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Autore: kadyia    18/02/2007    2 recensioni
Parla di Rei, che ora vive a casa di Thakao, assieme alla sua squadra e qul giorno erano tutti impazienti per l'arrivo dei Neoborg, tutti tranne il protagonista. Non voleva rincontrare Boris. Ma sapete da cosa nasce cosa e dopo qualche giorno, scoprono di provare qualcosa l'uno per l'altro. ma il destino non fu magnanimo e li separò...
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Boris, Rei Kon
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Nota Dell'autrice: Eccomi con un'altro capitolo...leggete e commentate...

 

2-Capitolo.

Ci fu un rumore… una pietra che rotolava.

Avevo tutto il corpo informi8colato segno che ero rimasto in quella posizione per parecchio tempo.

Notai che ero leggermente schiacciato da qualcosa.

B: Rei… Rei… Svegliati… Rei!

Era così distante, lontanissima quella voce.

Qualcosa di freddo mi sfiorò la teste e di nuovo quella voce, ora più vicina che riconobbi.

Era quella di Boris, mi chiamava e sembrava anche piuttosto preoccupata.

R: Boris…

B: Rei stai bene!

R: Dove siamo? Cosa è successo?

B: Ricordi? Eravamo nel capannone che ci stavamo sfidando, quando è crollato tutto.

R: Già ora ricordo!

Il peso che mi premeva si sollevò e allora capii.

Era Boris che mi aveva protetto con il suo corpo.

R: Grazie.

B: Per cosa?

R: Per avermi protetto con il tuo corpo!

B: Ah per quello, niente. Siamo compagni; e i compagni si aiutano!

Cosa sta cercando di dirmi?

R: In che senso?

Boris nascose gli occhi sotto la frangia.

B: Siamo amici no?

Devo ammetterla questo mi spiazza non poco. Da quanto siamo amici? Non ci siamo mai potuti sopportare, e lui ha detto che siamo amici.

R: Certo che lo siamo!

Mi stupisco di me per quello che avevo appena detto, ma una forza a me sconosciuta mi aveva, in un certo senso, costretto. E ora che sta facendo?

Si risdraiò su di me e io sussultai, lui sentendo il mio tremore si rialzò leggermente per fissarmi negli occhi e capire il perché del mio sobbalzo.

R: Non sarebbe meglio uscire di qui?

Nei suoi occhi vidi una vena di tristezza, ma annuì e si alzò porgendomi la mano, per aiutarmi.

Senza pensarci accettai e dopo quasi quindici minuti riuscimmo ad uscire.

Solo in quel momento notai che Boris mi teneva ancora la mano.

Alzai lo sguardo ma prima che arrivasse sui suoi occhi si fermò sulla sua spalla.

Era rossa e il sangue continuava a sgorgare.

R: Ma tu sei ferito!

B: Non ti preoccupare è solo un graffio!

R: Non è un graffio, fa vedere!

Tolsi dalla spalla i resti della manica, al mio solo tocco ebbe un brivido, allora pensai che le mie mani dovevano essere davvero fredde.

Mi tolsi le fasce che tengo sempre attorno alle braccia e gli fasciai approssimativamente la ferita.

B: Ci conviene tornare a casa del tuo amico, saranno tutti preoccupati!

Annuii e ci avviammo verso la villa di Thakao.

R\B: Siamo tornati!

T: Dove ti eri cacciato Rei, eravamo molto preoccupati!

H: Ma come siete conciati?

R: Niente! Eravamo solo andati a fare una sfida a Bey!

Yuri con la sua solita freddezza rimproverò Boris e leggermente anche me.

Y: Potevate anche dircelo che stavate uscendo! Ci avete fatti preoccupare, pensavamo che vi fosse accaduto qualcosa di brutto! Fino a prova contraria, Boris, io sono il tuo capitano e vorrei essere informato delle tue uscite. Ma cosa te lo dico a fare, tanto fai sempre quello che ti pare!

Nj: Ora che sono tornati possiamo metterci a tavola!

Ci mettemmo tutti a tavola e nel giro di mezzora tutte le pietanze erano finite.

M: Che ne dite se ci sparassimo un film Orror?

K: Perché no, niente male come idea!

S: Cosa ci vediamo?

M: Che ne dite di ”The ring” oppure “l’uomo nero”…

Y: Io proferisco ”The ring”!

T: Se ci guardassimo “Bambi”?

Lo guardammo tutti male e poi lo ignorammo.

R: Ok per me va bene!

Tutti acconsentirono e così ci guardammo The ring.

È un film davvero orribile, ma è questo il suo bello, anche se Thakao e Hilary non erano molto accordo con me.

