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Autore: NatsuVIII    05/08/2012    0 recensioni
Le cronache della Famiglia Holmes, e tutta una serie ... bé, non esageriamo, una seire, giusto 2 o 3 ... di parenti lontani ma mai troppo, amici, fidanzati e povere vittime!
Genere: Comico, Fluff, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Quasi tutti
Note: AU, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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 Incontriamo i parenti ... tutti gli altri

John era abbastanza tranquillo.
Certo, era dovuto DI NUOVO andare lui a prendere i vari parenti, ma questa volta si era fatto accompagnare da Sherlock (lo aveva letteralmente trascinato a dire il vero, con l’altro che si era lamentato tutto il viaggio. John si era limitato a rispondergli che se mangiasse di più sarebbe decisamente più difficile spostarlo di peso e portarlo da qualunque parte), e provava un po’ di vergogna ad ammetterlo, ma aveva lasciato che lui e Jim si scannassero tutto il tempo, mentre lui nelle retrovie era deciso ad intervenire solo se fosse comparso del sangue.
Certo, questo lo lasciava solo con la madre del polpo, che era bella da far male ed un filino inquietante, ma non lo palpava e non lo chiamava con strani nomignoli e quindi poteva sopportarlo.
Arrivati a casa avevano trovato Mycroft appostato - che poi il suo concetto di appostato prevedesse l’essere languidamente sdraiato in un divano del soggiorno da cui fosse visibile l’ingresso era un’altra storia -che s’affrettò ad informarli che la madre aveva organizzato un tè.
Naturalmente era inconcepibile disertarlo, e così s’avviarono tutti come bravi soldatini nel salottino, dove li attendevano tè, pasticcini (che la madre non poteva mangiare perché a dieta; John si chiese, per la millesima volta da quando si era risposata, se fosse masochista) ed un sacco di chiacchiere da donne.
Stranamente alla signora Inferno piaceva la madre di John; questo si chiese se la loro famiglia discendesse da una gloriosa stirpe di ammaestratori di demoni.
John stava per addentare un pasticcino, uno dei suoi preferiti, con la glassa al limone, quando un calcio sotto il tavolo lo fermò.
Osservò Sherlock, espressione apparentemente impassibile, che gli faceva un leggero cenno di diniego prima di tornare a sorbire il suo tè; si girò verso Mycroft, pronto ad implorare spiegazioni, solo per notare che questo non aveva ancora toccato i pasticcini, preferendo il tè semplice.
Ora John non sapeva di preciso COSA avevano combinato quei due, ma preferì abbandonare il pasticcino e bere solo, per quella volta.
Più tardi gli fu comunicato che la sorella del padrone ed il di lei figlio erano indisposti per un lieve maldipancia. Sherlock e Mycroft furono alquanto delusi dalla cosa.
Evidentemente quei due erano immuni alla maggior parte dei veleni, quindi il lassativo che gli avevano dato non aveva fatto molto effetto.

Quindi sì, quello ed un paio di cadute dalle scale per evitare che Sherlock e Jim s’uccidessero (ed una volta Moriarty, con la scusa di non farlo cadere, se l’era palpato per bene) avevano dato la sensazione a John di aver ormai raggiunto la sua soglia di sopportazione, oltre cui tutto quello che ti accade è avvolto da una nebbia che t’impedisce forti emozioni.
Questo finché sua madre non provò a tagliare il tacchino farcito che era il piatto forte del pranzo di Natale, e questo prima emise un verso stridulo, e poi … poi iniziò a saltellare per la stanza.
- Sherlock …
John si girò verso il fratello, ansioso di chiederli delucidazioni, quando vide, nei suoi occhi ed in quelli del fratello, quello sguardo.
Abbassò la voce, perché se come pensava era tutta colpa loro meno persone lo vedevano intrattenersi coi colpevoli più possibilità aveva di scampare la punizione.
- Perché il pollo scorrazza nella sala da pranzo?
- Tecnicamente non è un pollo, è un tacchino, è …
- Sherlock, perché-il-pollo-scorrazza-nella-sala-da-pranzo?
Sherlock, assolutamente inconsapevole di aver fatto qualcosa non dico di male, ma di anche solo lontanamente riprovevole, si illuminò tutto a quella domanda.
- Oh, sono felice che tu l’abbia chiesto. Sai che Mycroft ha accesso alle cucine, vero? Bhè, gli ho chiesto di mettere nel pollo, invece del ripieno, una sacca con dei componenti di un composto chimico di mia invenzione. Quando la mamma ha tagliato la carne l’aria è entrata ed ha scatenato una reazione che ha portato al rumore ed al movimento.
John rimase senza parole, per un attimo annichilito dal pensiero di quello che il fratello avrebbe potuto fargli se non gli fosse andato a genio; c’era anche da dire che gli era andato perfino troppo a genio, visto che si ritrovava puntualmente coinvolto nei disastri dell’altro, spesso finendo punito senza neanche sapere perché!
John scosse la testa, la sua mente stava comprensibilmente tentando di estraniarsi da quello che gli stava accadendo intorno, rifiutandolo come lesivo per la propria sanità mentale e per la pressione, ma lui doveva rimanere concentrato, se non altro per capire come limitare i danni, dopo.
- Sì, ma perché … tutto questo?
- E’ divertente.
Sherlock indicò i parenti di John che scorrazzavano da una parte all’altra tentando di scappare dalla cena impazzita, leggermente terrorizzati; qualcuno stava già pensando di chiamare un esorcista.
Questo solo gli adulti, i bambini di entrambe le stirpi invece avevano trovato l’evento assolutamente favoloso, ed ora cercavano d’acchiappare il fuggiasco, correndo da una parte all’altra della sala e facendo un rumore assordante.
Gli adulti Holmes, invece, si limitarono a ridacchiare, più o meno sguaiatamente, mentre John sentiva lo zio Rufus sussurrare alla zia Priscilla che aveva fatto proprio bene a regalare il set del piccolo chimico a Sherlock, quando il fanciullo aveva solo 6 anni - e John si disse che naturalmente, cosa ci si poteva aspettare, dopotutto erano Holmes!
Poi osservò la signora Belzebù e progenie che seguivano la scena, le lucine agli occhi contemplavano il caos che si era scatenato, evidentemente divertendosi come pazzi (Jim era così deliziato dalla scena che si perse persino Mycroft che si assentava e ritornava con qualcosa che era inquietantemente simile al fermo finestra di una delle stanza degli ospiti, ma John non voleva saperne nulla).
Ed infine sua madre, che abbracciata al marito sembrava indecisa se scoppiare a ridere come una pazza o piangere la pessima riuscita del pranzo, mentre l’uomo osservava come un falco alternativamente i suoi figli e sua sorella e figlio, cercando di scoprire il colpevole.
John avrebbe tento voluto sprofondare il viso nelle mani; questa volta era fregato, sarebbero rimasti in punizione probabilmente per i prossimi vent’anni.
  
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