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Autore: sam_twins    05/08/2012    2 recensioni
-Io non posso ancora crederci- sospirai aggrappandomi al suo petto.
-A cosa?- mi fissava incuriosito, con i suoi occhi come il ghiaccio.
-A noi, a tutto quello che è successo alla mia vita, a quel primo giorno che ti ho incontrato- e a quelle parole lui si avvicinò a me e mi baciò, come solo lui sapeva fare.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Eccomi con un nuovo capitolo! Lo so che ci ho messo tanto ma eccolo qui... Vorrei ringraziare tutti i lettori, chi recensisce e chi ha inserito la mia storia tra le seguite, ricordate o preferite. Spero vi piaccia! Bacioni *Alex*

 
What Hurts More?

Alex's Version

-Buongiorno- sussurrò al mio orecchio provocandomi i brividi.
-Buongiorno- ripeteii sorridendo.
-Va meglio?- domandò squadrandomi.
-Sto bene, davvero. Questo non è niente, ormai credo di essermi rotta tutte le ossa del corpo almeno una volta- ridacchiai cercando di farlo sorridere.
-Tutte, tutte? Come si fa a rompersi le ossa del sedere?- chiese e mi fece scoppiare a ridere.
-Semplice, cadi da un altezza di 3 metri ed atterri sul di dietro- riuscii finalmente a farlo ridere –hey! È una cosa seria! Quello si che fa male! Sai che vuol dire non potersi sedere per un mese?- 
-Okay, scusa hai ragione…- fece gli occhi dolci e mi baciò sulla guancia –vestiti, dobbiamo andare sul set-
Guardai l’orologio.
-Ma non è presto?- domandai scuotendo i capelli.
-Julie ha chiamato il medico- sentendo quella parola piegai leggermente la testa.
-Seriamente? Non mi serve un medico- dissi incrociando le braccia.
Ian si affacciò dal bagno e mi fissò.
-Allora vieni qui da me senza zoppicare- si appoggiò con la schiena al muro.
Mi alzai lentamente dal letto, i lividi non facevano poi così male, ero abituata a di peggio, ma appena posai la caviglia, il dolore arrivò più forte che mai.
Recitavo, mentre mi avvicinavo ad Ian, cercando di ingannarlo.
-Vedi? Posso camminare benissimo- affermai senza avvicinarmi del tutto, ero sicura che altrimenti mi avrebbe scoperta.
-Bene, allora vieni qui- si avvicinò a me e mi mise le mani sulle spalle facendo pressione.
Cercai di nascondere le smorfie di dolore ma alla fine mi allontanai.
-Okay, okay, un po’ fa male…-
-E allora perché devi mentire?- 
-Perché tu ti preoccupi troppo per me, non mi piace essere compatita, non ci sono abituata…- dissi sedendomi sul letto.
-Che vuol dire che non ci sei abituata?- domandò prendendomi la mano.
-Nella mia squadra, quando qualcuno si faceva male, si beccava una sgridata da parte della coach sul fatto che con l’infortunio si rallentavano tutti gli altri, e dopo, se non era grave, ci si beccavano esercizi in più da fare rispetto agli altri… Non mi piace quando la gente incomincia a sentirsi in colpa per quello che mi succede e si dispiace, non è colpa tua, okay? Non sei tu che gli sei saltato addosso ma io… Me la sono cercata, dovevo andarmene ed ignorarla…- 
-Hey, sei la mia ragazza, e ci tengo a te, non ti sto compatendo, mi sto preoccupando, abituatici, perché succederà spesso- concluse alzandosi e dirigendosi verso il bagno –sbrigati, è tardi!-
 
