, ssshh, cos'hai piccola?»
Nina si avvinghiò a me, singhiozzando «E' tutta colpa mia! Saresti potuto morire! E' tutta colpa mia!»
Stava delirando mentre i suoi occhioni color nocciola non cessavano di rilasciare lacrime calde, che bagnavano il suo piccolo viso e rovinavano il suo trucco. Ma anche con l'aspetto di un panda, io la trovavo bellissima.
«Nina, calmati... Nina, ti prego...» Gli accarezzai i capelli, stringendola forte a me, quasi con disperazione «E' colpa mia. Non avrei dovuto lasciarti sola... E quella bottiglia in testa me la sono meritata.»
«Sei un cretino! Come puoi dire questo? Eri lì... a terra... perdevi sangue... ed io... io...»
«Ssshh, mi dispiace di averti fatta preoccupare.» Le baciai la fronte.
A quelle parole, lei interruppe l'abbraccio e cercò nuovamente di asciugarsi il viso.
«O-ora...» Balbettò «Ritorna a letto, per favore.»
La guardai ansioso, constatando se stesse bene e poi feci ciò che mi aveva detto, accontentandola.
Mi sdraiai nuovamente sul letto mentre lei prendeva posto in una sedia.
Ricominciò a passarmi quella pezza fredda sul capo ed io sospirai.
Presi la sua mano tra la mia «Non sto meglio se mi passi questa cosa... Se invece vieni qui sul letto, accanto a me, penso che mi riprenderò.» Mormorai sarcastico.
Lei mi guardò indecisa. Poi posò la pezza e si sdraiò al mio fianco.
Non ci pensai due volte e la presi tra le mie braccia, stringendola al mio petto.
Chiusi gli occhi e mi sentii in pace con il mondo. Avevo la creatura più bella e più dolce dell'universo fra le mie braccia.
Non potevo chiedere di meglio.
«Chi ti ha aiutata a portarmi qui?» Sussurrai.
Lei iniziò ad accarezzarmi il petto «Ero entrata nel panico, vedendoti a terra, sanguinante. Ho iniziato a gridare, a chiedere aiuto. Poi sono usciti i proprietari del locale. Volevano portarti all'ospedale ma... gli ho chiesto di portarti qui, all'hotel. Se saremmo andati all'ospedale, non è che ci avrei capito molto.»
Nina alzò il viso verso il mio, per guardarmi negli occhi «Ian, non farmi mai più una cosa del genere. Non osare spaventarmi così un'altra volta.» Aggiunse.
La guardai negli occhi. Si era veramente preoccupata per me. Era l'unica donna che si preoccupava della mia incolumità. Le altre, invece, si preoccupavano se avevo il preservativo o meno.
Le accarezzai dolcemente il viso, sorridendole «Non accadrà mai più, piccola mia.»