Hanno passato tutto il tempo della durate del film ad urlare.

Poi, verso l’una, andammo a dormire.

 

Erano solo le tre di notte e io ero già sveglio.

Mi alzai per andare a fare pipi e a bere qualcosa per poi riprovare a dormire.

Aprii la porta del bagno e vi entrai.

La luce era accesa e il pavimento era chiazzato dal sangue.

R: Boris!?!

Si voltò di scatto.

B: Che ci fai qui?

R: Cosa si viene a fare secondo te in bagno, secondo te?

Non era la ferita sulla spalla che sanguinava, quella era già guarita.

Ma era sul fianco ed era piuttosto profonda.

Era stato davvero bravo a nascondermela.

R: A parte gli scherzi, perché non mi hai detto di quella?

B: Perché ci avrei pensato io!

R: Devi andare al pronto soccorso!

B: No, sono sopravvissuto a ferite ben peggiori di questa.

Aveva un corpo scolpito nella roccia, dalla sua pelle chiara si intravedevano numerose cicatrici, ma la mia attenzione cadde su una in particolare. Gli percorreva tutto il torace.

Passandogli sopra con un dito, provocai un sussulto a Boris

R: Questa non si è rimarginata da sola!

B: Da quanto sei esperto di queste cose?

R: Da quando sono diventato il miglior amico di Kei!

B: Sì non è guarita da sola, me l’ha ricucita Yuri. Io ero troppo orgoglioso per andare dal medico!

R: anche questa ha bisogno di punti!

B: Sai cucire?

R: Cosa?

B: Ti ho chiesto se sai cucire!

R: Si, ma non riuscirei a cucirtela, se questo che stai pensando. Vado a chiamare Yuri!

Corsi nella palestra, cercando di non pestare nessuno e andai al futon in cui dormiva il russo e mi inginocchiai.

Cominciai a chiamarlo, scuotendolo dolcemente.

R: Yuri… svegliati ti prego! Yuri!?!

Y: Che succede?

R: Scusami se ti ho svegliato, ma è per Boris…

Y: Cos’è successo!?!

Disse alzandosi di scatto.

R: Vieni con me!

Mi seguì senza aprire bocca, ma anche se non voleva darlo a veder, notai una certa paura nei suoi occhi. Quando arrivammo in bagno, Yuri si rasserenò un po’.

Y: Boris, ma è possibile che ti faccia sempre male?

Diede uno sguardo frettoloso alla ferita, poi riprese a parlare…

Y: Va ricucita! Rei ha un ago e del filo?

R: Si!

Una volta Thakao mi aveva fatto vedere dove lo tenevano, così nel giro di pochi minuti ero già di ritorno.

R: Eccolo!

Y: Grazie!

Feci per uscire ma la voce del rossino mi fermò.

Y: Dove vai?
r: Esco…

Y: No mi serve aiuto!

Sentendo quelle parole mi voltai sui tacchi e ritornai al suo fianco.

R: Che devo fare?

Y: Dai qualcosa a Boris da mordere e tienilo fermo.

Tirò fuori dalla tasca un accendino e lo fece passare sull’ago e poi nel filo.

Prese tra le dita la pelle lacerata di Boris e cominciò a cucirla.

La mano del falborgbladers afferrò la mia che tenevo sulla sua spalla, e cominciò a stringermela.

Doveva fare molto male, ma lui restava impassibile, a pare la lieve stretta che esercitava sulla mia mano.

A me non mi aveva mai fatto schifo il sangue, ma adesso a guardare quella scena, mi veniva la nausea, ma non potevo lasciarlo.

 

Dopo mezzora Yuri tagliò il filo.

Y: Rei disinfetta il taglio!

Cominciai a strofinate con estrema delicatezza un batuffolo di cotone, mentre il Wolborbladers si ripuliva dal sangue.

Y: Tutto ok Boris?

B: Si!

Y: Bene allora io me ne ritorno aletto! Se avete bisogno chiamate, ok?

R: Ora che devo fare?

Y: Basta solo che gliela fasci stretta!

R: Ok, notte!

Il rossino se ne andò lasciando ci soli.

Presi dalla cassetta delle garze e iniziai a fasciarlo.

R: Sei forte sai?

Mi guardò strano chiedendomi con gli occhi il significato della mia frase.

R: Mi riferisco a quando ti ha ricucito il taglio! Io se fossi stato in t, avrei urlato come se fossi stato posseduto. Non ti ha fatto male?

B: Si, ma ormai ci sono abituato. Poi non è vero che sono forte; è solo per orgoglio che non piango o urlo per dolore! Promettimi che non lo dirai a nessuno!

R: Te lo prometto.