Una volta usciti dalla camera Ian si girò verso di me e senza dirmi niente mi prese in braccio.
-Ian! Mettimi giù!- obbiettai.
-E farti zoppicare fino alla hall? Niente da fare!- non mi fece fiatare, mi portò in braccio fino alla macchina e poi arrivati sul set mi riprese in braccio fino a quando non arrivammo dentro.
-Posso scendere ora? Non ho 6 anni- 
-Okay, miss Acidità- rispose sorridendo.
-Eccoti! Come stai? Tutto bene? Cosa ti fa male? Dove ti fa male?- iniziò Julie con le domande da mamma preoccupata che io non sopportavo affatto.
-Sto bene, Julie! Calmati, respira… Inspira, espira, inspira, espira…- dissi facendola calmare.
-Il dottore sta arrivando-
-Non ho bisogno di un dottore…- obbiettai.
-Si, invece- rispose Ian.
-No, invece-
-Si- continuò Ian.
-No- controbattei io.
Senza rispondere mi prese di peso come un sacco di patate portandomi via.
-Ian! Lasciami andare! Ian!- cercavo di oppormi dandogli i pugni sulla schiena, ma niente, non mi metteva giù.
-Ciao a tutti!- disse Ian entrando nella sala relax.
-Mettimi giù, ho detto!- 
-Ciao, che succede?- chiese Paul.
-Niente- rispose Ian facendo il vago.
-OMG, che state facendo?- domandò Nina entrando nella stanza.
-Vuoi mettermi giù? Che cavolo, Ian, non è divertente!-
Finalmente mi mise giù e al tocco brusco con il suolo la caviglia riprese a farmi male.
-Ahia!- dissi cadendo per terra –aho, aho, aho…- ora faceva davvero male.
-Chi è che non ha bisogno di un dottore?- disse ironico Ian aiutandomi ad alzarmi.
Ignorai la mano che mi porse e mi alzai da sola.
-Sto bene- dissi facendo una smorfia e zoppicando verso il bancone/bar che c’era nel set.
-Vuoi dirmi perché ti comporti così?- sussurrò Ian abbracciandomi da dietro.
-Mi comporto così, come?- chiesi e mi girò verso di lui.
-Come se avessi davvero 6 anni- 
-Beh, ne ho 16, non c’è poi così tanta differenza- mi pentii immediatamente di quello che avevo detto, vidi Ian non dire niente ed allontanarsi.


Ian's Version
 
-Non capisco perché deve fare così…- dissi a Paul girando in torno nel mio camerino.
-Ti ricordo che ieri sera è stata chiamata “puttana” dalla tua ex e poi la stessa ex che definirei “pazza” ha creato una sorta di evento boxe contro di lei… Dopo tutto questo anche io mi comporterei in modo scontroso- Paul mi fermò e mi mise una mano sulla spalla –Som, dalle tempo-
-Il punto è che non so cosa fare, sta male, e mi fa male vederla così, ma non so davvero cosa diavolo fare…-
-Non fare niente… Semplicemente non fare niente, devi ricordarti che è pur sempre un’adolescente, pensa, se ti fossi trovato nella stessa situazione non ti saresti comportato così? Forse anche peggio- 
-Grazie, Paul- gli strinsi la mano e gli diedi una pacca sulla spalla.
Alex era seduta sul divano con Nina.
-Posso sedermi?- chiesi ed automaticamente Nina si alzò lasciandomi il suo posto.
Mi sedetti mentre Alex guardava dritto davanti a lei.
-Mi dispiace- sussurrai in modo che solo lei mi sentisse.
-Se non vuoi il dottore, parlerò con Julie e le dirò di non farlo venire- continuai, Alex si girò verso di me e mi sorrise.
-Non sono una puttana, vero? Cioè non che io lo pensi, però non è bello quando te lo senti dire davanti a tutta quella gente-
-Lo sapevo, lo sapevo che era per Megan che ti comportavi così…- 
-Io non le ho fatto niente… Non è giusto, poteva anche non fare quella scenata davanti a tutti- vidi due lacrime scenderle sulla guancia, mi faceva male vederla così.
-Non la sto giustificando ma molto probabilmente era ubriaca… Certo si è però comportata da stronza e per questo ha pagato- 
-Hey, ragazzi? Guardate qui- comparì Nina davanti a noi mostrandoci il suo iPad, con un articolo che diceva: “Brutta serata per Megan Auld e sembra anche brutto risveglio” con a seguito delle foto di lei che ci copriva con degli occhiali un grosso occhio nero.
Immediatamente spuntò un sorriso sulla faccia di Alex.
-Wow, l’hai conciata per bene!- esclamai battendo le mani.
-Te l’avevo detto che le avevo fatto male! E anche in un punto visibile-
-Alex, il dottore- spuntò Julie informandoci ed automaticamente il sorriso di Alex svanì.
Nella stanza entrò il medico, noi già lo conoscevamo, era colui che ci diceva se la febbre era controllabile e se potevamo recitare o se dovevamo rimanere a letto per il mal di gola.
-Non mi piacciono i dottori…- sussurrò in modo che solo io la sentissi.
-Siamo in due- aggiunsi. 
D’altronde a chi piacevano i dottori? 
-Bene, bene, finalmente ho il piacere di conoscere la nuova aggiunta al cast, mi permetta di presentarmi sono il Dr. Ezra Michaelson- le porse la mano.


