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Autore: Elle_san    05/08/2012    4 recensioni
Ciaooo!! ^_^
Questa è la mia prima toria quindi per favore non siate troppo severi.
La storia parla di Kaori Eiko... una "normale" ragazza che , dopo aver passato la notte fuori, trova un ragazzo in casa sua. Questo ragazzo uccide i suoi genitori e la fa svenire.
Quando si risveglia è dolorante e non riesce a muoversi. E' sdraiata per terra in una piazzetta che non ha mai visto.
Da quel momento si catapulta in un modco compeletamente diverso da quello in qui ha vissuto fino a poco prima.
Mi raccomando...Recensite Recensite Recensite!! ^_^
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Crack Pairing
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Ogni notte era tipico per me andare sul tetto della mia scuola ad osservare la luna e la città che, viste da lassù, sembravano così piccole. Fin da bambina, o almeno per quanto ricordi, amavo le cose che spaventavano la gente normale come ad esempio: i fanasmi, le case stregate, i vampiri…e quel posto, dove io mi rintanavo la notte, aveva un’ aria molto tenebrosa e mi faceva sentire quasi a casa.
Avevo preso un altro brutto voto a scuola e sapevo cosa mi aspettava tornata a casa, una brutta ramanzina da mia madre in contemporanea agli sguardi di disprezzo di mio padre. Cercai di pensare ad altro.
Mentre stavo per chiudere gli occhi e addormentarmi una voce nella mia testa iniziò a parlare – Stanno arrivando! Stai attenta Selene. –  Stanno arrivando? Chi? Chi è Selene? Era una voce maschile molto famigliare e anziche spaventarmi mi fece rilassare, come se mi avesse cantato una ninna nanna, e mi addormentai.
Quando riaprii gli occhi erano già le due del mattino e, senza fretta, presi la mia borsa e me ne tornai a casa ancora con il pensiero dei miei genitori. Non avevo dato troppa importanza alla voce che avevo sentito prima di addormentarmi e continuai come se nulla fosse.
Non potevo ancora sapere che quella notte avrebbe cambiato la mia vita per sempre.  
 
La mia casa era una villetta tipica Giapponese con un piccolo giardino all’interno e qualche albero di Bon-sai quà e là. Si! Mio padre fin da ragazzino aveva sempre amato e rispettato la cultura giapponese ma per colpa mia, come era suo solito sottolineare, non potè andare a vivere là.
Entrai in casa facendo finta di non sapere l’orario
– Sono a casa - dissi alzando leggermente la voce. Nessuno rispose.
Tolsi la giacca e la borsa e le appoggiai accuratamente sul mobiletto accanto la porta. Mi tolsi le scarpe e le misi al loro posto. In punta di piedi, cercando di fare meno rumore possibile, andai nella stanza centrale, il salotto per così dire, e aprì la porta. La scena che mi trovai davanti era terrificante. 
Un ragazzo, che teneva in mano una katana mi guardò con uno sguardo agghiaccante. I brividi mi percorsero la schiena. Aveva la faccia sporca di sangue e gli occhi molto grandi color verde che sembravano scrutarmi fin sotto hai vestiti. I suoi capelli erano nero corvo, sui quali si riuscivano a vedere i riflessi della luna che penetravano dalla finestra. Il taglio era molto irregolare e ondeggiavano davanti al volto. Indossava un mantello nero che si mimetizzava perfettamente con il buio, quasi totale, della stanza.
Distolsi per un istante lo sguardo da quel’ragazzo e vidi mio padre steso per terra, in una pozza di sangue, con la faccia appoggiata sulle ginocchia di mia madre che era del tutto frastornata. Probabilmente era morto cercando di proteggerla. Lei continuava a guardare il corpo, ormai senza vita, di mio padre. Non riusciva ne a muoversi ne a piangere anche se si vedeva che voleva scappare da quel luogo, come se stesse facendo un incubo e non riuscisse a svegliarsi. Sembrava non essersi neanche accorta che io ero entrata nella stanza.
Improvvisamente il ragazzo, con un solo colpo di spada, la trafisse in pieno cuore. Sentì le gambe cedermi. – MAMMA! – Urlai con il cuore in gola. Poteva essere paura? Il cuore iniziò a battermi all’impazzata. Non riuscivo a far altro che fissare immobile il misterioso ragazzo che, ancora con la spada incofficcata nel petto di mia madre, mi fissava. Non sapevo cosa fare. Non avevo mai partecipato a nessun corso di autodifesa o di combattimento. Ed in piu lui aveva un arma.
Il ragazzo estrasse la spada dal corpo di mia madre molto lentamente e si voltò verso di me continuando a guardarmi con uno sguardo che mi faceva rabbrividire. Pensai che la mia vita sarebbe giunta al termine in quello stupido luogo che odiavo con tutto il cuore.
Man-mano che passava il tempo e  guardavo il ragazzo negli occhi, piu mi sentivo attratta da lui.
In un istante la paura scomparve e, come succedeva spesso quando guardavo un film di paura, tornò l’eccitazione per ciò che stava accadendo. Un sorrisino lento mi si fece sempre piu visibile sul volto. Pensai che il ragazzo si sarebbe spaventato o stupito di quel gesto, invece sembrava ancora piu incuriosito. Mi alzai lentamente mentre lui si avvicinava con passo lungo ma lento.
I nostri occhi  non si erano distaccati nemmeno per un secondo. Feci due passi all’indietro, non ero spaventata ma non volevo lo stesso morire. Per la prima volto distaccai gli occhi dal ragazzo per cercare qualcosa con qui proteggermi ma fu un grande errore. Con uno scatto impercettibile mi si avvicinò e, con un piccolo gesto del polso, mi scaraventò contro il muro alla mia sinistra. Non sentì dolore ma sentì tutta l'energia fuoriuscire dal mio corpo in un solo istante. Gli occhi mi si chiusero e persi i sensi; Non potevo nemmeno immaginare cosa mi sarebbe successo poco tempo dopo. 

  
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