Il giorno seguente era l'ultimo che passavamo lì, a Parigi.
Avevo insistito tanto per uscire, ma lei non mi accontentò.
Diceva che avevo bisogno di riposo. Si, la testa continuava a farmi male. Ma non come ieri. Stavo molto meglio. Nina mi obbligò a stare a letto, come un malato. Era frustrante la situazione.
«Eccomi!» Esclamò Nina, sorridendo, ed entrando nella stanza con un vassoio pieno di cibo.
Lo poggiò sul comodino e mi fissò attentamente «Come stai, Smolder?»
Il suo sorriso... cazzo, se era bella. La presi per il braccio e la attirai a me. Lei perse l'equilibrio e finì sul mio petto.
Sorrisi soddisfatto, accarezzando il suo viso «Sto benissimo, adesso.» Mormorai, poggiando le labbra sulle sue.
Naturalmente la mia voglia di lei prevalse. La strinsi maggiormente a me, aumentando la foga del bacio.
Sentivo le sue mani, piccole e calde, accarezzarmi dolcemente i capelli, sfiorarmi il viso e infine poggiarsi sul mio petto.
Cambiai posizione, sistemandomi su di lei. Poggiai le mani sul materasso, sollevandomi appena, avendo paura di farle male.
Sfiorai le sue labbra, sorridendo «Nina?» Sussurrai.
«Si?» Mi fissò con i suoi occhi da cerbiatta.
Gli accarezzai i capelli «Parlami... Dimmi qualcosa...»
«Cosa vuoi che ti dica?»
«Qualcosa...» Mormorai, baciandole il collo.
Volevo sentire la sua dolce voce inebriarmi le orecchie.
Nina alzò il viso, permettendomi di assaggiare il dolce sapore della sua pelle.
«Ian... veramente... non so che dirti... E' tutto così... strano...» Sussurrò.
«Strano è sinonimo di bello, vero?»
Ridacchiò, dandomi un bacio sulla fronte «Si, molto bello.»
«E se io ti volessi ora?»
«Ti direi di no.» Si scostò da me «Sei ancora debole, Ian. E' meglio aspettare che tu ti riprenda.»
Sbuffai seccato «Sto benissimo.»
«No, invece no.» Sorrise dandomi un bacio svelto sulle labbra.
Rimase comunque sotto di me ed io ne approfittai per appoggiare il viso nel suo ventre.
Nina iniziò ad accarezzarmi dolcemente i capelli e a canticchiare. Era una ninna nanna.
In quel momento mi sentii come un bambino. Forse perchè mi appisolai tra le braccia della donna che amavo.
Si. Io amavo Nina. L'amavo da morire. E non vedevo l'ora di svegliarmi per poterglielo dire.
La sognai. Ogni notte la sognavo, ma quel sogno era speciale. Forse perchè lei era con me, vicino a me. E perchè avevo capito di amarla.

Andammo via da Parigi. I nostri giorni di "riposo" erano finiti. Dovevamo ritornare in Georgia, a finire di girare le puntate della prima stagione di The Vampire Diaries.
Nina mise il broncio come una bambina per tutta la durata del viaggio. Era terribilmente bella.
Avevo deciso che non saremmo tornati subito sul set.
Prima ci saremmo fermati in un posto. Ma Nina non lo sapeva.
Vedere il suo stupore misto a felicità era bellissimo. Ci eravamo fermati in spiaggia. Sapevo quanto quel posto la rendesse felice. Sapevo quanto era bella sotto i raggi del sole.
Il suo sorriso illuminava i miei occhi.
«Il cast è già tornato in Georgia, ma io... prima di tornare... volevo fare un ultimo bagno con la mia Dobreva.» Le sussurrai da dietro, all'orecchio, accarezzandole le spalle.
Nina ne era entusiasta. Ci cambiammo, indossando i costumi, e ci tuffammo in acqua. Ero deciso a dirle "Ti amo". Ma non avevo mai detto "Ti amo" ad una donna che non fosse mia madre. MAI. Non avevo mai amato una persona come amavo Nina. E non era facile dirglielo. Avevo paura di un suo possibile rifiuto. Forse stavo correndo troppo... Non lo sapevo... Sapevo solamente che Nina era la cosa più bella che mi fosse mai capitata.
Eravamo sott'acqua. E lei era stupenda. La presi tra le mie braccia e la strinsi a me.
Passammo la giornata lì, in acqua. A nuotare.
Ma poi fummo quasi "obbligati" a tornare sul set. Il nostro tempo era finito e dovevamo affrontare la realtà.
Il nostro ritorno insospettì tutti. Sicuramente capirono che c'era qualcosa tra me e Nina. Ma a me non importava.
Desideravo solamente stare con lei. Degli altri non m'interessava.
Amavo Nina. Non gliel'avevo ancora detto... stavo prendendo tempo. Ma ero sicuro di confessarglielo in un momento oppurtuno.
Passammo la notte insieme e infine ci preparammo per andare sul set, a ricominciare il lavoro.
  
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