Alex's Version
 
-Piacere, Alex- risposi fingendo un sorriso.
Sapevo di avere bisogno di un medico, la caviglia mi faceva male, anche se ci ero abituata, ogni volta che mi facevo male in campo c’era sempre il nostro dottore pronto a controllarci.
-Allora qual è la caviglia?- mi chiese gentilmente sedendosi sul tavolino di fronte al divano.
Gli indicai la destra.
Appena la sfiorò sentii i brividi, poi fece pressione e subito mi irrigidii.
-È una distorsione, ho una domanda, ti sei mai rotta la caviglia? Lo chiedo perché l’osso al tatto sembra già essere stato modificato- solite domande di routine.
-Si, 2 volte- alla risposta mi fissò quasi sbalordito insieme agli altri –infortuni da cheerleader- abbozzai un sorriso.
-Oh! Eri una cheerleader, giusto! Sai, anche le mie figlie sono cheerleaders, a volte aiuto come medico sul campo, per i vari infortuni. Allora non è nuovo quello che devo fare- in fondo fingevo di non sapere quello che sarebbe successo ma… -conto fino a 3, okay?- annuii.
Nina mi fissava domandandosi che intendeva.
Mi afferrò la caviglia e cercavo di auto convincermi che non faceva male.
-Okay, 1… 2…- sentii un dolore lancinante, come se mi stavano strappando tutto il piede, ma alla fine facevano più male altre cose.
-Cavolo!- esclamai –ma esiste un dottore che conta davvero fino a 3?- cercavo di respirare regolarmente.
-Che io sappia, no… Se contassimo fino a 3 la gente amplificherebbe il dolore con la paura- ignorai completamente quello che aveva detto, intenzionata a fissarmi la caviglia –dovresti star meglio in un paio di giorni, per oggi cerca di camminare il meno possibile- si girò poi verso di Julie –per girare le scene è meglio che resti in piedi e non cammini- ecco la differenza tra questo dottore e quello che avevo io, ti diceva che potevi camminare, basta che non ti sforzavi, quando sei una cheerleader, anche per una stupida slogatura ti becchi una settimana di riposo.
-Tutto okay?- chiese Ian avvicinandosi mentre ancora fissavo il vuoto e sgranavo gli occhi dal dolore.
-Certo, tutto okay- risposi mentre cercavo di fare respiri profondi.
-Sta bene, non ti preoccupare, pensa che le mie figlie ci si sono abituate, cominciano a sentire il dolore sempre meno…- aggiunse il dottore.
-Già, una volta anch’io sentivo meno il dolore, ma ormai sono un po’ di mesi che non mi rompo qualcosa…- feci ridere quel medico, wow, bella battuta.
-Beh, grazie mille Ezra, come sempre! E quand’è che ci farai conoscere queste fatidiche figlie? Portale sul set una volta!- lo ringraziò Julie facendolo uscire dalla stanza.
-Fa così male?- domandò Nina sedendosi dall’altra parte accanto a me.
-No, non così tanto- ero quasi in uno stato di shock per il male che faceva, stava svanendo ma comunque, continuavo a pensare che non mi ero fatta male perché ero caduta da tre metri d’altezza e nessuno mi aveva presa, no, mi ero fatta male perché una “stronza” mi avevi “picchiato” davanti a tutti alla festa di compleanno del mio ragazzo.
-Okay, ci penso io- sentii Ian dire, si piazzò davanti a me e mi baciò.
Ad un tratto mi ripresi e ricambiai il bacio, mi serviva davvero.
Cara Megan, te la sei presa con la persona sbagliata, sembrerò anche un angioletto ma posso diventare l’incubo peggiore.
Ian è mio, solo mio.
-Meglio?- chiese staccandosi.
-Decisamente, grazie- sorrisi.
-Allora… Posso portarti ancora in braccio per il resto della giornata?- mi implorò quasi con gli occhi da cucciolo.
Come dire di no davanti a quegli occhioni color blu ghiaccio?
  
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