Dopo pochi minuti di silenzio, finii di fasciarlo.

R: Finito!

Boris si rinfilò la maglia del pigiama, uscendo poi dal bagno.

R: Bo? Tu hai sonno?

B: Perché?

R: Mi chiedevo se ti andava di venire sul porticato a guardare il cielo… Con me. Naturalmente se non hai sonno…

B: Ok!

Cosa? Mi ha detto di sì? Non ci posso credere, sto sognando!

B: Perché quella faccia?

R: No niente, è che mi sarei aspettato un rifiuto!

Andammo sul colonnato. Il cielo era bellissimo, cominciai a fissare la luna, a sedere con le gambe a penzoloni.

B: Rei?

R: Si!

Dissi senza neanche distogliere lo sguardo dal cielo stellato.

B: Da quando avevo tre anni!

R: Che cosa intendi?

B: Mi avevi domandato per quanto tempo sono vissuto all…

Non finì la frase, ma capii lo stesso.

R: Sei rimasto rinchiuso la dentro per ben tredici anni?

B: Già!

R: Mi dispiace!

B: Non deve dispiacerti, è la vita!

R: Come sei finito la?

B: La mia famiglia era povera e non sempre aveva da mangiare. La sera prima, a quando mi sono ritrovato… alla… Borg, i miei genitori avevano litigato. Dalla mia camera sentivo le loro urla  e le

cose che si rompevano cadendo a terra. Mio padre aveva minacciato di uccidermi, se mia madre non mi avrebbe… fatto sparire… è questo l’ultimo ricordo che ho della mia famiglia.

R: Scusa se ti ho sempre giudicato male!

B: In che senso?

R: Nel senso  che ho sempre creduto che tu ci fossi entrato di tua spontanea volontà. Ti ho sempre considerato un assassino, insensibile, ma ora ho capito che non è così.

Si mise a sedere, cingendo le gambe con le braccia, nascondendoci dentro il volto.

B: Ho sempre cercato di essere forte, anche se in quel posto, significava essere considerati dei mostri, privi di sentimenti…

Boris restò in silenzio fino a quando ebbi la sensazione di sentire dei singhiozzio soffocati, così una forza sconosciuta, mi spinse ad abbracciarlo.

B: È la prima volta che piango, come sono caduto in basso!

R: A volte piangere, non è una debolezza!

B: Ma se qualcuno lo venisse a sapere…

R: Nessuno lo saprà telo prometto!

Lui nascose la faccia nell’incavo della mia spalla.

R: Piangi, ora ci sono io con te, non sei solo!

Sentii Boris lasciarsi andare ad un pianto da lungo tempo trattenuto.

Passò molto tempo, non so quanto, ma si era colmato e non piangeva più.

Uno sbadiglio mi ricordò che ero davvero molto stanco e che sarei dovuto andare a letto, ma non me la sentivo di lasciarlo solo.

B: Hai sonno?

R: Un po’, però non ti voglio lasciare solo!

B: Grazie, hai già fatto tanto per me, se hai sonno va pure!

R: Sei sicuro? Se vuoi che resto dillo!

Non disse niente, così io pensai ad una risposta affermativa.

R: Allora buona notte! Se hai bisogno svegliami e non ti preoccupare di niente!

Mi diressi verso la porta finestra, ma la sua mano mi fermò.

Voltandomi me lo ritrovai a pochi centimetri da me.

I suoi occhi erano pieni di gratitudine, nei miei confronti.

La mano che prima mi teneva il braccio, ma cinse la vita, seguita dall’altra.

R: Boris cos…

Le sue labbra tapparono le mie, io ci restai pietrificato, non sapevo come reagire.

Lentamente si allontanò e mi fece perdere dentro le sue praterie che aveva al posto degli occhi, fissandomi per vedere la mia reazione.

R: Ma cosa ti è preso?

B: Non lo so, e che…

R: Non lo rifare mai più, sono stato chiaro? Se vuoi posiamo essere amici, ma niente di più!

Nascose gli occhi sotto la frangia e senza dire niente se ne rientrò in palestra.

Questa notte non riuscii a chiudere occhio.

Perché gli avevo risposto così?

La mattina seguente mi evitò per tutto il tempo che stettero qui.

Verso le quattro se ne andarono, lasciando un vuoto nella casa. Un vuoto nel mio cuore.

Anche Kei era ritornato in Russia con loro e io mi ritrovavo qui solo, ora che avevo più bisogno di loro.

Avrei voluto gridare e piangere, ma se lo avessi fatto avrei dovuto raccontare tutto a tutti e non me la sentivo.

Così me ne stetti in silenzio, a soffrire in solitudine.

  
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